Data | 11 agosto 2003 |
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Partenza | Rifugio Pedrotti (2491m) |
Arrivo | Madonna di Campiglio - rif. Vallesinella (1513m) |
Tempo impiegato | 5,30 ore |
Dislivello | Salita: 150m; discesa: 1100m |
Quota raggiunta | 2649m (Bocca di Tucket) |
Il programma di oggi consiste nel valicare la catena delle Dolomiti del Brenta per scendere in val Rendena, la valle di Madonna di Campiglio. Dopo un po' di valutazioni la decisone finale è quella di seguire il sentiero attrezzato Osvaldo Orsi per raggiungere la Bocca di Tucket.
Dal rifugio Pedrotti partiamo di buon mattino (si fa per dire...): il sole è già alto e comincia a fare caldo: anche questa si prospetta essere una torrida giornata, come la precedente. |
- Rifugio Pedrotti -
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- Veduta dalla selletta -
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Scendiamo un poco dal rifugio per ricongiungerci alla deviazione per il sentiero Osvaldo Orsi. Dopo una breve discesa procediamo in piano, o leggera salita, a mezzacosta sul versante opposto a quello da cui siamo saliti il giorno precedente. Camminiamo prevalentemente su pietraie con qualche spiazzo erboso ogni tanto. Alla nostra sinistra, oltre le pietraie, nude pareti rocciose si stagliano verso il cielo limpidissimo: sembra di essere nel Gran Canyon! |
Una breve, ma faticosa salita ci porta a raggiungere una selletta da cui si apre un panorama veramente vertigginoso!
Il sentiero quindi aggira sulla destra un'altissima parete rocciosa quasi verticale: a prima vista ci si chiede da dove si possa passare! Avanziamo con cautela per accertarci che si possa procedere senza autoassicurarci, visto che non abbiamo l'attrezzatura necessaria. Il passaggio è costituito da una cengia molto esposta, attrezzata con corde metalliche: a parte la notevole esposizione, il sentiero è molto agevole e con un po' di attenzione si può procedere senza pericolo. |
- La cengia esposta -
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Superata la prima difficoltà ecco presentarsi un altro piccolo ostacolo: l'attraversamento di un piccolo, ma molto ripido nevaio dove bisogna prestare un po' di attenzione.
La giornata è caldissima, si suda, l'acqua comincia a scarseggiare e sembra davvero di essere in un deserto: non si trova un filo d'acqua. Dobbiamo avanzare un bel po' per sentire il suono dell'acqua che scorre, cercare da dove proviene e trovare una sorgente da cui sgorga un ruscelletto che subito scompare sotto pietraie.
Con un po' di sali e scendi poco agevoli ci avviciniamo ad un canalone da cui scendono pietraie e sfasciumi e su cui si arrampica con decisione il nostro sentiero, portandoci infine alla Bocca di Tucket (2649m), una finestra incastonata tra la Cima Sella (2919) ed il Campanile (2949). Dall'altra parte scende un ghiacciaio ricoperto di neve che si confonde con la roccia molto chiara di questi luoghi. Quassù incrociamo il percorso di una via ferrata molto affollata!
La sorte vuole che quassù lasciamo alle montagne un piccolo ricordo: uno dei nostri sacco a pelo... Aprendo distrattamente lo zaino per prendere dell'acqua ecco, infatti, che il sacco a pelo salta fuori e si precipita da dove faticosamente siamo saliti e con saltelli sempre più ampi finisce in fondo al canalone e si infila in una grossa fenditura di un nevaio... impossibile il recupero!!
Un po' demoralizzati cominciamo la discesa dall'altra parte. A parte qualche scivolone sulla neve rammollita dal caldo la discesa è abbastanza agevole. Incontriamo moltissima gente che scende e sale: è un itinerario molto frequentato! Quando la neve finisce dobbiamo prestare ancora un po' di attenzione perchè sotto i sassi e la ghiaia il ghiaccio continua ancora per un buon tratto. |
- Discesa dalla Bocca di Tucket -
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Raggiungiamo per ora di pranzo (passata da un bel po') il rifugio Tucket (2271m) dove sembra esserci una festa data la folla di gente presente! Si sono allestite anche bancherelle esterne per servire panini, bevande e vari piatti! Molta gente è intenta a osservare alpinisti che si arrampicano sulle vicine pareti rocciose: anche queste sembrano un po' affollate!
Ci prendiamo tutto il tempo che ci occorre per pranzare con panini acquistati al rifugio, quindi riprendiamo la discesa imboccando il sentiero 317, verso Madonna di Campiglio. Presto cominciamo ad incontrare i primi alberi: finalmente un po' d'ombra!!
La discesa è moltro veloce ed in breve tempo raggiugiamo il rifugio Casinei (1850), moltro più tranquillo ed immerso in una fresca pineta: anche qui comunque la gente non manca. Dopo una fetta di torta rigeneratrice riprendiamo la discesa all'interno di una bella pineta nel pieno del parco del Brenta, fino a raggiungere il rifugio Vallesinella proprio dove arriva la strada carrozzabile che porta a Madonna di Campiglio. Il posto è carino, tranquillo, quindi decidiamo di passare qui la notte.
Non avendo camminato abbastanza durante la giornata, aspettando ora di cena, facciamo un salto a Madonna di Campiglio, distante tre km, per cercare un nuovo sacco a pelo, ma rimediamo solo un sacco lenzuolo...meglio di niente!