E' il sette di Agosto. Dopo mesi di attesa,
finalmente si parte ! L'International Canoe Federation è stata
efficientissima e ci ha seguito nelle fasi di preparazione alla
partecipazioni alla trasferta cinese con tempestività, curando la
relazione con il BOCOG (il comitato organizzatore cinese delle Olimpiadi
2008) e tutti gli adempimenti relativi. Sin da ottobre ci erano state
richieste le misure per le nostre divise e da tempo eravamo in possesso
dei biglietti aerei. Il pass olimpico
(che servirà anche come visto d'ingresso in Cina) è arrivato invece pochi giorni
prima della partenza e sarà da validare appena sbarcati all'aeroporto di
Pechino. Il bollino olografico apposto sul pass verrà controllato
meticolosamente, con un apposito visore, dai militari in servizio presso
tutti gli accessi olimpici, compreso il nostro albergo. La nostra
preparazione tecnica è stata consolidata con la partecipazione ai
principali eventi agonistici del 2007 ed ora il
gruppo di I.T.O. (International
Technical Official) è preparato ad affrontare al meglio l'evento
olimpico.
Ma la notizia più bella l'I.C.F. ce la invia
il giorno prima della partenza: assisteremo alla cerimonia di
inaugurazione all'interno dello stadio olimpico. Una notizia
incredibile, inaspettata che renderà indimenticabile (per quanto ce
ne fosse bisogno) la nostra partecipazione ai giochi.
Con queste premesse, il volo
Torino-Francoforte-Pechino scorre in un "attimo" (a Francoforte si
compone un primo nutrito gruppetto di I.T.O. europei) e in poche
ore sono già presso il nostro albergo a Shunyi - sede degli
impianti per canoa/kayak, canottaggio e nuoto di fondo, dove già
eravamo stati ospitati lo scorso anno per il
test event 2007.
Non ci sono facce nuove; persino i
volontari sono gli stessi dello scorso anno. Questo facilita molto
le cose ma, allo stesso tempo, toglie un po' il fascio della
"nuova esperienza". |
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Come detto i controlli sono severissimi. Al
controllo all'ingresso dell'albergo mi aprono la valigia alla ricerca di
uno strano oggetto rilevato dalla apparecchiature radar: il contenitore
della schiuma da
barba.
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Mi chiedono cos'è ed io, mimando il
gesto, spiego a che cosa serve il flacone. Mi rilasciano subito e
posso prendere possesso della mia bellissima stanza presso il "Beijing
Estern Garden Hotel", dove sono alloggiati anche molti atleti di
canoa e canottaggio oltre a tutto il board dell'I.C.F. e,
ovviamente, tutti gli I.T.O.
Anche la squadra italiana è alloggiata
in un albergo nei pressi del campo di gara. Troppo distante Pechino
per vivere il villaggio olimpico. Un vero peccato perchè deve
essere un'esperienza di vita indimenticabile. Ma i giochi di |
oggi non consentono di attardarsi in
romanticismi: gli atleti sono qui per vincere una medaglia, mica per
fare vacanza !
Il tempo di ritirare le nostre divise e
siamo già sull'autobus che ci porterà allo stadio, non prima di aver
passato, presso lo stadio della canoa, un severissimo controllo di
sicurezza. Blindati nel nostro autobus, giungiamo per tempo al "nido
d'uccello" e abbiamo la possibilità di ammirare gli impianti
sportivi che lo circondano. Incredibile ! Foto ricordo sul piazzale e
poi dentro per seguire dal "vivo" una delle più belle cerimonie di
inaugurazione olimpica di tutti i tempi. Mentre aspettiamo l'inizio
della cerimonia alcuni volontari ci addestrano sull'uso dei vari
"gadget" che abbiamo trovato al nostro posto: torce luminose,
bandierine, foulard, tamburelli e altro materiale necessario all'immensa
coreografia che accompagnerà la cerimonia. Poi quattro ore di spettacolo e di sfilata
delle più di duecento nazioni che parteciperanno ai giochi.
Che emozione ! E' tutto stupefacente e le
coreografie che si alternano all'interno dello stadio assumono un
fascino particolare accompagnate dall'entusiasmo di decine di migliaia
di spettatori.
Poi le cerimonie di inaugurazione, il
giuramento (anche dei giudici !) e l'accensione della fiaccola che ha
stupito il mondo intero. Ed ecco finalmente le squadre con i loro grandi
campioni, tutti riconoscibili visti da così vicino ! Ed infine l'Italia
che non arriva mai per via di questo strano alfabeto cinese che la
relega alle ultime posizioni. Antonio Rossi portabandiera ed un
raggiante Luciano Buonfiglio che sventola il tricolore. E poi la squadra
di slalom. Sono li a pochi metri da me (la sorveglianza si è un po'
allentata e sono arrivato in prima fila) e chiamo urlando Marco Caldera
e Mauro Baron; mi vedono e ci salutiamo con un entusiasmo indescrivibile
e ci facciamo reciprocamente delle foto. Bellissimo, da far accapponare
la pelle.
Si ritorna a Shunyi alla tre del mattino, ma
nessuno ha voglia di dormire e sull'autobus ci raccontiamo nuovamente i
particolari della cerimonia.
9 agosto. La mattina la dedico
a recuperare un po' del sonno perso fra fuso e cerimonia di apertura e a
chiacchierare con i colleghi ritrovati dopo il
mondiali del Brasile.
Nel pomeriggio poi, primo approccio con il campo di gara e con il Chief
Judge il francese Jean Michel Prono ed il suo assistente il
brasiliano Andrè Behs. Anche qui poche novità. Il Campo di gara è
bellissimo, ma esattamente uguale a quello visto lo scorso anno fatta
eccezione per le nuove tribune che possono ospitare circa 13.000
persone.
Anche le riunioni sono sempre uguali e la
maggiore enfasi è marcata sul fatto che dovremo essere precisi e rapidi
con i nostri giudizi per via delle dirette televisive e non distrarci
a causa dei tempi lunghi fra ogni singolo concorrente. I moduli per le
penalità sono i consueti e discutiamo un po' sul tipo di segno da
apporre nel caso di zero penalità. Si opta per il "tick"(segno di
spunta) ü
scherzando un po' circa l'angolazione che il segno doveva avere. C'è un
buon clima, sereno e rilassato. A questo punto l'australiano Max
Parsons, che da diverse olimpiadi svolge il ruolo di starter e che è
il principale animatore del nostro gruppo, tira fuori dal suo zaino
degli occhiali speciali che ha portato per tutti noi: le lenti per il "Gate-Judge",
che riportano impresse sul vetro le paline delle porte. Un'idea geniale
e divertentissima con cui abbiamo scherzato con atleti ed accompagnatori
facendo credere che servivano per vedere in 3D le porte di gara.
Alla sera prima cena di gala di un numero
infinito di cerimonie offerte dalla Federazione Cinese di Canoa, dal
locale Canoa Club, dal direttore del Centro Sportivo di Shunyi, dall'ICF.
Indossiamo la divisa di "gala" visto che non avremo altre occasioni,
giacchè sul campo di gara si veste quella "casual". Una bella serata con
grandi libagioni. Ma si può ancora, domani non è ancora "gara".
10 agosto. Le giornate d'ora
in avanti saranno scandite dagli stessi orari rigidi ed impegnativi. Il
pranzo è alle 11,30 e si entra sul campo di gara alle 14 per restarci
fino alle 20.
Prono, Pollert e Giddens tracciano i due
percorsi: uno per le qualifiche ed uno per le semifinali e finali. Ci
assegnano delle postazioni provvisorie e seguiamo in via informale le
discese dei "Forerunners" che determinano la navigabilità del percorso.
I percorsi vengono approvati e non sembrano molto impegnativi. Al
termine conosciamo le nostre postazioni definitive che resteranno tali
fino alla fine delle gare. Vengo nominato "Trasmission Judge" (che è una
bella rogna) e mi toccano le porte 11, 12, 13 insieme allo sloveno
Josko Kancler e all'inglese Jacquelyn Wetizig che sta
dall'altra parte del canale. Al computer c'è Shao Yuping che sarà
stata anche molto carina ma non spiaccica una parola di inglese e
combinerà in gara anche qualche pasticcio nella trasmissione delle
penalità, facendo "alterare" il Chief Judge che - ovviamente - se la
prenderà con il sottoscritto.
Le porte sembrano facili: la 11 in risalita
in una morta ampia la 12 e la 13 sfalsate ma non impossibili. I fatti mi
daranno torto. Le nostre porte
risulteranno fra le più toccate ed il nostro settore quello che alla
fine assegnerà il maggior numero di penalità da 2 punti, alcune molto
difficili da valutare e che ci hanno trovato in alcuni casi in
disaccordo. Per fortuna assegniamo un solo evidente 50 in una olimpiade
dove i salti porta sono stati tantissimi e determinanti per il risultato
finale di atleti di grande valore.
Le prove in effettivo si concludono verso le
sei di sera e torniamo in albergo. C'è un umido incredibile ed i vestiti
ti si appiccicano addosso e non vedi l'ora di farti una doccia. Per
fortuna che le maglie della divisa sono traspiranti e le puoi indossare
più di una volta.
Questa sera la cena è al Reward Hotel dove è
alloggiata la squadra italiana. Posso scambiare un po' di impressioni
con i nostri atleti e con i nostri dirigenti. Molmenti si
appassiona alla mia cravatta e Baron mi chiede di far uscire un
bel bicchiere di vino. Poi, dopo i discorsi di rito, ci buttiamo sul
pantagruelico buffet. Le bacchette non hanno più segreti e l'anatra
laccata alla pechinese, inserita in deliziosi involtini a piccoli
tocchetti e con della cipolla, è ancora una gradevole sorpresa. L'ultimo
giorno nessuno ne potrà più !
11 agosto. Si incomincia a
fare sul serio. Oggi ci sono le qualifiche per C1 e K1 uomini. La
giornata scorre via liscia tranne un unico episodio per un 2 punti prima
non assegnato e poi assegnato all'australiano Robin Bell. Si
verifica giusto quello che non si doveva verificare. Dunque, Bell passa
ma ne io ne Josko vediamo un piccolo tocco alla porta 11, nascosto dalla
canoa. Lo vede invece la Wetizig dall'altra parte del canale. E qui
l'addetto alle trasmissioni deve diventare "Mandrake". Dice "San Prono"
che in caso di difformità di giudizio bisogna tener conto del giudizio
del giudice "posizionato meglio". Già, e chi stabilisce chi è
posizionato meglio per quella penalità ? Nessuno, si improvvisa.
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Decido al volo di
non dare la penalità e, appena Shao invia il dato, arriva di corsa
la greca Maria Kalompratsou che è alla porta 14 e che ha
visto bene la penalità. In realtà doveva starsene buona e zitta
perchè non aveva incarichi sul nostro settore ma tantè, se ha visto
! Insiste e allora mi convinco che la penalità c'è e faccio
correggere. Shao non è proprio un'aquila in velocità e la
correzione arriva ben dopo che è apparso il risultato sul
maxischermo. Apriti cielo ! Ricevo tre volte la visita di Behs ed
una di Prono. Mi raccomandano e ri-raccomandano di non fare
correzioni dopo tutto quel tempo. Li rassicuro che non succederà
più. Intanto loro guardano il video e la penalità sulla 11 c'era e
rimane. Molmenti fa una gara eccezionale ed entra in
semifinale. Ha fatto vedere delle cose incredibili e siamo oramai
tutti convinti che domani sarà medaglia. |
Alla sera siamo ospiti di Wang Liji,
presidente dell'Aquatic Club sul lago di Houhai. Altro banchetto e
spettacolo di bambini-acrobati e di maestri calligrafi e pittori.
Bravissimi i bimbi ed impressionanti i
giochi di abilità: sino a ben
dieci palline manipolate contemporaneamente. La serata si conclude con
l'esibizione dei maestri calligrafi ed ognuno di noi torna a casa con il
proprio nome disegnato sulla carta di riso.
12 agosto. Non c'è bisogno di
dire che la tensione è salita. Se è possibile prestare maggiore
attenzione di quella già prestata sino ad ora, credo che ognuno di noi
lo abbia fatto. Gli atleti controllano le porte del nuovo tracciato che
è stato leggermente modificato e, nella parte iniziale, sicuramente più
impegnativo. Buonfiglio gira con la Sebastiani sul percorso e si ferma
anche presso la mia postazione a scambiare due opinioni e per quantificare le possibilità di
Daniele. Danno tutti il massimo e anche Molmenti sa che per vincere una
medaglia bisogna rischiare. Nella semifinale va fortissimo ma incappa in
due punti di penalità: va in finale ma è ottavo. Per risalire bisogna
fare una corsa impossibile. E Daniele è capace di farlo. Tutto bene sino
alla porta 18; sembra una furia ed è velocissimo. L'intertempo gli
assegna il secondo miglior tempo. Ma quando esce dalla 18 è completamente
fuori direzione per prendere la 19: 50 punti. La fine di un sogno. Sono
fuori anche lo sloveno Kauzer e l'inglese Walsh che erano fra i
favoriti. Vince il tedesco Grimm alla grande, secondo l'immortale
Lefevre e terzo Boukpeti del Togo che per la gioia all'arrivo spacca la
propria pagaia in due. Il giorno dopo su tutti i giornali la sua faccia
incredula che sprizza felicità. La prima medaglia per il Togo nella
storia delle Olimpiadi. E pensare che dopo la semifinale era primo ! I
maligni dicono che non abbia avuto il coraggio di battere Lefevre suo
amico e suo "mentore" da sempre.
Questa sera non ci sono cerimonie ufficiali
ed andiamo a cena tutti insieme in un bel ristorante di Shunyi dove -
per il controvalore di 5 euro - gustiamo ancora una volta le
prelibatezze cinesi. Ci sono vasche con squali e tartarughe: saranno da
mangiare o da vedere ? Preferisco ancora una volta la mia anatra laccata
alla pechinese.
13 agosto. Tocca ai C2 e al K1
Donne per le prove di qualifica. Toccano tutti un po' di più,
soprattutto la porta n° 12, ma la giornata scorre tranquilla. Seguo sul
maxischermo le discese del C2 di Benetti e Masoero ed il
K1 di Cristina Giai Pron. Un po' al limite il C2 e con tutta
tranquillità Cristina guadagnano la semifinale entrambi con la nona
posizione. Per il resto la giornata scorre come di consueto con
spostamenti dall'hotel al campo, con riunioni e con la lunga attesa
della discesa dei concorrenti in partenza ogni due minuti e mezzo. Alla
sera è buio presto ed il ritorno in albergo è salutato con favore un po'
da tutti. La stanchezza si fa sentire. Ancora domani con le finali e poi
un intero giorno a disposizione per fare un po' i turisti a Pechino.
Per cena ritorniamo a Shunyi, oramai siamo
clienti.
14 agosto. Piove a dirotto, ma
tra ombrelloni ed impermeabili siamo in grado di mandare avanti la gara.
Qualche problema con i moduli che si bagnano ma alla fine,
organizzandosi un po' ed utilizzando l'asciugamano che ci hanno portato,
si può procedere.
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La semifinale del C2 si conclude
regolarmente. Benetti e Masoero portano a termine una gara troppo
"controllata" e guadagnano la finale ma troppo lontani dalla zona
medaglia. Mauro Baron non è soddisfatto e non lo nasconde. Poi il
cielo cinese scarica un paio di lampi seguiti da fragorosi tuoni e
la gara per sicurezza viene sospesa per venti minuti. Poi di altri
venti e poi viene rimandata al giorno dopo. In accordo con la
giuria del campo di canottaggio si era ritenuto troppo pericoloso
proseguire le gare in presenza di fulmini che cadevano nei |
pressi dei campi di gara tutti dotati di
numerose tribune di metallo. Salta quindi la semifinale K1 Donne e le
due finali.
Siamo tutti bagnati, fa freddo e per la
prima volta dopo giorni di caldo torrido sarà un piacere buttarsi sotto
una doccia calda, calda. Il rinvio scombina un po' i programmi di tutti
ma il "Party" di chiusura dell'ICF si terrà come previsto al Reward
Hotel. Ovviamente lo spirito è un po' diverso e la festa di chiusura
deve fare i conti con i programmi di gara del giorno dopo. Discorsi di
saluto e di commiato e poi tutti a nanna.
15 agosto. Giornata di sole
incredibile: si vedono anche le montagne, per la prima volta ! Se ne
vedranno delle belle. Le porte 4 e 5 sembrano difficilissime e vengono
assegnati tantissimi 50 punti per il salto netto di una, due o -
addirittura - tre porte in un colpo solo. Nella mia postazione qualche
problemino con piccole penalità alla porta 11 e 12, una volta non data
(e vista in video da Prono) ed una volta data e poi tolta in quanto non
c'era unità di giudizio fra noi giudici.
Nel primo caso tutti avevamo visto muovere
la palina, ma nessuno aveva visto il tocco in quanto coperti dalla canoa
che entrava nella porta in risalita. Per i due punti dati alla porta
11 alla Kaliska (poi vincitrice dell'oro) si era ripetuta la
situazione del primo giorno: Josko ed io non l'avevamo vista e la
Wetizig - che è meglio posizionata - invece si. In questo caso,
dimostrando una coerenza incommensurabile, Il Chief Judge gliel'ha
tolta, accettando il reclamo. Boh !
Il C2 arriva sesto ed ultimo in finale e
Cristina Giai Pron, come altre 5 concorrenti, salta le porte e termina
la finale, che aveva guadagnato con una buona semifinale, al decimo posto. Le
medaglie, a parte l'oro alla Kaliska, vanno ad atlete non certo favorite
a dimostrazione che anche Cristina con un po' più di fortuna poteva
salire sul podio. Peccato.
I saluti, come al solito sono tristi. E lo
sono in modo particolare oggi, in previsione di un probabile
avvicendamento ai vertici dell' I.C.F. Anche il nostro Francesco
Conforti, che viene a ringraziarci a nome dell'I.C.F., ha gli occhi
lucidi. Prono ripercorre il bel lavoro svolto in questi anni con la
costruzione di questo gruppo di Arbitri e si augura che tutti noi saremo
capaci di portare all'interno delle nostre federazioni l'esperienza
acquisita, con l'obiettivo di far crescere il nostro movimento.
Poi ricompare l'imprevedibile Max Parsons
che, come di consueto, ha predisposto un premio speciale per i
colleghi che si sono distinti nel corso della gara. E' un bel diploma
che lui stesso ha sapientemente disegnato su di una spugna usata al
controllo imbarcazioni per asciugare le canoe prima del peso. Il primo
tocca ad Andrè Behs, assistente del Chief Judge "per non aver perso
il senso dell'umorismo" durante la difficile gestione delle giornate
di gare. Poi sento fare il mio nome: "Giuseppe D'Angelo" che
detto da Max con il suo accento australiano fa già ridere da solo. Vado
al tavolo ed ascolto la motivazione del mio premio. Max parla un inglese
strettissimo e a stento riesco a capire che si fa riferimento al fatto
che ho rotto la paletta delle penalità mentre mi sventolavo e che già lo
scorso anno (per colpa di Max !) ne avevo già rotta un'altra. Poi si fa
riferimento ad altri episodi occorsi in Brasile: ridono tutti e rido
anche io. "Per aver continuamente abusato del materiale messo a
disposizione dal BOCOG" merito il mio diploma e mi fa un mare di
piacere.
Alla sera mi incontro con Sante Tarabusi
che è appena arrivato per le gare di Flatwater. Andiamo insieme al
Reward Hotel a trovare la squadra italiana. Insieme a Buonfiglio, Oreste
Perri, Beppe Vercelli e Mauro Baron andiamo in una "casa da thè"
a gustare la preziosa (nel vero senso della parola) bevanda cinese.
Oolong si chiama il biondo infuso e costa da solo quasi cento euro ! Ce
lo servono illustrandoci doverosamente i riti di preparazione e di
degustazione. Eccezionale, come eccezionale e la compagnia con cui
chiudo la mia partecipazione alle Olimpiadi di Beijing 2008.
Pechino, Francoforte e Torino. Si torna
rapidamente a casa con la testa ancora piena zeppa di emozioni per
questa straordinaria avventura. Siamo a metà dei giochi e nel nuovo
terminal di Pechino c'è già aria di smobilitazione. Ci sono maglie
azzurre di italiani dappertutto, di tutte le discipline. Sul volo al mio
fianco c'è un arbitro libanese di tiro con l'arco. Chiacchieriamo un po'
delle nostre discipline ed in un attimo è ora di sbarcare.
Giuseppe D'Angelo
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...in divisa da gala.... |
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..i braccialetti portafortuna dei
volontari con i colori olimpici.... |
..le strutture per lo slalom...ovviamente
il tetto è a "onda".... |
.che paura !..l'ingresso sul Campo di
Gara degli ITOs... |
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...salvagente ? No, giubbetto
rinfrescante.... |
...un po' impostate ma bellissime le
ragazze delle cerimonie.... |
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..evvai Peppo.... |
...Olympic sponge award... |
...Cristina sale alla partenza... |
(Foto di Giuseppe D'Angelo
- alcune foto sono di Javier Martines Vesga (Musku), di Frank Siekman,
di Roberto D'Angelo e di Shaowei Bian) |