Quanti sono coloro che andranno in cielo? Secondo i testimoni di Geova, saranno esattamente 144.000 persone. I TdG citano, a sostegno di questa loro asserzione, il libro dell'Apocalisse, dove, nel cap.7, si legge: «Poi udii quanti erano i segnati: erano centoquarantaquattromila, presi da ognuna delle tribù d'Israele» (v.4); «Poi vidi l'Agnello in piedi sul monte Sion, e con lui centoquarantaquattromila persone, che portavano scritto in fronte il nome dell'Agnello e il nome del Padre suo» (14:1-4). I testimoni di Geova insegnano che questi 144.000 sono gli «eletti», cioè coloro che andranno (o sono già andati) in cielo per regnare con Cristo. Ecco cosa si legge in un loro libro (Uniti nell'adorazione, p.110-112): «Dopo che Giovanni il Battezzatore fu imprigionato da Erode Antipa, Gesù intraprese un’estesa campagna di predicazione pubblica nel corso della quale richiamò l’attenzione sul “regno dei cieli”. (Matt. 4:12, 17) Informò le persone della possibilità di entrare in quel regno, e i suoi discepoli si sforzarono con vigore per ricevere quel premio.[...] Alla Pentecoste del 33 E.V. i primi di loro furono unti con spirito santo. (Atti 2:1-4; 2 Cor. 1:21, 22) Fu reso noto il provvedimento di Dio per la salvezza in vista di una vita immortale nei cieli. [...] Si stava prestando speciale attenzione alla formazione del governo che avrebbe diretto l’umanità per mille anni, e quasi tutte le lettere ispirate contenute nelle Scritture Greche Cristiane sono principalmente rivolte a questo gruppo di eredi del Regno, i “santi”, “partecipi della chiamata celeste”. Il fatto che fossero stati chiamati alla vita celeste non significava che fossero in qualche modo migliori di tutti i servitori di Dio morti prima della Pentecoste del 33 E.V. (Matt. 11:11) Semplicemente Geova aveva ora cominciato a scegliere quelli che avrebbero regnato con Gesù Cristo. Dopo ciò, per circa diciannove secoli, vi fu una sola chiamata, quella celeste. Fu un gesto d’immeritata benignità compiuto da Geova Dio verso un limitato numero di persone al fine di promuovere i suoi saggi e amorevoli propositi.[...] Col tempo il prescritto e limitato numero di 144.000 sarebbe stato raggiunto.[...] Se si esamina ciò che è effettivamente avvenuto, sembra evidente che la chiamata celeste, in generale, fu completata verso il 1935 [...] Significa questo che oggi Dio non chiami più nessuno alla vita celeste? Fino al suggellamento finale, c’è la possibilità che alcuni che nutrono tale speranza si mostrino infedeli, per cui debbano essere scelti altri per prenderne il posto. Ma sembra ragionevole che si tratti di casi rari». Secondo quanto scrivono i Testimoni quindi, dal 33 d. C. al 1935 vi sarebbero stati in tutto meno di 144.000 veri cristiani! Solo queste persone avrebbero avuto la speranza di andare in cielo e di regnare con Cristo. Per tutti gli altri, dal 1935 in poi, la speranza offerta da Dio è stata quella di vivere per sempre in un restaurato paradiso terrestre. La Watch Tower, infatti, insegna che «normalmente gli uomini vorrebbero vivere per sempre» sulla terra. (Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca, p. 10, §10, corsivo mio). Chi crede di andare in cielo, per i TdG, non ha i "normali" desideri e le speranze che sono proprie della natura umana. Se le cose stanno in questo modo, ci si potrebbe chiedere come mai allora Dio chiami alla vita celeste questi 144.000 eletti. È per ricompensarli della loro fedeltà? E perché mai ricompensarli con qualcosa di contrario alla natura umana? Perché Dio dovrebbe privare queste persone delle gioie e delle soddisfazioni proprie dell'uomo e che essi realizzerebbero pienamente solo vivendo per sempre sulla terra, come insegnano i TdG? Vista da questa prospettiva, anziché una ricompensa, la loro sembra una punizione. Su questo numero, 144.000, vi sarebbe poi molto da dire, a partire dal fatto che i TdG lo ritengono letterale, quando tutto il contesto in cui tale numero si trova è estremamente simbolico: A proposito di Apocalisse 7:1-8, i Testimoni credono che: i quattro angeli sono simbolici; i quattro angoli della terra sono simbolici; i quattro venti sono simbolici; le dodici tribù d'Israele sono simboliche; terra, mare e alberi sono simbolici. Invece, il numero 144.000 è letterale. Riguardo ad Apocalisse 14:1-4, i Testimoni credono che: l'Agnello è simbolico; il monte Sion è simbolico; i nomi scritti sulla fronte degli eletti sono simbolici; il nuovo cantico è simbolico; la verginità è simbolica. Il numero 144.000 invece è letterale. È logico e coerente questo modo di comprendere e spiegare la Scrittura? I commentatori e gli studiosi biblici ritengono che 144.000 sia un numero simbolico.[1] Ma supponiamo, per amore del ragionamento, che si tratti davvero del numero letterale di coloro che andranno in cielo, come insegnano gli attuali Testimoni di Geova. È il caso di ricordare a questo punto che il loro fondatore, C.T. Russell, aveva in merito convinzioni molto diverse. Parlando della "grande folla" descritta in Ap.7:9, ecco quanto si legge nel libro Rivelazione: il suo grande culmine è vicino! (p.120) riguardo a ciò che Russell e i TdG di allora (che si facevano chiamare Studenti Biblici) credevano: «Secondo l’interpretazione di alcuni commentatori del mondo, questa grande folla sarebbe formata dai non giudei convertiti al cristianesimo o dai martiri cristiani diretti in cielo. Nel passato anche gli Studenti Biblici pensavano che si trattasse di una classe celeste secondaria, come si legge nel volume I degli Studi sulle Scritture, intitolato Il Divin Piano delle Età (pubblicato in inglese nel 1886; ed. italiana del 1904): “[Questa classe] perde il premio del trono e della natura divina, ma perverrà finalmente al nascimento dell’essere spirituale d’un ordine inferiore alla natura divina. Vero è che sono dei credenti consacrati, ma essi sono a tal segno invasi dallo spirito mondano che si scordano di dare la loro vita in sacrifizio”. E ancora nel 1930, nel libro Luce, volume I, veniva espresso questo pensiero: “Coloro che formano la grande folla non rispondono all’invito di diventar zelanti testimoni del Signore”. Erano descritti come un gruppo che si autogiustificava, il quale aveva una certa conoscenza della verità, ma faceva poco per predicarla. Dovevano andare in cielo come classe secondaria che non avrebbe regnato insieme a Cristo». Di questa "grande folla" si legge che "stava di fronte al trono [di Dio] e all'Agnello" e che "gli presta servizio giorno e notte nel suo santuario, e Dio che siede sul trono sarà sempre vicino a loro" (v.14). Essendo "davanti a Dio" e "nel suo santuario" è chiaro che si sta parlando di persone che si trovano in cielo. Russell era quindi più vicino alla verità biblica di quanto non lo siano i suoi attuali "eredi".[2] Inoltre, in Apocalisse 19:1, si legge (grassetto mio): «Dopo queste cose udii ciò che era come l’alta voce di una grande folla nel cielo. Dicevano: “Alleluia! La salvezza e la gloria e la potenza appartengono al nostro Dio.. » (si veda anche il v.6). Chi sono costoro? Viene usata la stessa espressione del cap.7, v.9. Chi compone questa "grande folla"? Sono solo gli angeli, come scrive la Watch Tower? (Ragioniamo, p.69, §.4) Ma da dove si ricava una simile conclusione? In realtà, questa "folla immensa" «è tutta la Chiesa finalmente riunita. Il regno di Dio che si dispiega in tutta la sua realtà». (La Bibbia, Pietro Vanetti, Garzanti Editore, 1983). Quindi, anche accettando l'opinione degli attuali TdG che 144.000 sia un numero letterale e distinto di eletti, nella Bibbia si legge che un numero incalcolabile di altre persone andranno in cielo. Contrariamente a tutte queste evidenze, gli attuali Testimoni insegnano che, in tutta la storia del cristianesimo, prima del 1914, i cristiani "veri" siano stati poche migliaia. Facendo qualche calcolo si può dimostrare l'assoluta infondatezza, oltre che biblica, anche storica e ...matematica di queste loro affermazioni. Nel libro Il millenario regno di Dio si è avvicinato, p.237, §§ 8-11 (Accresciuti gli averi del Re), si legge, a proposito del numero di coloro che si professavano "unti" con la speranza celeste nel 1925: «La celebrazione annuale della Cena del Signore alla data successiva, mercoledì 8 aprile 1925, portò alla luce qualche cosa d’incoraggiante. A causa dell’opera di piantare, innaffiare e coltivare che s’era compiuta sino ad allora in ulteriori zone d’attività con i nuovi strumenti provveduti per fare pubblicità al Regno, il numero delle congregazioni dei discepoli con speranze celesti aumentò. Aumentarono i componenti delle congregazioni. Così a questa celebrazione della Cena del Signore il numero di quelli che vi presero parte indicò questa crescita e produzione di discepoli di Cristo. Quanti vi presero dunque parte quell’anno? L’edizione (inglese) de La Torre di Guardia del 1° settembre 1925 (link), a pagina 263, nei "Rapporti della Commemorazione", dice: "Siamo lieti che il numero dei partecipanti alla Commemorazione sia così grande, perché manifesta in ogni luogo molto interesse nella verità, e così dovrebbe essere. La somma totale di cui è stato fatto rapporto finora è 90.434, che è di 25.329 superiore al rapporto di un anno fa"» (il grassetto è mio).[3] Considerando questa cifra, e coloro che si sono in seguito aggiunti ai professanti "eletti", credo che si possa ragionevolmente e moderatamente stimare in almeno 95.000 i presunti "unti" vissuti dal 1914. Ciò significherebbe che circa 50.000 sarebbero stati i "veri" cristiani esistiti in tutta la storia a partire dal 33 d.C. fino al 20° secolo! [4] Queste assurde pretese contraddicono sia la Bibbia che la storia. Basta leggere gli Atti degli Apostoli per capire che in pochi anni migliaia di persone aderirono al cristianesimo. Dopo pochissimo tempo il numero dei discepoli - considerando solo gli uomini - a Gerusalemme era già «aumentato fino a cinquemila persone» (Atti 4:4); in seguito, sempre a Gerusalemme, si legge che moltitudini di uomini e di donne si aggiungevano giorno dopo giorno alla nuova fede (5:14). «Il numero dei discepoli cresceva notevolmente e anche molti sacerdoti prestavano ascolto alla predicazione e credevano» (6:7). «La parola di Dio si diffondeva sempre più e il numero dei credenti aumentava» (12:24). Solo i cristiani di Gerusalemme quindi erano diverse migliaia (21:20; la nota in calce su questo versetto nella Traduzione del Nuovo Mondo con riferimenti, dice: «Lett. "miriadi; decine di migliaia"»). Che accadeva nel resto del mondo? Folle intere davano ascolto alla predicazione e si battezzavano (8:6, 12); «In Giudea e Samaria i discepoli si moltiplicavano» (9:31); «Un gran numero di persone, divenute credenti, si volsero al Signore ... una considerevole folla si aggiunse al Signore» (11:21,24). L'opera di Paolo produsse risultati straordinari in pochissimo tempo; quasi intere città si radunavano per ascoltarlo, come ad Antiochia di Pisidia (13:44); grandi moltitudini divennero credenti (14:1; 17:4,12) A Corinto vi era "un popolo numeroso" di discepoli di Cristo (18:10); addirittura il numero dei discepoli ad Efeso - definiti "una considerevole folla" - creava un danno economico agli argentieri che fabbricavano le statuette della dea Artemide! (Atti 19). Vi erano cristiani ovunque, perfino al servizio di Cesare (Filip. 4:2; Coloss. 1:23) ed il loro numero aumentava di giorno in giorno (16:5). E si noti che gli avvenimenti menzionati nel libro degli Atti abbracciano un arco di tempo di meno di 30 anni, dal 33 al 61 d.C.[5] Quindi, anche accettando l'opinione di TdG che dopo la morte dell'apostolo Giovanni, avvenuta verso il 100 d. C., sia subentrata la "grande apostasia", che avrebbe eclissato il vero cristianesimo, solo i cristiani vissuti fino a quel tempo sicuramente furono superiori a 144.000. Negare questa evidenza significherebbe sostenere che gli Apostoli, con i doni dello Spirito Santo, non siano stati in grado di produrre risultati maggiori o almeno equivalenti a quelli della Watch Tower! Per esempio, a livello mondiale, dai 5.155 proclamatori attivi nel 1914, i Testimoni di Geova, 30 anni dopo, divennero 156.299 (+151.144); in Italia, in 42 anni, dal 1946 al 1988, i TdG sono cresciuti da circa 120 proclamatori ad oltre 144.000. Simili livelli di crescita accomunano anche altri gruppi religiosi, come i Mormoni o gli Avventisti del Settimo Giorno. Dovremmo credere che i cristiani del primo secolo, dal 33 al 100 d. C. (63 anni) non siano stati in grado di produrre risultati almeno equivalenti? E questo nonostante - come si legge nella Bibbia - essi avessero il dono di fare miracoli, di parlare in lingue e la guida e l'assistenza diretta di Cristo e degli angeli? (Atti 2:47; 5:12-14; 8:26; 9:11; ecc.). È possibile, inoltre, che dopo il primo secolo non vi siano più stati veri cristiani sulla terra, a parte qualche raro individuo? È possibile che le tenebre dell'apostasia abbiano eclissato la luce del vero cristianesimo per oltre 17 secoli, fino al tempo di Russell & C.? Non aveva promesso Cristo che Egli sarebbe stato con i suoi discepoli «tutti i giorni, fino alla fine del mondo»? (Matteo 28:20). Il Signore avrebbe quindi avuto fedeli discepoli in tutta la storia, durante tutti i secoli. È possibile che le tenebre possano aver sopraffatto in tal modo la luce della verità? (cfr. Prov.4:18; Giov.1:5; Matteo 5:14). La Scrittura indica che il messaggio cristiano si doveva tramandare alle generazioni successive, attraverso i secoli: «Le cose che udisti da me davanti a molti testimoni, affidale a uomini sicuri, i quali siano capaci di ammaestrare anche altri» (2Tim.2:2). Anche qui, volendo accettare il punto di vista dei TdG (ci vuole uno sforzo davvero sovrumano), supponiamo che dopo il primo secolo la stragrande maggioranza dei cristiani sia divenuta infedele ed apostata. Quanti potranno essere stati i cristiani fedeli rimasti a perpetuare l'autentico messaggio di Cristo? Una cifra insignificante? Supponiamo - per amore del "ragionamento" - che fossero 120, come alla Pentecoste (Atti 1:15). Sarebbero stati in grado questi fedeli di trasmettere l'autentico messaggio cristiano ad almeno altri 50 discepoli ogni anno? In un secolo i convertiti sarebbero stati quindi 5.000; in mille anni 50.000; in circa 1700 anni (dal 100 a Russell, nel 1876) i cristiani "veri" sarebbero diventati 85.000. Ma anche così - "ragionando" dal punto di vista dei TdG - i conti non tornano. I Testimoni dovrebbero seriamente riflettere su questo e studiare di più la Bibbia - magari senza i "filtri" interpretativi della Società - per rendersi conto che l'insegnamento del CD sui 144.000 non sta davvero... né in cielo, né in terra. In questa pagina un altro studio sull'argomento "144.000" (di Floro Domenico). Note: [1] «Il numero, ovviamente simbolico e quindi qualitativo e non quantitativo, dei "segnati" è di centoquarantaquattromila (v.4). Il dodici di base evoca le tribù del popolo di Dio; il quadrato del dodici viene poi moltiplicato per mille (12x12x1000), la cifra dell'immensità; si raggiunge, così, un numero simbolico che parla di pienezza, di perfezione, di totalità. In un certo senso si ha la raffigurazione della comunità ecclesiale di tutti i tempi: nei centoquarantaquattromila segnati dal sigillo divino si può cercare il volto di tutti i battezzati. La successiva lista delle dodici tribù vuole ricalcare il popolo della comunità cristiana sulla matrice ebraica sottolineandone l'unità e la continuità». (G. Ravasi, Apocalisse, Ed. Piemme, Casale Monferrato, 1999, p.72). Si osservi, inoltre, che un simile numero, multiplo di dodici, anch'esso ovviamente simbolico (come gli stessi TdG riconoscono), si trova in Apocalisse 21:17. [Torna al testo] [2] Ecco come la Watch Tower spiega l'espressione "dinanzi al trono": «Come facciamo a sapere che il fatto che la grande folla ‘stia in piedi dinanzi al trono’ non significa che sia in cielo? Ci sono molte chiare prove a questo riguardo. Per esempio, la parola greca qui tradotta "dinanzi" (enòpion) significa letteralmente "alla vista [di]" ed è usata diverse volte con riferimento a esseri umani sulla terra che sono "dinanzi a" Geova o "alla vista di" Geova. (1 Timoteo 5:21; 2 Timoteo 2:14; Romani 14:22; Galati 1:20)» (Rivelazione p.123). Perché citare passi e versetti da altri libri e da contesti del tutto diversi per spiegare l'espressione "dinanzi a Dio"? Perché non leggere invece i passi dello stesso libro dell'Apocalisse in cui compare la medesima espressione? Per esempio, nel v.11 del cap.7, subito dopo aver detto che la "grande folla" si trova "dinanzi" a Dio, si legge: «E tutti gli angeli...caddero sulle loro facce dinanzi al trono e adorarono Dio». Nel cap.8, v.1 si legge: «E vidi i sette angeli che stanno dinanzi a Dio»; v.3: «...l'altare d'oro che era dinanzi al trono». È chiaro da questi passi - che appartengono all'immediato contesto - che "dinanzi a Dio" significa proprio trovarsi in cielo, alla presenza di Dio. [Torna al testo] [3] Si veda anche I Testimoni di Geova, proclamatori del regno di Dio, p.717, ove è riportato il rapporto del 1935. [Torna al testo] [4] I partecipanti alla Commemorazione in tutto il mondo, che dichiarano di essere unti, dovrebbero diminuire costantemente anno dopo anno, se il loro radunamento si fosse completato nel 1935. Invece, in diverse occasioni, sono aumentati: 1997 (+38); 1995 (+28); 1993 (+10); 1990 (+135); 1989 (+ 49); 1981 (+ 37); 1974 (+200); 1973 (+173); 1970 (+ 158). Totale: + 808. Si consideri inoltre che queste cifre non tengono conto del fatto che parecchi di questi presunti "unti" ogni anno muoiono, essendo la maggioranza di loro in età avanzata (in effetti, se quasi tutti erano stati radunati già nel 1935, nel 2000, avrebbero avuto in media almeno 85 anni). Supponiamo che ne muoiano (come avviene con la popolazione in generale) ogni anno l'uno per cento; ciò significherebbe che nei dieci anni dal 1989 al 1999, da 8734 (nel 1989) sarebbero dovuti calare del 10%; quindi, 8734- 873 (cifra arrotondata) = 7960. Quanti erano invece gli "unti" nel 1999? 8755. Invece di diminuire sono aumentati di 795 membri! Lo stesso discorso si può fare per gli anni precedenti: nel decennio1969-1979, gli "unti": avrebbero dovuto passare da 10.368 a 9331; invece, nel 1979, i professanti "unti" erano 9.727 (+396). Quindi, considerando gli anni in cui i rapporti indicano degli aumenti numerici nei partecipanti alla Commemorazione, e considerando gli aumenti avvenuti nonostante molti siano morti, la cifra di 95.000 professanti "unti" nel XX secolo è ragionevole e corretta. [Torna al testo] [5] Per quanto riguarda i cristiani di Roma, abbiamo la testimonianza di Tacito (Annali XV, 44), secondo la quale già Nerone mandò a morte una «moltitudo ingens» di martiri cristiani. Ignazio, vescovo di Antiochia, ucciso a Roma durante l'impero di Traiano (98-117), scrive che la comunità giunse a mantenere 1500 poveri ed indigenti; questo significa che i cristiani erano molte migliaia, solo in quella città. Nel secolo successivo, Papa Cornelio (m.253), parla di un numero immenso di cristiani romani guidati da 46 presbiteri, 7 diaconi e circa 100 chierici minori (Eus. VI, 43,11). «Al principio del 4° secolo [300 d.C.], sopra una popolazione complessiva dell'Impero Romano di circa 50 milioni, il numero dei cristiani era di almeno 7 milioni, in maggioranza nell'Oriente» - K.Bihlmeyer - H. Tuechle, Storia della Chiesa, Ed. Morcelliana, p.85. [Torna al testo] |