Dormi
tu, musa genovese?
Ti sembra
tempo di tacere?
Senti
tutto il paese
che sta
celebrando
il famoso
Castellini,
il terrore
degli Algerini.
Non vuoi
lasciare memoria
della
impresa compiuta
(Poche
pari ne ha la storia
benché
proprie della nazione)
dal bravo
Castellini,
il terrore
degli Algerini?
Di Germano
al confronto,
di Viviani,
di Cabané,
senza
temere odioso affronto
può
mettersi anche lui,
il famoso
Castellini,
il terrore
degli Algerini.
D'ottobre
l'ottavo giorno
salpò
l'ancora ed uscì
dal porto:
e a mezzo giorno
voltò
prua e poi partì
con buon
vento verso il suo destino
il famoso
Castellini.
Buon vascello
fabbricato
sulla
spiaggia di Sestri
squarciava
le onde
avviato
a gonfie vele.
Comandante
è Castellini,
il flagello
degli Algerini.
C'erano
trentadue
pezzi
d'armamento
e un
cannone medio,
gli uomini
d'arme
erano
duecento sette.
Ma più
vale un Castellini
di duemila
Algerini.
Croce
rossa in campo bianco
apertamente
inalberò,
buon
Genovese ardito e franco
come
fanno i suoi pari,
l'immortale
Castellini,
flagello
degli Algerini.
Vento
in vela navigando,
dopo
otto o nove giorni
raggiunse
bordeggiando
le tre
isole di Maiorca,
il famoso
Castellini,
il terrore
degli Algerini.
Il diciassette
all'alba chiara
si scoprono
di lontano
due vele:
latina e quadra,
che,
crescendo, diventano sei.
Attenzione,
dice Castellini,
stiamo
all'erta: sono Algerini.
Spalleggiati
da una fregata
cinque
buoni sciabecchi armati
s'avvicinano
a gran velocità,
decisi
ad abbordare;
ma non
teme Castellini
le minacce
degli Algerini.
Presto,
su...preparatevi.
Micce
accese... al cannone.
Ognuno
senza fare strepito
prenda
posto, e senza confusione.
Mostriamo
a questi Algerini
quanto
vale Castellini.
Fuori
le brande, fate la barriera,
voi
sugli alberi, animo e coraggio.
Preparatevi
a combattere,
che
oggi vittoria certa
Castellini
vi promette
su
questi cani d'Algerini.
Un tenero
discorso,
fatto
a tutti presto e bene,
e un
gran fuoco gli salta in cuore,
a tutti
viene coraggio.
Gridano:
Viva Castellini!
Lo spavento
degli Algerini.
Figli,
fratelli, non siamo forse
tutti
uguali nella battaglia?
Non
c'è da aver paura, purchè sia
di
noi degno l'ardimento:
va dicendo
Castellini,
il terrore
degli Algerini.
Richiamatevi
alla memoria,
buoni
Genovesi, le catene
che
ancora penzolano, e la Meloria,
e
tante altre cose ancora
di
maggior valore
del
beffare gli Algerini.
Vi
sovvenga l'Oriente,
e
la Palestina e il Mar Nero,
e
in quant'altre terre, e numerose,
quest'insegna
fu confitta.
Poi termina
Castellini:
Fuoco
addosso agli Algerini!
Detto
fatto, in ogni petto
nuova
fiamma si accende;
sicchè
ognuno contento e quieto,
si accinge
alla sua opera;
va gridando
Castellini,
il terrore
degli Algerini.
Sono vicini,
sono tutt'intorno:
già
fanno fuoco di cannone
due sciabecchi
a bruciapelo:
nelle
sartie i rampini
fanno
arrivare e a Castellini
piovono
dentro gli Algerini.
Fuoco
di moschetteria,
di granate,
di pistole,
di caldaie,
si usino le armi bianche
e le
zagaglie.
Fuoco,
grida Castellini,
sempre
addosso agli Algerini.
Come lupo
che s'imbatte
affamato
tra le capre,
rincorre,cattura,
squarcia, abbatte,
fuoco
negli occhi, ai denti bave.
Così
infuria Castellini
sulla
mandria d'Algerini.
Sembrava
un inferno
di gran
fuoco e frastuono
per il
fumo non si vedeva
nè
da vicino, nè da lontano.
Castellini
non pensa ad altro
che a
battere gli Algerini.
Sciabolate
di punta e taglio,
teste
e braccia in aria andarono,
entra
ed esci ogni abbordaggio,
ci lasciarono
pelo e pelle,
fracassati
da Castellini,
il terrore
degli Algerini.
Tinto
a sangue il mare
sul filo
della corrente,
trascina
corpi d'Algerini
come
il fiume trascina gli alberi.
E in
questo modo Castellini
sconfigge
gli Algerini.
Due sciabecchi
dei più arditi
si ritirano
battuti,
e due
altri freschi e uniti
gli succedono
avanzati.
Ma il
bravo Castellini
gli fa
fare la stessa fine.
La fregata
era di poppa,
pronta
alla battaglia,
con una
cannonata di mezza poppa
Castellini
l'ha fracassata.
Viva
viva Castellini
il terrore
degli Algerini.
Una cannonata
improvvisa
a pelo
d'acqua ha spedito
a picco
un grosso sciabecco,
lo ha
fatto inabissare.
Viva
viva Castellini
il terrore
degli Algerini.
Settecento
e più son morti
i feriti
sono quattrocento,
vadano
questi nei loro porti
seminando
lo spavento,
che il
solo parlare di Castellini
faccia
tremare gli Algerini.
Dodici
dei nostri sono andati
ai paesi
di luce,
per dipingere
i ritratti
agli
antichi e buoni Genovesi
del valore
di Castellini,
e della
disfatta degli Algerini.
Porteranno
altri quaranta
i segni
delle loro ferite;
e, guardandole,
tutta quanta
la menzione
delle valentie
di Castellini
tornerà
a terrore
degli Algerini.
Il piacere
e l'allegria
della
città, chi può spiegarlo,
rinata
e rifiorita,
sì
che sembra tornata l'antica età,
per merito
di Castellini,
il terrore
degli Algerini?
Il Governo
ed il Senato
con grande
autorità
e tutti
i Magistrati
il dono
del titolo di Magnifico
hanno
conferito a Castellini,
domatore
degli Algerini.
Di vittoria
tanto singolare
non si
oscuri mai la gloria;
sia in
Patria, sia lontano,
ne sia
fresca la memoria,
finché
in mare sono Algerini
dell'invitto
Castellini.