I NOSTRI NONNI CI HANNO RACCONTATO…
Ovviamente il cibo
variava secondo le stagioni, ma l’alimento predominante a colazione, fatta a
metà mattino per “appuntare lo stomaco”, era certamente il pane accompagnato da
una fetta di prosciutto o formaggio oppure solo olio, molto spesso la colazione
era costituita dagli avanzi della sera precedente. D’inverno poteva essere
presente l’aringa che veniva acquistata vendendo le uova e il formaggio.
Ben più
consistente era invece il pasto durante la semina, la mietitura o il
raccolto del granturco che erano un’occasione di festa, tutta la famiglia
veniva coinvolta, i contadini si aiutavano gli uni con gli altri e il
pranzo arrivava sui campi nei “canistri” portati abilmente in testa dalle
donne: al primo piatto costituito anche da gnocchi o lasagne si aggiungeva
il secondo (in genere salsiccia o formaggio) non mancava mai il vino,
“….. Un prete d'avanguardia, parroco di un paesino del Sorano, ha lasciato scritto che il contadino ciociaro faceva ordinariamente due pasti al giorno, - il primo sul luogo stesso del travaglio, verso le 11 antimeridiane, e con focaccia di granturco cotta senza lievito sotto la brace, qualche frutta o cipolla, o anche senz'altro; il secondo la sera, in casa, con minestrone di legumi, fave, fagioli, lenticchie, cicerchie, ceci, o anche polenta, condita con sale, e non sempre, o almeno non tutti, con olio o con grasso; come bevanda ordinaria l'acqua fresca. Solo al malato si dava il pane di grano. Nelle zone i basse, quando si riusciva a coltivarlo, un solo cocomero costituiva il vitto di un'intera giornata di lavoro. Se nei campi i contadini ingannavano la fame riempiendo lo stomaco con focacce-mattone e lavavano i reni con la fluida inconsistenza di un'anguria, nei palazzi i signori della terra allenavano l'appetito con robuste ghiottonerie servite in luoghi, orari e temperature ideali. Delle loro abitudini alimentari continua a parlarci il parroco di Santopadre, un prete incompreso che, per essere troppo amico della democrazia e di Garibaldi, fu sospeso a divinis e fatto arrestare dal vescovo di Sora Giuseppe Montieri. Questo il menu del ricco borghese: nel pranzo, a mezzogiorno, minestra bianca o verde, o maccheroni, e due piatti forti, come bollito e arrosto, ragù e fritto, pane, vino, formaggio e frutti, indi il caffè, che si prende anche di mattino. Nella cena, insalata, un piatto forte, come arrosto, ragù o altro, ed il resto come nel pranzo….” (Da “Il brigante Chiavone” di Michele Ferri) Per vedere il filmato sulla "sosta" tratto dalla videocassetta "Viaggio nel mondo rurale di S. Ambrogio" dell'Associazione A.R.C.A., che ci ha gentilmente concesso l'autorizzazione, cliccare sull'immagine.
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