I 144.000 E LA GRANDE FOLLA |
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NOTE SUL NUMERO DEGLI UNTI (144.000) E LA GRANDE FOLLA Negli insegnamenti attuali dei testimoni di Geova, il popolo di Dio sarebbe diviso in due categorie (gruppi), un piccolo gregge (144.000 persone) che ha la speranza celeste, cioè quella di vivere per sempre in cielo con Geova, e la grande folla con la speranza di vivere eternamente ma in terra (Dal Paradiso Perduto Al Paradiso Riconquistato, pag. 216 pubblicato dai t.d.Geova nel 1959). Per i t.d. Geova, il numero dei 144.000 è un numero letterale (Rivelazione, il suo grandioso culmine è vicino!, pubbl. dai t.d.Geova, pag. 118, parag. 14). A proposito della grande folla, si iniziò a parlare di loro nel 1934, anche se già nella Torre di Guardia (t.d.g.) del 15/10/1923 (inglese) si suggeriva che cerano altre pecore (grande folla). Nellanno 1934 si dichiarò che era scritturalmente appropriato che le altre pecore si dedicassero a Dio e si battezzassero. Ciò significa che sino ad allora (1934) tutti i t.d.Geova facevano parte degli unti; ciò è confermato dallalto numero di quelli che parteciparono alla Commemorazione del 1925 (Cena del Signore), infatti, nel libro Il Millenario Regno Dio, a pag. 237 parag. 54, è scritto: «Così a questa celebrazione della cena del Signore il numero di quelli che vi presero parte indicò questa crescita e produzione di discepoli di Cristo. Quanti vi presero dunque parte quellanno? Ledizione della torre di guardia del 1° Settembre 1925, a pag. 263, nei Rapporti della Commemorazione, dice: Siamo lieti che il numero dei partecipanti alla commemorazione sia così grande, perché manifesta in ogni luogo molto interesse nella verità, e così dovrebbe essere. La somma totale di cui è stato fatto rapporto finora è di 90.434, che è di 25.329 superiore al rapporto di un anno fa». Altre citazioni confermano questo fatto, cioè che il numero completo dei "144.000" era stato praticamente raggiunto: «Vi è soltanto un residuo di questi sulla terra,
conosciuto come il "servitore fedele e prudente" (Matteo
24:45-47). In paragone con lintero corpo di Cristo questi
Cristiani non sono che un residuo (Apoc. 7:4-8, 12:17) e il loro
numero va giornalmente diminuendo mentre i membri luno dopo
laltro terminano la loro corsa con la morte)» (Sia
Dio Riconosciuto Verace, pag. 301, anno 1949). Da tutte queste citazioni dei t.d. Geova si deduce che il numero degli unti nel tempo deve diminuire gradualmente, ma la realtà delle cifre pubblicate dai t.d. Geova non sempre rispetta questo concetto. Questo lo si può notare esaminando sia gli annuari che la riviste Torre di Guardia del 1° Gennaio di ogni anno. Nel 1925, secondo i dati pubblicati dalla Società, gli unti (formatisi dal 1879 sino al 1935), erano circa 90.434 e tutti testimoni di Geova o studenti biblici internazionali (come erano chiamati allora); ciò significherebbe che durante lo sviluppo della chiesa primitiva dal 1° sec. d.C. sino al 1879 gli unti ammonterebbero a 144.000-90.434 e cioè 53.566 cristiani; certo che da questi dati risulterebbe che i t.d. Geova hanno svolto unattività più proficua dei primi cristiani (sic!) i quali pur avendo ricevuti i doni dello S. Santo ed avendo operato con miracoli, segni e prodigi (Atti 2:43,4:30,6:8,15:12, Romani 15:19 ecc.), avrebbero raggiunto un numero minore di quello dei t.d.Geova. Si consideri inoltre che i primi cristiani unti (a partire dallanno 33 E.V. sino alla fine del 1° sec., secondo i t.d.Geova, in quanto dopo ci sarebbe stata, secondo i t.d.Geova, lapostasia di massa), ammonterebbero a 53.566, e coprono un periodo di circa 67 anni. I t.d.Geova invece nellarco di 46 anni (1925-1879) sono arrivati a 90.434. Da quanto su enunciato risulterebbe che nel periodo che va dallinizio del 2° sec. d.C. sino al 1879 gli unti erano scomparsi o quasi, anche se i t.d.Geova insegnano che comunque esistevano alcuni (alcuni, molti, ma quanti?) e ciò nonostante questo periodo sia stato caratterizzato da milioni di cristiani fedeli di cui molti uccisi a causa dellevangelo, si pensi alla sola persecuzione dei martiri sotto limperatore romano Diocleziano e tutti quelli del periodo medioevale. Certo che dalle cifre su esposte i t.d.Geova sono stati molto più prolifici dei primi cristiani (sic!). Analizzando comunque solo il libro degli Atti si nota che: Atti 1:15 ... 120 discepoli, Atti 2:41,42... 3.000 conversioni, Atti 4:4... 5.000 uomini (e calcolando almeno la metà sposati con figli il numero arriva ad almeno 10.000, Atti 5:14 ...sempre più uomini e donne si aggiungevano, Atti 6:1,7..crescevano (in greco moltiplicavano), Atti 9:31 la Chiesa cresceva costantemente di numero, Atti 16:5.. le Chiese crescevano ogni giorno di numero, Atti 21:20..migliaia di giudei (il greco significa miriadi cioè multiplo di 10.000) ecc. Tutto ciò è riportato nel libro degli Atti, e a questi vanno aggiunti tutti i santi (unti) delle chiese cui scriveva Paolo: 1° Corinti 1:1-2,2:1-2 (santi dellAcaia); Efesi 1:1; Filippesi 1:1; Colossesi 1:1-2; 1° Tessalonicesi 1:1 (alla chiesa); e Giacomo che scrive alle dodici tribù disperse nel mondo (ovviamente tribù dellIsraele spirituale). Tutti costoro ammonterebbero solo a circa 50.000 persone? Gli unti sono tutti quelli che sono nati di nuovo, nati da Dio, e quindi figli di Dio, e queste sono caratteristiche che Dio ha dato a tutti quelli che accettano Gesù come Signore e Salvatore; Giovanni 1:12 afferma che tutti quelli che lhanno ricevuto (Gesù), egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio; chiunque crede che Gesù è il Cristo è nato da Dio. In Romani 8: 14 è scritto che "se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo egli non appartiene a lui"; al vers. 14 è scritto 2: "...infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio sono figli di Dio...". Lo Spirito Santo Dio lo elargisce a coloro che glielo chiedono (Luca 11:13), ed a quelli che gli ubbidiscono (Atti 5:32); vedi anche 1° Corinti 1:21-22. Quando Pietro si presenta in casa di Cornelio egli dice: "In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali; ma che in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito" (Atti 10:34); in seguito lo S.Santo scese su quelli della casa vers. 44. Chi credeva in Gesù riceveva lo S. Santo (Giovanni 7:39). Domandiamo ai t.d.Geova: la grande folla crede in Gesù? Senza voler entrare nel merito degli unti (che a detta dei t.d.Geova
sarebbero le persone che storicamente sono esistite da Cristo in
poi), è bene ricordare che gli unti (o santi) esistevano già
nellA.T. Pietro nella sua prima epistola fa riferimento al
popolo di Dio come una stirpe eletta, una gente santa,
un sacerdozio reale vedi 1° Pietro 2:9, ma egli fa un chiaro
riferimento al libro dellEsodo cap. 19:6, dove Dio applica
questi appellativi al suo popolo carnale dIsraele. I 144.000 CHI SONO? NUMERO LETTERALE O SIMBOLICO? Senza entrare troppo nel merito (largomento meriterebbe uno spazio più ampio), si vogliono evidenziare alcune peculiarità di questo numero. In Apocalisse 7:1-17 si parla di questo numero di 144.000 per la prima volta. Su questi sigillati dei figli dIsraele gli studiosi si dividono in due gruppi:
Se si vuole considerare la dichiarazione "le tribù dIsraele" in senso letterale, riguardante il popolo dIsraele degli ultimi tempi, ci si trova di fronte ad una difficoltà dordine genealogico pressoché insormontabile. Inoltre, il modo di Giovanni di elencare le tribù non trova riscontro nellAntico Testamento. Non segue né lordine di nascita dei figli di Giacobbe, né lordine con il quale Giacobbe ha benedetto i capostipiti delle tribù sul suo letto di morte (Genesi 29:32-34, 30:1-22, 35:16-26....Genesi 49:1-28). Giovanni menziona la tribù di Giuseppe, ma questa tribù, quando gli ebrei entrarono nella terra promessa, fu indicata con i nomi dei suoi figli Efraim e Manasse, che Giovanni menziona pure nel suo elenco (Manasse n.d.r.), quindi ci sarebbe una sovrapposizione. Lapostolo non indica la tribù di Dan, sostituendola con quella di Manasse probabilmente per il fatto che nella tradizione rabbinica e nel Talmud la tribù di Dan è associata allidea di apostasia e didolatria. ...La tribù di Giuda contrariamente allAntico Testamento, è qui menzionata per prima forse per il fatto che da essa è nato il Messia. Se si dovesse accettare il letteralismo che i sigillati sono del popolo dIsraele, si dovrebbe spiegare nella forma letterale tutto il brano e quindi affermare che lo stesso sigillo sarà qualcosa di visibile sulla fronte degli uomini. Nel testo non cè nulla che autorizzi ad usare questo doppio registro: letterale e simbolico, anzi, si forzerebbe il testo se lo si spiegasse in questo modo....I 144.000 dellApocalisse sono lIsraele spirituale, la comunità dei fedeli, che Dio "riscatta fra gli uomini" e che si trova sparso su tutta la terra, fra tutti i popoli. Ciò che può aver indotto Giovanni a rappresentare la Chiesa sotto il simbolo delle dodici tribù dIsraele, crediamo che siano le analogie tra le piaghe che colpirono lEgitto, risparmiando i figli delle dodici tribù dIsraele, e le piaghe che colpiranno lumanità preservando i membri del popolo di Dio che come gli israeliti, sono stati sigillati. Giacomo, nella sua lettera, chiama la chiesa: " Le dodici tribù che sono nella dispersione" (Giacomo 1:1)[1] ". Nel contesto di Apocalisse 7 si nota il simbolismo:
Ora se tutto il contesto è simbolico, risulta evidente che anche i 12.000 sono un numero simbolico, altrimenti i t.d. Geova dovrebbero dire chi rappresentano i singoli gruppi di 12.000 persone. Ora un numero simbolico di 12.000 moltiplicato per un altro numero 12 (numero delle tribù) non può mai dare come risultato un numero letterale di 144.000, per cui questo numero è strettamente simbolico, anche perché non esiste una suddivisione letterale (12.000) di un Israele spirituale. Infatti i numeri nella Bibbia hanno un certo significato che andremo ad analizzare qui di seguito. "Nel linguaggio simbolico i numeri 7 e 12 indicano la perfezione (3 la divinità, 4 la creazione). Il numero 12, le 12 tribù dIsraele, i 12 apostoli. Rappresenta il popolo di Dio, il risultato del patto, sia dellAntico Testamento che del Nuovo Testamento, conseguenza dellintervento di Dio nella storia degli uomini. Le 12 tribù rappresentano lidea della totalità ed il suo quadrato (144) è il numero perfetto ed assoluto, il coefficiente 1.000 segna lidea della moltitudine. 144.000 corrisponde al numero perfetto nella sua moltitudine. Quanto ai numeri 12.000 e 144.000 si ha ragione di affermare che essi non sono né matematici, né statici, ma simbolici. Quale è il significato? 12, cifra del popolo di Dio, è portata al suo quadrato 144, e questo è moltiplicato per il cubo di 10 cioè 1.000. Ora, essendo 12 la cifra della perfezione, il numero 144.000 rappresenta questo popolo nel suo perfetto compimento. Il carattere simbolico del numero è evidente, quadrato delle cifra sacra 12, moltiplicato per il coefficiente di moltitudine 1.000, significa che a Dio solo appartiene lenumerazione dei suoi a che essa si realizza in tutta la sua pienezza. Il quadrato di 12 rappresenta il popolo di Dio nella sua pienezza. Moltiplicato per 1.000 evoca lidea di una moltitudine. La cifra 12 volte 12.000, ossia un totale di 144.000 mostra che lopera perfetta di Dio si compie nella debolezza degli uomini. Prima risposta alla domanda "chi può reggere in piè"? (Apocalisse 6:17); "ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio;" "le porte del soggiorno dei morti non prevarranno contro la Chiesa" popolo di Dio . "DellIsraele spirituale Giovanni aveva udito il numero, ma era un numero non aritmetico, bensì simbolico, inteso ad insegnare che Dio conosce e conta i suoi uno per uno come il pastore le sue pecore, chegli trae da tutte le famiglie dellumanità e tutte le protegge come sua proprietà"....Possiamo affermare che la cifra 144.000 indica la totalità vivente del popolo di Dio pronta al ritorno del suo Signore. Prima di passare al secondo quadro di questo capitolo (Apoc. 7:9-17), vogliamo ancora ricordare che Giovanni non "vide" questo Israele sigillato da Dio, ma "udì" cioè sentì pronunciare il numero 144.000. Giovanni ha visto langelo che avrebbe dovuto sigillare la Chiesa militante sulla terra, quindi non ancora gloriosa, non ancora portata alla presenza del trono di Dio. APOCALISSE 7:9, LA GRANDE FOLLA "Dopo queste cose vidi, ed ecco una grande folla che nessun uomo poteva noverare, si tutte le nazioni e tribù e popoli e lingue, che stava in piè davanti al trono e davanti allAgnello, vestiti di vesti bianche e con delle palme in mano" Si è molto discusso sui rapporti di questa grande moltitudine con i 144.000. Tre sono le posizioni:
13-17. Di questa terza posizione diciamo subito che "niente nel testo autorizza la dissociazione dei riscattati rivestiti di vesti bianche del versetto 13 dagli eletti rivestiti di vesti bianche di questo versetto 9". Le ragioni che ci obbligano ad identificare i 144.000 con la grande folla sono diverse. Giovanni udì il numero della pienezza dei suggellati e quando vide il corrispondente di questo numero, i trionfanti con la palma in mano, erano una moltitudine che nessuno poteva contare. Così "si passa dallaudizione alla visione, così come dal piano terrestre (sulla terra n.d.r.) si passa al piano celeste (in cielo n.d.r.). "Bisogna guardarsi bene dal vedere nella seconda visione unaltra categoria di fedeli distinta dalla prima". "I due quadri sono distinti e successivi (dopo questo). Il primo ci pone sulla terra e ci mostra la Chiesa militante, così come è costituita al momento in cui incominciano i mali degli ultimi tempi. Il secondo ci trasporta nel cielo alla fine dei tempi, e ci fa vedere la Chiesa trionfante, che è una grande moltitudine di ogni nazione, formata da coloro che vengono dalla grande tribolazione". Che i 144.000 siano la grande folla ci viene confermato da due espressioni del testo stesso. La prima: mentre nel capitolo 7° è detto che la folla proviene da tutte "le nazioni e tribù e popoli e lingue" della terra, nel cap. 14° Giovanni esprime lo stesso pensiero dicendo che i 144.000 "sono stati riscattati dalla terra". La seconda: la grande folla del capitolo 7° come i 144.000 del capitolo 14° "stava in piedi davanti al trono e davanti allAgnello" (Apoc. 7:9,15, 14:3). Questa constatazione crediamo risponda bene alla domanda: "Chi può reggere in piè?" Contrariamente ad alcuni
(t.d.Geova n.d.r.) che credono che
questa grande folla siano i salvati che rimangano sulla terra, a
differenza dei 144.000 che sono sul Monte Sion, in cielo, questo
secondo quadro presenta la grande folla in cielo. Essa è "
davanti al trono di Dio". Questa espressione viene ripetuta
diverse volte da Giovanni nel suo libro e indica sempre il luogo
della presenza di Dio in cielo. (Apoc. 4:2,5,10; 8:3, 14:3;20:11
(trono di Dio); Apoc. 11:19;3:12;15:5, 14:17 (tempio di Dio).
Inoltre in Apocalisse 19:1 si parla di una gran voce come di una
folla immensa nel cielo (n.d.r.). LA FOLLA INCALCOLABILE DEI 144.000 VIENE DALLA GRANDE TRIBOLAZIONE ...Essi son quelli che vengono dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dellAgnello...(Apoc. 7:14). Questa è la risposta dellanziano alla domanda di Giovanni (da dove sono venuti?). Unesatta comprensione di questa dichiarazione ci aiuta ancora meglio a comprendere il valore dei 144.000. Qual è questa grande tribolazione? Tre sono le posizioni sostenute dagli studiosi
Bisogna insistere sul tempo presente del verbo greco erkomenoi,
che vuol dire "coloro che vengono" (Apoc. 7:14 n.d.r.)
e non coloro che sono venuti. Questo tempo esprime fortemente che
coloro che fanno la loro entrata nel cielo escono dalla
tribolazione (appena finita) ...Il presente "vengono",
non implica, come si è supposto, che essi seguitano, continuano
ad arrivare, ma indica che il loro venire è cosa recente,
giacche la visione ci porta al tempo in cui sarà terminata la
tribolazione di cui si parla e che è chiamata la grande perché
supererà, se non in durata, in intensità ed in estensione,
tutte le precedenti.... I 144.000 SONO UN GRUPPO PARTICOLARE DI SALVATI Questa moltitudine è una élite di credenti che si distinguerà da tutto il resto della Chiesa. Sono persone che hanno fatto unesperienza particolare con Dio e manifestano il suo carattere. Lesperienza dei 144.000 è del tutto diversa, ma non superiore o migliore di quella degli altri salvati. A tutti i riscattati verrà data "una pietruzza bianca sulla quale cè scritto un nome che nessuno conosce se non colui che la riceve" (Apoc. 2:17). Questo nome esprime lesperienza personale ed intima che il credente ha fatto con il suo Creatore, esperienza diversa, distinta da quella fatta da tutti gli altri, suoi fratelli, come è diversa lesperienza fatta con Dio da coloro che hanno subito il martirio da quelli che sono morti nel loro letto. Come i martiri non vanteranno nessuna superiorità rispetto a coloro che non sono stati uccisi per levangelo, così è dei 144.000 che hanno vissuto in un momento particolare della storia della salvezza, diverso da tutti gli altri. Essi avranno fatto con Dio unesperienza distinta dal resto della Chiesa. A loro sarà riconosciuta una posizione diversa, ma non per questo superiore, a quella degli altri fratelli di tutti i tempi i quali nelleternità avranno anchessi il nome di dio e dellAgnello sulle loro fronti (Apoc. 22:3-4). Sin qui le parole tratte dal libro (pag. 725-732) citato nella nota 1 al quale rimandiamo il lettore per un approfondimento più ampio sullargomento. Ovviamente essendo i 144.000 il popolo di Dio vivente al ritorno di Cristo, di questo gruppo non fanno parte né gli apostoli né gli altri fedeli morti nel passato. Se come affermano i t.d.Geova i soli 144.000 riceveranno il
sigillo, si trovano di fronte una difficoltà che riguarda il
capitolo 9:4 di Apocalisse dove viene detto che un guaio doveva
colpire tutte le persone che non avevano il sigillo di Dio sulla
fonte, ed escludendo i 144.000, da questo guaio, è ovvio che la
grande folla sarebbe colpita da questo guaio!!! (si noti che langelo
non doveva colpire né gli alberi, né la verdura ecc. concetti
simili espressi in Apoc. 7:3). Altra difficoltà da risolvere,
riguarda il numero degli unti che regneranno in cielo con Cristo,
Apocalisse 20:6 afferma che costoro (gli unti, i 144.000)
regneranno con Cristo 1000 anni; ciò contrasta con linsegnamento
dei t.d.Geova, in quanto secondo costoro sulla terra saranno
ancora viventi degli unti allinizio del millennio e si dovrà
aspettare la loro morte fisica prima che anchessi siano
portati in cielo per regnare; per cui in cielo dopo la fine di
questo sistema di cose, non ci saranno tutti i 144.000, a
loro dovrà essere sottratto il numero degli unti ancora viventi
sulla terra, ed attualmente (1999) sono 8757 e ciò è in
contrasto con linsegnamento biblico che parla di 144.000
che regnano e non un numero minore. Quanti saranno gli unti sulla
terra quando vi sarà la fine di questo sistema di cose? Nessuno
può saperlo, però dalla lettura a pag. 214 (par. 10) del libro
Dal Paradiso Perduto... (pubb. da t.d.Geova) si nota che: "
Ma alcuni di essi (unti) sono ancora in vita oggi
sulla terra" (erano 14.511 nel 1959, anno di pubbl. del
libro n.d.r.). Invece alla pag. 216 (par. 24) dello stesso libro
si afferma: "Anche molti membri del "piccolo
gregge" sopravvivranno ad Armaghedon" (corsivo mio).
Questa è unulteriore conferma della confusione (alcuni o
molti) e incongruenza che regna sullargomento tra i
t.d.Geova. DUE GRUPPI DI SALVATI CON SPERANZA DIVERSA? Nella parola di Dio vi sono molte indicazioni che riguardano ununica speranza, unico corpo ecc. (Efesi 4:4; 1° Corinti 12:13) In Cristo Gesù i 2 popoli (ebrei e gentili) sono diventati un unico popolo (Efesi 2:14). Il capitolo 11° degli Ebrei è un evidente prova del fatto
che tutti avranno come obiettivo finale la città di Dio (celeste n.d.r.). Ebrei 11:16,10. il capitolo si conclude con le seguenti
parole...tutti costoro, (fedeli dellA.Testamento n.d.r.)
pur avendo avuto buona testimonianza per la loro fede,
non ottennero quello che era stato loro promesso (patria
migliore, cioè quella celeste vers. 16 n.d.r.). Perché Dio
aveva in vista per noi qualcosa di meglio, in modo che loro (fedeli
dellA.T. n.d.r.) non giungessero alla perfezione senza
di noi. (Ebrei 11:39-40) Lautore con il noi identifica
la chiesa di quel tempo (unti per i t.d.Geova), quindi sia gli
uomini dellA.T. che quelli del N.T. insieme raggiungeranno
lo stesso obiettivo (la patria celeste). Non entriamo qui nel
merito del luogo in cui vivranno i salvati, in quanto per questa
tematica ci vorrebbe uno studio a parte. Contrariamente a quanto
insegnato dai t.d.Geova (tutti gli uomini fedeli dellA.T.
non andranno in cielo), Matteo 8:11,12 afferma che nel regno
dei cieli ci saranno Abramo, Isacco, Giacobbe; (stranamente
per i t.d.Geova le persone citate rappresentano tuttaltro (sic!)
che i fedeli patriarchi. LE ALTRE PECORE DI GIOVANNI 10:16 Ho altre pecore, che non sono di questo ovile, anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore. (Giovanni 10:16) Secondo i t.d.Geova queste altre pecore sarebbero quelli appartenenti alla grande folla. Gesù pregando il Padre in Giovanni 17:20-21, afferma ..Non prego soltanto per questi , (discepoli n.d.r.) ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; come tu o Padre, sei in me e io sono in te, anchessi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. Gesù mette sullo stesso piano sia i suoi discepoli (12) che tutti quelli che credono in lui...che siano tutti uno... vi è da chiedersi se la grande folla crede in Gesù? Nel testo di Giovanni 10:16 si parla di un solo gregge, un solo pastore, ciò equivale a dire uno stesso ovile; la separazione avverrà tra pecore e capri (vedi Matteo 25:31-46), e non tra pecore e pecore. Ma chi sono le pecore dellaltro ovile? Bisogna innanzitutto chiarire chi sono le pecore dellovile (non dellaltro ovile). Quando Gesù inviò i dodici in missione, diede loro queste istruzioni: "Non andate tra i pagani e non entrate in nessuna città dei Samaritani, ma andate piuttosto verso le pecore perdute della casa dIsraele". Evidentemente la missione di Gesù era rivolta primariamente ai suoi connazionali (ebrei) ai quali Dio aveva affidato gli oracoli (rivelazioni) di Dio (Romani 3:2), e Gesù stesso affermò che era stato mandato alle pecore perdute della casa dIsraele (Matteo 15:24) considerati figli e non cagnolini come disse Gesù alla donna cananea (Matteo 15:26). Risulta ovvio che le pecore erano i figli dIsraele carnale. Ovviamente la missione di Gesù e degli Apostoli è stata estesa anche ai gentili, ma questo avvenne in seguito e questo risulta evidente dal libro degli Atti (11:1,18; 9:15;14:27;15:7 ecc.), anche se da alcuni episodi della vita di Gesù (donna cananea, il centuriore) già traspariva la missione universale dellevangelo. In Atti 13:46 si condensa il discorso sin qui fatto: ..Ma Paolo e Barnaba dissero con franchezza: "Era necessario che a voi per primi (giudei n.d.r.) si annunziasse la Parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi ritenete degni della vita eterna, ecco, ci rivolgiamo agli stranieri. Ovviamente le pecore dellaltro ovile a cui fa riferimento Gesù sono i gentili o pagani ovvero tutti quelli che non facevano parte della nazione Israelitica e non la grande folla di cui farebbero parte solo i t.d.Geova. Scopo della morte di Cristo era quello di riunire in uno i figli di Dio dispersi (Giovanni 11:52), e questi non sono certamente i 144.000. In Cristo non vè distinzione... Galati 3:28-29. Secondo il concetto dei t.d.Geova i 144.000 sarebbero i figli celesti spirituali di Dio, mentre la grande folla sarebbero i NIPOTI di Dio. Questo concetto è espresso chiaramente alle pag. 148-149 del libro pubblicato dai t.d.Geova nellanno 1949 "Sia Dio riconosciuto verace", (parlando della grande folla è scritto): «Anche questi possono rivolgersi a Geova come al "Padre nostro", per la ragione che durante il regno millenario di Cristo essi diventeranno i figliuoli terrestri del loro Datore di vita, Gesù Cristo, e saranno quindi, per così dire, in grado dessere "nipoti" di Dio. Le scritture si riferiscono spesso al nonno come ad un padre». Stando a questa citazione attualmente i t.d.Geova dovrebbero chiamare Geova nonno e non padre, in quanto loro non sono ancora figliuoli terrestri, ma lo diventeranno durante il millennio, ma per ovviare a questa affermazione ridicola utilizzano la scrittura in cui vi sono degli esempi in cui il nonno può anche essere chiamato padre, ma dimenticano che la scrittura utilizza questi casi parlando di una discendenza carnale e non spirituale. La scrittura afferma inequivocabilmente che tutti quelli che hanno ricevuto Gesù hanno avuto il diritto di diventare figli di Dio (e non nipoti), (Giovanni 1:12), e chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio (1° Giovanni 5:1); i termini tutti e chiunque non sono limitati al numero di 144.000. Una delle conseguenze di questo insegnamento, è che la grande folla (con speranza terrena) non vedrà mai né il Padre né il figlio Cristo Gesù, e ritengo che questa sarebbe la cosa più triste che possa mai capitare al cristiano. Probabilmente i testi di Giobbe 19:26, Esodo 24:9-11, Ebrei 12:14, 1°Giovanni 3:2 ed infine Apocalisse 7:9,15 che afferma la presenza ed il servizio della grande folla davanti al trono e nel tempio di Dio, con i suoi servi nella città di Dio che vedranno la sua faccia (Apocalisse 22:4), necessitano di un approfondimento da parte dei nostri amici t.d.Geova; Apocalisse 21:3 afferma che "essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio". Ovviamente lo studio avrebbe bisogno di altri approfondimenti a proposito del rapporto tra i 144.000 ed il ruolo di Cristo nei loro confronti e nei confronti della grande folla, la questione del patto, della mediazione della giustificazione, ecc. ma vi sono studi sullargomento di altri autori, ai quali rimandiamo il lettore. [2] Concludiamo lo studio con alcune affermazioni tratte dalle pubblicazioni dei t.d.Geova che riguardano i 144.000, alle quali lasciamo al lettore ogni commento: 1) Gesù è mediatore solo per i cristiani unti (144.000) t.d.guardia 1/10/1979 pag. 31. 2) Un solo mediatore fra Dio e gli uomini (non tutti gli uomini), luomo Gesù... t.d.Guardia 1/6/1980 pag. 26 (si noti laggiunta della frase "non tutti gli uomini", corsivo mio) 3) Solo gli unti t.d.Geova possono partecipare alla comunione, in quanto solo hanno stipulato il nuovo patto con Cristo...t.d.guardia 1/6/1980 pag. 24-27. 4) La grande folla ... non ha dunque bisogno della giustificazione per fede e della giustizia imputata di cui hanno bisogno i 144.000 eletti... Vita Eterna Nella Libertà Dei Figli Di Dio, pag. 389. 5) La conservazione della propria relazione con Dio dipende (per la grande folla) dallunione che il popolo ha con gli unti ... t.d.guardia 1/6/1980 pag. 27 6) Il fattore che determinerà la salvezza o la perdizione della grande folla...dipenderà da come la grande folla tratterrà gli unti ... (Matteo 25:31-46) t.d.guardia 15/12/1980 pag. 26. Questa citazione crea grossi problemi per i t.d.Geova in quanto la presenza della grande folla è strettamente legata agli unti viventi sulla terra che stanno diminuendo ma non a caso nellultimo decennio 1989-1999 (come si nota dalla tabella sottostante) non cè stato nessuna diminuzione anzi si riscontra un lieve aumento (21 unti), e confrontando lultimo decennio con i precedenti si nota la peculiarità di questultimo decennio. Questo mostra la totale incongruenza di questo insegnamento, e la preoccupazione dei t.d.Geova a mantenere un certo numero di unti viventi, altrimenti come verrebbe determinata la salvezza della grande folla se gli unti muoiono tutti prima di Armaghedon? Ovviamente non siamo assolutamente daccordo con questa citazione che i t.d.Geova fanno di Matteo 25:31-46, in quanto la salvezza di ognuno sarà determinata dalla risposta data allappello della grazia di Cristo (Atti 16:30-31, Efesi 2:8-10) e le opere in base alle quali saremo giudicati (Apocal. 22:12. Matteo 16:27) non sono certamente quelle fatte nei confronti di un numero sparuto di persone (unti), in quanto i carcerati, gli affamati, gli assetati, gli ignudi, gli ammalati ecc. non sono certamente i 144.000, bensì tutto il nostro prossimo verso il quale lo stesso Gesù ha provato compassione Matteo 9:36, 25:31-46. Come ulteriore aspetto vorrei ricordare che secondo i t.d.Geova durante il Millennio (dopo Armaghedon) ci saranno varie risurrezioni di miliardi di persone (morte in passato) che avranno la 2^ possibilità di salvezza (così la definiscono i t.d.Geova) ai quali i solo t.d.Geova predicheranno il messaggio per uneventuale conversione; senza entrare molto nel merito, la Bibbia afferma inequivocabile che non vi sarà nessuna 2^ possibilità, basta esaminare i seguenti testi: 2° Corinti 5:10; Ebrei 9:27; Romani 2:14-16; 1° Corinti 4:6. Per concludere vorrei considerare il fatto che pur nutrendo rispetto per i t.d.Geova, questa dottrina dei 144.000, li ha privati della loro salvezza, della necessità di nascere di nuovo, di partecipare realmente alla Santa Cena (commemorazione) Giovanni 6:53-56; 13:12-17, e di beneficiare di gran parte della Bibbia (quasi tutto il N.T.) che applicano alla classe dei 144.000 di cui solo una residua parte vive ancora sulla terra.
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