Trasfusioni e disassociazione

Nel mese di aprile del 2000 il Corpo Direttivo dei testimoni di Geova (TdG) ha modificato la sua posizione in merito alla proibizione delle trasfusioni di sangue: ora chi accetta una trasfusione non viene più disassociato, come avveniva in precedenza ma si "dissocia" automaticamente dall'Organizzazione. I portavoce dell'Organizzazione hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa nelle quali si parla di una "modifica procedurale" consistente nel fatto che se ora un TdG acconsente volontariamente ad una trasfusione, con tale gesto si estromette da solo dalla congregazione. Se poi il "peccatore" cambia idea e si pente può essere riammesso nel gruppo. Essere espulsi o dissociarsi da sé non cambia in nulla la realtà in cui viene a trovarsi l'ex Testimone. Ai "dissociati" infatti viene riservato lo stesso trattamento inferto agli espulsi: ostracismo rigoroso e drastica alterazione nei rapporti familiari. Espulsione e dissociazione, quindi, sono due facce della stessa medaglia (per i dettagli si veda questa pagina: link).

Con un gioco di parole il Corpo Direttivo lascia intendere una cosa per poi farne un'altra: se la Watch Tower dichiara che non viene preso nessun attivo provvedimento disciplinare contro i TdG che accettano trasfusioni, tutti concludono che ora i Testimoni possono accettare tale terapia. Coloro che non conoscono a fondo la terminologia e la prassi geovista non comprendono infatti che, accettando volontariamente una trasfusione di sangue, senza mostrare poi pentimento, il "trasgressore" si "dissocia" automaticamente dalla congregazione.

Quali sono le ragioni di questo cambiamento?

Questa modifica sembra assolvere la funzione di tattica diversiva tesa a limitare, in termini di responsabilità, il coinvolgimento del Movimento nelle drammatiche vicende causate da quel dogma funesto. Basterà ricordare che tempo fa il Presidente della Corte Costituzionale della Colombia affermò che il diniego di una trasfusione di sangue equivale a un omicidio di primo grado; egli aggiunse: "La libertà religiosa non è assoluta, esistono dei limiti, una religione che attenta alla vita di una persona non può essere legalmente riconosciuta."

Di fronte alle accuse di condizionare fortemente le scelte degli adepti con la minaccia dell'espulsione ora la Watch Tower può dichiarare - strategicamente - che la congregazione non intraprende alcuna azione disciplinare nei confronti di chi accetta il sangue. È il "trasgressore", infatti, che fa tutto da solo. È chiaro quindi che si tratta di un escamotage legalistico che ha lo scopo di tutelare meglio gli interessi della Società.

I vertici del Movimento cercano in tal modo di contenere le cause di frizione con l’opinione pubblica, con l’inconfessato scopo di rientrare nelle cosiddette mainstream religions, conquistando credibilità dinanzi a varie nazioni europee e allontanando lo spauracchio di vedersi includere nel novero delle sette pericolose; infatti, la pronuncia di dissociazione viene adottata anche nel caso del Testimone che accetta di svolgere il servizio di leva, proprio per evitare problemi con le Autorità. Anche Raymond Franz, ex componente del Direttivo mondiale geovista, ritiene che il cambiamento "procedurale" adottato servirà a modificare l’immagine negativa del gruppo in Europa. D’altronde, l’immagine del Movimento è stata recentemente offuscata dall’"incidente con la Bulgaria". Il caso è legato all’accordo, raggiunto nel 1998 dinanzi alla Commissione europea per i diritti umani, tra il Governo bulgaro e l’ente esponenziale geovista di quella nazione, finalizzato a concedere il riconoscimento giuridico ai Testimoni bulgari. Tale accordo prevedeva che il Movimento geovista avrebbe incluso nello statuto dell’Associazione una clausola che consentisse agli affiliati di esercitare una libera scelta in materia di emoterapia, senza alcuna sanzione da parte dell’Associazione (sull’intera vicenda si rimanda a questa pagina). Tale impegno fu sconfessato, appena un mese dopo la stipula, dalla sede di Brooklyn del Movimento, provocando critiche a livello internazionale.

È pure possibile che il cambiamento si proponga di parare la crescente critica di ambienti scientifici a proposito delle manifeste contraddizioni e bizantinerie legate al dogma.

Infine, non si può escludere che il dissenso interno abbia svolto un ruolo non secondario nell’indurre i vertici del Movimento geovista a deliberare questa nuova direttiva. Sia in Italia che all’estero, sono attivi gruppi di Testimoni che non condividono alcuni aspetti dell’ideologia geovista. Per restare in tema di emoterapia, è ben nota l’attività dell’AJWRB ("Associated Jehovah’s Witnesses for Reform on Blood" = Testimoni di Geova riuniti per la riforma della posizione sul sangue), con un indirizzo postale di Newark (USA). Sotto la sigla AJWRB, si celerebbe un gruppo internazionale di Testimoni di Geova diffuso in oltre 25 paesi (composto da "anziani", funzionari del Movimento, membri dei Comitati di assistenza sanitaria, medici e altri), tutti accomunati da un netto dissenso, portato avanti in modo clandestino, nei confronti della tragica direttiva geovista contraria all’emoterapia.


Commenti apparsi sulla stampa

Lettere al Direttore - The Times, 21 giugno 2000  

Caro Direttore,

vorrei correggere l'impressione erronea che può aver lasciato il titolo "Dietrofront dei Testimoni sulle trasfusioni di sangue" (14 giugno).

Se un membro battezzato alla fede accetta volontariamente una trasfusione di sangue e non esprime pentimento, indica con le proprie azioni di non volere più essere un Testimone di Geova. L'individuo rinuncia all'appartenenza con le sue stesse azioni, e non è la congregazione ad iniziare questo passo.

Questo approccio a quanto è una situazione molto insolita rappresenta un cambio procedurale recentemente introdotto, in quanto in questi casi la congregazione non intraprende più azioni per cessare l'appartenenza. Tuttavia il risultato finale è il medesimo: l'individuo non viene più considerato come membro della congregazione cristiana dei Testimoni di Geova perchè non accetta e non segue più la proibizione biblica di astenersi dal sangue.

Se successivamente questo individuo cambia idea, può essere riaccettato come Testimone di Geova.

Distinti Saluti

Paul Gillies
Coordinatore degli Affari Pubblici, Testimoni di Geova in Gran Bretagna
Watchtower House, The Ridgeway, NW7 1RN. 16 giugno 2000

 

Caro Direttore,

La decisione dei dirigenti dei Testimoni di Geova di accettare le trasfusioni di sangue senza scomunica automatica ("disassociazione") dovrebbe essere applaudita. Tuttavia il cambiamento è avvenuto a causa della minaccia di azioni legali (in particolare negli Stati Uniti), e per il desiderio di mantenere lo status di ente benefico in quanto religione maggiore.

Mesi fa in Bulgaria la dirigenza dei Testimoni di Geova ha apportato un cambiamento alla direttiva delle trasfusioni per valutare il probabile impatto sugli appartenenti.

Questo cambio di politica mi sembra più motivato da denaro e pubbliche relazioni, piuttosto che dal benessere fisico e spirituale dei seguaci

Cordiali saluti

Clive Lennox
University of Bristol, 8 Woodland Road, Bristol BS8 1TN. 15 giugno 2000.

 

Caro Direttore,

Se la dirigenza della Watchtower Society avesse reso accettabili le trasfusioni di sangue, o almeno non punibili così severamente, sarebbe davvero una grande notizia. Tuttavia ben poco è cambiato.

In effetti non c'è differenza tra il trattamento riservato ai membri "disassociati" o a quelli "dissociati". Queste persone vengono considerate apostate, anticristo e devono essere evitate dai membri.

La dirigenza della Società Torre di Guardia sta facendo giochi di parole, ma in gioco ci sono vite umane.

Cordiali saluti

Klaus Brunner
Schluesselgasse 11/43, Vienna A 1040, Austria. 14 giugno 2000.


 Trasfusioni di sangue: resta il no dei Testimoni di Geova

Il Gazzettino, 15 giugno 2000

Il "Times" ha annunciato una drastica svolta dei Testimoni di Geova su uno dei temi più delicati legati alla loro fede. Stando al quotidiano britannico, avrebbero deciso di modificare la loro impostazione su donazioni e trasfusioni di sangue, durante un vertice dei 12 membri del "governo mondiale" dell'organizzazione svoltosi nel massimo riserbo - afferma il 'Times' - al quartier generale di Brooklyn, di fronte ai grattacieli di Manhattan. Ma dalla "Watchtower" newyorkese è arrivata subito la smentita.

Le trasfusioni di sangue restano un divieto assoluto e «la posizione non è cambiata», dice una nota. Una sottile «variazione procedurale», in effetti, è avvenuta fin da aprile: chi accetta consapevolmente trasfusioni del sangue, col suo gesto indica di essere fuori dai Testimoni di Geova senza bisogno che sia la congregazione ad intervenire a cacciarlo. Se poi il fedele respinto dà segno di ripensamento, «può essere di nuovo accettato come Testimone di Geova».

Come hanno sempre fatto dal secondo dopoguerra ad oggi, i Testimoni restano comunque contrari alle trasfusioni, pronti ad accettare le conseguenze di un atteggiamento che è stato oggetto di critiche e anche di inchieste giudiziarie.  


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