I 144.000 E LA GRANDE FOLLA
DUE SPERANZE DIVERSE?
di Domenico Floro


NOTE SUL NUMERO DEGLI UNTI (144.000) E LA GRANDE FOLLA

Negli insegnamenti attuali dei testimoni di Geova, il popolo di Dio sarebbe diviso in due categorie (gruppi), un piccolo gregge (144.000 persone) che ha la speranza celeste, cioè quella di vivere per sempre in cielo con Geova, e la grande folla con la speranza di vivere eternamente ma in terra (Dal Paradiso Perduto Al Paradiso Riconquistato, pag. 216 pubblicato dai t.d.Geova nel 1959).

Per i t.d. Geova, il numero dei 144.000 è un numero letterale (Rivelazione, il suo grandioso culmine è vicino!, pubbl. dai t.d.Geova, pag. 118, parag. 14).

A proposito della grande folla, si iniziò a parlare di loro nel 1934, anche se già nella Torre di Guardia (t.d.g.) del 15/10/1923 (inglese) si suggeriva che c’erano altre pecore (grande folla). Nell’anno 1934 si dichiarò che era scritturalmente appropriato che le altre pecore si dedicassero a Dio e si battezzassero. Ciò significa che sino ad allora (1934) tutti i t.d.Geova facevano parte degli unti; ciò è confermato dall’alto numero di quelli che parteciparono alla Commemorazione del 1925 (Cena del Signore), infatti, nel libro Il Millenario Regno Dio, a pag. 237 parag. 54, è scritto: «Così a questa celebrazione della cena del Signore il numero di quelli che vi presero parte indicò questa crescita e produzione di discepoli di Cristo. Quanti vi presero dunque parte quell’anno? L’edizione della torre di guardia del 1° Settembre 1925, a pag. 263, nei Rapporti della Commemorazione, dice: Siamo lieti che il numero dei partecipanti alla commemorazione sia così grande, perché manifesta in ogni luogo molto interesse nella verità, e così dovrebbe essere. La somma totale di cui è stato fatto rapporto finora è di 90.434, che è di 25.329 superiore al rapporto di un anno fa».

Altre citazioni confermano questo fatto, cioè che il numero completo dei "144.000" era stato praticamente raggiunto:

«Vi è soltanto un residuo di questi sulla terra, conosciuto come il "servitore fedele e prudente" (Matteo 24:45-47). In paragone con l’intero corpo di Cristo questi Cristiani non sono che un residuo (Apoc. 7:4-8, 12:17) e il loro numero va giornalmente diminuendo mentre i membri l’uno dopo l’altro terminano la loro corsa con la morte)» (Sia Dio Riconosciuto Verace, pag. 301, anno 1949).
«A partire dal 1935 la "chiamata celeste" si era definitivamente chiusa e da quel momento il numero dei componenti il piccolo gregge avrebbe dovuto inesorabilmente diminuire» (La Torre di Guardia del 1/1/1988 pag. 11,18).
«Sin da allora un milione di persone si sono battezzate in acqua...ed ora professano di appartenere non all’unto rimanente del piccolo gregge, ma alle altre pecore. Infatti, nessuna chiamata celeste, nessuna speranza spirituale del Regno, fu posta dinanzi a loro al tempo del loro battesimo in acqua. Perché avvenne questo? Che cosa significò questo battesimo e questo condurre tali altre pecore sin dal 1934? Evidentemente significò che i 144.000 chiamati al regno celeste erano stati in quel tempo raccolti e che sulla terra restava solo un rimanente di quegli unti per il Regno. (Rivelaz. 14:1-3).... Essendo il numero di questo piccolo gregge limitato a 144.000 eredi del Regno, doveva venire il tempo in cui questo numero si sarebbe dovuto completare e non si sarebbe più aggiunto all’unto rimanente durante il termine del sistema di cose. Invece il numero che comprendeva questo rimanente doveva diminuire mentre i suoi membri avrebbero finito il loro corso terreno fedelmente. Nell’anno 1939 ... fu fatto rapporto e 71.509 persone proclamavano la buona notizia. Indubbiamente la maggioranza di queste erano membri del rimanente.... in quanto si era cominciato solo di recente a condurre le altre pecore... Il 25 Marzo del 1948 fu fatto rapporto che 376.393 persone avevano assistito al pasto serale.. e che di queste solo 25.395 avevano partecipato al pane e al vino emblematici, indicando d’essere dell’unto rimanente... Nel 1965...assistettero 1.933.089 persone ma solo 11.500 parteciparono. Così 13.845 del fedele rimanente del piccolo gregge erano scomparsi dalla scena terrestre in diciasette anni (1948-1965)» (Vita Eterna Nella Libertà Dei Figli di Dio, pag.147, 148).

Da tutte queste citazioni dei t.d. Geova si deduce che il numero degli unti nel tempo deve diminuire gradualmente, ma la realtà delle cifre pubblicate dai t.d. Geova non sempre rispetta questo concetto. Questo lo si può notare esaminando sia gli annuari che la riviste Torre di Guardia del 1° Gennaio di ogni anno. Nel 1925, secondo i dati pubblicati dalla Società, gli unti (formatisi dal 1879 sino al 1935), erano circa 90.434 e tutti testimoni di Geova o studenti biblici internazionali (come erano chiamati allora); ciò significherebbe che durante lo sviluppo della chiesa primitiva dal 1° sec. d.C. sino al 1879 gli unti ammonterebbero a 144.000-90.434 e cioè 53.566 cristiani; certo che da questi dati risulterebbe che i t.d. Geova hanno svolto un’attività più proficua dei primi cristiani (sic!) i quali pur avendo ricevuti i doni dello S. Santo ed avendo operato con miracoli, segni e prodigi (Atti 2:43,4:30,6:8,15:12, Romani 15:19 ecc.), avrebbero raggiunto un numero minore di quello dei t.d.Geova. Si consideri inoltre che i primi cristiani unti (a partire dall’anno 33 E.V. sino alla fine del 1° sec., secondo i t.d.Geova, in quanto dopo ci sarebbe stata, secondo i t.d.Geova, l’apostasia di massa), ammonterebbero a 53.566, e coprono un periodo di circa 67 anni. I t.d.Geova invece nell’arco di 46 anni (1925-1879) sono arrivati a 90.434. Da quanto su enunciato risulterebbe che nel periodo che va dall’inizio del 2° sec. d.C. sino al 1879 gli unti erano scomparsi o quasi, anche se i t.d.Geova insegnano che comunque esistevano alcuni (alcuni, molti, ma quanti?) e ciò nonostante questo periodo sia stato caratterizzato da milioni di cristiani fedeli di cui molti uccisi a causa dell’evangelo, si pensi alla sola persecuzione dei martiri sotto l’imperatore romano Diocleziano e tutti quelli del periodo medioevale. Certo che dalle cifre su esposte i t.d.Geova sono stati molto più prolifici dei primi cristiani (sic!).

Analizzando comunque solo il libro degli Atti si nota che:

Atti 1:15 ... 120 discepoli, Atti 2:41,42... 3.000 conversioni, Atti 4:4... 5.000 uomini (e calcolando almeno la metà sposati con figli il numero arriva ad almeno 10.000, Atti 5:14 ...sempre più uomini e donne si aggiungevano, Atti 6:1,7..crescevano (in greco moltiplicavano), Atti 9:31 la Chiesa cresceva costantemente di numero, Atti 16:5.. le Chiese crescevano ogni giorno di numero, Atti 21:20..migliaia di giudei (il greco significa miriadi cioè multiplo di 10.000) ecc. Tutto ciò è riportato nel libro degli Atti, e a questi vanno aggiunti tutti i santi (unti) delle chiese cui scriveva Paolo: 1° Corinti 1:1-2,2:1-2 (santi dell’Acaia); Efesi 1:1; Filippesi 1:1; Colossesi 1:1-2; 1° Tessalonicesi 1:1 (alla chiesa); e Giacomo che scrive alle dodici tribù disperse nel mondo (ovviamente tribù dell’Israele spirituale). Tutti costoro ammonterebbero solo a circa 50.000 persone? Gli unti sono tutti quelli che sono nati di nuovo, nati da Dio, e quindi figli di Dio, e queste sono caratteristiche che Dio ha dato a tutti quelli che accettano Gesù come Signore e Salvatore; Giovanni 1:12 afferma che tutti quelli che l’hanno ricevuto (Gesù), egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio; chiunque crede che Gesù è il Cristo è nato da Dio. In Romani 8: 14 è scritto che "se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo egli non appartiene a lui"; al vers. 14 è scritto 2: "...infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio sono figli di Dio...". Lo Spirito Santo Dio lo elargisce a coloro che glielo chiedono (Luca 11:13), ed a quelli che gli ubbidiscono (Atti 5:32); vedi anche 1° Corinti 1:21-22. Quando Pietro si presenta in casa di Cornelio egli dice: "In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali; ma che in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito" (Atti 10:34); in seguito lo S.Santo scese su quelli della casa vers. 44. Chi credeva in Gesù riceveva lo S. Santo (Giovanni 7:39). Domandiamo ai t.d.Geova: la grande folla crede in Gesù?

Senza voler entrare nel merito degli unti (che a detta dei t.d.Geova sarebbero le persone che storicamente sono esistite da Cristo in poi), è bene ricordare che gli unti (o santi) esistevano già nell’A.T. Pietro nella sua prima epistola fa riferimento al popolo di Dio come una stirpe eletta, una gente santa, un sacerdozio reale vedi 1° Pietro 2:9, ma egli fa un chiaro riferimento al libro dell’Esodo cap. 19:6, dove Dio applica questi appellativi al suo popolo carnale d’Israele.
Deuteronomio 28:9 afferma che... Il Signore ti costituirà suo popolo santo... (Israele)
Esodo 22:31 afferma che ...Voi sarete degli uomini santi...
Levitico 11:45.....Siate dunque santi, perché io sono santo.
Levitico 19:2 .... Siate santi, perché io, il Signore vostro Dio, sono santo.
Salmi 16:3 ...Quanto ai santi che sono sulla terra, essi sono la gente onorata in cui ripongo tutto il mio affetto.
Salmi 34:9 ... Temete il Signore voi suoi santi. Facendo riferimento al suo popolo (poca gente) Dio disse: Non toccate i miei unti e non fate alcun male ai miei profeti (Salmo 105:15).

I 144.000 CHI SONO? NUMERO LETTERALE O SIMBOLICO?

Senza entrare troppo nel merito (l’argomento meriterebbe uno spazio più ampio), si vogliono evidenziare alcune peculiarità di questo numero.

In Apocalisse 7:1-17 si parla di questo numero di 144.000 per la prima volta.

Su questi sigillati dei figli d’Israele gli studiosi si dividono in due gruppi:

  • Gli uni, i letteralisti, vi vedono Israele come nazione ebraica

  • Gli altri vedono Israele in senso spirituale, cioè la chiesa

Se si vuole considerare la dichiarazione "le tribù d’Israele" in senso letterale, riguardante il popolo d’Israele degli ultimi tempi, ci si trova di fronte ad una difficoltà d’ordine genealogico pressoché insormontabile. Inoltre, il modo di Giovanni di elencare le tribù non trova riscontro nell’Antico Testamento. Non segue né l’ordine di nascita dei figli di Giacobbe, né l’ordine con il quale Giacobbe ha benedetto i capostipiti delle tribù sul suo letto di morte (Genesi 29:32-34, 30:1-22, 35:16-26....Genesi 49:1-28).

Giovanni menziona la tribù di Giuseppe, ma questa tribù, quando gli ebrei entrarono nella terra promessa, fu indicata con i nomi dei suoi figli Efraim e Manasse, che Giovanni menziona pure nel suo elenco (Manasse n.d.r.), quindi ci sarebbe una sovrapposizione. L’apostolo non indica la tribù di Dan, sostituendola con quella di Manasse probabilmente per il fatto che nella tradizione rabbinica e nel Talmud la tribù di Dan è associata all’idea di apostasia e d’idolatria. ...La tribù di Giuda contrariamente all’Antico Testamento, è qui menzionata per prima forse per il fatto che da essa è nato il Messia.

Se si dovesse accettare il letteralismo che i sigillati sono del popolo d’Israele, si dovrebbe spiegare nella forma letterale tutto il brano e quindi affermare che lo stesso sigillo sarà qualcosa di visibile sulla fronte degli uomini.

Nel testo non c’è nulla che autorizzi ad usare questo doppio registro: letterale e simbolico, anzi, si forzerebbe il testo se lo si spiegasse in questo modo....I 144.000 dell’Apocalisse sono l’Israele spirituale, la comunità dei fedeli, che Dio "riscatta fra gli uomini" e che si trova sparso su tutta la terra, fra tutti i popoli. Ciò che può aver indotto Giovanni a rappresentare la Chiesa sotto il simbolo delle dodici tribù d’Israele, crediamo che siano le analogie tra le piaghe che colpirono l’Egitto, risparmiando i figli delle dodici tribù d’Israele, e le piaghe che colpiranno l’umanità preservando i membri del popolo di Dio che come gli israeliti, sono stati sigillati. Giacomo, nella sua lettera, chiama la chiesa: " Le dodici tribù che sono nella dispersione" (Giacomo 1:1)[1] ".

Nel contesto di Apocalisse 7 si nota il simbolismo:

Quattro angoli della terra vers. 1
Quattro venti vers. 1
Sigillo vers. 2
Fronte vers. 3
Tribù dei figli d’Israele vers. 4
I nomi delle tribù vers. 5-8
Dodicimila vers. 5-8

Ora se tutto il contesto è simbolico, risulta evidente che anche i 12.000 sono un numero simbolico, altrimenti i t.d. Geova dovrebbero dire chi rappresentano i singoli gruppi di 12.000 persone. Ora un numero simbolico di 12.000 moltiplicato per un altro numero 12 (numero delle tribù) non può mai dare come risultato un numero letterale di 144.000, per cui questo numero è strettamente simbolico, anche perché non esiste una suddivisione letterale (12.000) di un Israele spirituale.

Infatti i numeri nella Bibbia hanno un certo significato che andremo ad analizzare qui di seguito.

"Nel linguaggio simbolico i numeri 7 e 12 indicano la perfezione (3 la divinità, 4 la creazione). Il numero 12, le 12 tribù d’Israele, i 12 apostoli. Rappresenta il popolo di Dio, il risultato del patto, sia dell’Antico Testamento che del Nuovo Testamento, conseguenza dell’intervento di Dio nella storia degli uomini.

Le 12 tribù rappresentano l’idea della totalità ed il suo quadrato (144) è il numero perfetto ed assoluto, il coefficiente 1.000 segna l’idea della moltitudine. 144.000 corrisponde al numero perfetto nella sua moltitudine.

Quanto ai numeri 12.000 e 144.000 si ha ragione di affermare che essi non sono né matematici, né statici, ma simbolici. Quale è il significato? 12, cifra del popolo di Dio, è portata al suo quadrato 144, e questo è moltiplicato per il cubo di 10 cioè 1.000. Ora, essendo 12 la cifra della perfezione, il numero 144.000 rappresenta questo popolo nel suo perfetto compimento.

Il carattere simbolico del numero è evidente, quadrato delle cifra sacra 12, moltiplicato per il coefficiente di moltitudine 1.000, significa che a Dio solo appartiene l’enumerazione dei suoi a che essa si realizza in tutta la sua pienezza.

Il quadrato di 12 rappresenta il popolo di Dio nella sua pienezza. Moltiplicato per 1.000 evoca l’idea di una moltitudine. La cifra 12 volte 12.000, ossia un totale di 144.000 mostra che l’opera perfetta di Dio si compie nella debolezza degli uomini. Prima risposta alla domanda "chi può reggere in piè"? (Apocalisse 6:17); "ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio;" "le porte del soggiorno dei morti non prevarranno contro la Chiesa" popolo di Dio .

"Dell’Israele spirituale Giovanni aveva udito il numero, ma era un numero non aritmetico, bensì simbolico, inteso ad insegnare che Dio conosce e conta i suoi uno per uno come il pastore le sue pecore, ch’egli trae da tutte le famiglie dell’umanità e tutte le protegge come sua proprietà"....Possiamo affermare che la cifra 144.000 indica la totalità vivente del popolo di Dio pronta al ritorno del suo Signore.

Prima di passare al secondo quadro di questo capitolo (Apoc. 7:9-17), vogliamo ancora ricordare che Giovanni non "vide" questo Israele sigillato da Dio, ma "udì" cioè sentì pronunciare il numero 144.000. Giovanni ha visto l’angelo che avrebbe dovuto sigillare la Chiesa militante sulla terra, quindi non ancora gloriosa, non ancora portata alla presenza del trono di Dio.

APOCALISSE 7:9, LA GRANDE FOLLA

"Dopo queste cose vidi, ed ecco una grande folla che nessun uomo poteva noverare, si tutte le nazioni e tribù e popoli e lingue, che stava in piè davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di vesti bianche e con delle palme in mano"

Si è molto discusso sui rapporti di questa grande moltitudine con i 144.000. Tre sono le posizioni:

1) i 144.000 sono un gruppo distinto dalla grande folla
2) i 144.000 sono la grande folla
3) i 144.000 si distinguono dalla grande folla, ma vengono nuovamente indicati in questo secondo quadro nei versetti.

 13-17. Di questa terza posizione diciamo subito che "niente nel testo autorizza la dissociazione dei riscattati rivestiti di vesti bianche del versetto 13 dagli eletti rivestiti di vesti bianche di questo versetto 9".

Le ragioni che ci obbligano ad identificare i 144.000 con la grande folla sono diverse.

Giovanni udì il numero della pienezza dei suggellati e quando vide il corrispondente di questo numero, i trionfanti con la palma in mano, erano una moltitudine che nessuno poteva contare. Così "si passa dall’audizione alla visione, così come dal piano terrestre (sulla terra n.d.r.) si passa al piano celeste (in cielo n.d.r.).

"Bisogna guardarsi bene dal vedere nella seconda visione un’altra categoria di fedeli distinta dalla prima". "I due quadri sono distinti e successivi (dopo questo). Il primo ci pone sulla terra e ci mostra la Chiesa militante, così come è costituita al momento in cui incominciano i mali degli ultimi tempi. Il secondo ci trasporta nel cielo alla fine dei tempi, e ci fa vedere la Chiesa trionfante, che è una grande moltitudine di ogni nazione, formata da coloro che vengono dalla grande tribolazione".

Che i 144.000 siano la grande folla ci viene confermato da due espressioni del testo stesso. La prima: mentre nel capitolo 7° è detto che la folla proviene da tutte "le nazioni e tribù e popoli e lingue" della terra, nel cap. 14° Giovanni esprime lo stesso pensiero dicendo che i 144.000 "sono stati riscattati dalla terra". La seconda: la grande folla del capitolo 7° come i 144.000 del capitolo 14° "stava in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello" (Apoc. 7:9,15, 14:3). Questa constatazione crediamo risponda bene alla domanda: "Chi può reggere in piè?"

Contrariamente ad alcuni (t.d.Geova n.d.r.) che credono che questa grande folla siano i salvati che rimangano sulla terra, a differenza dei 144.000 che sono sul Monte Sion, in cielo, questo secondo quadro presenta la grande folla in cielo. Essa è " davanti al trono di Dio". Questa espressione viene ripetuta diverse volte da Giovanni nel suo libro e indica sempre il luogo della presenza di Dio in cielo. (Apoc. 4:2,5,10; 8:3, 14:3;20:11 (trono di Dio); Apoc. 11:19;3:12;15:5, 14:17 (tempio di Dio). Inoltre in Apocalisse 19:1 si parla di una gran voce come di una folla immensa nel cielo (n.d.r.).

LA FOLLA INCALCOLABILE DEI 144.000 VIENE DALLA GRANDE TRIBOLAZIONE

...Essi son quelli che vengono dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello...(Apoc. 7:14).

Questa è la risposta dell’anziano alla domanda di Giovanni (da dove sono venuti?).

Un’esatta comprensione di questa dichiarazione ci aiuta ancora meglio a comprendere il valore dei 144.000.

Qual è questa grande tribolazione? Tre sono le posizioni sostenute dagli studiosi

1) La tribolazione di tutti i secoli, cioè la battaglia individuale alla quale ogni cristiano è chiamato per la sua testimonianza e per superare la propria concupiscenza...Paolo diceva: Dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni (Atti 14:22). Ma l’espressione "grande tribolazione" nel linguaggio profetico non è qualcosa di vago, di generico, a contrario è molto precisa e si riferisce a qualcosa di specifico.
2) La tribolazione durante il Medio Evo, periodo durante il quale la Chiesa viene oppressa, con la spada, con il bando, e le carceri. Periodo nel quale la Chiesa deve fuggire dai luoghi abitati per sottrarsi al potere ecclesiastico e temporale.
Anche questa spiegazione è poco sostenibile per il fatto che il sigillamento dei 144.000, la grande folla, avviene poco prima del ritorno di Cristo e preserverà la Chiesa militante dalle ultime piaghe.
3) La tribolazione finale....Non sono delle tribolazioni ordinarie della vita umana, neppure quelle della Chiesa militante causate da parte dei suoi nemici, ma qui si riferisce a quella di cui parla il profeta Daniele al capitolo 12:1...questa tribolazione è l’ultima...è ancora nell’avvenire.. Daniele afferma che sarà un tempo d’angoscia quale non se ne ebbe mai da quando esistono le nazioni...

Bisogna insistere sul tempo presente del verbo greco erkomenoi, che vuol dire "coloro che vengono" (Apoc. 7:14 n.d.r.) e non coloro che sono venuti. Questo tempo esprime fortemente che coloro che fanno la loro entrata nel cielo escono dalla tribolazione (appena finita) ...Il presente "vengono", non implica, come si è supposto, che essi seguitano, continuano ad arrivare, ma indica che il loro venire è cosa recente, giacche la visione ci porta al tempo in cui sarà terminata la tribolazione di cui si parla e che è chiamata la grande perché supererà, se non in durata, in intensità ed in estensione, tutte le precedenti....

I 144.000 SONO UN GRUPPO PARTICOLARE DI SALVATI

Questa moltitudine è una élite di credenti che si distinguerà da tutto il resto della Chiesa. Sono persone che hanno fatto un’esperienza particolare con Dio e manifestano il suo carattere. L’esperienza dei 144.000 è del tutto diversa, ma non superiore o migliore di quella degli altri salvati. A tutti i riscattati verrà data "una pietruzza bianca sulla quale c’è scritto un nome che nessuno conosce se non colui che la riceve" (Apoc. 2:17). Questo nome esprime l’esperienza personale ed intima che il credente ha fatto con il suo Creatore, esperienza diversa, distinta da quella fatta da tutti gli altri, suoi fratelli, come è diversa l’esperienza fatta con Dio da coloro che hanno subito il martirio da quelli che sono morti nel loro letto. Come i martiri non vanteranno nessuna superiorità rispetto a coloro che non sono stati uccisi per l’evangelo, così è dei 144.000 che hanno vissuto in un momento particolare della storia della salvezza, diverso da tutti gli altri. Essi avranno fatto con Dio un’esperienza distinta dal resto della Chiesa. A loro sarà riconosciuta una posizione diversa, ma non per questo superiore, a quella degli altri fratelli di tutti i tempi i quali nell’eternità avranno anch’essi il nome di dio e dell’Agnello sulle loro fronti (Apoc. 22:3-4).

Sin qui le parole tratte dal libro (pag. 725-732) citato nella nota 1 al quale rimandiamo il lettore per un approfondimento più ampio sull’argomento. Ovviamente essendo i 144.000 il popolo di Dio vivente al ritorno di Cristo, di questo gruppo non fanno parte né gli apostoli né gli altri fedeli morti nel passato.

Se come affermano i t.d.Geova i soli 144.000 riceveranno il sigillo, si trovano di fronte una difficoltà che riguarda il capitolo 9:4 di Apocalisse dove viene detto che un guaio doveva colpire tutte le persone che non avevano il sigillo di Dio sulla fonte, ed escludendo i 144.000, da questo guaio, è ovvio che la grande folla sarebbe colpita da questo guaio!!! (si noti che l’angelo non doveva colpire né gli alberi, né la verdura ecc. concetti simili espressi in Apoc. 7:3). Altra difficoltà da risolvere, riguarda il numero degli unti che regneranno in cielo con Cristo, Apocalisse 20:6 afferma che costoro (gli unti, i 144.000) regneranno con Cristo 1000 anni; ciò contrasta con l’insegnamento dei t.d.Geova, in quanto secondo costoro sulla terra saranno ancora viventi degli unti all’inizio del millennio e si dovrà aspettare la loro morte fisica prima che anch’essi siano portati in cielo per regnare; per cui in cielo dopo la fine di questo sistema di cose, non ci saranno tutti i 144.000, a loro dovrà essere sottratto il numero degli unti ancora viventi sulla terra, ed attualmente (1999) sono 8757 e ciò è in contrasto con l’insegnamento biblico che parla di 144.000 che regnano e non un numero minore. Quanti saranno gli unti sulla terra quando vi sarà la fine di questo sistema di cose? Nessuno può saperlo, però dalla lettura a pag. 214 (par. 10) del libro Dal Paradiso Perduto... (pubb. da t.d.Geova) si nota che: " Ma alcuni di essi (unti) sono ancora in vita oggi sulla terra" (erano 14.511 nel 1959, anno di pubbl. del libro n.d.r.). Invece alla pag. 216 (par. 24) dello stesso libro si afferma: "Anche molti membri del "piccolo gregge" sopravvivranno ad Armaghedon" (corsivo mio). Questa è un’ulteriore conferma della confusione (alcuni o molti) e incongruenza che regna sull’argomento tra i t.d.Geova.

DUE GRUPPI DI SALVATI CON SPERANZA DIVERSA?

Nella parola di Dio vi sono molte indicazioni che riguardano un’unica speranza, unico corpo ecc. (Efesi 4:4; 1° Corinti 12:13)

In Cristo Gesù i 2 popoli (ebrei e gentili) sono diventati un unico popolo (Efesi 2:14).

Il capitolo 11° degli Ebrei è un evidente prova del fatto che tutti avranno come obiettivo finale la città di Dio (celeste n.d.r.). Ebrei 11:16,10. il capitolo si conclude con le seguenti parole...tutti costoro, (fedeli dell’A.Testamento n.d.r.) pur avendo avuto buona testimonianza per la loro fede, non ottennero quello che era stato loro promesso (patria migliore, cioè quella celeste vers. 16 n.d.r.). Perché Dio aveva in vista per noi qualcosa di meglio, in modo che loro (fedeli dell’A.T. n.d.r.) non giungessero alla perfezione senza di noi. (Ebrei 11:39-40) L’autore con il noi identifica la chiesa di quel tempo (unti per i t.d.Geova), quindi sia gli uomini dell’A.T. che quelli del N.T. insieme raggiungeranno lo stesso obiettivo (la patria celeste). Non entriamo qui nel merito del luogo in cui vivranno i salvati, in quanto per questa tematica ci vorrebbe uno studio a parte. Contrariamente a quanto insegnato dai t.d.Geova (tutti gli uomini fedeli dell’A.T. non andranno in cielo), Matteo 8:11,12 afferma che nel regno dei cieli ci saranno Abramo, Isacco, Giacobbe; (stranamente per i t.d.Geova le persone citate rappresentano tutt’altro (sic!) che i fedeli patriarchi.

LE ALTRE PECORE DI GIOVANNI 10:16

Ho altre pecore, che non sono di questo ovile, anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore. (Giovanni 10:16)

Secondo i t.d.Geova queste altre pecore sarebbero quelli appartenenti alla grande folla.

Gesù pregando il Padre in Giovanni 17:20-21, afferma ..Non prego soltanto per questi , (discepoli n.d.r.) ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; come tu o Padre, sei in me e io sono in te, anch’essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. Gesù mette sullo stesso piano sia i suoi discepoli (12) che tutti quelli che credono in lui...che siano tutti uno... vi è da chiedersi se la grande folla crede in Gesù?

Nel testo di Giovanni 10:16 si parla di un solo gregge, un solo pastore, ciò equivale a dire uno stesso ovile; la separazione avverrà tra pecore e capri (vedi Matteo 25:31-46), e non tra pecore e pecore.

Ma chi sono le pecore dell’altro ovile?

Bisogna innanzitutto chiarire chi sono le pecore dell’ovile (non dell’altro ovile).

Quando Gesù inviò i dodici in missione, diede loro queste istruzioni: "Non andate tra i pagani e non entrate in nessuna città dei Samaritani, ma andate piuttosto verso le pecore perdute della casa d’Israele". Evidentemente la missione di Gesù era rivolta primariamente ai suoi connazionali (ebrei) ai quali Dio aveva affidato gli oracoli (rivelazioni) di Dio (Romani 3:2), e Gesù stesso affermò che era stato mandato alle pecore perdute della casa d’Israele (Matteo 15:24) considerati figli e non cagnolini come disse Gesù alla donna cananea (Matteo 15:26). Risulta ovvio che le pecore erano i figli d’Israele carnale. Ovviamente la missione di Gesù e degli Apostoli è stata estesa anche ai gentili, ma questo avvenne in seguito e questo risulta evidente dal libro degli Atti (11:1,18; 9:15;14:27;15:7 ecc.), anche se da alcuni episodi della vita di Gesù (donna cananea, il centuriore) già traspariva la missione universale dell’evangelo.

In Atti 13:46 si condensa il discorso sin qui fatto: ..Ma Paolo e Barnaba dissero con franchezza: "Era necessario che a voi per primi (giudei n.d.r.) si annunziasse la Parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi ritenete degni della vita eterna, ecco, ci rivolgiamo agli stranieri.

Ovviamente le pecore dell’altro ovile a cui fa riferimento Gesù sono i gentili o pagani ovvero tutti quelli che non facevano parte della nazione Israelitica e non la grande folla di cui farebbero parte solo i t.d.Geova.

Scopo della morte di Cristo era quello di riunire in uno i figli di Dio dispersi (Giovanni 11:52), e questi non sono certamente i 144.000.

In Cristo non v’è distinzione... Galati 3:28-29.

Secondo il concetto dei t.d.Geova i 144.000 sarebbero i figli celesti spirituali di Dio, mentre la grande folla sarebbero i NIPOTI di Dio. Questo concetto è espresso chiaramente alle pag. 148-149 del libro pubblicato dai t.d.Geova nell’anno 1949 "Sia Dio riconosciuto verace", (parlando della grande folla è scritto): «Anche questi possono rivolgersi a Geova come al "Padre nostro", per la ragione che durante il regno millenario di Cristo essi diventeranno i figliuoli terrestri del loro Datore di vita, Gesù Cristo, e saranno quindi, per così dire, in grado d’essere "nipoti" di Dio. Le scritture si riferiscono spesso al nonno come ad un padre».

Stando a questa citazione attualmente i t.d.Geova dovrebbero chiamare Geova nonno e non padre, in quanto loro non sono ancora figliuoli terrestri, ma lo diventeranno durante il millennio, ma per ovviare a questa affermazione ridicola utilizzano la scrittura in cui vi sono degli esempi in cui il nonno può anche essere chiamato padre, ma dimenticano che la scrittura utilizza questi casi parlando di una discendenza carnale e non spirituale.

La scrittura afferma inequivocabilmente che tutti quelli che hanno ricevuto Gesù hanno avuto il diritto di diventare figli di Dio (e non nipoti), (Giovanni 1:12), e chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio (1° Giovanni 5:1); i termini tutti e chiunque non sono limitati al numero di 144.000.

Una delle conseguenze di questo insegnamento, è che la grande folla (con speranza terrena) non vedrà mai né il Padre né il figlio Cristo Gesù, e ritengo che questa sarebbe la cosa più triste che possa mai capitare al cristiano.

Probabilmente i testi di Giobbe 19:26, Esodo 24:9-11, Ebrei 12:14, 1°Giovanni 3:2 ed infine Apocalisse 7:9,15 che afferma la presenza ed il servizio della grande folla davanti al trono e nel tempio di Dio, con i suoi servi nella città di Dio che vedranno la sua faccia (Apocalisse 22:4), necessitano di un approfondimento da parte dei nostri amici t.d.Geova; Apocalisse 21:3 afferma che "essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio".

Ovviamente lo studio avrebbe bisogno di altri approfondimenti a proposito del rapporto tra i 144.000 ed il ruolo di Cristo nei loro confronti e nei confronti della grande folla, la questione del patto, della mediazione della giustificazione, ecc. ma vi sono studi sull’argomento di altri autori, ai quali rimandiamo il lettore. [2]

Concludiamo lo studio con alcune affermazioni tratte dalle pubblicazioni dei t.d.Geova che riguardano i 144.000, alle quali lasciamo al lettore ogni commento:

1) Gesù è mediatore solo per i cristiani unti (144.000)… t.d.guardia 1/10/1979 pag. 31.

2) Un solo mediatore fra Dio e gli uomini (non tutti gli uomini), l’uomo Gesù... t.d.Guardia 1/6/1980 pag. 26 (si noti l’aggiunta della frase "non tutti gli uomini", corsivo mio)

3) Solo gli unti t.d.Geova possono partecipare alla comunione, in quanto solo hanno stipulato il nuovo patto con Cristo...t.d.guardia 1/6/1980 pag. 24-27.

4) La grande folla ... non ha dunque bisogno della giustificazione per fede e della giustizia imputata di cui hanno bisogno i 144.000 eletti... Vita Eterna Nella Libertà Dei Figli Di Dio, pag. 389.

5) La conservazione della propria relazione con Dio dipende (per la grande folla) dall’unione che il popolo ha con gli unti ... t.d.guardia 1/6/1980 pag. 27

6) Il fattore che determinerà la salvezza o la perdizione della grande folla...dipenderà da come la grande folla tratterrà gli unti ... (Matteo 25:31-46) t.d.guardia 15/12/1980 pag. 26. Questa citazione crea grossi problemi per i t.d.Geova in quanto la presenza della grande folla è strettamente legata agli unti viventi sulla terra che stanno diminuendo ma non a caso nell’ultimo decennio 1989-1999 (come si nota dalla tabella sottostante) non c’è stato nessuna diminuzione anzi si riscontra un lieve aumento (21 unti), e confrontando l’ultimo decennio con i precedenti si nota la peculiarità di quest’ultimo decennio. Questo mostra la totale incongruenza di questo insegnamento, e la preoccupazione dei t.d.Geova a mantenere un certo numero di unti viventi, altrimenti come verrebbe determinata la salvezza della grande folla se gli unti muoiono tutti prima di Armaghedon? Ovviamente non siamo assolutamente d’accordo con questa citazione che i t.d.Geova fanno di Matteo 25:31-46, in quanto la salvezza di ognuno sarà determinata dalla risposta data all’appello della grazia di Cristo (Atti 16:30-31, Efesi 2:8-10) e le opere in base alle quali saremo giudicati (Apocal. 22:12. Matteo 16:27) non sono certamente quelle fatte nei confronti di un numero sparuto di persone (unti), in quanto i carcerati, gli affamati, gli assetati, gli ignudi, gli ammalati ecc. non sono certamente i 144.000, bensì tutto il nostro prossimo verso il quale lo stesso Gesù ha provato compassione Matteo 9:36, 25:31-46.

Come ulteriore aspetto vorrei ricordare che secondo i t.d.Geova durante il Millennio (dopo Armaghedon) ci saranno varie risurrezioni di miliardi di persone (morte in passato) che avranno la 2^ possibilità di salvezza (così la definiscono i t.d.Geova) ai quali i solo t.d.Geova predicheranno il messaggio per un’eventuale conversione; senza entrare molto nel merito, la Bibbia afferma inequivocabile che non vi sarà nessuna 2^ possibilità, basta esaminare i seguenti testi: 2° Corinti 5:10; Ebrei 9:27; Romani 2:14-16; 1° Corinti 4:6.

Per concludere vorrei considerare il fatto che pur nutrendo rispetto per i t.d.Geova, questa dottrina dei 144.000, li ha privati della loro salvezza, della necessità di nascere di nuovo, di partecipare realmente alla Santa Cena (commemorazione) Giovanni 6:53-56; 13:12-17, e di beneficiare di gran parte della Bibbia (quasi tutto il N.T.) che applicano alla classe dei 144.000 di cui solo una residua parte vive ancora sulla terra.

Domenico Floro

Note:
[1] Quando la profezia diventa storia, pag.723-724, EDIZ. ADV 1998, Autore A. PELLEGRINI.
[2] I nostri "amici" Testimoni di Geova, di S. Pollina, ediz. SAN PAOLO, 1996, pagg. 85-97;
Testimoni di Geova o Testimoni di Cristo?, di F. RUGGERI, 1986, pag. 81-104;
I Testimoni di Geova... di A. AVETA, ediz. dehoniane pag. 27-62.