Etienne
Mallarmé, il cui nome verrà grecizzato in Stéphane nasce
a Parigi il 18 marzo 1842 da una famiglia aristocratica, il padre ufficiale
del Registro.
Ancora piccolo, resta
orfano di madre e affidato ai nonni materni che lo internano in un colleggio
di religiosi a Passy. Motivo dell'ingresso in colleggio è anche il
secondo matrimonio del padre.
Scrive la sua prima
composizione letteraria "L'Ange gardien" ancora studente al liceo di Sens.
Alla morte della sorella scrive "Cantate pour la première Communion".
Consegue il diploma
nel 1860 ma non essendo uno studente modello, è costretto ad impiegarsi
nella Ricevitoria del Registro di Sens.
La pubblicazione aumentata
di "Les Fleurs du Mal" di Baudelaire e la conoscenza del giovane poeta Des
Essarts, infiammano l'animo di Mallarmé che cominciò la sua
avventura letteraria di ispirazione decadente: pubblica articoli e poesie
sulla rivista "Revue Fantaisiste", fa pubblicare su "Le Papillon" una sua
recensione alle "Poésies parisiennes" di Des Essarts, poi la poesia
"Placet" e altre due poesie su "L'Artiste".
Nel 1862 conosce Maria
Gerhard che diventerà sua moglie. Mallarmé decide di trasferirsi
a Londra per insegnare inglese e letteratura. L'anno successivo si sposa,
traduce alcuni lavori di Edgar Poe per il quale aveva un gran interesse:
come Poe, anch'egli pensava che compito della poesia fosse esprimere il
bello in assoluto, per arrivare alla radice delle cose e capire il loro significato,
la loro ragione di essere. Scrive "Les Fenêtres". Intanto nasce sua
figlia, prepara la stesura di "Hérodiade" e diventa amico di Villiers
de l'Isle-Adam.
Abbandona "Hérodiade"
per comporre opere teatrali tra cui "Monologue d'un Faune". Pubblica alcune
poesie sul "Parnasse Comtemporain" e sul "Parnasse Satyrique" che incontrano
giudizi malevoli tra allievi e superiori che culminano con il trasferimento
in un altro liceo.
Entra in relazione
con Verlaine che gli regala "Poèmes saturniens". E' il 1867 e comincia
la sua crisi ideologica e religiosa; si sente quasi spersonalizzato e contempla
sé stesso, si vede vivere in una prostrazione fisica e spirituale che
lo induce all'orlo del suicidio e il racconto "Ingitur" dai toni cupi e dalla
raffinatezza astratta, testimonia questa crisi: una vera e propria lotta
con Dio che si risolve in un ateismo colmo di rancori e di cupe apprensioni.
Nel 1871 gli nasce
il secondo figlio e ottiene la cattedra al liceo Fontanes di Parigi.
A Parigi fa pubblicare
un frammento di "Hérodiade" sul "Parnasse", incontra Rimbaud, fa amicizia
con un gruppo di pittori tra cui Manet. Tenta di far pubblicare "L'Après-midi
d'un Faune" sul "Parnasse", ma gli viene rifiutato.
Si dedica nuovamente
a tradurre lavori di Poe e scrive di tutto su varie riviste tra cui "Dernière
mode": abbigliamento, arredamento, cucina, teatro, turismo. Finalmente riesce
a pubblicare "L'Après-midi d'un Faune".
Il 1879 e il 1882
sono anni di gravi lutti: muore il figlio Anatole e l'amico Manet. Neanche
la sua comparsa nei "Poètes maudits" di Verlaine e in "À rebours"
di Huysmans, lo spronano da questi grandi dolori.
Nel 1886 la rivista
"Vogue" si apre con un sommario d'eccezione: Mallarmé, Villiers, Verlaine,
Rimbaud. Intanto si fa sempre più nitida l'idea per la pubblicazione
di una Grande Opera, un libro semplicemente, architettonico e premeditato
e non una raccolta di ispirazioni causali, che dovrà chiamarsi, il
"Libro Assoluto" e che rimarrà solo un progetto.
L'anno dopo firma
un contratto per la pubblicazione in edizione popolare di "L'Après-midi
d'un Faune" e raccoglie nel volume "Poésies" molti dei suoi versi.
Perde anche l'amico Villiers de l'Isle-Adam e si fa sempre più intensa
l'amicizia con Verlaine.
Gli anni dal 1892
al 1898 sono i più produttivi: incontra l'approvazione di molti illustri
poeti inglesi e francesi, scrive prefazioni, tiene conferenze, pubblica traduzioni,
prose e poesie ("Vers et Prose"), scrive articoli su riviste. Riceve ammirazioni
dalla Pubblica Istruzione che lo congeda con un supplemento di pensione.
Nel frattempo muore l'amico Verlaine a cui dedicherà un sonetto.
Lavora all'"Hérodiade"
che non porterà a termine, pubblica "Divagations" e "Un Coup de Dés
jamais n'abolira le Hasard".
Colto da uno spasmo
dovuto alla feroce tensione di tutta una vita legata all'insonnia e all'angoscia
creativa, il 9 settembre 1898, muore soffocato a Valvins.
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