Il 12 Novembre 1998, diverse personalità politiche hanno presentato un'Interrogazione Parlamentare riguardante i Testimoni di Geova (Senato della Repubblica, seduta 485). Il 24 novembre 1998, la Congregazione dei Testimoni di Geova ha risposto a tale Interrogazione con una lettera indirizzata all'On. Mancino. Se ne può visualizzare il contenuto qui (link esterno). Premettendo che alcuni punti della suddetta Interrogazione erano, a mio parere, poco convincenti, se non addirittura inopportuni, vorrei analizzarne brevemente alcuni aspetti, iniziando dal modo in cui la Società Watch Tower ha replicato all'accusa di emarginare gli ex membri, considerata nel punto 5:
Ecco la risposta della Società:
Secondo la Watch Tower quindi, non sarebbe vero quanto riportato nell'Interrogazione. In effetti, secondo una certa logica farisaica e da un punto di vista assolutamente letterale, qualche contatto con alcuni espulsi esisterebbe. Ecco cosa si legge, infatti, nella Torre di Guardia del 15 aprile 1991: «[Certe] esperienze gioiose indicano che alcuni che sono stati disassociati o che si sono dissociati potrebbero reagire positivamente se venissero avvicinati con misericordia dai pastori. Ma cosa possono fare in proposito gli anziani? Al massimo una volta all’anno, il corpo degli anziani dovrebbe vedere se nel territorio della congregazione abitano persone del genere. Gli anziani dovrebbero interessarsi in particolare di coloro che sono espulsi da più di un anno. In base alle circostanze, se sarà opportuno, incaricheranno due anziani (se possibile, due che conoscano la situazione) di far visita a tali individui. Tuttavia, non andranno da nessuno che si dimostri critico o pericoloso o che abbia fatto sapere di non voler ricevere aiuto» (il corsivo è mio). Legalisti fino all'estremo, gli "anziani" seguono le direttive e visitano una volta all'anno quei disassociati che vorrebbero ritornare ad essere Testimoni. La cura pastorale e personale che potrebbe richiedere di contattare più frequentemente queste persone, se ciò fosse necessario, viene soffocata dal legalismo e dalle regole: la Società dice una volta all'anno e si va a far loro visita solo una volta all'anno! Se qualche "anziano" osasse agire diversamente verrebbe, come minimo, rimosso dall'incarico. Non tutti, come si legge nella Torre di Guardia, possono essere visitati: «Non sarebbe appropriato nemmeno per gli anziani prendere l’iniziativa nei confronti di alcuni espulsi, come gli apostati, che ‘dicono cose storte per trarsi dietro dei discepoli’ [...] Dio comanda che, se un malvagio viene espulso, i cristiani devono ‘cessare di mischiarsi in sua compagnia, non mangiando nemmeno con un tal uomo’. In questo modo i leali che rispettano e vogliono seguire la legge di Dio troncano con lui ogni rapporto, compresi i rapporti sociali. Alcuni di questi cristiani leali potrebbero essere parenti che non fanno parte dell’immediata cerchia familiare né vivono con il trasgressore. Per loro potrebbe essere difficile seguire questo comando divino, proprio come non era facile per i genitori ebrei sotto la Legge mosaica essere fra coloro che giustiziavano un figlio malvagio. Ma il comando divino è chiaro; possiamo quindi essere certi che la disassociazione è un provvedimento giusto» (il corsivo è mio). Ovviamente ognuno dovrebbe essere libero di decidere autonomamente se frequentare o meno un certo tipo di persone. I TdG, con una certa malcelata astuzia, citano esempi estremi (credo immaginari) di persone espulse per la loro condotta "disordinata". In realtà, si viene disassociati anche per motivi molto meno seri, magari solo per aver dissentito dalle interpretazioni del Corpo Direttivo (CD) su questioni secondarie come festeggiare un compleanno, accettare una trasfusione, criticare gli errori commessi dalla Società, agire secondo coscienza in questioni sulle quali la Bibbia non si esprime, ecc. Per esempio, se qualcuno insegnasse (si limitasse cioè a sostenere solo a parole) che accettare una trasfusione, indispensabile per salvare una vita, è una questione che dovrebbe essere lasciata alla coscienza individuale, sarebbe - sempre se non si "pente", ritrattando le sue convinzioni - immediatamente espulso come "apostata", con la conseguente emarginazione dal gruppo. La disassociazione non è solo un modo per tutelare i fedeli da chi li vorrebbe corrompere - creando "grave scandalo", come cerca di far credere la Società - ma è, all'interno del gruppo, uno strumento di controllo delle coscienze e di ogni genere di comportamento. I disassociati, per qualsivoglia motivo - a parte le rare eccezioni su riportate - vengono infatti trattati tutti, indistintamente, nello stesso modo: con l'ostracismo più intransigente. Chi decidesse, secondo coscienza, di continuare a mantenere i rapporti sociali e familiari con gli ex membri, verrebbe a sua volta espulso. Quindi, se qualcuno avesse deciso di lasciare i Testimoni perché resosi conto di aver fatto una scelta sbagliata, o perché con il passare del tempo ha maturato altre consapevolezze e convinzioni, dovrà subire per tutta la vita le conseguenze di questa sua ponderata decisione. Se i suoi familiari, parenti ed amici sono Testimoni sarà per sempre evitato da tutti loro (purché non vivano nella stessa casa, come nel caso di figli minorenni o della moglie). I figli maggiorenni, se disassociati, verranno "invitati" a lasciare la famiglia (purché, naturalmente, anch'essi non si "pentano"). Perché essere penalizzati per scelte che si ritengono corrette? È vero che ogni organizzazione ha il diritto di stabilire norme disciplinari al suo interno, ma se qualcuno lascia i TdG e continua ad avere una condotta eticamente corretta, seguendo principi e valori morali positivi, con quale autorità si impone a tutti i TdG, familiari compresi, di non avere più alcun contatto con lui? Non si tratta sempre di una scelta volontaria dei singoli Testimoni come vorrebbe far credere la Watch Tower. Esistono fortissime pressioni in tal senso: conosco persone che non avrebbero esitazioni nel frequentare degli ex "impenitenti", ma non lo fanno per timore di essere sanzionati. Si può obiettivamente asserire che questa condotta in molti casi viene imposta con la minaccia dell'espulsione. Questo è particolarmente vero nel caso di genitori e figli: come si può, infatti, pretendere che una madre eviti ogni rapporto con un figlio "apostata"? La risposta della Società su riportata è un'evidente dimostrazione di come sia possibile, mediante mezze verità e calcolate, astute dichiarazioni, presentare un'immagine accettabile e serena di quella che è la realtà esistente nell'organizzazione. Questo modo di esprimersi rientra in quella che i Testimoni definiscono "strategia teocratica". Tale tattica viene particolarmente adottata quando può servire per ottenere vantaggi e favori dalle autorità governative. Si veda su ciò lo studio I testimoni di Geova e la strategia teocratica (link esterno) di cui riporto qui alcuni punti esemplificativi che fanno comprendere cosa intendono i TdG con l'espressione "dire la verità":
Credo che la risposta della Watch Tower all'Interrogazione risulterebbe molto più "comprensibile" una volta che si è al corrente di cosa intendono i TdG con l'espressione "dire la verità"... Sempre nel punto 5 della risposta, la Società Wacth Tower afferma:
Anche in questo caso si è di fronte a delle dichiarazioni ambigue - delle mezze verità - che hanno lo scopo di presentare in una luce positiva e favorevole la realtà esistente nell'Organizzazione. È vero, a rigor di termini, che la disassociazione non "annulla i rapporti con gli altri componenti della famiglia"; qui i TdG giocano sul significato letterale delle parole usate. «Annulla», infatti, significa che non dovrebbe esistere assolutamente alcun rapporto con gli ex, mentre qualche raro contatto, come si è detto sopra, invece avviene. Come si legge nella Torre di Guardia «[i genitori] devono determinare se qualche necessaria questione familiare richieda un limitato contatto con i figli disassociati». Inoltre si "dimentica" di precisare che, nel caso i figli disassociati siano maggiorenni e vivano fuori casa, i rapporti familiari cesserebbero praticamente del tutto, pena la loro stessa espulsione. Questo vale "ovviamente" anche nel caso di genitori o altri stretti familiari che vengono espulsi (si veda questa pagina). Al punto 7 la Watch Tower afferma:
Vorrei davvero conoscere qualcuno che ha sposato un "incredulo" e che sia stato nominato "anziano" (presbitero) o "servitore di ministero" (diacono) dopo "un ragionevole periodo di tempo". Questo però potrebbe anche essere accaduto, magari perché il coniuge "incredulo" si è convertito, oppure i due si sono separati. Dopo anni, quindi, potrebbe anche essere avvenuta questa assai improbabile nomina. Anche qui i TdG ricorrono alla "strategia teocratica", in quanto quello che essi sostengono potrebbe accadere, anche se tutti sanno che la prassi comunemente seguita in tutte le congregazioni del mondo è che chi sposa un "incredulo", contravvenendo alle disposizioni del gruppo, non è più considerato "esemplare" e non può quindi avere "privilegi" nella congregazione. In tutti gli anni che ho vissuto come TdG non ho conosciuto nessuno che, avendo sposato un "incredulo", non fosse stato qualche modo sanzionato. La "disciplina" in questi casi comporta il divieto di pregare pubblicamente, di leggere nelle adunanze, di avere il benché minimo incarico ufficiale. La maggioranza dei TdG si arrende a questo tipo di pressione e si conforma alle esigenze dell'organizzazione. Si veda, per esempio, qui un'esperienza in merito. Contrariamente quindi a quanto i TdG vogliono far credere, come ho personalmente sperimentato, regna fra loro la più assoluta ed intransigente ubbidienza alle regole e perfino i più sacrosanti vincoli affettivi che, da che mondo è mondo, uniscono le famiglie, vengono subordinati all'ubbidienza al CD e alle sue interpretazioni delle Scritture. Un altro punto sollevato nell'Interrogazione Parlamentare era il seguente:
Così ha risposto la Società:
Il Consiglio di Stato riconosce questo diritto ai cittadini italiani. I TdG non dicono, anche in questo caso, che questa "libera scelta", se non viene adottata da tutti i giovani Testimoni, comporta delle severe sanzioni: chi accetta, secondo coscienza, di compiere il servizio militare viene a trovarsi, infatti, escluso dalla Congregazione. Tecnicamente i TdG dicono che la persona si è dissociata: il gruppo non espelle ufficialmente il "trasgressore" per non esporsi all'accusa di atteggiamento sedizioso. Però il "dissociato" non viene più considerato un TdG e i membri lo trattano alla stregua di un disassociato. Si può quindi davvero parlare di "libera scelta" quando una decisione non conforme a quella "suggerita" dall'organizzazione comporta l'ostracismo da parte di tutti gli altri Testimoni, parenti e familiari compresi?
Sembra da tale dichiarazione che i Testimoni accettino ora di compiere il servizio civile in Italia perché sono cambiate nel nostro Paese le norme che lo regolano. In realtà, fino al 1995, il punto di vista della Società era che si doveva rifiutare il servizio civile perché compiuto in sostituzione di quello militare; così, anche se tale servizio fosse stato del tutto indipendente dalle strutture militari, il Testimone avrebbe dovuto rifiutarsi di compierlo. Questo è quanto si legge nella rivista Svegliatevi! dell'8/6/1975, pp.12-15 (si parla di come venne affrontata la questione in Olanda, ma le norme erano le stesse in tutto il mondo): «Altre domande limitarono ancora di più la controversia: "Quando qualcuno fa obiezione al servizio militare", dichiararono i rappresentanti del governo, "passa dalla giurisdizione militare alla giurisdizione civile e da quel momento non ha nulla a che fare con i militari. Perché, dunque, si fa ancora obiezione all’accettazione di tale servizio civile?"». Così risposero i Testimoni, in armonia con le direttive impartite dalla Watch Tower: «"Il cristiano è contrario ad accettare volontariamente tale lavoro a motivo di ciò che dice la legge di Dio al riguardo: "Foste comprati a prezzo; smettete di divenire schiavi degli uomini". (1 Cor. 7:23) La servitù civile in sostituzione del servizio militare sarebbe altrettanto biasimevole per il cristiano. In effetti, egli diverrebbe con ciò parte del mondo invece di mantenersene separato come comandò Gesù. - Giov. 15:19; 17:14-16». Nel 1996 il Corpo Direttivo dei Testimoni ha modificato le proprie posizioni sull’argomento. In un articolo della rivista Torre di Guardia (1° maggio), venne riportato il "nuovo intendimento" secondo il quale ora «il cristiano dedicato e battezzato deve prendere la propria decisione in base alla sua coscienza addestrata secondo la Bibbia» (p. 19). Queste sono parole rivelatrici: infatti, se anche in precedenza il rifiuto del servizio civile fosse stato una libera scelta, compiuta, come si legge nella succitata risposta della Società, "secondo coscienza", in che consisterebbe la differenza? La novità consiste chiaramente nel fatto che se ora un Testimone sceglie di fare il servizio civile non viene sanzionato, mentre prima un’eventuale scelta in tal senso - anche se frutto di attenta riflessione e motivata da una buona coscienza - avrebbe comportato la sua espulsione "de facto" dalla Congregazione. Quando, infatti, la Società Torre di Guardia dichiara che seguire una certa condotta è "una questione di coscienza", ciò sottintende che l’adepto non subisce provvedimenti punitivi per le sue eventuali scelte. Mi domando, tuttavia, come si possa coerentemente parlare di ‘decisioni personali’ che ‘non sono imposte da altri’, ‘prese di propria volontà’ da persone che non "subiscono in qualche modo i dettami" di qualche gruppo religioso, come si legge, per esempio, nella Torre di Guardia del 15 marzo 1997, pag. 20, quando poi per seguire la propria coscienza, senza essere sanzionati, bisogna avere il "permesso" del Corpo Direttivo! La cosa peggiore è che la Watch Tower prima ha imposto le sue decisioni agli adepti, che dovevano accettarle e conformarvisi, pena l’ostracismo, poi ha attribuito questo comportamento alle scelte personali dei singoli (si veda questa pagina, al punto Coscienza e neutralità). Sul rifiuto delle trasfusioni la Società ha così risposto:
Anche qui si parla di "libere scelte": di nuovo voglio sottolineare che il Testimone che accettasse un'indispensabile trasfusione, per sé o per un proprio familiare, verrebbe disassociato. Si può davvero parlare quindi, anche in questo caso, di scelta libera, senza alcun genere di pressione o di condizionamento?
La menzione dei rischi connessi alle emotrasfusioni ha ben poco a che vedere con le ragioni per cui i TdG rifiutano questo trattamento sanitario. Le loro obiezioni, infatti, sono di natura "religiosa" e non medica. Un paziente Testimone, dopo aver attentamente valutato rischi e benefici, se non esistesse altra alternativa alla morte, non potrebbe in nessun caso dare il proprio assenso ad una trasfusione senza subire delle sanzioni; dovrebbe sempre rifiutare, secondo ciò che "suggerisce" la Congregazione, per non essere punito. Il rifiuto di questo "trattamento sanitario" è quindi per i Testimoni obbligatorio. Anche più avanti nella sua risposta la Watch Tower parla di «aderenti che scelgono personalmente l’applicazione di alternative, anziché le trasfusioni (sia per motivi religiosi che scientifici, ad esempio per evitare l’AIDS il cui virus, dicono gli specialisti, non può essere rilevato dalle indagini durante la "fase finestra")» (corsivo mio). "Scelte personali" che - lo ripeto - , se non effettuate secondo le direttive impartite, comportano l'espulsione. Ricordo a questo proposito che un tempo i Testimoni proibivano i trapianti, considerandoli una "pratica cannibalesca"(si veda La Torre di Guardia del 15 marzo 1968). Chi avesse accettato un trapianto sarebbe stato espulso dall'organizzazione. Dopo molti anni, durante i quali qualcuno è probabilmente morto per ubbidire alle direttive della Watch Tower, nel 1980, La Torre di Guardia ha pubblicato una nuova veduta; cito dalla rivista del 1° settembre 1980, p. 31: «Il trapianto di un tessuto o di un osso umano da un uomo all’altro è una questione che ciascun Testimone deve decidere in base alla propria coscienza». «Non c’è alcun comando biblico che vieti specificamente di introdurre nel proprio corpo tessuti di un’altra persona». «Se qualcuno accettasse un trapianto, il comitato giudiziario della congregazione non prenderebbe misure disciplinari nei suoi confronti». Da quella data i Testimoni possono accettare i trapianti senza essere sanzionati. Infatti, ora, i TdG non obiettano a questa pratica medica, anche se essa comporta gli stessi rischi delle trasfusioni di sangue di contrarre l'AIDS ed altre malattie letali! Un giorno potrebbe accadere la stessa cosa per quanto riguarda le trasfusioni, se il CD dovesse cambiare il suo attuale "intendimento" sul sangue. I Testimoni, che ora muoiono piuttosto che acconsentire ad un'indispensabile trasfusione, non avrebbero più obiezioni a tale terapia: è evidente quindi che non vi è implicata la "libera scelta" e la "coscienza" dei singoli, ma l'ubbidienza alle direttive della Watch Tower, alle quali non si può transigere senza subire la conseguenza dell'espulsione.
L'espressione da sottolineare in questa frase è «di solito non si oppongono». Infatti, secondo i "suggerimenti" che vengono dati dal CD, i Testimoni dovrebbero opporsi alle trasfusioni imposte ai propri figli minorenni, anche se queste fossero essenziali alla loro sopravvivenza. Cito a questo proposito la risposta data da un portavoce dei Testimoni (Sergio Rosati) in una recente intervista pubblicata sul Corriere della Sera del 18/3/2000:
Se qualcuno muore la colpa sarebbe quindi del medico... E se il medico decidesse di "rispettare" la decisione del genitore e non intervenisse? Secondo la "morale" geovista questo è quello che i medici 'rispettosi del loro credo' dovrebbero fare. In questo caso il minore morirebbe sotto lo sguardo di genitori e personale sanitario. Comunque, se le autorità intervengono togliendo la patria potestà ai genitori ed imponendo la trasfusione, come dovrebbero comportarsi i "leali" Testimoni? In un libro considerato con i nuovi che vogliono battezzarsi è posta la seguente illuminante domanda:
La risposta che ci si attende dal candidato al battesimo è che "il cristiano" rifiuterebbe decisamente di acconsentire alle trasfusioni, anche se vi fosse coinvolta la sua vita o quella dei suoi figli![nota] Chi risponde diversamente, o ha delle esitazioni, non è considerato idoneo per il battesimo. Il corretto comportamento del Testimone "idoneo" nel caso venisse imposta una trasfusione è "suggerito" nella Torre di Guardia del 15/6/91, p.31:
In base a quanto si evince da simili dichiarazioni - e da questa intera considerazione -, sono quindi davvero del tutto fuori luogo e false le accuse riportate nell'Interrogazione secondo le quali «gli aderenti alla Congregazione dei testimoni di Geova sottostarebbero a "disposizioni in contrasto con le leggi dello Stato"»? Ognuno può trarre le conclusioni che ritiene più opportune. [Nota] Si veda anche l'esperienza, risalente all'aprile del 2002, riportata in questa pagina, dalla quale si evince a quali contraddizioni morali e comportamentali conduce la proibizione della Watch Tower di acconsentire alle trasfusioni anche nei casi in cui queste si rivelino assolutamente necessarie.
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