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Per le strade del mondo
           
       

    Un Giubileo singolare 

       Le molte evsioni, per conferenze o Corsi di Esercizi spirituali, mi allontanano frequentemente da Albiano e non mi consentono così di partecipare agli impegni della nostra Chiesa particolare. Chiedo scusa ai diocesani, e in particolare ai preti, ai quali pensavo di unirmi almeno per il Pellegrinaggio in Terra Santa, oltre tutto presieduto da mons. Arrigo che, per riconoscimento unanime, è una guida eccezionale. Insistenti inviti per lo stesso periodo mi hanno sollecitato ad approfittare invece ora di un’occasione in cui la mia presenza poteva essere ancor più significativa. 
       Iniziato nel mese di marzo a Roma, dove avevo rappresentato Pax Christi Internazionale, è stato avviato un Movimento chiamato “Betlemme 2000” che, mentre collega i duemila anni dalla nascita di Gesù con il luogo dove è nato, vuol esprimere anche l’appoggio alla causa dei Palestinesi, che hanno in Betlemme una delle loro principali città. 

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       La “Tavola per la pace”, che è un Coordinamento di Movimenti per la pace (quello che organizza la tradizionale Marcia Perugia-Assisi), ha dunque organizzato una settimana di amicizia “Italia-Palestina”, con riferimento principale appunto a Betlemme. E’ qui dove sono convenuti oltre novecento italiani, membri di associazioni e Movimenti per la pace (come appunto Pax Christi), o rappresentanti di Enti locali (Regioni, Province, soprattutto Comuni, da Roma a Torino, da Palermo a Salerno a Brescia, ma anche di tanti centri minori) che già svolgono o intendono svolgere interventi a vantaggio di bambini o di disabili, o incrementare agricoltura e artigianato. 
       Alcune manifestazioni globali sono state tenute, oltreché a Betlemme e Gerusalemme, a Gerico e Gaza (dove ha partecipato, presentata dal rappresentante diplomatico italiano, anche la moglie del Presidente Arafat, che ha voluto leggere il messaggio in italiano), ma ci si è sparpagliati per tutte le zone palestinesi per incontri con profughi, con autorità periferiche, con le attività più diverse, anche con spettacoli di mimi, con corali popolari o cantorie religiose, con manifestazioni tipiche, come i tappeti floreali di Spello, o saggi di cucine regionali italiane! 
       E’ stato un momento particolarmente importante per un popolo che sta cercando disperatamente una patria, dopo averla persa quando l’altro popolo ha conquistato una propria patria. Ed è davvero sconvolgente pensare che un popolo che da oltre un millennio abitava una terra, rimasta spopolata per motivi esterni (prima la vittoria dei Romani, poi la conquista persiana), si sia trovato ora senza terra, con milioni di profughi in altre terre o di esuli in altre zone della stessa loro terra, con le loro città e i loro villaggi circondati dalle “colonie” o insediamenti di gruppi ebrei. I Palestinesi sono costantemente condizionati nei movimenti (arabi di Betlemme per anni non han potuto visitare i parenti di Gerusalemme, a dodici chilometri) e ridotti ai lavori più umili e dipendenti: è sorprendente vedere la fila dei lavoratori palestinesi che, lasciati i mezzi di trasporto nel loro territorio, passano in fila indiana il controllo di polizia per trovare nel territorio israeliano i mezzi che li porteranno sul lavoro, soprattutto di edilizia o di pulizia. 
       Per evitare parzialità preconcette, a Gerusalemme si sono fatte una visita al Museo dell’Olocausto e alla valle dove su grosse pietre sono segnate le località europee in cui furono uccisi gruppi di Ebrei. Ed è stato organizzato a Gerusalemme anche un incontro tra rappresentanti del mondo ebraico e di quello arabo: l’auspicio emergente è quello di una sola città, capitale di due Stati. Gerusalemme lo è già per lo Stato di Israele, con tutti gli edifici importanti nella parte occidentale della città, fuori dalle antiche mura; i Palestinesi, che hanno la maggioranza nella città vecchia, vorrebbero istituire la loro capitale nella parte orientale, ostacolati in questo da gran parte degli Israeliani, che la vedrebbero come una diminuzione di significato di questa che considerano la loro città. In realtà i partecipanti israeliani alla Tavola Rotonda si riconoscevano come minoranza all’interno del loro popolo. Ed è questo forse il motivo principale (insieme al proliferare degli insediamenti e dei controlli, e all’...assedio di Betlemme) che ha spinto Arafat a rimandare la firma degli accordi in America. 
       In altri incontri con gruppi israeliani è stato ricordato come quanti oggi sembrano parteggiare per i Palestinesi (ad esempio, i partigiani dell’ANPI), siano gli stessi che durante la guerra combatterono i persecutori degli Ebrei! 

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       L’iniziativa non aveva evidentemente un carattere religioso o confessionale (ovviamente a parte noi di Pax Christi), anche se non sono mancati al margine i momenti significativi, dalla Messa domenicale parrocchiale, celebrata in arabo e in italiano, e presieduta dal Custode di Terra Santa (il Superiore di tutti i francescani che custodiscono tutti i grandi Santuari, ed è considerato una vera autorità in Israele e Palestina), alla visita che come Pax Christi abbiamo fatto al Patriarca latino, il palestinese Michele Sabbah (è di Nazareth), da qualche mese eletto Presidente internazionale di Pax Christi. Personalmente ognuno ha assolto le sue devozioni, con visite (e SS. Messe) alla Basilica della Natività e in altri luoghi evangelici (es. il campo dei pastori) o di pie leggende (es. il Santuario... del latte della Madonna). 
       Se il grande Giubileo - come ha ripetuto il S. Padre - dev’essere una grazia di rinnovamento nella fede in Dio e nella solidarietà verso i fratelli, credo che un viaggio come questo possa venir considerato come un autentico Giubileo! 
      
    + luigi bettazzi 
     

     

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