La valle dell'Arcionello
La
Valle dell’Arcionello si presenta come una lunga striscia di terra, situata ai
margini della zona est di Viterbo, si estende dai prati di Via Genova fino al
Monte Palanzana. Dal punto di vista geologico, l'azione erosiva dei giovani
corsi d'acqua sui substrati piroclastici, caratteristici del vulcanismo laziale,
ha generato profonde incisioni da sempre conosciute con il termine di forre.
La suggestiva forra dell’Arcionello, disegnata dal fiume Urcionio e circondata
da pareti a picco di peperino (pietra vulcanica locale), ospita una ricca
vegetazione e una fauna del tutto peculiari, soprattutto per la presenza di zone
umide e di rupi tufacee.
Il fiume Urcionio, ha essenzialmente carattere torrentizio, nasce con il nome di
fosso Luparo alle pendici del Monte Palanzana e raccoglie durante il suo
percorso verso la città alcune piccole sorgenti di acqua, definendo col suo
andamento il profilo della Viterbo medievale.
Il fosso Urcionio ci accompagna alla scoperta di numerosi manufatti e opere
dell’ingegno umano d’elevato valore che testimoniano la presenza dell’uomo sin
dall’età del bronzo e delineano una ricca trama di storia e di cultura
materiale.
Lungo il percorso ci imbattiamo in resti di vecchie mole, in lunghi tratti di
canalizzazione scavati nel peperino, in deliziose cascatelle, in resti, oggi
semisommersi di una cartiera, più in alto ancora quelli di una “macina di
concia” con relativo canale di conduttura dell’acqua e nei capannoni abbandonati
della ex Cava-segheria Anselmi, in contrada Cuculo.
La cava di
peperino e la segheria Anselmi
La cartiera
Discepoli
Si ringrazia la
Dott.ssa Angela Baldoni
per aver messo a disposizione parte del Suo studio sulla Valle
dell'Arcionello |
Testo Angela Baldoni, Valorizzazione del patrimonio archeologico-industriale della Valle dell’Arcionello - Viterbo”.
(Tesi di Laurea, maggio 2006)
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Stefano
Foschi, marzo 2007
Fotografie
per gentile
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