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Esordio bagnato... esordio fortunato |
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Esordio bagnato… esordio fortunato |
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Un pubblico degno delle grandi occasioni ha affollato l’auditorium “A. Longo” per l’esordio dell’Associazione Piccolo Teatro Popolare “Il Coviello” che, nell’ambito delle manifestazioni del Carnevale di Amantea 2003, ha presentato la farsa carnascialesca in vernacolo calabrese “ ’A frittata ’i Carnalivari”. L’atto unico, scritto e diretto magistralmente da Salvatore Sciandra, è ambientato nella cantina del gioviale e paziente Giovanni (Gianfranco Suriano) e della bisbetica moglie Concetta (Franca Dora Mannarino) impegnati nell’ospitare gli avventori là riuniti per festeggiare l’ultimo giorno di carnevale, aspettando di consumare il piatto tradizionale del giorno: la “mitica” frittata. Ospite principale è Vicienzu Carnalivari (Salvatore Franco Bonavita), che ha scelto proprio quel locale “ ’ppe crepari”, con l’ultima pantagruelica abbuffata, in compagnia di altri simpatici avventori: Pulicinella (Claudio Ruggiero), ’a Pacchiana (Vincenzo Marrapodi) e ’u Coscinutu (Giuseppe Lupo). Nell’attesa del piatto principale, tra un bicchiere di vino e l’altro, i protagonisti si alternano nel raccontare esilaranti storielle tratte dalla tradizione e dalle credenze popolari finché vengono interrotti dal puntuale arrivo di Quarajisima (Francesca Menichino) accolta da pittoreschi scongiuri e dalla moglie di Carnalivari (Ada Cuglietta) con il Notaio Pignata (Luigi Suriano) al quale Vicienzu detta le sue ultime volontà facendo testamento. Con l’arrivo della tanto attesa e sospirata frittata, l’opera termina con canti e balli di tutte le maschere che invadono il locale seguendo “Coviello” (interpretato dal piccolissimo Domenico Posteraro). La rappresentazione, interrotta sovente da scroscianti applausi, ha suscitato, tra l’attento e competente pubblico, lodevoli commenti per la recitazione e la regia, per l’accurato impianto scenico (curato da Giovanni Lorello, Vincenzo Arlia, Salvatore Suriano, Pasquale Marrapodi e Lorenzo Parrotta), per le luci e gli effetti speciali (allestiti da Giovanni Lorello, Vincenzo Arlia, Pietro Simari Benigno). Indovinati ed apprezzati i vestiti (opera di Stefania Mari, Lidia Lampante e Antonietta Faceto), opportuno ed appropriato il trucco degli attori (abilmente eseguito da Armida Lupi, Angela Cuglietta e Mirella Russo), ben riuscita la logistica e signorile l’accoglienza (fornite da Maria Luisa Posteraro, Carmela Targhetta, Valentina Lupi, Cinzia Marano, Maria Anna Messina, Pina Ferraro). Unico neo della serata la pioggia battente che, però, non ha impedito che l’auditorium fosse pieno in ogni ordine di posti, tanto da costringere i ritardatari ad assistere in piedi allo spettacolo che ha sancito la nascita della nuova compagine artistico‑teatrale che, per i suoi fini istituzionali e per il vasto coinvolgimento umano, culturale e sociale dei suoi programmi, si propone all’attenzione della città e del comprensorio come polo di attrazione per l’occupazione del tempo libero, alla riscoperta di usi, tradizioni, folklore e dialetto della nostra terra, cioè di tutti gli ingredienti che hanno fatto la nostra storia e che, quindi, possono ricondurci alle nostre radici e alla riscoperta di “noi stessi” per un ritorno ad un mondo a misura d’uomo in cui sentimenti come la stima, l’amicizia e la solidarietà tornino ad essere il substrato del nostro essere amanteani. Come un tempo… (Pino Del Pizzo) |
I Personaggi Giovanni Concetta Vicienzu Carnalivari Pulicinella ’a pacchiana ’u coscinutu Quarajisima ’a mugliera ’i Carnalivari Notaio Pignata Coviello |
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