I giorni dell'oratorio, delle chitarre e dei libri di scuola che volavano dalle finestre
Parte Nona: The New Royal Boys - Gli Ultimi Fuochi
(di Roberto Letizia)
Dopo esserci sciolti ufficialmente, venne
finalmente l'estate per dimenticare quell'anno difficile per le nostre
disavventure scolastiche. Da settembre avevamo deciso di recuperare l'anno perduto mettendoci veramente sotto con lo studio, cosa che poi in effetti non fu mai vera; la passione per le nostre chitarre avrebbe fatto sempre in modo da non applicarci mai completamente sui maledetti inutili libri di scuola. Dopo che fu tornato anche il Gatto dalle vacanze, lui che era sempre l'ultimo, passammo subito all'azione. Io Roberto Hulk e Fabrizio Fangio avevamo deciso di riformare il gruppo dalle ceneri, complice anche due piccole novità: una batteria economica Eko comprata dal padre di Fangio, che aveva deciso di suonare esclusivamente tale strumento, per me invece un nuovo basso, comprato un po' con i miei magri risparmi, un po' con l'aiuto dei genitori ai quali avevo promesso di studiare molto per rimediare alla debacle dell' anno precedente. Il mio nuovo basso era una imitazione sottomarca di sottomarca di sottomarca Fender, una vera Ciofeca per dirla alla Toto', un ripiego; la marca era Maxtone ed era di poco migliore del mio basso Eko Sebring rosso che si vede nelle foto e che vendetti al mio amico architetto Carmelo per 50.000 lire (Carmelo lo tiene ancora come reliquia, anche se il basso non è piu' in grado di emettere suono) . Nota curiosa io e Carmelo avremo successivamente suonato insieme della psichedelia sperimentale con Aldo e Costantino, due chitarristi molto promettenti (il primo autore della mia foto ad Abbey Road, l'altro di quelle dei Royal Boys sul tetto del palazzo di Fangio a Via Andrea Doria) ma che si scordavano sempre via accordi; nella formazione c'era anche, alla batteria, tal Rodolfo, un batterista sempre alla prima lezione di batteria che non andava oltre la rullata di tamburi, ma con la smaccata predilezione per John Bonham dei Led Zeppelin.
Il gruppo non era male e continuammo a suonare molto saltuariamente per un discreto periodo, talvolta improvvisando in due, in tre o in quattro, quello che ci mancò fu l'esibizione dal vivo, però c'era una novità: con l'anno 1982, per la prima volta avremmo avuto un posto tutto nostro dove suonare, infatti i genitori di Marco, il chitarrista, ci avevano detto che potevamo usare la loro cantina cosa che in realtà avvenne, dopo che fu tappezzata di cartoni per uova per attutire il rumore delle nostre canzoni fragorose. Rimaneva però il problema degli amplificatori: tutti autocostruiti con il mio da chitarra a contenere i suoni del basso, con molta difficolta'; ma il Gatto, che usava l'ampli di Fangio, non voleva proprio comprarsi un amplificatore ed infatti ci furono i piccoli primi screzi. Non sempre andavamo a suonare nella cantina dei genitori di Marco Giuliani, in un quartiere lontanissimo dalle nostre case del quartiere Prati, Spinaceto, ma talvolta o con il treno o con la corriera o addirittura con le due motociclette 125 che Marco e Fangio avevano (una Honda e un Gilera), raggiungevamo la casa in campagna di mio padre a circa 40 chilometri da Roma sulla via Flaminia, li potevamo fare un bel frastuono (Fangio di solito portava il rullante) anche se ricevevamo sempre delle lamentele.
Marco Giuliani decise di suonare soltanto eccezionalmente con noi e compatibilmente coi suoi impegni di lavoratore e donnaiolo playboy 18enne. Continuammo quindi quasi sempre in 3, mentre mio padre mi aveva costruito un amplificatore per il basso che funzionava abbastanza bene ma era pesantissimo. Questo ci permise di suonare in tre con Fangio e la sua Eko, ogni tanto recandoci nella casa sulla Flaminia. Il gatto Danilo, che finalmente sfruttava un ampli tutto per se' (ma continuava a non comprarne uno) se la cavava abbastanza bene come chitarrista solista, niente di trascendentale come me e del resto e come Fangio, ma apprezzabile. Stavamo tutti migliorando e persino costruivamo dei pezzi nostri, come "Tales of Life", di Roberto Hulk e Marco Giuliani, "You Must Believe Yourself" di Danilo il Gatto, testo perso nei secoli, piu' uno strumentale di Fangio che chiamammo "La foresta proibita", prendendo il titolo da un film di Tarzan. Continuammo a suonare con alterne fortune e mai dal vivo fino all'inizio del 1984, registrando una mitica cassetta contente persino una versione di LOLA dei Kinks, registrata a casa mia con tanto di Batteria Eko ed urla dei vicini esasasperati. La cassetta fu spedita in piu' copie a parenti di Roberto Hulk che risiedevano negli Usa, non ne rimane traccia in Italia.
1983 - Nuovi Royal Boys antennisti - rooftop session Tutti e tre prendemmo delle direzioni diverse musicalmente: Danilo il Gatto si mise sempre più raramente alla chitarra per il gruppo, dedicandosi maggiormente alla scuola ed allo studio, frequentava ora con profitto un istituto professionale per diventare Cameraman; Fabrizio rimase folgorato dalla musica Funky ma dirottò decisamente verso l'heavy metal unendosi ad un gruppo che suonava alla Balduina, i "Thunders of Rock"; Roberto tentò invece di sempre di avviare un discorso psichedelico con altri suoi due amici i già citati Aldo e Costantino, veri appassionati dei Byrds e di Jimi Hendrix, con Carmelo l'architetto al Piano e Rodolfo il Rullatore alla batteria. La grande stagione era passata, rimase una spettacolare sessione fotografica dal tetto di via Andrea Doria al Largo Trionfale, dal palazzo di Fangio, con foto di Costantino il chitarrista che si era comprato una Fender perche' lavorava e studiava. Ben presto ci fu per noi anche la maturità, e subito dopo la partenza per il militare... che tuttavia Fangio riuscì ad evitare, mentre Roberto Hulk ed il Gatto venivano spediti in Friuli.
1983 - New Royal Boys, trio a Villa Borghese
Roberto Hulk (è diventato persino grasso arrivando a 110 Kg e ridimagrendo ai suoi abituali 80) e Fabrizio sono ambedue stimati funzionari statali con una spiccata passione per i programmi di registrazione da computer. Visto il moderno evolversi della tecnologia, ora possono creare dischi direttamente con un semplice Laptop, il loro sogno da sempre. Non si sono mai sposati, ma non è detta l'ultima parola. Marco Giuliani ha ora una attivita' sua nel centro di Roma. Dei due side-chitarristi che ogni tanto si univano per delle jam sessions, Aldo è un terribile Vigile Urbano Sindacalista (continua a suonare in un gruppo-replica dei Beatles con una Gretsch come quella di Harrison nel 65) e Costantino vive e lavora da tempo in Australia. Carmelo è uno stimato architetto. Di Rodolfo il Rullatore nessuno sa più nulla, dai primi anni 90 non abita più a Roma.
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Grazie a tutti per l'attenzione a
nome dei Royal Boys e dello scrittore, Roberto "non
più Hulk"
Letizia. 2 (foto a lato: 1982, Roberto "Hulk" Letizia come Micheal Nesmith dei Monkees) |