Viaggio di studio in Estonia e Finlandia

 10-17 maggio 2003

 

 

PROGRAMMA E ITINERARIO

PARTECIPANTI

 

 Commenti Tecnici

 AGRONOMI E FORESTALI BELLUNESI IN VISITA NEI PAESI BALTICI (G.Pellegrini)

 VIAGGIO IN ESTONIA - ASPETTI NATURALISTICI (C.Lasen)

TRA LE FORESTE D'ESTONIA (O.Andrich)

Estonia: cenni di Storia

Finlandia: cenni di Storia

PROGRAMMA e ITINERARIO 

Sabato 10 maggio: partenza da Feltre Consorzio ore3.30, Belluno 4.0, Cadola 4,15, arrivo a VE alle 5,00. Volo Lufthansa delle 6.25 per Francoforte e Helsinki dove è previsto l’arrivo alle ore 13.25. Incontro con la guida e proseguimento per l'imbarco sul traghetto Autoexpress of Tallink. Ore 17 partenza da Helsinki e arrivo a Tallinn. 
Domenica 11 maggio: partenza per la costa nord dell’Estonia con visita al parco nazionale di Lahema il più esteso ed antico del paese, con particolare riferimento alle foreste, alle zone umide, ed alle strutture rurali. Visiteremo la Palmose Manor del XVIII secolo. Pranzo ad Altica sulla costa in un tipico ristorante di pescatori. Ritorno a Tallin per la visita alla città.
Lunedì 12 maggio: partenza per la costa dell’ovest per raggiungere l’isola di Saarema. Lungo il percorso visita all’azienda Esko farm che alleva animali da latte; pranzo presso l’azienda agricola. Traghetto per l’isola di Saarema, escursione sull’isola prima di arrivare alla capitale Kurressare
Martedì 13 maggio: visita di Kurressare . Traghetto per trasferimento sul continente verso Parnu. Pranzo a Parnu. Visita alla grande segheria di Paikuse una delle più grandi dell’Estonia. Proseguimento per Tartu.
Mercoledì 14 maggio: giornata dedicata alla visita delle foreste di protezione e di produzione organizzata dai colleghi della RMK agenzia forestale che gestisce tutte le foreste di proprietà dello Stato; circa il 40% della superficie forestale dell’intero paese. 

Giovedì 15 maggio: Trasferimento verso nord per raggiungere Tallin con pranzo in città al ristorante Kuldne Notsu. Traghetto per Heelsinki. Nel pomeriggio tempo libero per visitare la città e fare shopping nella "sorella del Baltico".
Venerdì 16 maggio: partenza per Suintio per visitare l’azienda sperimentale di vacche da latte dell’Università di Helsinki; seguirà la visita ad una azienda di vacche da latte ed ad una di vacche da carne. Pomeriggio ritorno ad Helsinki con cena in un tipico ristorante russo.
Sabato 17 maggio Visita guidata alla città di Helsinki. Nel pomeriggio partenza per Venezia.

 

 

PARTECIPANTI

Andrich Maura Dalfreddo Ivano Giordano Remo Rongaudio Roberto
Andrich Orazio Dalla Gasperina Barbara Lasen Cesare Scussel Giacomo Renzo
Arnoldo Giovanni Dalla Gasperina Giuseppina Manfroi Giorgio Solfa Massino
Barattin Aldo De Pra' Ido Mazzone Mariarosa Tres Cristina
Bedin Patrizia Dazzi Celestino Menardi Adriana Viotto Orianna
Borgogno Aldo De Rocco Maria Cecilia Menegus Paola Zallot Andreina
Bortoluzzi Gelindo De Val Sandro Pampanin Leone Zanon Rino
Campedel Dario Donazzolo Francesco  Pauletti Rinaldo Zentile Maria
Carazzai Corinna Fent Elena Pellegrini Giuseppe
Celli Pierenzo Fent Paolo Pirani Clemente
Corriani Franco Ghedina Ludovico Reolon Claudio

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AGRONOMI E FORESTALI BELLUNESI IN VISITA NEI PAESI BALTICI

(Giuseppe Pellegrini)

Durante lo scorso mese di maggio si è svolto il tradizionale viaggio di studio del’Associazione agronomi e forestali di Belluno. Come al solito molto qualificata la partecipazione con in testa il presidente Orazio Andrich, i colleghi. Roberto Rongaudio dirigente dell’Ispettorato agricoltura di Belluno, Clemente Pirani dirigente dell’Ispettorato di Padova e molti altri tecnici forestali ed agronomi assieme ad una nutrita rappresentanza degli allevatori della nostra provincia guidati dal Presidente della Lattebusche Francesco Donazzolo.

            Il programma di quest’anno prevedeva in particolare 5 giornate in Estonia con la visita al Parco Nazionale di Lahema sulla costa nord caratterizzato da numerosi aree umide, tipiche strutture rurali legate alla gestione del territorio di quell’area l’isola di Saarema riserva della biosfera che è esemplare per aver conservato strutture urbanistiche ed architettoniche della tradizione rurale ed essere una delle aree più importanti per la biodiversità botanica ed animale.

 La parte più specificatamente tecnica è stata incentrata sulla visita ad una aziende agricola con indirizzo zootecnico da latte che ci ha mostrato il buon livello imprenditoriale raggiunto dal settore che nel caso specifico cercava di ottimizzare il ricavo aziendale attraverso la produzione diretta di formaggi e latte alimentare collegate ad un’attività agrituristica basata sulla ristorazione. Per quanto attiene all’attività forestale con l’aiuto dell’Agenzia RMK (ente statale di gestione delle foreste dello stato Estone) che gestisce tutte le proprietà forestali dello stato, abbiamo potuto visitare le varie fasi della filiera produttiva del legno dalla pianificazione dei tagli fino alla lavorazione finale in segheria. L’aspetto forse più innovativo per quanto riguarda l’uso delle foreste è stato certamente quello ricreativo ben organizzato che valorizza importanti aspetti naturalistici del bosco. Pensiamo al percorso predisposto per vedere i 2.000 formicai presenti in una riserva boschiva di 200 Ha che trovano una loro peculiarità nelle dimensioni che possono raggiungere altezze fino a 2.2 metri.

Nell’ultima giornata in Estonia la delegazione bellunese ha avuto l’onore di incontrare l’ambasciatore d’Italia S.E. Vozzi Ruggero a cui sono state consegnati alcuni simboli della terra bellunese, il formaggio Piave stravecchio della Lattebusche, il CD appena uscito delle canzoni di montagna del Coro Fodom ed il “Brondin” della Comunità Montana Centro Cadore, tutti particolarmente apprezzati essendo l’ambasciatore stesso profondo conoscitore delle nostre dolomiti.

Gli ultimi due giorni in Finlandia sono stati particolarmente interessanti per i nostri allevatori; la facoltà di agraria dell’Università di Helsinki ci ha dato la possibilità di vedere alcune tecnologie innovative nel campo della mungitura robotizzata. Nel caso specifico l’azienda sperimentale dell’Università sta sperimentando il Robot di mungitura comparandolo con il metodo tradizionale basato sulla mungitura in sala. I dati forniti dal tecnico dopo un anno e mezzo di sperimentazione indicano che non ci sono significative differenze nel titolo di grasso e di proteine, né nella carica batterica e nel numero di cellule somatiche, mentre si è avuto un incremento medio di latte per vacca variabile dal 5 al 10%. Il numero medio di animali per poter utilizzare in maniera ottimale tale impianto deve essere come minimo 50 per ogni postazione robotizzata installata, che ovviamente non richiede più la presenza del tradizionale mungitore completamente sostituito dalla tecnologia. Vedremo se in un prossimo futuro anche qualche azienda bellunese adotterà questa innovazione tecnologica che và a sostituire il tradizionale mungitore, mestiere purtroppo in via di estinzione.                                                                                              

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VIAGGIO IN ESTONIA - ASPETTI NATURALISTICI

(Cesare Lasen)

Il programma prevedeva la visita ad alcune stazioni di interesse naturalistico ma i tempi a disposizione hanno consentito solo delle fugaci osservazioni, peraltro integrate da dati riferiti dagli accompagnatori o scaricati via internet.

Nella giornata di domenica il parco nazionale di Lahema, sulla costa settentrionale non distante dalla capitale, risulta, come anche altre mete turistiche, ben segnalato. Non è stato tuttavia possibile verificare l’esistenza di centri visita attrezzati in grado di fornire pubblicazioni divulgative o scientifiche. Si è saputo che, in questo settore, l’Estonia è ancora all’inizio e non è stato facile, neppure nelle librerie delle città principali, reperire pubblicazioni specializzate. Tuttavia, considerato che solo da un decennio o poco più sono diventati autonomi dopo il mezzo secolo di appartenenza forzata all’URSS, si sono già mossi in linea con le direttive europee. Tempi a disposizione e difficoltà linguistiche non hanno consentito di approfondire la tematica ambientale ma luci ed ombre sono apparsi in tutta la loro attualità, in un paese che è comunque fortemente baltico (quindi nordico con palesi influenze scandinave) e assai poco sovietico; caso mai si nota una matrice centroeuropea di ispirazione prussiana anche nella gestione ambientale. Al castello di Kuressaare, capoluogo dell’isola di Saaremaa, un museo naturalistico relegato negli scantinati e quindi poco pubblicizzato (non si è riusciti a trovare un catalogo o una descrizione sia pure divulgativa, mentre abbondano sempre i souvenir) rivelava una faccia importante del lavoro che si sta svolgendo. Un pannello parlava ad esempio dei siti natura 2000, del loro numero ed ubicazione ed il paese appare quindi pronto, almeno sotto questo profilo, al salto nella nuova UE. A tal proposito, per inciso, ben diversa è la situazione in Finlandia dove alcuni siti sono affidati in gestione ai privati, che usufruiscono di incentivi e che seguono anche un corso di formazione per poter soddisfare le esigenze dei turisti. Il museo comunque era più che apprezzabile per i contenuti relativi alla ricostruzione degli ambienti, sia pure allestito con materiali semplici e quindi, presumibilmente, con spese contenute. Anche in questo caso può valere il paragone con il ben più rilevante e notevole museo zoologico di Helsinki dove vi sono collezioni straordinarie (sono rimasto colpito in particolare dai rapaci) e ricostruzioni ambientali di livello veramente pregevole (piante e animali efficacemente riprodotti quasi fossero veri) pur senza sfarzo e senza ricorrere a materiali di avanguardia, con giusta sobrietà. Il clou a livello naturalistico è stato nella giornata di mercoledì, dedicata alle riserve forestali di un distretto, non distante da Tartu, nel sud dell’Estonia, che è assai bene organizzato e strutturato nonostante il segnalato deficit editoriale. Quasi ovunque la segnaletica riporta anche indicazioni in inglese, ben consapevoli che la lingua estone sarebbe riservata a un numero troppo limitato di persone. A conclusione della giornata è stata visitata una notevolissima, per qualità ed estensione, torbiera alta (ombrotrofica) visitabile attraverso tavole di legno che consentono di penetrare tra i cumuli rialzati creati dagli sfagni e le depressioni senza bagnarsi. Una altana di 25 m, in legno, consente di spaziare con la vista su tutto il biotopo. La torbiera (presso Valgesoo, una dozzina di ettari) è un ambiente di straordinario valore naturalistico e scientifico e questa ospitava le più tipiche specie della flora centroeuropea, tra le quali le ericacee Empetrum nigrum, Vaccinium oxycoccus, Andromeda polifolia, Ledum palustre (osservato già in Polonia) e Chamaedaphne calyculata, da me mai osservata in precedenza, in bella fioritura. La torbiera è nella fase terminale della sua evoluzione in quanto già boscata, dato che sopra ogni cumulo di sfagno vegeta una pianta di pino silvestre e non vi sono evidenti pozze con acqua libera. Interessante rilevare anche l’utilizzo di frutti di specie selvatiche per la produzione di pregiate marmellate, gelatine e liquori. Le più famose sono quelle di mirtillo rosso (nota anche da noi), di mora artica (Rubus chamaemorus), di mirtillo di palude (Vaccinium oxycoccus).

Altre impressioni riguardano il bosco, in Estonia una risorsa fondamentale. A livello naturalistico i boschi sono relativamente poveri di specie (normale per la latitudine) ma sorprende leggere che sono censite in tutto il paese oltre 5000 specie di piante vascolari su un territorio di soli 45000 kmq e senza contributi mediterranei o legati alla presenza di montagne. Francamente un dato che meriterebbe qualche verifica. Le specie prevalenti sono, nell’ordine:  pino silvestre, betulla (queste due formano il 75% del patrimonio forestale), abete rosso, ontani, salici. Qualche bosco a dominanza di querce (farnia) mostrava evidenti segni di invecchiamento ma vederli solo dal pullman non consentiva di trarre indicazioni sicure. Un paesaggio postglaciale giovane, soprattutto al nord e simile a quello della Masuria nel nordest della Polonia. A sud i terreni apparivano senza dubbio più fertili e quindi anche i boschi presentavano una struttura e delle stature più adeguate. Il sottobosco era del tutto simile a quello che si osserva nel fondovalle tra Feltre e Belluno nel mese di marzo, con le stesse piante in fiore: Anemone bianco (Anemone nemorosa), giallo (Anemone ranunculoides), violetto (Hepatica nobilis); Scilla bifolia e Gagea di diverse specie erano altre geofite in fiore e le foglie degli alberi cominciavano appena a spuntare e verdeggiare e solo nelle specie più precoci, quali l’assai diffuso ciliegio canino, Prunus padus. Curiosa l’osservazione che presso le case di campagna si coltivano molti fiori spontanei. Aiuole e parchi cittadini (Parnu, la città dei tigli) dopo il lungo gelo invernale erano caratterizzati appunto da queste geofite. Da noi Gagea minima è una grande rarità (nota per il Veneto solo a Malga Monsampian, 1900 m, tra i romici e le ortiche) mentre è assai comune in Estonia, a livello del mare. Tra specchi lacustri ed acquitrini, l’unica pianta in fiore ben riconsocibile era la comune Caltha palustris, dai vistosi fiori gialli. Le carici palustri non erano ancora riconoscibili.

Non può mancare, infine, un brevissimo accenno alla fauna. Diversi erano, nel gruppo,  gli esperti nel riconoscere le varie specie di uccelli. Numerose cicogne sui caratteristici nidi o al pascolo tra i campi appena arati sono l’emblema di serenità e di un certo rispetto verso la natura che si nota ovunque. Non a caso il mercato dei fiori è tra i più attivi in assoluto a Tallinn. L’osservazione dello spuntare del sole (prima delle 5.00) sulla costa dell’isola di Saaremaa ha consentito (ai più coraggiosi e mattinieri)  di osservare i limicoli e gli edredoni, tra le altre specie. Nei boschi, dove sono ancora ben diffusi l’orso, la lince, il lupo, certo validi segnali di qualità ecologica, ho potuto notare gli escrementi e le tracce dell’alce. L’attività venatoria è regolamentata ma non presenta vincoli particolari anche in relazione alla vastità del territorio disponibile (la densità di abitanti per kmq è prossima a 27). Meno pressione significa meno problemi, indubbiamente, ma l’Estonia dovrà certo percorrere passi importanti per adeguarsi alla disciplina comunitaria. Inquinamento, rifuti, gestione delle risorse idriche, uso di concimi e pesticidi sono temi delicati, solo sfiorati. L’uso di scisti bituminosi quale combustibile, ad esempio, produce una quantità molto rilevante di polvere nera che si deposita (non solo sul terreno). I 50 anni di dominio sovietico (Chernobyl è solo una punta dell’iceberg) hanno certo lasciato delle tracce ma il paese ne è consapevole e lavora per meritarsi l’ingresso in Europa (massima, ad esempio, è l’informatizzazione). Il paese è piccolo, presenta punti critici non da sottovalutare, ma anche tante energie. Il capitale ambiente, che in questo paese è una risorsa importante, non potrebbe sopportare impatti devastanti visto che già il fenomeno delle piogge acide ha lasciato qualche segno.

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TRA LE FORESTE D'ESTONIA

(Orazio Andrich)

Tra i Paesi del Baltico orientale, in Estonia passa la linea di demarcazione tra le foreste di conifere settentrionali e quelle miste e decidue del centro Europa. La regione è ricca di boschi, ma anche di laghi,  di paludi e di fiumi, con poco spazio naturale per l'agricoltura. In Estonia le foreste ricoprono la metà della superficie nazionale, con 2,15 milioni di ettari. Il 38% appartengono allo Stato e sono gestite e controllate da una Azienda assai bene organizzata, denominata RMK, suddivisa in 66 distretti e nella quale lavorano oltre 1400 persone. Il 24% sono di proprietà privata; ben il 36% poi non sono state restituite agli antichi proprietari per cause derivanti dagli eventi della storia del Novecento..

In campo selvicolturale, il Governo estone persegue  tre obiettivi principali: conservare gli attuali siti naturali rilevanti, proteggere l'ambiente, dare un profitto economico. Le necessità economiche sono prioritarie per un paese da poco uscito dall'impero sovietico. E' giocoforza utilizzare le risorse rinnovabili disponibili. Per quanto riguarda gli aspetti tecnologici del legname, nella regione, a sud del golfo di Finlandia, vi sono caratteristiche favorevoli: un inverno freddo, una estate corta e un suolo non molto fertile che rallentano la crescita degli alberi , ma li rendono resistenti e facili da trasformare.  Gran parte delle superfici boscate possono essere chiamate senza falsi pudori "foreste commerciali". Il tipo colturale di bosco è stato modellato alla "tedesca" in forme coetanee generalmente pure delle specie arboree principali. Nelle foreste statali viene prelevato tutto l'incremento del bosco secondo un ordinamento cronologico rigidamente pianificato. Si taglia una notevole quantità di legname: sorprendente per chi è abituato ai prudenziali prelievi della selvicoltura alpina italiana. Se vengono riscontrati elevati valori biologici ci possono però essere delle restrizioni alla gestione economica a fronte di un accordo tra il privato e lo Stato e una compensazione Il fatto che lo Stato sia proprietario di una grande porzione delle foreste estoni semplifica le cose per classificare delle aree protette ai fini della conservazione della diversità biologica. Vi sono poi  foreste di protezione, che rispetto alle precedenti hanno una specifica funzione attiva per  proteggere zone sensibili, come le dune di sabbia, le zone costiere, le zone umide. Rientrano in tale categoria le le zone di ricreazione, ben attrezzate e ben presentate. Abbiamo potuto apprezzare un suggestivo "regno delle formiche", sentieri nella riserva di bosco con piante d'elite, di fronte a sorgenti e grotte suggestive, nonchè passerelle e torre di osservazione sopra un affascinante ambiente di torbiera.

I metodi di taglio sono classificati secondo alcuni schemi tecnici diffusi in centro e nord Europa. Quello più impiegato, per quasi il 70% della superficie interessata, riguarda i tagli finali, che si concludono con il taglio a raso. Tale sistema comprende i tagli successivi (di rigenerazione); vi sono anche i tagli selettivi a gruppi e a strisce. I tagli saltuari si possono fare nelle foreste di protezione. Le utilizzazioni sono condotte con mezzi tecnologici avanzati, come i processori, ormai di prassi nell’area di influenza scandinava: assai efficenti per la produttività del lavoro, non lo sono altrettanto riguardo all’attenzione ai dettagli di gestione dell’ecosistema.

La superficie viene articolata secondo particelle caratterizzate dalla cronologia, in modo che vi sia una rotazione. Le età di utilizzo dipendono dalla specie dell'albero principale  e da classi di fertilità in cui i siti e i suoli vengono inquadrati. In pratica, nelle foreste migliori le età in cui si arriva al taglio sono più corte mentre le aree boscate più povere hanno bisogno di un ciclo più lungo per arrivare a maturità commerciale. Ecco le età in cui variano i turni: pino e larice: 90 -140 anni; abete rosso, abete bianco, douglasia e altre conifere: 70-100 anni; quercia, frassino, acero e olmo: 100-130 anni; betulla, ontano nero, tiglio: 60-70 anni; ontano e salice: 30 anni; pioppi e rimanenti latifoglie 50 anni. Il metodo di rigenerazione del bosco il più frequentemente usato (60%) è l’ impianto artificiale, per la maggior parte di pino e abete rosso; si usa anche la semina diretta. La rinnovazione naturale viene stimolata rilasciando appositi alberi portasemi delle conifere. La betulla, il pioppo tremulo e l'ontano generalmente si rigenerano naturalmente.

Sono marchevoli i danni al bosco compiuti dalle alci,  che costituiscono un carico non privo di conseguenze su programmi di gestione. Anche i castori arrecano qualche danneggiamento, attenuato dalla simpatia che suscitano per la loro abilità di ergere sbarramenti idraulici. Più fluttuanti sono le infestazioni di insetti o le malattie da funghi Alle variabili condizioni del clima sono legati sporadici incendi e sofferenze per situazioni sfavorevoli della dotazione idrica.  Il motivo di distruzione più temibile è però dato dagli schianti da vento.

Le foreste dello Stato controllate da RMK hanno ottenuto la certificazione FSC, diventando (con un milione di ettari) una delle zone più grandi in Europa orientale contrassegnate da tale marchio che comporta una garanzia di tipo ambientalista e ha una reputazione in certi paesi verso i quali sono orientate le esportazioni estoni di legname, quali il Regno Unito (per il 40%) la Germania, la Svezia, la Finlandia e l'Africa del Nord.

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ESTONIA: CENNI DI STORIA

La vita primitiva e indipendente degli Estoni venne alterata, all'inizio del sec. XIII, dalle invasioni dei Germani, che imposero loro il cristianesimo e la presenza dell'ordine religioso-cavalleresco dei Portaspada. Questi ultimi, con i Danesi sbarcati in Estonia in loro aiuto in seguito a un patto di alleanza, nel 1227 avevano ormai sottomesso tutto il Paese. La rivolta della popolazione indigena, costretta a lavorare in dure condizioni a vantaggio degli invasori, non provocò alcun mutamento: i Danesi (metà del sec. XIV) cedettero le loro terre all'Ordine Teutonico che aveva assorbito i Portaspada. Migliore il dominio degli Svedesi, che nel sec. XVI s'insediarono in Estonia al posto dell'Ordine Teutonico e presero le parti della popolazione locale contro i baroni balto-tedeschi. Nel 1721, con l'occupazione da parte dei Russi, nella regione si riaffermò la pressione intollerabile dei vecchi proprietari terrieri. I contadini estoni, parzialmente affrancati dallo zar Alessandro I, raggiunsero una condizione più umana solo nella seconda metà del sec. XIX, grazie alla loro tenace resistenza di fronte all'oppressione economica e alla russificazione. Inutili furono le lotte anche per le riforme sociali; il potere politico era tutto in mano al ceto dei feudatari, che soli rappresentarono l'Estonia alla I Duma russa (1906). Sempre combattendo su due fronti – la russificazione da un lato, la germanizzazione dall'altro – l'Estonia giunse a proclamare la sua autonomia nel 1917 e l'indipendenza nel 1918. Alla fine del 1919 una radicale riforma agraria riuscì a disgregare il latifondismo germanico e molti proprietari tedeschi abbandonarono il Paese. Se, fra le due guerre, l'Estonia riuscì a mantenersi in equilibrio tra Russia e Germania, nel 1940 fu incorporata nell'U.R.S.S. come Stato federato. Invasa da forze tedesche tra il 1941 e il 1944, alla fine della guerra venne di nuovo integrata nell'U.R.S.S. Al periodo dell'occupazione sovietica risale la scelta dell'esilio per ca. 70.000 Estoni, fuggiti prevalentemente negli Stati Uniti, in Canada e in Svezia. L'opposizione al potere insediatosi, che ebbe espressione estrema nei “Fratelli della Foresta” (movimento di resistenza il cui ultimo esponente alla macchia fu ucciso nel 1978), fu contrastata dalle autorità moscovite con la russificazione del territorio: venne promossa infatti una forte immigrazione (principalmente di Russi e Belorussi) che apportasse forza lavoro alle industrie da poco impiantate grazie proprio alla maggior scolarità e preparazione tecnica fornite dalla popolazione locale; allo stesso tempo si adottarono peraltro misure di deportazione verso la Siberia e l'Asia Centrale, che coinvolsero fra il 1940 e il 1954 ca. 141.000 persone. Divenuta in seguito terra di esperimenti economico-produttivi, l'Estonia negli anni Sessanta e Settanta realizzò una discreta crescita economica, tale da confermarla fra le repubbliche più ricche dell'Unione Sovietica (reddito pro capite superiore del 20% ca. alla media). Con l'avvento della perestrojka il fiero sentimento nazionale, a lungo discriminato anche nella sua componente linguistica, riprendeva vigore riuscendo a esprimersi apertamente: dopo la grande manifestazione di protesta dell'agosto 1987 (48° anniversario del Patto Molotov-Ribbentrop, che segnò la spartizione dei Paesi baltici fra Germania nazista e Unione Sovietica), esso aveva in breve acquisito dimensione politica. Dall'aggregazione di esponenti riformisti del Partito comunista della repubblica, e quindi dall'appoggio alla perestrojka, nell'ottobre 1988 si giungeva alla formazione di un Fronte popolare (Estimaa Rahvarinne) e successivamente, anche attraverso di esso, a una radicalizzazione in senso secessionista, secondo un'evoluzione comune anche alle altre Repubbliche baltiche. Dalla dichiarazione di sovranità del marzo 1990 si era così passati alla deliberazione parlamentare (maggio dello stesso anno) per la restaurazione dell'indipendenza dopo un periodo di transizione, mentre veniva ricostituito con Lettonia e Lituania il Consiglio del Baltico (attivo fra 1934 e 1939). Le difficoltà poste a tali progetti dall'avanzata russificazione (più del 38% della popolazione appartiene ad altra etnia, con un tasso di crescita demografico quasi triplo rispetto agli Estoni), che dava origine anche a un controfronte manipolato da forze conservatrici, erano state infine superate, dopo il rifiuto di sottoscrivere il nuovo Trattato dell'Unione, solo in concomitanza del tentato golpe moscovita dell'agosto 1991: mentre la società estone partecipava alla più generale opposizione ai golpisti, le autorità locali avevano infatti sfruttato le incertezze di questi ultimi e il vuoto di potere sovietico, così come il favore dell'opinione pubblica interna e internazionale, per proclamare la definitiva indipendenza della Repubblica (20 agosto 1991), fatta valere come atto di assoluta dissociazione dalla minacciata svolta autoritaria. Il sostegno, seppure indiretto, fornito fin dal primo momento alla difesa del processo di democratizzazione sovietico era quindi valso all'Estonia, all'indomani del fallito golpe, il riconoscimento, da parte del neocostituito Consiglio di Stato moscovita, dell'acquisizione della piena sovranità (6 settembre 1991). La Repubblica, presieduta da A. Rüüytel, aveva quindi celermente riallacciato le formali relazioni diplomatiche con vari Paesi, a cominciare da quelli occidentali, chiedendo al contempo l'ingresso nelle principali organizzazioni internazionali ed entrando, fin dal settembre 1991, a far parte dell'O.N.U. e della C.S.C.E. Dopo la disgregazione dell'U.R.S.S. (dicembre 1991), accordi erano previsti con le autorità russe per il ritiro delle truppe dell'ex Unione Sovietica presenti in territorio estone. Nel 1992 (giugno) gli Estoni votavano una nuova Costituzione e nell'occasione veniva confermata una legge sulla cittadinanza che escludeva dal voto i russofoni. Poco dopo, alle legislative, i partiti nazionalisti e di destra ottenevano una schiacciante maggioranza, e il nuovo Parlamento eleggeva presidente della Repubblica Lennart Meri (rieletto nel 1996) al posto di Arnold Rüüytel (presidente dal 1990). Ma l'affermazione dei partiti di destra non determinava le condizioni per una maggiore stabilità. L'irridigimento della legge sulla cittadinanza (giugno 1993), infatti, comportava le forti proteste di Mosca e il Parlamento, su sollecitazione del presidente Meri, doveva ritirare il provvedimento. Riammessa al voto, la minoranza russofona si era ben affermata insieme agli ex comunisti, nelle prime elezioni amministrative della nuova Repubblica (ottobre 1993). Le successive elezioni del marzo 1995 vedevano l’affermazione del blocco K.M.U. (Partito della coalizione e Unione rurale) di centro-sinistra il cui leader, Tiit Vahi, formava un governo con la coalizione di centro. Nel 1997 Mart Siiman (K.M.U.) assumeva la carica di primo ministro alla testa di un governo monocolore minoritario. Il programma di privatizzazioni e liberalizzazione totale degli scambi, varato dal nuovo governo, permetteva all'economia estone di compiere importanti passi avanti a tal punto che la Commissione Europea decideva di inserire il Paese, unico fra quelli dell'area baltica, nel primo gruppo dei futuri membri dell'U.E. Nello anno entrava, anche, a far parte del programma di “Partnership for Peace” della N.A.T.O. Agli inizi del 1998, sottoscriveva, inoltre, un accordo con Lettonia, Lituania e Stati Uniti, in base al quale questi ultimi si impegnavano ad appoggiare il suo ingresso nella N.A.T.O. Frattanto la difesa della nazionalità e della lingua estone, ribadita dal Parlamento con l’approvazione di due leggi, provocava numerose proteste nell’ambito dell'O.S.C.E. e della Russia. Noncurante dello scalpore suscitato, il Parlamento, nel febbraio 1999, aggiungeva un ulteriore emendamento alla legge, in base al quale tutti coloro che lavoravano negli apparati statali dovevano parlare correntemente l'estone, causando malcontento nella parte settentrionale del Paese a maggioranza russa per il rischio di disoccupazione. Le elezioni legislative dello stesso anno, quindi, registravano la vittoria del Partito di centro, guidato dall’ex primo ministro Edgar Savisaar (1990-1992), che prometteva una maggiore flessibilità in relazione alle leggi sulla cittadinanza e l’adozione di un sistema di tassazione progressivo. Nonostante il consenso popolare, Savisaar non riusciva, tuttavia, a formare una maggioranza, sicché il presidente Lennart Meri incaricava Mart Laar, leader del Partito di destra, di dar vita a un nuovo governo formato da una coalizione di centro-destra.

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FINLANDIA: CENNI DI STORIA

Anticamente abitata dai Lapponi, e poi dai Finni, intorno al 1157 la F. fu invasa dal re svedese Erik IX il Santo che cercò di diffondervi il cristianesimo. L'invasione svedese suscitò l'immediata ostilità russa e solo nel 1323 Svezia e Russia definirono i loro confini con il Trattato di Nöteborg. Nel sec. XVI due fatti ebbero un grande peso nella vita finlandese: la decisione del vescovo di Åbo, Mikael Agricola, di celebrare la messa in finnico, favorendo la conoscenza dei libri sacri e stimolando così la letteratura, e la diffusione del protestantesimo, che ebbe l'avvio con Gustavo Vaga. Nel 1581 la F., eretta a granducato, fu a lungo contesa tra Svezia, Polonia, Russia e Danimarca; nel 1617 Russia e Svezia conclusero il Trattato di Stolbovo per il quale la Russia cedeva una parte dei territori. La dominazione svedese fu particolarmente pesante sotto Gustavo II Adolfo (1611-32), che esercitò forti pressioni anche sugli ambienti culturali finlandesi affinché la lingua svedese divenisse quella predominante. Carlo XI (1660-97), invece, approvò la formazione di una borghesia agraria nazionale. Dopo l'invasione russa degli inizi del sec. XVIII, con il Trattato di Nystad (1721) e con la Pace di Åbo (1743) i territori orient. della F. passarono alla Russia e il 17 settembre 1809, con la Pace di Hamina, l'annessione fu completata. I regni di Alessandro I e di Nicola I furono caratterizzati da una politica autoritaria nei confronti della F. e dal tentativo di sostituire la lingua, la cultura e i costumi russi a quelli finnici e svedesi. Nel 1863 Alessandro II concesse la riconvocazione della Dieta finlandese: il suo successore, Alessandro III, però, si trovò a dover affrontare i movimenti panslavisti e autonomisti che la riconvocazione della Dieta aveva suscitato. Il 15 febbraio 1899 Nicola II revocò la Dieta; successivamente anche l'esercito (1901) e la Costituzione (1903) finlandesi furono aboliti. Nel 1904 i nazionalisti uccisero in un attentato i capi della reazione per cui il 20 luglio 1906 Nicola II dovette rinunciare alla sua politica repressiva e convocare una Dieta straordinaria che, l'anno successivo, approvò la riforma elettorale, introducendo il sistema proporzionale e il suffragio universale. Nelle elezioni del marzo 1907 il Partito socialdemocratico ottenne il 40% dei suffragi. Nel 1910, per timore del propagarsi delle idee separatiste e l'acuirsi delle istanze sociali, la Dieta fu di nuovo sciolta e allo scoppio della I guerra mondiale (1914) la Russia abolì completamente l'autonomia finlandese e annunciò l'annessione della Finlandia. La Rivoluzione russa costituì però un forte stimolo per i movimenti separatisti e il 6 dicembre 1917 la Dieta proclamò la Repubblica indipendente di Finlandia . La presenza all'interno del Paese di un forte e organizzato partito marxista determinò una crescente tensione che culminò nella guerra civile dell'inverno 1918: i bolscevichi furono aspramente repressi dalle forze bianche del generale Mannerheim, coadiuvato da un corpo militare del generale tedesco Rüdiger von der Goltz. Nel 1919 fu eletto il primo presidente della Repubblica, K. J. Ståhlberg. Allo scoppio della II guerra mondiale l'Unione Sovietica chiese alla F. una rettifica del confine in Carelia e la concessione di basi militari sulla costa merid. finnica. Al rifiuto del 30 novembre 1939 i Sovietici risposero con l'invasione della F. che con dieci divisioni comandate da Mannerheim contrastò valorosamente le truppe nemiche, ma il 2 marzo 1940 cadde la strategica fortezza di Viipuri (Vyborg) e le due nazioni belligeranti accolsero la mediazione degli Stati Scandinavi che portò alla Pace di Mosca del 12 marzo 1940. Come conseguenza di questi accordi fu stabilita una linea di frontiera corrispondente all'incirca a quella stabilita nel 1721 col Trattato di Nystad. Il clima di acceso malcontento che si determinò in F. nel periodo successivo alla Pace di Mosca fu accentuato dalla presenza nel Paese di ca. 400.000 profughi, in grande maggioranza privi di occupazione, provenienti dai territori ceduti all'U.R.S.S. Prevalsero così in F. posizioni politiche sempre più apertamente favorevoli a perseguire una politica di intesa con la Germania in funzione antisovietica e, quando i nazisti attaccarono l'Unione Sovietica, ebbero al loro fianco una F. desiderosa di rivincite che parvero a portata di mano nel clima creato dai fulminei successi militari tedeschi. Un elemento che giocò a favore delle forze finlandesi fu l'impegno con cui i Sovietici dovettero battersi sul fronte tedesco, che li portò a sguarnire le linee che fronteggiavano le divisioni finlandesi. Quando vennero però a mutare gli iniziali equilibri delle forze che partecipavano alla II guerra mondiale e quando si delineò il contrattacco sovietico contro i Tedeschi, la F. si vide sempre più isolata e sottoposta a un'accresciuta pressione militare. Mentre all'interno del Paese riprendevano vigore e credibilità le posizioni neutraliste, fu firmato a Mosca nel settembre 1944 un armistizio che in pratica confermava i termini degli accordi del 1940. In più la F. fu gravata di un debito di 300 milioni di dollari a favore dell'U.R.S.S. Questo trattato fu opera di Mannerheim (divenuto presidente della Repubblica nello stesso settembre 1944) e di Paasikivi, premessa alla dichiarazione di guerra alla Germania, che fu emanata nel marzo 1945. In questo stesso mese si svolsero nuove elezioni che videro l'affermazione delle forze di sinistra e che facilitarono le successive tappe della distensione con l'U.R.S.S. Nel 1946 Paasikivi succedette a Mannerheim nella carica di presidente della Repubblica, nel 1947 la Pace di Parigi non apportò mutamenti ai precedenti accordi tra F. e U.R.S.S. e nel 1948 Stalin e Paasikivi conclusero un patto d'amicizia, cooperazione e assistenza. Il principale frutto della politica di Paasikivi fu la restituzione da parte dell'U.R.S.S., avvenuta nel 1955, del territorio di Porkkala, una zona vicina a Helsinki ceduta nel 1947 per cinquant'anni ai Sovietici che vi rinunciarono prima della scadenza dei termini previsti. Nel 1956 a Paasikivi succedette un altro uomo politico a tendenza neutralista: U. Kekkonen, confermato alle successive scadenze (1962, 1968, 1974, 1978). Negli anni Sessanta la F. in politica estera rinsaldò le basi del proprio neutralismo, mentre all'interno giunse nel 1966 alla formazione di un governo a direzione socialdemocratica con l'appoggio comunista. Nel 1973 la F. firmò un accordo con la C.E.E. analogo a quello che la legava al COMECON. Dal 1975 il Paese è stato governato da coalizioni, con o senza la partecipazione del Partito comunista. Nel 1981 Kekkonen si dimetteva dalla presidenza della Repubblica; nuovo presidente diveniva nel gennaio 1982 Mauno Koivisto del Partito socialdemocratico. Dopo la scissione del Partito comunista (agosto 1985), diviso fin dal 1968 fra una corrente eurocomunista maggioritaria e una minoritaria stalinista, le elezioni del marzo 1987 segnavano la flessione dei suoi consensi e la sconfitta del governo socialdemocratico. Forti progressi riscuoteva il Partito conservatore, che ritornava così a impegni ministeriali dopo ventotto anni, ottenendo, per la prima volta dal 1945, la guida del Paese. Alle elezioni del febbraio 1988 Koivisto veniva rieletto presidente della Repubblica, con un'ampia maggioranza di voti, a conferma della sua capacità di garantire libertà di scelte interne ed esterne al Paese. Infatti, pur avendo rinnovato nel 1983 il patto d'amicizia, cooperazione e assistenza con l'U.R.S.S. del 1948, nel quadro della distensione internazionale la F. si sentiva libera, ancor prima del crollo dei regimi comunisti dell'Est europeo culminato, nel 1991, nella disgregazione della stessa Unione Sovietica, di assumere scelte proprie, esemplificate dall'adesione in qualità di membro effettivo all'E.F.T.A. (1986), a cui era associata sin dal 1961, e al Consiglio d'Europa (maggio 1989). A seguito delle elezioni legislative del marzo 1991 veniva formato un governo di coalizione non comprendente alcun partito della sinistra, guidato da M. Esko Aho, leader del Partito di centro. Alle presidenziali del 1994, le prime con l'elezione diretta del presidente, il ballottaggio era vinto dal socialdemocratico Martti Ahtisaari, che assumeva la carica il 1o marzo. Il Paese il 1o gennaio 1995 aderiva all'Unione Europea. Nel marzo 1995 il Partito socialdemocratico otteneva una schiacciante vittoria che permetteva al suo esponente di spicco Paavo Lipponen di formare un governo di coalizione insieme ai popolari, ad Alleanza Nazionale, ai Verdi e al Partito della coalizione nazionale. Il nuovo governo continuava la linea di austerità già intrapresa dal precedente, ottenendo conferma al suo operato nelle elezioni politiche del marzo 1999, che decretavano ancora una volta partito di maggioranza quello del premier Paavo Lipponen. Nel febbraio dell’anno successivo, veniva per la prima volta eletta alla carica di capo dello Stato una donna, Tarja Halonen, anch’essa esponente del Partito socialdemocratico.

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