Riprende la vita politica dopo la pausa
natalizia. Il nuovo anno eredita tutti i limiti ed i problemi della nuova
maggioranza. Intanto incominciano le grandi manovre elettorali in vista
delle amministrative ma con un occhio alle politiche.
CIAMPI
Tradizionale messaggio
del Presidente della Repubblica alla fine dell’anno. La difesa delle realizzazioni
degli ultimi anni, come l’ingresso in Europa o la riduzione del deficit
pubblico si unisce ad un richiamo sull’importanza della stabilità
politica, dell’avvio di riforme del sistema e di un decentramento. Proposte
logicamente vaghe. La difficoltà è che le diverse componenti
politiche danno a questi obiettivi contenuti diversi.
Ciampi ha anche voluto
esprimere parole di fiducia per i giovani e per i tentativi di innovazione
nella vita economica. Non mi pare comunque che sia andato al di là
delle buone intenzioni. Forse non si deve chiedere altro a questo rito.
D’ALEMA
Il Governo D’Alema riprende
la sua navigazione con le difficoltà già note. E’ vero che
la maggioranza è più omogenea, ma si scontra contro la legge
dei numeri. Dovrà infatti contrattare continuamente con il Trifoglio.
Situazioni come questa mi pare sono quanto di più deleterio esista
se si vuole creare un clima di moralità politica. Il Governo rischia
continuamente compromessi sottobanco o ricatti. L’unica strada percorribile
potrebbe essere quella di un Governo che elabora proposte e le discute
in Parlamento e solo in Parlamento, rischiando di avere vita breve.
Oltretutto stanno venendo
al pettine nodi che per quieto vivere il centro-sinistra aveva accantonato.
Penso alla par condicio e, soprattutto, al conflitto di interessi.
GRANDI MANOVRE
Sono iniziate le grandi
manovre per le alleanze elettorali. Mi pare che si possa dire che gli anni
scorsi hanno insegnato poco. Vediamo così Berlusconi e Bossi avvicinarsi
con progetti di desistenze. La posizione del Trifoglio di fronte al Governo
non mi pare esente da forzature elettorali: anzi pare esprimere una disponibilità
al miglior offerente. An è preoccupata per i giochi centristi del
leader di Fi: teme di essere riportata ai margini della vita politica.
L’aspetto che dà
un senso a queste manovre è il desiderio di rifare quel grande centro,
luogo di gestione delle poltrone, che ha caratterizzato gli anni peggiori
della prima Repubblica. Le stesse proposte per restaurare il sistema proporzionale
sembrano voler assicurare le posizioni di rendita di questo centro. Una
controprova: è difficile riuscire a descrivere i contenuti delle
scelte programmatiche fra queste forze.
Non intendo dire che ogni
partito che si rifà al centro appartenga a questa melassa; il PPI
nella maggioranza ed il CCD nel Polo hanno compiuto scelte coerenti. Un’ultima
annotazione. In queste manovre si distingue l’opera del Presidente Cossiga.
Si tratta di allusioni, a volte di insulti. Che sia lui il grande vecchio
della politica italiana?
beppe scapino