Data | 15 agosto 2003 |
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Partenza | Rifugio Bozzi (2478m) |
Arrivo | Pejo - Rifugio Doss dei Cembri (2380m) |
Tempo impiegato | 8,30 ore |
Dislivello | Salita: 1100m; discesa: 1100m |
Quota raggiunta | 2613m (Forcella di Montozzo) |
Tempo da lupi per tutta la notte, ma all'alba il tempo è quasi completamente ristabilito. Le nostre intenzioni alla partenza sono quelle di raggiungere la valle di Péjo, ma senza scendere nel fondovalle: abbiamo infatti notato dalla cartina un bell'itinerario che percorre tutta la valle in quota, passando per il rifugio Doss dei Cembri, dove passeremo la notte.
- Trincea alla forcella di
Montozzo -
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Ci dirigiamo quindi verso la Forcella di Montozzo che ci riporterà in Trentino, dopo la breve pausa lombarda. Con diversi tornanti saliamo velocemente e perveniamo in breve tempo alla forcella sopracitata, a 2613m di quota. Qui si trova una trincea ben tenuta risalente alla prima guerra mondiale. Tutta la zona in realtà è disseminata da varie tracce relative alla guerra: dietro al rifugio ci sono vari reperti; la sera scorsa, inoltre, dopo cena, abbiamo ascoltato storie sul recupero di vari pezzi di artiglieria dal laghetto accanto al rifugio. |
Al di là della forcella la Val Montozzo si estende con dolci declivi erbosi. Cominciamo la discesa, anche se in realtà il sentiero procede quasi in falsopiano per tulla la valle finché, improvvisamente, comincia a scendere in picchiata. Appaiono i primi larici tra una vegetazione cespugliosa e nel fondovalle sottostante notiamo il grosso lago artificiale indicato sulla cartina: il lago di Pian Palù.
Vicini al fondovalle, dove la discesa diminuisce notevolmente, incontriamo un bivio: ci fermiamo a decidere la direzione da prendere. Entrambi i percorsi aggirano il lago, uno da un lato e l'altro dalla parte opposta, per ricongiurgersi alla diga... naturalmente noi scegliamo il percorso più lungo, a sinistra...
- Vista sul lago Pian del Palù -
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Arriviamo presto sul fondo del lago, dove superiamo su di un bel ponticello di legno il torrente immissario che scorre tra i pascoli delle malghe di Pian Palù. Il sentiero continua all'interno di una fitta pineta, risalendo di quota rispetto al lago. Nei pressi della diga raggiungiamo una strada sterrata. |
Ora ci troviamo di fronte ad un problema che ci era sfuggito: cosa mangiare per pranzo!! Avremmo dovuto rifornirci di panini al rifugio!... ma ormai ci troviamo contretti a scendere nella località sotto la diga, mentre il nostro percorso dovrebbe continuare in salita, da qui!
Un sentierino in ripida discesa ci permette di tagliare i tornanti della sterrata pervenendo alla diga che attraversiamo. Per tagliare un po' di strada ci ritroviamo ad attraversare, tra le ortiche, una proprietà privata dell'Enel! Raggiungiamo quindi una strada sterrata, percorsa da parecchia gente, che ci porta sotto la diga in localià Font.Celentino (1675m), dove troviamo un bar e ci procuriamo i panini.
Per risalire ci serviamo di una strada sterrata sul versante opposto a quello da cui siamo scesi. La strada è subito abbastanza ripida; una volta raggiunta la cima della diga, dove eravamo un'oretta fa circa, continuiamo a salire seguendo la strada fino a raggiungere malga Giumella (1950m), dove ci fermiamo a mangiare. |
- Baite Giumella -
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Dopo pranzo riprendiamo a seguire la sterrata che prosegue per un buon tratto in falsopiano. Raggiungiamo quindi il torrente Vegaia dove troviamo una brutta sorpresa: la strada è sbarrata, causa il crollo del ponte, dovuto alla piena del torrente per le alte temperature di questa calda estate. Tentiamo di guadare il torrente, ma è un'impresa folle!! Rimaniamo così impotenti davanti a questo spettacolo prima di riuscire a trovare una soluzione diversa da quella di tornare indietro per scendere fino a Péjo... studiando la cartina notiamo che in quota il torrente si divide in tre rami in un punto in cui, dall'altra parte, si riavvicina il nostro sentiero. Così decidicamo di arrampicarci fiancheggiando il torrente, facendoci largo tra una vegetazione costituita da erba alta e cespugli.
Dopo essere risaliti in questo modo per circa 300 metri di dislivello giungiamo in un pianoro erboso dove scorgiamo, dall'altra parte del torrente, il nostro sentiero. Qui il torrente è diviso in due rami, ma soprattutto, data la minor ripidità del terreno, è molto meno impetuoso e possiamo tentare di guadarlo: al massimo ci faremo un bel bagno!! Lanciamo i pesanti zaini dall'altra parte, quindi, dopo alcuni tentennamenti, saltiamo anche noi: ce l'abbiamo fatta!!
Il sentiero (detto "Sentiero di Todeschi") procede ora in quota, in media a 2500m, a mezzacosta con vari sali e scendi. L'ambiente è costituito da pascoli, ma soprattutto da pietraie. In alcuni punti si gode di un bel panorama su tutta la valle di Péjo. Raggiungiamo una selletta erbosa oltre la quale il sentiero scende parecchio, prima di ricominciare a salire lievemente, dopo aver superato un bivio. |
- Vista dal sentiero -
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Canaloni, torrenti, pietraie, dossi... il sentiero semba non finire mai! Superiamo un torrente su di un ponte sospeso ed infine scorgiamo una costruzione in lontananza... sarà il rifugio o qualche baita?
Abbastanza provati e poco fiduciosi raggiungiamo la costruzione e con immenso piacere scopriamo che si tratta proprio del nostro rifugio... e dall'interno più che un rifugio sembra un albergo!! Dopo una bella doccia tutto appare sotto un altro aspetto... è stata una tappa mal organizzata ed un po' sfortunata, ma alla fine è stata bella così...