I giorni dell'oratorio, delle chitarre e dei libri di scuola che volavano dalle finestre

Parte Prima: Perchè si forma un gruppo?

(di Roberto Letizia)

Non mi ricordo ora, a distanza di 27 anni, quale fosse quel programma nel quale vidi i magici BEATLES esibirsi in un filmato d'epoca davanti alla regina d'Inghilterra.... mio padre mi aveva comprato da poco una chitarra elettrica era il febbraio 1979... era stato un notevole sacrificio per me imparare a fare i primi accordi, ricordo di un calcione alla mia prima chitarra classica, una Clarissa col manico storto e le corde di plastica , per la rabbia non aver saputo fare un semplicissimo RE ... alla fine però, sacrificio dopo sacrificio, passando ore ed ore a consumarmi i polpastrelli acquisii la velocità minima necessaria ad impostare il giro di Do... erano i tempi di Mangiafuoco di Bennato (quella successione di accordi era un incubo, impensabile replicarla) e soprattutto dell'orecchiabilissima "Il gatto e la volpe" con quei micidiali barrè un vero e proprio attentato all'indice della mano sinistra per via della pressione da usare sulle corde ... e chi ci riusciva ????

 

1979 i Supersonics di Roberto


Io ci riuscii... in ogni caso e fui così entusiasta da stressare mio padre per mesi e mesi per passare ad una chitarra elettrica, con tanto di amplificatore. L'occasione si presentò con un liutaio poco distante che vendeva una
Eko Cobra II del 74 e un piccolo ampli da 20 W che però aveva 4 uscite, marca Gem. Fantastico. Ci si poteva attaccare anche un microfono ...pensai... ed in effetti a basso volume, la chitarra ed il microfono (presi uno del vecchio registratore a cassette Toshiba del 1970 che aveva mio padre e che si scasso' quasi subito) quelli col tasto avanti play e indietro semovente e il tasto rosso del rec ... Insomma credo al costo complessivo di 170.000 lire (mia madre si incazzò come un furetto bulgaro senza mangiare per mesi, diceva che avrei trascurato lo studio, l'ho sempre fatto comunque indipendentemente dalla musica ehehehe, ero un RICOPIONE gabbatore di professori) finalmente ebbi la possibilità di diventare qualcuno, di farmi sentire persino dal davanzale della camera-studio di mio padre...(le urla del vicinato divennero sinistre quanto quelle del film "Uccelli" di Hitchcock)...e fu una svolta, visto che pareva di volare sul manico di quella leggerissima chitarra nera confronto alla classica da prete che avevo avuto sino a quel momento... suona suona... tutti i giorni , come la messa: accendere l'amplificatore, c'è la funzione BEATLES , due ore ad applicarsi sul librone degli accordi dei Beatles trafugato a mia cugina Claudia (anni dopo le feci delle fotocopie ricostruendolo e rilegandolo visto che glielo avevo distrutto per l'uso totale e continuo nei secoli) ... però questo non bastava più...la sindrome Beatles ,anche a scoppio ritardato a quasi 10 anni dalla loro separazione, aveva contagiato il mio furore artistico: dovevo creare un gruppo anche io, e forse, diventare ancora piu' famoso dei Beatles Stessi. Era quello il mio compito , pensai... altro che quei professori balordi che facevo disperare ... ero si, veramente in Missione per conto di Dio, nella persona dei 4 di Liverpool.

Largo Trionfale

In quel tempo frequentavo l'oratorio di San Giuseppe al Trionfale, passando molto tempo lì a giocare a pallone (c'era un numero indefinibile di angoli e spazi trasformati in campi.. in pratica 72 partite 3 contro 3 , 7 contro 2 , 5 contro 9 e via dicendo che si svolgevano in quel fazzoletto di campo in contemporanea) e a commentare i risultati della Roma , che ahime' non andava proprio benissimo. Eravamo tutti politicamente Giallorossi: "O ROMA O MORTE".

Però un giorno dalle cantine vicino agli spogliatoi dei grandi (noi eravamo del 65 , i grandi erano quelli del 60-61-62-63-64) sentimmo arrivare delle note... rumori di tamburi... avvicinandoci alle scale, sentimmo... come per magia l'allora prete reggente Don Giovanni aveva da una settimana all'altra ristrutturato una cadente stanzetta ed attrezzata a sala musica con amplificatori FBT nuovi, batteria ROGERS , due chitarre elettriche Clarissa modello diavoletto (però si diceva che i magneti fossero Di Marzio, quindi buoni) e un basso modello Les Paul , ma sempre Marca Clarissa, di colore nero e pesante come un anziano da portare a spalla... Era la neonata sala musica, perlopiù frequentata dalla band dell'oratorio, quella ufficiale, quelli bravi, dei quali noi, alle prime armi eravamo invidiosi alla massima potenza....che band ...quelli si che facevano Mangiafuoco e non sbagliavano mai. Accompagnavano un ragazzo di nome Ennio, simpaticissimo e da noi sempre stimato, che si faceva in quattro per aiutare tutti, come volontario... tra l'altro Ennio aveva una discreta voce ma il suo repertorio si esauriva a due soli brani "Speedy Gonzales" nella versione Di Capri e "Guarda come dondolo" di Vianello che allora imperversava in versione romanesca con "Gente de borgata" assieme alla moglie Vilma Goich.

30 maggio 1980 - Royal Boys: prove per la prima esibizione