Diversi avvenimenti hanno contrassegnato
questa settimana. La decisioni della Consulta sui referendum ammessi con
le solite polemiche. Le misure sul caso Haider. Il congresso dei Democratici.
Le polemiche fra i socialisti. Le proposte di inasprimento del regime carcerario.
E altro. Il problema serio della politica italiana (ma non soltanto) non
consiste nel districarsi fra i vari fatti e nel valutarli. Consiste nel
cercare un senso che permetta di comprendere le diverse prese di posizioni
delle forze politiche.
QUALE POLITICA?
Non è il caso di essere nostalgici
delle contrapposizioni ideologiche. Dei tempi cioè nei quali a priori
e dall'alto si impartivano le direttive. Però la democrazia richiede
che esistano programmi alternativi da poter scegliere sul fondamento di
obiettivi ideali. Ora mi pare difficile individuare tutto questo. Destra
e sinistra sembrano dividersi in due casi. Sulla regolamentazione della
pubblicità politica (la par condicio) e sul controllo dell'operato
dei giudici nei processi "eccellenti". Ma anche in questi due casi il criterio
che fonda l'alternativa non è dato da ideali ma dagli interessi
di un leader. Per il resto - politica economica, politica sociale, ecc.
- spesso le decisioni si sovrappongono. Non vorrei essere qualunquista.
Alcune sfumature si colgono: il centro-sinistra è più sensibile
allo Stato sociale, il centro-destra è più liberista, ma
l'alternativa prevede molte eccezioni.
UN SISTEMA FRANTUMATO
Una conseguenza di questa decadenza
di una politica legata a programmi e a ideali è il proliferare di
tanti partitini. Sono lo strumento per poter ottenere vantaggi in un sistema
maggioritario. Collegato a questo processo è un immiserimento della
professione politica. Oggi sta nascendo il politico disponibile per tutti
gli schieramenti. E' significativo che si ripresentino sulla scena diversi
personaggi fra i più squalificati della prima repubblica. Infatti
rischiamo di ritrovarci nel periodo peggiore di quella fase del sistema
politico.
UN SISTEMA DEMAGOGICO
Un'altra conseguenza è il tentativo
di imporre decisioni saltando le mediazioni della politica. In questa ottica
è chiaro l'abuso che si sta facendo dello strumento referendario.
Esistono ormai partiti del referendum (Pannella e Segni), partiti che in
via normale godono di un consenso più che limitato e che in via
demagogica si sentono importanti. Ma la democrazia, il ragionamento non
crescono. Anzi.
NESSUNA SOLUZIONE?
Non credo però che l'attuale
andazzo sia una fatalità. Esistono forze politiche che operano con
serietà e con coerenza. Lo stesso caso Haider ha costretto la politica
italiana ed europea ad affrontare interrogativi che vanno al di là
dell'interesse immediato. Credo però che l'elemento indispensabile
per uscire da questa palude stia nell'elettorato. Tocca all'elettore saper
scegliere: e se la scelta penalizzerà gli opportunisti e i mestieranti
il sistema migliorerà.
beppe scapino
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