Il trullo è una struttura edilizia ad uso abitativo che utilizza pietre a secco
assemblate, con una copertura a pseudocupola (del tipo del tholos
miceneo).
Pur
essendo una tipica struttura senza tempo, con evidenti analogie sia con il megalitismo
centroeuropeo, sia con quello minoico, è difficile precisare
univoche linee evolutive, definire cioè un prototipo e forme
derivate.
Forse grazie a ciò il trullo ha
sviluppato una infinita varietà di forme e si è dimostrato una struttura
ecologicamente razionale, di facile fattura, economica e flessibile.
Esso ha costituito (insieme e subito dopo la grotta) il primitivo nucleo
abitativo di gran
parte delle masserie del piano pedemurgiano e della Murgia sud-orientale, ma ha
anche accompagnato la successiva destrutturazione del latifondo
cerealicolo-pastorale in favore del vigneto.
Esso ha dato luogo a
forme residenziali,
ora limitate alla sola buona stagione (come nelle aree
vitivinicole del Tarantino orientale), ora stabili,
nonostante le condizioni
ambientali precarie (come nella Valle d'Itria).
Nel caso, unico, di Alberobello esso ha costituito anche l'abitazione
urbana.
Nelle immagini solo
alcune del vastissimo repertorio di forme e di dimensioni di trulli nel
Tarantino.
Riferimenti
bibliografici:
C. Speciale Giorgi-P. Giorgi (a cura di): La
cultura del trullo Antologia di scritti letterari e scientifici sui trulli (con
la bibliografia allegata), Fasano, 1988.
Architettura in pietra a secco, Atti
del 1° seminario internazionale Architettura in pietra a secco,
Fasano, 1990.
Riflessioni Umanesimo della Pietra,
Martina Franca, 1986-
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