Con la primavera entrante del 1981, ci
rendemmo conto, che nonostante lo zoppicare su accordi e tentennare con i
cori, la nostra passione per la musica che suonavamo e con la quale ci
eravamo cosi' bene identificati (tanto da esserci creati dei soprannomi,
stile primi Beatles ad Amburgo), ci aveva permesso comunque di diventare
una delle bands di punta che operavano nella saletta di Dongioprete: dopo
i Sacerdoti e Ciellini (che pero' erano dei raccomandati visto che erano
segnati tutti all'azione cattolica oppure svolgevano volontariato pesante
tipo infiocchettare la chiesa prima dei matrimoni o delle funzioni
regolare oppure assistere i bambini nella catechesi), visto che ormai gli
Sharks c'erano e non c'erano, non suonavano regolarmente, c'eravamo noi,
i Royal Boys.
Passavamo tronfi dei nostri sforzi
fra le giovani pulzelle oratoriali;
ne ricordo due in particolare, che grazie alla musica si erano
incredibilmente avvicinate al dialogo con noi del gruppo. Una mi pare si
chiamasse Maria Grazia
ed aveva i capelli lunghi, l'altra coi capelli corti era decisamente più
racchia e veniva considerata meno, in una eventuale uscita a 4 con chi
fortunato, poteva ambire ad un pomeriggio per negozi od ad un gelato con
Maria Grazia. Ripensarci ora mi vengono brividi, Robert Johnson si dice
abbia fatto un patto col diavolo per suonare, qualcun altro avrebbe dovuto
farlo col tempo.
Insomma avevamo scelto i nostri nomi di battaglia:
Bat Matic Battilocchi
alla batteria (anche detto BATLOK,
supereroe in sovrappeso)
Fabrizio Farnesi
detto
Fangio
Marco
il chitarrista detto Grillone
Danilo
il chitarrista detto Il Gatto
(visto che giocava in porta, spesso e volentieri, l'idolo di riferimento
era il Giallorosso Paolo Conti)
Roberto,
io, detto Hulk,
per via della magrezza biafrana che mi portavo dietro.
Nel frattempo entravano in scena, per acquisita notorietà in ambito
oratoriale ("sono loro, sono quelli
che fanno solo i Beatles") anche
personaggi nuovi, come un certo
Menichetti, piu' grande di noi e
pluriripetente, grande e grosso che noi avevamo preso nel nostro piccolo
entourage di Royal Boys quasi fosse l'Uomo Tutto Mal Evans, quello che
trovava tutto al gruppo; nel nostro caso ci serviva un ragazzone più
grande che conoscesse soprattutto i Maneschi Motorizzati che altrimenti
per una semplice occhiata storta, potevano aspettarti fuori.
1981 - Roberto "Hulk" Letizia,
Marco Grillone, Danilo il Gatto, Batlok e Fangio
Eravamo entrati nel nostro periodo
più creativo, ci sfidavamo persino a
comporre più canzoni; non fa nulla se mancavano interi ritornelli o le
canzoni facessero veramente pena, l'essenziale era creare: ricordo che
avevo un mio libro pieno di scritti (e di errori ed orrori in inglese, ma
faceva scena) .
I
Maneschi Motorizzati, grazie ai
buoni uffici del Bravo Omone Menico Menichetti ci lasciavano in pace
(eseguivamo per lui, in segno di commosso ringraziamento, l'allora
imperante tormentone dei Krisma di Maurizio Arcieri - MANY KISSES - che
divenne il soprannome di Menico), però si erano ovviamente accaparrati le
attenzioni di Maria Grazia e dell'amica sgorbia... era ovvio, non avevamo
i Persol e le vespette truccate. Solo Eko e Clarissa.
Martedì pomeriggio, fine marzo, la
solita bussata alla porta della sala del Dongioprete, proprio mentre
provavamo. L'atmosfera era già un po' tesa:
i chitarristi cominciavano a soffrire della
classica febbre alzatoria di volume del chitarrista e suonare le chitarre
a ben 9 sul potenziometro dell'FBT di Dongioprete.
In quel clima tutti alzavamo, tranne Batlok, che percuoteva le pelli dei
tamburi come un indemoniato sperando di fare più casino possibile...
eravamo senza idee, tanto che i chitarristi IL GATTO e GRILLONE,
rispettivamente andavano ognuno per cavoli propri abbozzando, "my rifle,
my pony and Me" (sigla dell'allora ciclo di films su John Wayne) e una
pallosissima "moonflower" di Santana eseguita con note talvolta sballate.
Fangio invece continuava i suoi pseudo studi di musica organistica da
chiesa trovando nuove sonorità allo scassatissimo GEM di Dongioprete.
Nessuno metteva le mani ai microfoni,
sempre più sfondati e maleodoranti, probabilmente per via degli aliti dei
"Sacerdoti" e del pessimo Hunt, batterista dei Ciellini, che ogni tanto
veniva a controllare se non mancasse qualcosa ...tornando alla bussata...
stavolta mi pare toccò a Fangio aprire. Si presento' un signore brizzolato
in compagnia di un suo amico. Erano molto più grandi di noi, circa sui 40
anni!
Ricordo che ci fecero un sacco di domande e ci fecero suonare qualche
pezzo, addirittura uno di loro ci chiese se sapevamo fare canzoni
romanesche, stornellacci ecc. Nessuno di noi suonò nulla di decente, e
dopo un abbozzo di rock'n'roll malriuscito con uno di quei signori che si
era piazzato alla batteria mentre Batmatic cantava e suonava le maracas, i
due signori se ne andarono, in tutto un quarto d'ora di domande e
convenevoli. Anche il buon MANY KISSES scuoteva la testa... avevamo fatto
pietà come al solito.
Giorni dopo, per caso, sapemmo da uno dei Ciellini in vena di darci
confidenza (eravamo i dissacratori, nessuno di noi andava più in chiesa)
che il tizio sbucato dal nulla era un signore che lavorava in un locale,
un ristorante, e che cercava nuovi talenti.
Ora capivamo perchè Many Kisses aveva scosso il capo e sbuffato.
La grande occasione, aveva bussato alla
nostra porta e noi avevamo fatto poco più che pietà.
Come sempre demotivati. Eravamo persino arrivati a suonare Bennato, ma
senza armonica, non che non ci piacesse... ma a me personalmente sembrava
una sconfitta rinunciare alla nostra creatività ricopiativa.
1982- New Royal Boys
Passavamo più tempo ormai a litigare
che a suonare... senonchè, una
grande innovazione tecnica stava arrivando: i microfoni nuovi, che i
Sacerdoti sapevano persino regolare nel suono attaccandoli al mixer
presente dell'impianto FBT.
Gli Sharks erano scomparsi, pare che essendo veramente dei ribelli,
avessero trovato una saletta tutta loro per provare, senza sottostare ai
ricatti della Messa di Dongioprete. Anche noi li subivamo. Se almeno due
di noi non garantiva presenza in chiesa la domenica, non si suonava,
Dongioprete avrebbe obiettato. Di loro più nulla seppi, finchè non
rincontrai per sbaglio, in una videoteca, il loro bassista Gianni, che
tuttora passo a salutare e che suona (come chitarrista ritmico) in una
band che replica i Dire Straits, molto apprezzata nel circuito.
Intanto, tornando alle vicende oratoriane, un giorno Batlok venne pestato
da un bullo, del quale fratello però onestamente bisogna dirlo, Batlok si
prendeva gioco spesso, chiamandolo "abbacchio" . Al 3.000° "abbacchio" il
fratello minore chiamò il maggiore e scattò l'agguato al povero Batlok .
MANY KISSES quel giorno non c'era, eravamo vulnerabili.
Il bullo lo rincorse per tutto il campo, poi Batmatic-Batlok non
possedendo un fisico da magnifico snello, inciampò e cadde. E per lui fu
la fine. Prese un sacco di botte, cadendo fece anche una giravolta
spaziale su se stesso, tanto per rimanere in tema Goldrake-Jeeg Robot che
imperversavano in quei giorni.
Intuimmo tutti che la nostra popolarità era agli sgoccioli e che quello
era un brutto segno. Non era passato
che un mese da quel beneaugurante inizio di primavera.
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