"In
principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era
un dio" (TNM). Come si devono intendere queste parole del vangelo di Giovanni? In Giov. 1:1
levangelista scrive che "la Parola [o il Verbo (gr. Logos)]
era con (accanto) a Dio [lett."Il Dio" (= il Padre)], e
la Parola era Dio (kai theos en ho logos)". Per rendere più chiaro il concetto, proviamo a sostituire la parola "Dio" con il termine "Uomo": "In principio era il Verbo, e il Verbo era con lUomo, e il Verbo era Uomo". Risulta evidente che il Verbo "è Uomo" nel senso che possiede la natura umana, la stessa natura dell'"Uomo" (per eccellenza) accanto a cui si trova; non vi è in queste parole alcun accenno ad una diversità/inferiorità di natura e/o posizione. Questo è ciò che Giovanni voleva far capire ai suoi lettori. Nella frase "il Verbo era Dio", il termine "Dio" ha la funzione di un aggettivo con il quale si descrive la natura del Verbo, senza definirne («limitarne») la persona. Il significato sarebbe ben diverso se traducessimo "la Parola era un uomo": qui laccento non sarebbe più messo sullidentità/uguaglianza di natura cioè "cosa" era la Parola , evidenziata anche dal fatto che "Uomo" viene scritto, nel primo caso, con liniziale maiuscola, ma si sposterebbe sullidentità personale (chi è la Parola), che diverrebbe traducendo in questo modo un uomo, in senso generico, uno dei tanti uomini esistenti, che si differenziano per potere, autorità, condizione sociale, ecc., ecc. Un altro esempio, ancora più aderente al testo biblico: al posto della parola "Dio", usiamo il termine "Roccia" (cfr. Deut. 32:4; 1 Cor.10:4). "In principio era il Verbo, e il Verbo era con la Roccia e il Verbo era Roccia". Anche qui è molto chiaro che il Verbo possiede la stessa natura della "Roccia" accanto alla Quale si trova. Se traducessimo "la Parola era una roccia", il significato sarebbe diverso: esistono infatti molti generi di roccia. Così, mentre nel primo caso la Parola viene accomunata alla Roccia con cui era, nel secondo caso si verrebbe a trovare in un mucchio di pietre, che potrebbero anche essere di natura diversa dalla Roccia (con la "R" maiuscola). Un ultimo esempio: possiamo sostituire il termine Dio con le parole Padre e Figlio: "In principio era il Verbo, e il Verbo era con il Padre e il Verbo era Figlio". Il significato anche qui non cambia: Padre e Figlio possiedono la stessa natura. Se noi rendessimo questa frase "il Verbo era con il Padre e il Verbo era un figlio", il senso sarebbe molto diverso: "un figlio", infatti, potrebbe essere uno dei tanti e non necessariamente il più eccelso o il prediletto; si potrebbe pensare che il Verbo è "un" figlio di Dio come lo sono gli angeli, gli uomini, ecc. La Watch Tower cita il gesuita Mc Kenzie per "dimostrare" la correttezza della sua traduzione: «Nel suo Dizionario Biblico il gesuita John L. Mc Kenzie dice: "A rigor di termini Gv 1:1 dovrebbe essere tradotto così: La parola era con il Dio (= il Padre), e la parola era un essere divino" Cittadella Editrice, 1973, trad. di Filippo Gentiloni Silveri, p. 251». Ragioniamo, p.414. Con queste sue parole, Mc Kenzie, che è cattolico e quindi trinitario, non intende certo contraddire la dottrina della Chiesa. È chiaro che anche per questo gesuita la Parola è un "essere divino" proprio perché possiede la stessa natura del Padre. Mc Kenzie non aveva certo previsto luso distorto delle sue parole da parte di TdG, altrimenti avrebbe potuto scrivere: "A rigor di termini.... La Parola era con lEssere divino (= il Padre) e la Parola era un Essere divino (= della stessa "sostanza" del Padre)", sempre con ciò rispettando la grammatica e il significato di questo passo. In questo modo avrebbe tolto ai TdG ogni appiglio per citare arbitrariamente le sue parole (come fanno anche con altre dichiarazioni di questo studioso: link). Rendere Giov. 1:1 "la Parola era un dio", non è la stessa cosa che dire "la Parola era divina (o un essere divino)". Anche del Padre si può dire che Egli è un Essere divino, senza con questo sminuirne la grandezza e la dignità. Se dicessimo che il Padre è "un dio" (con la "d" minuscola) degraderemmo lOnnipotente, equiparandoLo ad una delle numerose "divinità" in cui gli uomini credono o hanno creduto. Questo è quanto fa la TNM nei confronti del Logos: quando leggiamo che "la Parola era un dio", non pensiamo certo che il Figlio possieda la stessa natura del Padre; anzi, quel titolo minuscolo (dio) fa pensare che il Figlio sia semplicemente un "dio minore" accanto al Dio - con la "D" maiuscola - maggiore. Per i TdG Gesù è chiamato "dio" nello stesso modo in cui anche gli angeli e gli uomini vengono a volte definiti "dei" (cfr. Esodo. 7:1; Sal.82:6). «Ma la Bibbia non dice che Gesù è un dio? chiederà qualcuno. Sì. Ma dice che anche Satana è un dio. (2 Corinti 4:4)» - Potete vivere, p. 40. La Watch Tower riconosce che in Giov. 1:1 il predicato nominale theòs ha la funzione di un aggettivo: «La costruzione grammaticale di Giovanni 1:1 riguarda un predicato nominale, privo di articolo determinativo (il), che precede il verbo, costruzione che ha primariamente significato qualitativo e indica che "il Logos ha la natura di theos"» - Perspicacia, p.1062. Pur riconoscendo quanto sopra, la Watch Tower si contraddice traducendo, in Giov. 1:1, theòs con "un dio": in questo modo la "traduzione" non descrive più una qualità della Parola (cioè la sua natura divina) ma ne identifica/limita la persona, che diventa un "semplice" dio (minore), accanto al vero Dio. Ha il Logos la stessa natura divina del Padre? Dal modo in cui la TNM rende questo passo non è più possibile comprenderlo.
"Nessun
uomo ha mai visto Dio; lunigenito dio che è nella
posizione Giov. 1:18 va inteso nello stesso modo. Anche qui Giovanni non voleva dire che il Logos fosse un "dio" ("d" minuscola) come traduce la TNM; questo è evidenziato dal fatto che nel versetto il Logos è definito "unigenito". Ciò fu ben compreso anche dagli antichi copisti i quali, in molti manoscritti, sostituirono la parola "Dio" con "Figlio", dato che il significato era identico: "Unigenito Dio" è infatti lequivalente di "Unigenito Figlio".(1) Facciamo un esempio per rendere maggiormente chiaro il punto. Supponiamo che Giovanni avesse scritto: "Dio (= il Padre) nessuno lo ha mai visto; un dio ce lo ha rivelato". Scrivendo "un dio" levangelista sarebbe stato molto generico: questo "dio" poteva essere un membro qualunque della famiglia degli angeli, o addirittura un uomo investito di particolare autorità (cfr. Es. 7:1). Sostituendo "dio" con la parola "figlio" otteniamo lo stesso risultato: "Dio (= il Padre) nessuno lo ha mai visto; un figlio ce lo ha rivelato". Invece Giovanni scrive: "Dio (= il Padre) nessuno lo ha mai visto. LUnigenito Dio ce lo ha rivelato". Si noti che questo "Dio", che si trova "nel seno del Padre", è chiamato lunigenito. Questo titolo dà risalto alla natura divina del Figlio, che è "generato" (= della stessa "sostanza") dal Padre; ed è lunico generato, cosa ben diversa dallessere creatura.(2) Infatti, non si legge in nessun passo biblico che Dio abbia generato altri figli oltre al Logos che è, appunto, lUnigenito (cfr. Ebrei 1:5,6). Nella locuzione "lunigenito Dio", lenfasi va messa dunque sulla parola "unigenito": il significato del versetto non cambia se noi togliamo la parola "Dio", o se la sostituiamo con "Figlio", come fecero gli antichi copisti. Anche in questo caso, rendere il passo (come la TNM) "lunigenito dio" è una contraddizione: infatti, se il Logos è Unigenito ha la stessa natura di Dio ed è dunque Dio, così come non può essere semplicemente un figlio ma è invece Il Figlio, lUnico generato. Giovanni, in diversi punti del suo vangelo, mette in risalto questa uguaglianza di natura tra il Padre e il Figlio. Chiamava
Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio (5:18). Note: (2)
"Generare" e "creare" sono verbi diversi, sia
in italiano che in greco, con significati ben distinti: - creare
significa "produrre dal nulla" - generare significa
"trasmissione di sostanza vitale". Un albero
"genera" un frutto, non lo crea dal nulla; così
come un "genitore" (da cui il significato del termine)
il figlio. Solo Dio può creare le cose dal nulla. Giov. 1:18 fa
capire che Gesù è lunico "generato" dal Padre
ed è pertanto ben distinto dalle cose "create". Si veda anche questa
pagina, per un'ulteriore analisi dellargomento: |