Barche a Venezia

 

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11 Sett. 2001
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Barche a Venezia
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MUSICA OPERISTICA

 

 

   

 

Chiamasi da noi una Barchetta leggera a guisa di Battello, a otto remi,

che s’addobba sfarzosamente all’occasione delle regate e di altre pubbliche comparse, per andare in regata.

Bissona dicesi poi per motteggio ad una Donna impennacchiata perché le Bissone sono ornate di pennacchi.
 

 

E' la più grossa e robusta barca cittadina adibita al trasporto generico di merci.

Fino a pochi anni fa veniva condotta vogando con lunghi e pesanti remi, mentre oggi si usa solitamente il motore.

 

 

Con l'affine bùrcio, da cui si differenzia per la prora più slanciata e provvista di asta, la comacìna sino a non molti anni fa è stata adibita a barca da carico e da trasporto.

Originaria probabilmente delle Valli di Comacchio (da cui ha preso il nome) o comunque realizzata dai maestri d'ascia provenienti dal delta veneto-emiliano, e attualmente quasi del tutto scomparsa.

 

 

Si tratta di una particolare forma di gondola, adibita soprattutto per competizioni di regata, lunga intorno ai 10 metri.

Le regate, nel periodo del massimo splendore e potenza della Serenissima venivano organizzate

soprattutto in occasione di grandi avvenimenti, come la visita da parte di sovrani o ambasciatori importanti,

per celebrare grandi vittorie o avvenimenti eccezionali.

 

 

Nei sec. XVI e XVII: veliero da guerra le cui forme e attrezzature nacquero dalle esigenze della navigazione oceanica.

Fu il tipo di costruzione navale che dette origine al vascello di linea.

Il galeone fu usato nelle marine italiane, ma soprattutto dalla Spagna per i viaggi alle colonie.

È l'imbarcazione a otto remi con la quale si corre il Palio delle Repubbliche Marinare.
Esistono quindi quattro Galeoni, quelli di Amalfi, Genova, Pisa e Venezia.
Contrariamente a tutte le altre barche descritte in questo sito (a eccezione del caicio), che vengono vogate "alla veneta", cioè in piedi e guardando in avanti, in galeone si voga seduti e di schiena (voga di punta o all'inglese).

 

 

Barca da pesca originaria di Chioggia. Possedeva scarse doti marinare per navigare in mare aperto.

Era un' imbarcazione che andava a vela con il caratteristico armo al terzo, maestra a poppa ed una vela più piccola sull'albero di trinchetto a prua,

il segnavento (penelo) era una vivace scultura naif, emblema della famiglia armatrice.

 

 

Così chiamasi in Venezia un Battello leggero, preparato ad uso della corsa nelle regate

e nel quale han posto solamente 4 rematori.

Sappiamo per tradizione che questa specie di Barchetta fu chiamata Balotina dall’uso che ne facevano gli antichi cacciatori Veneziani, andando con essa in valle ad uccidere gli smerghi colle pallottole di terra cotta dette volgarmente ‘Balote’, ch’essi tiravano colla balestra. Dicevano ‘Bàlar’ o ‘Sbàlar’ gli smerghi, l’ucciderli colle pallottole.
 

 

 

Era usato anticamente per i freschi in laguna nelle afose sere d´estate, e si è molto trasformato nel corso dei secoli. Bassa e filante, questa barca permetteva ai vogatori di navigare su qualsiasi percorso lagunare prima dell´aggravarsi del moto ondoso causato dalle imbarcazioni a motore.

Nel 1825 il gondolino venne introdotto come principale attrazione nelle gare della Regata Storica, e oggi viene impiegato esclusivamente per questo scopo.
 

 

E' la barca più conosciuta al mondo e simbolo di Venezia.

Il colore nero fu imposto da un'ordinanza del Magistrato alle Pompe per limitare lo sfarzo eccessivo con cui i nobili e i ricchi addobbavano le proprie imbarcazioni. La metà destra è più stretta della sinistra.

 

 

Asimmetrica come la gondola, si è via via modificata da semplice oggetto da lavoro a scafo da rappresentanza.

Era usato soprattutto per la caccia in laguna dai nobili. Molto sviluppata nella poppa da cui prende il nome.

 

 

Rappresenta, di norma, un’imbarcazione adibita al trasporto; a seconda della zona di utilizzo o della foggia può cambiare denominazione, variando in lunghezza tra i nove e i dodici metri e con stazza compresa tra i 10 e i 40 quintali.

Nonostante sia adibita solo al trasporto merci, presenta uno scafo armonioso e bilanciato con prora slanciata e con l’asta leggermente ricurva.

Può essere portata da uno o due vogatori, nel quale caso il primo si colloca di poppa a sinistra, mentre il secondo rimane a prora.

 

 

La Disdotona, con i suoi 24 metri di lunghezza, è la più lunga barca a remi della laguna

e appartiene alla "Società Canottieri Querini".

 

 

 

 

E’ una variante della caorlìna, utilizzata solo per manifestazioni sportive,

che ha fatto la sua prima apparizione solo nel dopoguerra (1949) durante la Regata Storica.

Rispetto a quella originaria, dipinta normalmente in pece nera all’esterno e in grigio sulla coperta,

questo tipo di caorlìna si presenta in varie colorazioni, soprattutto legate alle manifestazioni di regata

e alle associazioni o colori di appartenenza.

 

 

E' un'imbarcazione molto elegante nel disegno e leggera nella costruzione, più piccola del Sandolo.

E' molto adatta alla voga alla veneta perchè è facile da condurre.

Sembra che il nome derivi dall' uso frequente che ne facevano le prostitute mascherate.

 

 

Oggi il principale utilizzo della mascareta è per le uscite da diporto dei veneziani e per le regate femminili,

tra cui anche quella della Regata Storica.
Può misurare dai 6 agli 8 metri di lunghezza e può essere vogata da 1 a 4 persone.

 

Viene così denominato un sàndalo del tutto particolare, attualmente non più in uso,

utilizzato fino alla prima metà del secolo per la particolare caccia con la spingarda, cioè lo s’ciopon, che era collocato e fissato nella parte anteriore della barca.

Le dimensioni medie si attestavano tra i 4 e i 5 metri, e il corredo di bordo consisteva,

oltre che nelle particolari forcole e nei remi, in una apposita e lunga palìna

(sorta di piccolo remo con I’apice solitamente troncato o biforcuto, per poter all’occasione spingere la barca puntando sul fondo), usata durante la caccia per permettere il lento e graduale avvicinamento alle prede.

 

 

E' un' antica barca veneziana, usata un tempo per i piccoli trasporti e per la pesca in laguna.

Si suppone che il nome derivi da "sandalium", tipo di scarpa piatta come appunto il fondo della barca.

Esemplari molto ben rifiniti vengono ora usati in città come imbarcazioni per le visite turistiche.

 

 

 

Altro tipo di batèla è la cosiddetta “batèla a còa de gàmbero”, usata per il trasporto di merci e di persone:

è ormai scomparsa e non più usata in laguna. Le ultime documentazioni fotografiche della sua presenza risalgono alla fine dell’800;

poteva avere dimensioni variabili dagli 8 ai 10 metri di lunghezza e presentava una forma molto elegante ricordando, per certi versi, le prime gondole raffigurate nei quadri del Bellini e del Carpaccio.

 

 

Tra le più antiche tipologie lagunari è sicuramente ascrivibile la caorlina,

riprodotta in varie raffigurazioni già dal ‘500, di forma decisamente aggraziata.

Originariamente si supponeva provenisse dalla laguna caprulana e dalla città di Carole;

varia di lunghezza fra i 9,5 – 10 metri, ha fianchi subparalleli e prora e poppa del tutto simili tra loro.

Se ne conoscono di varie tipologie, a seconda dell’uso, e così troviamo la caorlina da seraggia, quella cosiddetta ortolana, e, più in là nel tempo, la barca da cogoleti, la barca da buranei e il batelo a la Nicotola.

 

 

Ci troviamo di fronte a un’imbarcazione utilizzata soprattutto nelle parti lagunari profonde e talvolta mosse, nella fascia intermedia tra le aree calme di velma e di barena e quelle più vivaci del mare.

 

 

E' una barca nata per il diporto familiare in laguna.

Il piano velico è quello usato dai battelli da pesce:

presenta infatti una vela al terzo issata su un albero posto ad un terzo della poppa.

 

 

Viene così denominato un particolare tipo di sandolo, originariamente presente (o nato) nella zona di San Piero in Volta,

 cioè nel litorale di Pellestrina e dalle dimensioni variabili tra i 6 e i 7 metri.

Sembra essere tra le barche classiche lagunari una delle più recenti, essendo costruita solo dal secolo scorso.

Può venir condotta sia a remi che a vela.

 

 

Barca del tutto particolare, probabilmente legata alla famiglia dei sàndoli,

utilizzata nel secolo scorso dagli agenti doganali, per controllare il commercio del sale e gli eventuali contrabbandieri, successivamente dall’autorità militare.

Lunga intorno ai 10 metri, era condotta da un equipaggio di sei vogatori e poteva quindi, all’occorrenza, diventare molto veloce.

 

 

Piccola barca a forma di guscio di noce con costruzione a clincker, ormai quasi del tutto scomparsa dalla laguna.

É la sola imbarcazione, tra quelle descritte in questo sito (a eccezione del galeone), che si voga di punta,

 cioè guardando verso la scia della barca, con due remi per vogatore. Esisteva in versioni fino a tre rematori.

 Per esclusivo uso di diporto, poteva armare anche una vela marconi e un fiocco, con deriva mobile.

 

 

Piccola barca adibita prevalentemente a uso di caccia.

Vogata alla valesana, grazie a pescaggio e peso minimi consentiva di spostarsi sui bassissimi fondali delle barene (pochi cm. d'acqua) e di "saltare" i piccoli argini di fango fra i "ghebi" (minuscoli canali di barena) spinta da un solo uomo.

La sua caratteristica più evidente è la prua molto bassa e coperta per un lungo tratto, in modo da consentire a un uomo di dormire al riparo da pioggia e umidità, nonchè di nascondervisi in appostamento di caccia.

 

 

Si tratta di una forma di sàndolo del tutto particolare, ascrivibile al caratteristico saltafòssi dell’estuario e delle valli venete.

E’ localizzato nell’area valliva di Comacchio.

Era usato soprattutto da una particolare categoria di pescatori denominata fiocìni, dediti esclusivamente alla pesca delle anguille con la caratteristica fiocina a sette punte.

A differenza del sàndolo da fòssina della laguna veneziana, quello di Comacchio, più stretto, può essere molto lungo, arrivando anche oltre i 9 metri. Nel vernacolo di Comacchio e Goro è chiamato rispettivamente vulicèppi e velocìpete, per la peculiare caratteristica che gli permetteva di scappare velocemente dalle valli dopo aver rubato il pesce.

 

 

PALISCHERMO - Nome generico delle imbarcazioni a remi, a vela e a motore meccanico.

La parola è usata nei regolamenti e in pubblicazioni a carattere nautico, ma poco nella lingua parlata, preferendosi il termine imbarcazione.

 

 

Barche per competizioni canottaggio

 

 

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Ultimo aggiornamento:  03-03-07