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Il nostro trekking  in Trentino


Tappa 1: Rifugio Pedrotti


Scheda tappa

Data 10 agosto 2003
Partenza Molveno - TN (900m)
Arrivo Rifugio Pedrotti (2491m)
Tempo impiegato 6 ore
Dislivello Salita: 1600m; discesa: 0
Quota raggiunta 2491m (Rifugio Pedrotti)

Descrizione percorso

La nostra avventura comincia da Molveno, una graziosa cittadina vicino a Trento, bagnata dall'ononimo lago e circondata dalle Dolomiti del Brenta. Raggiungiamo la cittadina grazie alle nostre dolci metà che si prestano ad accompagnarci ed a seguirci per un tratto della prima tappa.

La prima meta della giornata è l'altipiano di Pradel, raggiungibile anche con cabinovia oppure in macchina da Andalo. Poiché però il nostro è un trekking, decidiamo di raggiungerlo a piedi. Guardando la cartina ci accorgiamo che c'è un sentiero che parte da Molveno e raggiunge la sterrata che proviene da Andalo. Non senza qualche difficoltà troviamo l'inizio del percorso (a circa 900 m di altezza).

Entriamo presto in un bel bosco e scopriamo con piacere che si tratta di un percorso naturalistico con pannelli che descrivono la flora e la fauna del posto: infatti siamo all'interno del parco del Brenta.

Ci sono diversi sentieri che si incrociano e ci si potrebbe confondere, ma credo che in un modo o nell'altro tutti portino alla sterrata che si trova proprio sopra di noi e che vorremmo raggiungere. L'ultimo tratto è il più faticoso, poi sbuchiamo sulla strada proveniente da Andalo e la seguiamo in leggera salita. Purtroppo ogni tanto passa qualche macchina che alza un bel polverone, ma il tratto non è molto lungo. In circa un'ora e mezza dalla partenza raggiungiamo la piana di Pradel (1367 m) dove ci sono ampi pascoli e diverse costruzioni, tra cui un albergo dove ci procuriamo dei panini per il pranzo.

Da Pradel ripartiamo alla volta del rifugio Croz dell'Altissimo, seguendo il percorso SAT 340. Si continua sulla sterrata prima di imboccare un agevole sentiero che, lasciando i pascoli di Pradel si inoltra in un bel bosco, il che è una fortuna visto che è una giornata caldissima!

Si procede a mezzacosta risalendo la valle delle Seghe (così chiamata per via delle segherie che sorgevano lungo il torrente Maso che la percorre); la salita è quasi nulla ed ogni tanto si incontra qualche panchina: su una di queste ci fermiamo per pranzare. E' ormai arrivato il momento di separarci dalle nostre dolci metà...ci salutiamo dandoci appuntamento tra una decina di giorni (o poco più) a Bormio, quindi ripartiamo mentre le ragazze tornano indietro.

Image - La valle delle Seghe -

Quasi all'improvviso la vegetazione comincia a diradarsi e l'ambiente cambia radicalmente. Gli alberi scompaiono poiché si procede su una cengia rocciosa molto esposta a strapiombo sulla valle sottostante, costeggiando una parete rocciosa. Non vi sono comunque grossi pericoli poiché i passaggi più esposti sono protetti da recinzioni e protezioni metalliche. Alcuni punti sono molto suggestivi come il passaggio attraverso una piccola galleria nella roccia. Inoltre possiamo ammirare un bel paesaggio sulle cime rocciose del Brenta e dietro, sul lago di Molveno che fa capolino.

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- Lago di Molveno -

Giungiamo così al rifugio (1430 m) sito tra la vegetazione in un angolo molto tranquillo, che da l'impressione di un oasi tra le pietraie, sovrastato dall'imponente cima del Croz dell'Altissimo. Da Pradel occorre circa un'ora, pausa pranzo esclusa.

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- Rifugio Croz dell'Altissimo -

Dopo una breve pausa riprendiamo il percorso seguendo le indicazioni per il rifugio Selvata.

Image - Croz dell'Altissimo -

Attraversiamo la pietraia che scende dall'aspra Val Perse (così si chiama la parte superiore della valle delle Seghe), superando il torrente Maso per portarci sull'altro versante della valle, quindi prendiamo un sentiero che inizia decisamente a salire. L'ambiente qui è costituito da rada vegetazione cespugliosa che permette di ammirare una splendida veduta sul Croz dell'Altissimo. Fortunatamente a quest'ora ci troviamo sul versante in ombra. A metà salita una piccola deviazione ci consente di raggiungere una sorgente dove rifornirci di acqua. In un'oretta raggiungiamo il rifugio Selvata (1657 m ), posto in una bella radura erbosa. Qui ci permettiamo una fetta di torta che ci darà le forze per proseguire... Ormai si sta facendo tardi quindi, anche se ci farebbe piacere, non possiamo indugiare troppo...

Il nostro itinerario prosegue di fronte al rifugio, seguendo le indicazioni per il rifugio Pedrotti (segnavia n. 319). Con diversi zigzag si supera, senza respiro, un dislivello di 300m, risalendo uno stretto vallone incassato tra pareti rocciose, per sbucare quasi improvvisamente in un ampio pianoro erboso (detta piana di Massodi, 1994 m) dove si può, finalmente, tirare il fiato. In fondo al pianoro, in cima ad un alto rialzo roccioso, eccolo!! il rifugio Pedrotti, la nostra destinazione finale...ma è ancora molto in alto.

Attraversiamo tra dossi erbosi tutto il pianoro, approdando al rialzo roccioso: la salita finale! Quando passiamo vicino ad un laghetto, guardiamo la cartina e ci accorgiamo di essere a 2165 m di altezza: mancano ancora altri 300 m di dislivello! L'ultimo tratto dI salita, fra roccie e ghiaioni, non é molto più ripida delle precedenti, ma la stanchezza comincia a farsi seriamente sentire.

Il paesaggio è molto suggestivo: sembra di essere sulla luna. Man mano che saliamo ammiriamo il panorama sul pianoro sottostante e le diverse cime del Brenta. Finalmente, quasi allo stremo delle nostre forze, raggiungiamo il rifugio ... ma presto ci rendiamo conto quell che abbiamo raggiunto è solo il rifugio Tosa: una specie di dormitorio accessorio del rifugio Pedrotti, che si trova poco più sopra. Un ultimo sforzo e questa volta ci siamo davvero...

Image - Rifugio Pedrotti -

Il rifugio è posizionato vicino ad un'ampia sella (Bocca di Brenta) da cui si dominano ampi paesaggi ed è circondato da ghiaioni ed imponenti pareti rocciose. E' anche molto affollato ed è una fortuna che troviamo ancora posto per dormire... al sottostante rifugio Tosa.

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- Veduta dal rifugio -

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Ultimo aggiornamento 10/09/2003


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