Angela Diana
poesie
MI DISPIACE DI AVERTI
ASPETTATO
Mi dispiace di averti
aspettato all’incrocio sbagliato Piu' di
ogni altro mi hai esclusa Eri il piu' estraneo,
il piu' intimo il peggiore e il
migliore Noi che abbiamo vissuto di fronte
al mare, lo sappiamo bene: quello che unisce e'
quello che divide. Ormai non fara'
differenza confondere il passato fino in
fondo- le alghe e il sogno che si
decompone hanno lo stesso
odore Sconfinando non fara'
differenza essere stati insieme, essersi
cercati, esibire o nascondere il
dolore, regalare l’oleandro o la
rosa chiamarsi Ade o Eden. Cio' che gli dei
non salvano mutano in costellazione. Cosi'
lo specchio piu'scuro ci vede insieme
bruciare vicini a
Sirio altrove
ALIBI
Sono rimasta in casa
-Il mio ferro da stiro
può confermarlo-
a carezzare un pensiero
più tenace di una piega
dalle sedici alle venti
innocente
e se il sole questa sera
ha indugiato sospeso
sull’acqua rossa
io non l’ho visto.
Se avessi recitato
(ma non l’ho fatto)
una poesia, la più lunga ed esplicita,
questo avrebbe trattenuto il giorno
più del vostro sgomento
ma la gente guardava
-non l’ho fatto.
Per che cosa questa volta
ci condannerete?
Ancora per aver letto insieme
lo stesso libro?
Per aver abitato
l’esiguo istmo tra il sogno e la parola,
o per aver così a lungo tormentato
il senso di una frase
da rompere il laccio spargendo i concetti
in direzioni contrastanti e centrifughe
galassie secondarie
di un autunno cifrato
che ha forma di rosa?
DOMANDA
Di notte una domanda mi arrovella
-se è troppo tardi per chiamarsi stella
e innamorarsi di un amore strano di un uomo, di una donna, di un gabbiano
FICODINDIA (autoritratto)
Ostica carnale intoccabile-
Una gabbia insolente custodisce
sapori di ibrida notte.
Se fossi un fiore sarei
il gelsomino.
SORELLA NEL BUIO
Sorella nel buio alle cose
invisibili
straripando argini umani
l’abbaiare dei cani
sento e decifro
"LUCIDAMENTE,
CAUTAMENTE"
Lucidamente,
cautamente deliberatamente lasciare il
sentiero quel tanto che basta per
perdersi
QUESTI SONO I MIEI
GIOIELLI
Questi sono i miei
gioielli -Devianza e Solitudine Appena ieri
Amore avresti trovato
BORDERLINE
Come potrei non
capire non riconoscere il cancello di
nebbia che ti conduce all’altra
dimensione Come potrei, io che ho abitato là
sulla soglia come una zingara
insolente mendicando realtà
"MA QUALE STAGIONE
POTEVA..."
Ma quale stagione
poteva seguire a quell’estate E l’autunno
diffidente avanzò socchiudendo la porta e
l’inverno lambì la soglia con la sua lingua
ruvida Tra il sangue e la carezza un lungo
intervallo unì la nebbia al sogno non
cercato E poi la primavera spense il fuoco e
fu la luce
IL SENTIERO
Quello che ti
hanno detto non era vero -puoi lasciare il
sentiero
SOLITUDINE
Senza
condivisione dello sguardo e
dell'attimo senza che insieme ci accenda e
ci attraversi di quell'istante la tormentata
luce chiunque sia vicino a me non
c'e'
IL BOSCO
Nell'intrico del
bosco tanti si sono persi per seguire le
tracce dell'estate Io le ho trovate perchè
mi sono persa
LABYRINTH
Al centro
sempre, non chiamato, chiama il dio guardiano
dell'identita' armato della sua
duplicita' come di un coltello a doppia
lama
"TRA LA STRADA
CONSUETA..."
Tra la strada
consueta e la piu' devastante
liberta' resiste un margine un margine di
sogno e di strapiombo dove rischiare l'incontro
"IO, LO SMERALDO..."
Io, lo smeraldo
con quale disprezzo guardo
i vostri visi impotenti
o arroganti
sfilarmi davanti
Io la pantera
libero
catene d’oro
spazi di cristallo
Si perde chi sceglie
l’arcano mistero lucente
senza conoscere
le cabale che formano il verde
Molto denaro può
comprare la pietra preziosa
ma non la cosa
che dà il possesso dello smeraldo
l’unica
che può staccare dal verde
il serpente, la fatale essenza,
l’erba della fattura
Maledetto
in ogni tempo e natura
il desiderio senza conoscenza
COSE TERRIBILI ACCADDERO..."
Cose terribili accaddero
alla bambina che giocò coi lupi
che pregò con le scarpe di vernice
alla bambina che aspettò la pioggia
alla bambina che al bivio ballò
il suo amore per la prima strada
il suo amore per l’opposta strada
alla bambina che crebbe senza cambiare
alla bambina che non volle spiegare
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Alcuni giudizi critici
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"La poesia di Angela Diana Di
Francesca si snoda sul filo del diario di una
ricerca interiore...una poesia spesso rivolta al
tema del quotidiano sopravvivere, fatto di
banalità. disagio, sofferenza, ma anche di
strategia tesa al superamento di tutto
questo. Il sogno è sempre presente come unica
vera realtà, come ne "I Giochi":descrizione fresca
ed elegante del gioco di seduzione, eppure densa
di un fitto lampeggiare nel profondo della psiche
umana, cui non è estraneo, anzi ne è complice, un
succedere di imagini-metafore, sì che il pensiero
non può non andare alla poetica del simbolismo in
una rilettura appunto post-moderna. Altro suo
motivo è la solitudine....E il silenzio come
incomunicabilità:"il peccato per cui non c'è
perdono"....Il tema dell'avventura si confonde con
quello della libertà di scegliere ("Io che posso
scegliere"...).Ed è una scelta che attraverso il
disagio, il desiderio, l'incompletezza,
l'imprevisto, l'imperfetto (la "perla scheggiata",
appunto)...non arretra neppure davanti all'errore,
purchè sia vita...Una poesia intrigante, una
poesia che vibra tra l'annunciazione e la
subitanea negazione della parola segreta e
rivelatrice...Il lettore viene così avvinto in
questo gioco, talvolta malizioso, in forma di
parola, che è, però, tensione autentica della
propria interiorità."
(Dino Ales)
"Le Ragioni della Notte:
brevi momenti di indugio sull'eco di un'avventura
interiore che non riesci a decifrare
compiutamente. Angela D. Di Francesca è
poetessa densa ed enigmatica come il suo guardare
schivo che sembra naufragare in una sorta di
trasognata estraneità.Ma la sua poesia è di una
semplicità straordinaria non nel senso
dell'immediatezza della comunicazione, bensì nel
senso che sei portato ad appropriartene, a
leggerla per te, a trovarle un riscontro nella tua
stessa esperienza......Angela D. Di Francesca è
poetessa letterariamente adulta che conosce il
potere magico della parola e il segreto della
tecnica analogica che carica di suggestione la
parola del linguaggio ordinario. Ogni sua poesia è
inquietante nella misura in cui evoca smarrimenti,
solitudini che sono dentro ciascuno di noi
..."
(Alfredo Mario La Grua)
"La notte e le sue ragioni: come
a dire , la solitudine e le sue radici, l'intimità
e le sue trame....La poesia dell'autrice siciliana
è intimista ed esistenzialista, nel senso che
scandaglia l'intimo pulsare del cuore...e nelle
espressioni poetiche più interessanti l'esperienza
personale diviene spunto per tentare l'universale.
....Su una realtà di piombo, in cui la devianza e
la solitudine diventano, paradossalmente, gli
unici gioielli di un cupo scrigno, si diffonde,
quasi dilagando, l'oscurità, il buio. Essi si
rivelano come essenze primigenie, biblicamente
precdenti la luce; come chiavi di lettura
dell'essere....Tra i modelli di riferimento, uno
s'impone per la sua evidenza:il poeta statunitense
Robert Frost....I termini notte, buio, strada,
sentiero, sono ricorrenti- lo erano anche
nella raccolta di racconti La rosa e il
labirinto, segnalato nel 1992 al Premio
Mondello, - e veicolano indicazioni precise, mai
banali, sempre profondamente sofferte: la
vertigine dell'inesprimibile, del non codificato,
la scelta della strada meno battuta."
(Giuseppe Saja)
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teatro spaziodonna
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