IVREA - IL 25 APRILE LA FESTA
CON MONSIGNOR MIGLIO Dieci anni intensi
a servizio della Chiesa, come vescovo
Attraverso le colonne del Risveglio
Popolare desidero far giungere un grazie sincero e profondo a quanti hanno
voluto essermi vicino di persona, con il loro augurio e con tanti segni
di affetto, in occasione del decimo anniversario della mia ordinazione
episcopale. Grazie anzitutto al Risveglio stesso, a mons. Bettazzi, a mons.
Mabrito e a tutta la Curia Vescovile, ai sacerdoti, intervenuti così
numerosi alla liturgia del 25 aprile, al Seminario diocesano, alle tante
parrocchie e singole persone delle due diocesi di Iglesias e di Ivrea.
Un ringraziamento particolare al Sindaco di Ivrea e alle altre autorità
cittadine, ai Vescovi mons. Giovanni De Andrea, mons. Giachetti e mons.
Debernardi, presenti alla concelebrazione; a Sua Eminenza il Cardinale
Furno e a tutti gli altri Vescovi originari della Diocesi; ai Vescovi mons.
Cogoni e mons. Pilolla, rispettivamente mio predecessore e mio successore
nella sede di Iglesias.
I dieci anni non sono un anniversario
così eccezionale, perciò la festa mi ha colto un po’ di sorpresa,
anche perché fino a due settimane prima speravo di poter essere
per questi giorni in Terrasanta. In compenso ho avuto l’occasione per vivere
una giornata di preghiera e di serena riflessione, per incontrare collaboratori,
parenti e amici venuti anche da lontano. Soprattutto ho sentito l’affetto
della chiesa diocesana, vicina con la preghiera e con il bellissimo dono
del paramento liturgico offerto per l’occasione. Abbiamo voluto pregare
e ricordarci in modo particolare della Terrasanta, quasi a supplire almeno
in parte il mancato pellegrinaggio.
Davanti al Signore e alla Chiesa
ho ringraziato e riflettuto. Il servizio episcopale è un’esperienza
che cambia la vita, esteriormente e soprattutto interiormente. Le giornate
sono tutte sempre molto intense e spesso manca il tempo per fermarsi, per
approfondire, ringraziare. Le emozioni dei primi tempi si sono stemperate,
con gli anni si acquista maggiore dimestichezza con il cammino delle altre
chiese e dei loro vescovi, si hanno maggiori occasioni per conoscere e
ammirare la vitalità della Chiesa presente nelle diverse chiese
particolari e cogliere la grazia di vivere questo tempo di evangelizzazione
e di impegno per il futuro della comunità credente e di tutta la
società.
In dieci anni ho incontrato tante
persone, ho cercato di dare tutto il mio tempo e le mie povere capacità
di ministero, ricevendo in cambio ogni giorno un sostegno decisivo per
il mio cammino di credente. Più che mai ora sento la mia vita legata
al Signore attraverso la Chiesa: questa chiesa particolare che amo come
figlio e come pastore; l’indimenticabile chiesa di Iglesias, che il Signore
ha posto all’origine del mio episcopato; la Chiesa universale e il Santo
Padre, che mi ha dato e mi conserva la sua fiducia; attraverso di lui posso
vivere concretamente la comunione con la Chiesa sparsa su tutta la terra
e con la Tradizione apostolica che ci unisce a Gesù stesso, unico
vero fondamento di ogni ministero e di ogni progetto.
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