Preghiera, elemosina e digiuno: tre parole che da sempre la tradizione ebraica e cristiana considera come indicazioni preziose e concrete per aprirsi alla grazia dello Spirito Santo che sola può cambiare il cuore dell’uomo. Tre parole che sono state interpretate e declinate in tanti modi diversi. Sono come tre parole d’ordine specialmente per il cammino quaresimale, itinerario tipico del cammino di conversione che interessa tutta la nostra vita. Il capitolo 6 del Vangelo secondo Matteo ci riporta un insegnamento di Gesù che c’invita a vivere questi gesti religiosi "nel segreto’’, cioè di fronte a Dio e non di fronte alla gente, perché il segno esteriore cambia di valore a seconda dei motivi interiori che lo sorreggono. Da molti anni la nostra Diocesi è chiamata a vivere la Quaresima di Fraternità a favore delle comunità sorelle del Brasile. E’ un’iniziativa che ci permette di unire elemosina e digiuno, cioè la condivisione dei nostri beni e la rinuncia a qualche cosa che ci permetta di condividere con maggiore larghezza. Senza esonerare nessuno dal trovare altre occasioni per vivere l’elemosina ed il digiuno, la Quaresima di Fraternità è come un segno comune, un appuntamento di tutte le Parrocchie, per crescere noi anzitutto nella comunione nel momento stesso in cui cerchiamo di aiutare i più poveri. E’ importante perciò che durante la Quaresima si sospendano altre iniziative analoghe o collette, per convergere su questo gesto che ci unisce tra di noi e con i fratelli brasiliani. Anche l’iniziativa giubilare per la riduzione del debito estero è bene che per ora sviluppi l’aspetto dell’informazione e della sensibilizzazione, rimandando all’autunno il momento della colletta. Più complesso è il discorso sulla preghiera ed i testi biblici che ne parlano sembrano a prima vista dare indicazioni contraddittorie. Perciò occorre cautela nel citarli isolatamente. Pregare sempre senza stancarsi mai (Lc. 18,1) come la vedova del Vangelo oppure non moltiplicare le parole perché il Padre dei cieli sa di che cosa abbiamo bisogno (Mt. 6,7-8)? Pensiamo anche all’altro passo spesso citato: "Bussate e vi sarà aperto, cercate e troverete, chiedete e vi sarà dato’’ (Mt. 7,7 e Lc.11,9), che finisce per diventare molte volte fronte di frustrazione. Se la preghiera fosse l’illusione di tirare Dio ciascuno dalla propria parte (e purtroppo per molti è proprio questo) si cadrebbe nel non senso o nella superstizione. Se invece è accettare di entrare in rapporto sincero e disponibile con il Padre allora diventa un atto terribilmente impegnativo, perché non è il tentativo di modificare il piano di Dio ma la disponibilità a lasciarci cambiare da Lui, che ci dà sempre molto di più rispetto a quello che gli chiediamo, perché ci dona anzitutto il Suo Spirito, pienezza di ogni dono. Perciò pregare è anzitutto mettersi in ascolto umile e costante della sua Parola. I gruppi del Vangelo sono ormai una tradizione della nostra Diocesi ed offrono la possibilità di approfondire qualche tema di catechesi - quest’anno è il tema della riconciliazione - ma soprattutto sono momenti importanti di preghiera comune che possono arricchire molto anche la preghiera personale. Un’intenzione particolare di preghiera che troviamo nella liturgia quaresimale è quella per i catecumeni, gli adulti che si preparano a ricevere il Battesimo. Categoria da noi in passato quasi scomparsa,
oggi si stanno facendo più numerosi e la notte di Pasqua alcuni
riceveranno i Sacramenti dell’iniziazione cristiana nella nostra Cattedrale,
con alcuni altri adulti che completeranno l’iniziazione con la Cresima.
Invito a pregare per loro, perché vivano con gioia questo incontro
con il Signore Risorto e per noi, comunità che deve accoglierli
ed aiutarli a crescere nel cammino di fede.
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