Noi nel frattempo, continuavamo ad impratichirci sulle nostre improbabili
versioni dei magici quattro... è andata perduta purtroppo, l'unica
cassetta che avevo nella quale ci si esibiva in una
LOVE ME DO
che durava circa 1,20 minuti (armonica sostituita da un lalalalalala), ma
molto sentita, con lo stacco alla Paul che io in persona fornivo con voce
mascherata da adulto. Registravamo su un portatile veramente rude, un
radioregistratore Sanyo che ancora mio padre ha nella sua casa fuori Roma
ma che riceve solamente in FM . Eravamo in tre, io e due miei compagni di
scuola, Massimo e Giampaolo e come nome originale trovammo
GMR,
Giampaolo Massimo e Roberto.
Io ero una vera frana ancora i barrè erano un mistero, Massimo suonava dei
vecchissimi bongos sfondati (incredibilmente sono impolverati su un
armadio a casa dei miei, e Giampaolo, che sapeva si e no i 4 accordi
maggiori arrancava ad occhio ed orecchio con delle note armoniche talmente
avventate che è meglio che la cassetta sia andata persa, pena che chiunque
la sentisse ora avrebbe già chiamato le guardie per incapacità molesta del
complesso.
Pallone, Roma e chitarre , non ci
serviva altro... e cominciò infatti la grande stagione delle FRODI ai
professori, con meravigliose firme false per marinare la scuola (la vera
arte della truffa scolastica la misi a punto solo al liceo due anni più
tardi) e saltare così l'odiato compito di matematica mensile... a
vantaggio della musica. NO al nozionismo, si al librone degli accordi dei
Beatles, dove però mi scontravo sempre col terribile inizio di Michelle.
Insomma, tutto ruotava nel mondo dell'oratorio, dove le note si facevano
sempre più melodiose da parte della band ufficiale del Prete, che noi
invidiosamente chiamavamo "i
Sacerdoti" schernendoli più del
dovuto, visto che per suonare dovevano garantire il servizio e la presenza
in chiesa. Fu a quel punto che conobbi due sfigatissimi musicisti, più
grandi di me, anche loro erano tentati a quella magica sala attrezzata dal
prete (da noi ribattezzato Dongioprete da un mix del nome Giovanni e la
parola prete) che chiesero a quest'ultimo di poter sviluppare la loro
passione per la musica ...
Dongioprete acconsentì e
cominciarono a suonare addirittura in due, ricordo a malapena i loro nomi,
Massimo V. e Andrea, batteria rumorosa fuori tempo e basso fender FINTO
erano i loro strumenti. Andrea era un bassista discreto, bravino però
aveva un HOHNER del quale aveva falsificato la paletta trasformandolo in
Fender Precision. E noi c'eravamo cascati tutti, in compenso suonava
veramente, mentre Massimo V. andava a braccio, anzi a gambe scomposte e
braccia fuori tempo sulla Rogers fumante nuova di Dongioprete... riuscii'
non so come, sfruttando il fatto che da un po' di tempo scambiavo dischi
dei Beatles con questo Andrea, a infilarmi nel loro duo, adducendo
strafenomenali inclinazioni chitarristiche che in realtà non possedevo
minimamente. Ma ci credevo, mi ero imparato il FA col barrè che veniva
quasi bene, proprio in quei giorni.
30 maggio 1980 prove per
la prima esibizione
I Sacerdoti continuavano a macinare musica... era il tempo di My Sharona,
cover impensabile con loro che eseguivano quasi perfettamente (però il
loro inglese era veramente osceno) se avevano nell'organico un figuro di
nome Andrea M. che era il supertecnico, con la Fender Bianca, VERA, sul
modello di Jimi Hendrix. Era la prima volta che vedevo una Fender dal vero
e non in negozio, e soprattutto qualcuno che la sapesse suonare regolando
i volumi mentre faceva gli assoli e gli accordi, come i professionista. Il
nome di questo Andrea M. riecheggiò per lustri nell'ambito oratoriale,
pare che sapesse fare addirittura, con tanto di tremolo, anche l'assolo di
"Rock around the clock" di Bill Haley alla perfezione, cosa che gli vidi
in effetti fare e molto bene.
Noi tre e gli altri tre continuavamo a strimpellare e
quando il prete acconsentì a me, Massimo V.
e Andrea di varcare la soglia della sala ci sentimmo in paradiso
(anche se marinavamo le lezioni di catechismo) ... ma il sound era scarso.
Non avevamo nome, a differenza dei GMR,
e soprattutto ... non sapevamo suonare. Ricordo una versione di I Need You
di George Harrison cosi' tremenda da farci smettere e rimandare alla
prossima seduta settimanale di sala (avevamo due ore a settimana, il
martedi, dalle 16 alle 18) . I Beatles mi ossessionavano la mente...
sognavo di George Harrison e Ringo Starr che mi prendevano in giro e
volevo a tutti i costi diventare bravo per imitarli... occorreva fare la
mossa più scaltra, anche perchè Massimo V. e Andrea erano più inclini al
suono degli Stones da poco usciti col loro disco Some Girls... niente
Stones, non mi sono mai piaciuti, grazie.
I Sacerdoti facevano "Miss you" con il
falsetto ma sempre in uno stentato inglese da seconda elementare... poi
anche i Deep Purple...musica da miscredenti inaudita per chi invece
serviva messa in chiesa.
La mossa più scaltra fu di fondere i
GMR con i Senza NOme,
però rifondando un nuovo gruppo e chiedendo al prete, "voglio un nuovo
gruppo" in maniera che il duo sopravvissuto Massimo V. e Andrea potessero
prendere un altro chitarrista... pero' Andrea nel frattempo era passato a
suonare la batteria e quindi tutto naufragò da solo. Ero libero di poter
chiamare Massimo il bonghista e da lì ripartì il progetto
"Suoneremo-come-i-Beatles-forse"
...
Massimo V. si dedicò al basket e sparì
di scena, lo rividi anni e anni dopo a un concerto, non mi riconobbe, non
dissi nulla. Era diventato un appassionato di chitarre d'epoca, comprava e
vendeva. Andrea il bassista-batterista scomparve nel nulla, cambiò casa.
Io e Massimo bongo chiamammo due amici chitarristi che giocavano a pallone
con noi tutti i giorni (studiare mai, non se ne parlava) Danilo e Marco,
mentre Giampaolo, che non poteva competere con i nuovi che sapevano sia
gli accordi maggiori che quelli minori, si giubilò da solo. Ora è un
esperto informatico di Linux, però ha imparato a suonare bene.
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