Una vita politica apparentemente effervescente.
Ma sono evidenti i rischi che il tutto si riduca a demagogie o a facili
compromessi.
DOPO IL KGB
Lo scandalo delle rivelazioni del KGB
tende a sgonfiarsi, come era prevedibile. L'uso demagogico dei documenti
era evidente. Purtroppo viene a mancare anche una analisi seria di quanto
essi possono rivelare. Mi riferisco soprattutto ai dati politici e non
a quelli giuridici. E' certo che i balletti ai quali abbiamo assistito
hanno qualcosa di ridicolo. Il polo che pretende e poi rifiuta una Commissione.
Cossiga che si propone -e D'Alema che accetta- di guidare una tale Commissione.
Cossiga (proprio lui) che teme che Zacagnini sia stato depistato dal KGB
nel caso Moro. Fini che si erge a campione di democrazia: perché
nessuno chiede conto dei legami fra MSI e Giovane Italia con il terrorismo
nero? I balletti intorno a questi documenti rivelano la poca volontà
di chiarire i misteri della vita politica italiana. La vicenda però
non è stata priva di conseguenze.
IL MEA CULPA DI
VELTRONI
Spinto dalle rivelazioni del KGB Veltroni
ha sviluppato un'autocritica radicale dell'esperienza comunista di questo
secolo. E' un'autocritica che ha un fonda-mento per ciò che concerne
il leninismo (ma sarebbe ingenerosa per un Tito). Pe-rò è
un'autocritica che non tiene conto di ciò che ha mosso molte masse
ad aderire al comunismo e dei poteri, soprattutto economici, che le opprimevano.
Una sini-stra - anche un centro-sinistra - che voglia evitare le oppressioni
del comunismo che abbiamo conosciuto, ma che non voglia cancellarne le
speranze non può non tenere conto della spinta di queste masse:
quale era il tasso di libertà nella FIAT degli anni 50? La riflessione
sul passato vale se permette di non disperderne tutti i valori, ma se spinge
a riviverli nelle nuove situazioni. Inoltre bisogna ricordare che nazismo
e fascismo sono caduti per una guerra persa, mentre il comunismo è
caduto a partire da una critica interna: Gorbaciov voleva riformare l'URSS
par-tendo da principi marxisti e leninisti.
RILANCIO DELL'ULIVO?
Una seconda conseguenza della nuova
situazione è la riproposta del progetto del-l'Ulivo. E' una riproposta
non priva di ambiguità. Con la caduta di Prodi l'Ulivo era stato
sostituito da una coalizione di centro-sinistra. Non si tratta solo di
for-mule: da un progetto organico ad un'alleanza partitica. Oggi i tempi
sono maturi per tornare ad un'alleanza organica? Ci sono dubbi. L'Asinello
non ha più Prodi ma Di Pietro. D'Alema sembra aggrapparsi
ad ogni possibile sostegno. L'Ulivo va rilanciato, ma forse per altre vie.
E L'OPPOSIZIONE?
Il Polo cerca di sfruttare le evidenti
difficoltà e divisioni della maggioranza. E' il suo compito. Ma
lo fa non proponendo alternative serie e credibili. Lo fa con la demagogia.
I cavalli di battaglia sono l'ordine pubblico, accentuando le paure dei
cittadini, le tasse e l'accentuazione delle pene. Solo così
nasconde le proprie contraddizioni.
beppe scapino
|