Nel 1974 si sposò Gian Piero e molti di noi andarono al loro matrimonio ad
Ozzano. Il suo posto di batterista venne preso stabilmente dagli ozzanesi
“Bertin” e Mauro.
La compagnia in parte cambiò e gli “interessi” presero la strada di Ozzano.
Iniziammo l’estate portando gli strumenti nell’oratorio di Don Antonio
...ma poi tornammo nel nostro Covo trevillese.
Ci ritrovammo, quindi, spesso nella piazza di Ozzano Monferrato, a casa di
Franco e Walter o nel campo sportivo dell’Ozzano.
In quell’anno finalmente arrivarono le patenti e ci trovammo a Treville
motorizzati.
Arturo, che sognava di essere un
rallysta, guidava la Giulia Alfa Romeo di suo padre come un pazzo.
Un giorno finimmo in un fosso sotto il cimitero di Treville... per fortuna
un albero ci salvò dallo strapiombo. Lui uscì come un fulmine dall’unica
portiera agibile (la sua), la richiuse in faccia a Silvana che stava
uscendo dietro di lui, gridando in diletto: “Scapumma fiei”.
A livello piloti non erano da meno Bertin e Livio con le loro Mini Minor.
Livio, nei pressi di Alfiano Natta, decollò su un dosso, ma per fortuna si
ritrovò ancora sulla strada.
La 126 e la gita a Champoluc
La mia povera 126 Fiat, nuova di pacca, fece dei miracoli per stare dietro
ai tre bolidi... anche se cominciò ad accusare qualche problema “fisico”
il giorno dopo la scadenza della garanzia...
Ancora Arturo, fu protagonista di un episodio ricordato da Giorgio, reduce
con me dal suddetto "rally del cimitero":
"Livio sbagliò per tre volte la svolta ad
un bivio ed Arturo scese dalla Giulia, chiuse a chiave l'auto con i
compagni dentro ed iniziò a fare l'autostop".
Una scena anologa accadde a Milano
quando alla partenza da un semaforo gli automobilisti che stavano dietro
di lui iniziarono a suonare il clackson..... per protesta, Arturo scese
dalla macchina e la chiuse a chiave in mezzo all'incrocio, tra lo stupore
e l'ira generale.
Infine Gianni visse l'episodio della
suora... sempre il "mitico" Arturo, giunto ad un passaggio pedonale si
fermò per fare passare una suora "titubante". Dopo un paio di "passo
io, passi tu" nei quali la suora rischiò di avere la peggio, Arturo
scese scocciato dalla macchina, la prese sotto braccio e le disse:
"Sorella, non si preoccupi, la faccio attraversare io...".
Con le auto potevamo finalmente esplorare il territorio ed i locali del
circondario. Una sera ci trovammo in una birreria del paese di Cuccaro. Per
risparmiare ordinammo una bottiglia di birra e 18 bicchieri !!!!... ci
portarono un conto stratosferico...
Diventati ormai quasi ozzanesi, il Parroco di Ozzano ci invitò a a passare
qualche giorno a Champoluc
in Val d'Aosta, nel pensionato che lui aveva fatto da poco costruire.
Noi maschi fummo tutti "alloggiati" (.. parola grossa...) in una lunga
mansarda, senza pavimento, senza vetri, senza riscaldamento, con 15 letti
uno affianco all'altro e con una sola luce.
Per scaldarci iniziammo una battaglia di cuscini che si protrasse per
molto tempo, tra la polvere e le piume che volavano.
Nella prima metà degli anni ’70 la compagnia fu molto unita. Spesso ci si
incontrava anche durante i mesi scolastici a Torino, Milano o Genova o ci
si teneva in qualche modo in contatto per organizzare l’estate
successiva…
... continuarono anche le tipiche “simpatie trevillesi” che si
trasformarono in presunti o reali “grandi amori” ma su questi fatti è
meglio continuare a sorvolare sorvolare...
Non tutti i genitori, però,
“sorvolarono”... Dante e Mirella ci furono sempre “molto vicini” in quegli
anni e “pedinarono” ovunque e con molto successo la figlia Gabriella.
Un giorno organizzammo un casto “pigiama party” serale in casa di Anna e
Sissy. Partimmo in “gran segreto” con i nostri “pacchettini”.
Verso le undici di sera, un “corteo con torcia accesa in prima fila"
apparve sul lungo viale che conduceva alla festa.... Dante ci aveva
scoperto un’altra volta.
21 settembre 1974 - abbuffata da Marinella
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