Re: Concept

Dopo la lettura di GAMEZONE, di cui potete leggere la mia recensione, dopo aver riletto il concept a distanza di un mesetto dalla messa in linea, mi rendo conto del fatto che forse mi sono tenuto un po' troppo sul generale. Certo la "missione" era ben programmata, i tempi e gli spazi ristretti; era anche la prima volta nella mia vita che ho fatto un sito. Tuttavia non mi sento di dover criticare più di tanto il mio lavoro, perciò più che una riconcezione, questa sarà un po' come una risposta integrativa al concept.

In effetti nel volume della collana del professore contiene oltre che a considerazioni di grande interesse (ritengo il gioco tra le cose migliori della vita), anche molti esempi di progetti reali e virtuali, recenti e un po' più datati. Ecco allora una piccola appendice, che verrà poco a poco ampliata, contenente qualche esempio di bioarchitettura.

Intanto potete cliccare sulle immagini a sinistra per vedere questa palazzina residenziale nella periferia di Roma a Tor Vergata.

 

Re: Concept

Allora, stavolta si tratta di fare un confronto tra il lavoro individuale e quello di gruppo. Comincio dal lavoro individuale.
In effetti questo corso si presenta come un'anomalia nel mio percorso di studente, poichè finora i corsi erano abbastanza prevedibili nei loro contenuti e intuitivamente ogni studente aveva un'idea su cosa sarebbe andato a fare durante lo svolgimento di un corso. Ma con il Prof. Saggio questo non è possibile. Egli infatti tende a tenere nascosto il contenuto del corso, per svelarlo con molta... scusate non voglio incorrere in un gioco di parole, durante le stesse lezioni. Però fortunatamente, avendo frequentato dicamo "illegalmente" le prime lezioni del corso, potei avere già un'idea di cosa mi sarebbe capitato quest'anno. Ebbene nonostante una seppur lieve infarinatura di Saggio, sono rimasto lo stesso confuso fino a che il Prof. non spiegava di volta in volta il dafarsi. Trovo questo molto stimolante dal punto di vista didattico e simpatico da quello umano. Spero di aver bene interpretato lo spirito del corso.
Parliamo ora del lavoro di gruppo. Siamo capitati, un po' per caso un po' per necessità, a formare un gruppo abbastanza eterogeneo, con oltre a me, tre erasmus spagnoli, la cui presenza, come la mia del resto, non è stata proprio continua; infine abbiamo ospitato più che volentieri Nicola, infermiere del Policlinico Umberto I e chiaramente studente di Architettura. All'inizio è stato un vero casino. Non ci siamo potuti vedere subito tutti e 5, e la prima scadenza è stata un disastro. Finalmente però abbiamo cominciato a ingranare e i pochi incontri hanno portato qualche frutto; finalmente abbiamo un tema interessante per fare il lavoro di ricerca e proposta progettuale. E' il tema di Nicola, la crisi del Policlinico, scelto tra i 4 possibili concept della tristemente famosa prima revisione...

1-      Link _>>
Percorsi di recupero urbano attraverso connessioni ciclo-pedonali

Nel quadrante nord del centro storico di Roma, caratterizzato dai quartieri Parioli, Villaggio Olimpico, Flaminio e Foro Italico, sono presenti molte attrezzature a livello urbano per lo svago, il tempo libero e la cultura, di grande interesse, ma purtroppo divise da barriere naturali e artificiali e male integrate tra loro. La ricerca allora vuole analizzare queste componenti e cercare di legarle attraverso un percorso ciclo-pedonale che dia unità e coesione al sistema. Può diventare un segno visivo a livello urbano. Si tratta in sintesi di “mettere in rete” parti di uno stesso sistema; tale rete diventa lo strumento attraverso il quale il fruitore dei servizi urbani possa essere guidato e invogliato al loro utilizzo.

 

2-      Signs in the City
Collegamenti visivi attraverso “hitos” nella città

Al visitatore occasionale e al turista una città complessa come Roma offre un impatto visivo estremamente rarefatto e poco caratterizzato nelle sue parti. Sarebbe interessante quindi individuare una rete urbana e installare degli “hitos” nei punti nodali per creare una visione panoramica ben caratterizzata, come un supporto visivo che guidi l’osservatore al riconoscimento del contesto città. Un beck-up della urbanistica della Roma sistina in chiave moderna attraverso un layer visivo che si manifesta su due livelli: uno di percezione complessiva della città, l’altro di riconoscimento specifico di una posizione locale.

 

3-      Mixed use
Confronto tra la gerarchia degli usi e i nuovi utilizzi attuali degli spazi.

La città moderna figlia dell’industria e della zonizzazione, che ha portato ad una gerarchia tra i differenti tipi di edifici e i loro usi, ma anche a livello sociale, oggi è in crisi. La proposta progettuale è di mischiare i differenti usi, attuali o futuri, in edifici di nuova forma, che a differenza di quelli attuali, possano essere usati di continuo e destinati a differenti tipologie di utenti. Si verrebbe così a creare una città senza quelle grarchie attuali, continua e omogenea nel suo utilizzo, come nel world wide web.

 

4-      Plastic Surgery
Ovvero nuova forma, nuova funzione, nuova estetica.

La situazione attuale del Policlinico Umberto I è di estremo degrado: questa macchina concepita agli inizi del secolo scorso ha perso la propria capacità di funzionamento a causa della sua incapacità di adattamento all’evoluzione dei nuovi bisogni. L’intervento si propone di riconsiderare l’area e il suo funzionamento, anche da un punto di vista estetico ed espressivo. Esso si insinua nelle maglie dell’esistente; piccole articolazioni interstiziali, che modificano sia i nessi che i flussi dinamici dell’area e le loro funzioni, in un susseguirsi di spazialità, immagini, proiezioni, illuminazioni.

 

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