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ESTATE 1973

(ANEDDOTI E RICORDI) 

 

Il 1973 fu un anno di cambiamenti, Gianni andò a militare e diradò le apparizioni, Enrico si mise a suonare il basso e Gian Piero preso da altri impegni (...sentimentali... più avanti verrà in compagnia di Annabella), fu spesso sostituito nelle nostre serate musicali da “Bertin” o da Mauro “Mursun”, che diventarono i nostri batteristi negli anni futuri.  Mauro, si esibì anche come cantante… il suo cavallo di battaglia era “Signora mia” di Sandro Giacobbe.
 
In quell'anno restaurammo nuovamente il "Covo" con l'aiuto del paese.
Tra i “benefattori” ricordo con piacere un americano, parente di Rosina (proprietaria del negozio di alimentari e già incontrata nelle pagine sugli anni '60), che quando mi esibivo in una  versione personale di Gipsy degli Uriah Heep, ci dava sempre dei soldi. Non ho mai capito se gli piacesse la mia interpretazione (della quale mi inventavo bellamente le parole in inglese...) o ci volesse fare smettere.  Con i suoi soldi acquistammo un bel pò di materiale ed "affrescammo" la stanza con disegni tratti dal cartone Yellow Submarine dei Beatles.
In quell'estate tornò, per una breve apparizione, Mimma, protagonista delle estati di fine anni 60.

 

Nel Covo

 

Beppe Nardi

Tornando indietro di qualche mese, con il cambio di chitarra e con l’acquisto da parte di Enrico del basso Eko, era giunto il momento di cambiare anche l’amplificazione (.... anche perchè i 12 watt non reggevano).Decidemmo di fare “la follia” e ci comprammo di nascosto, in un negozio del centro di Genova, uno Steelphon 120 watt (ovviamente d’occasione) superaccessoriato e più alto di noi.  
Dopo aver (invano) progettato per giorni e notti vari metodi per portarlo a casa di nascosto, capitolammo e confessammo la “cosa” alla famiglia … anche perché a piedi o in autobus era impossibile trasportare l’acquisto.

Portato a casa il "mostro", lo "piazzammo" nello studio di papà. Quando lui era al lavoro (cioè sempre) ci cimentavamo in suonate e cantate con gli amici di liceo, Beppe ("Giusi") Nardi e Sandro Brera. In questi frangenti provavamo, "a pieni Watt !!!", anche la sopportazione di "tutti gli altri condomini" (... per fortuna, i muri in Corso Carbonara al numero 7 erano molto spessi...). Un giorno, mentre con Beppe cantavamo a squarciagola e "ben microfonati" le canzoni dei Pooh, per vedere se riuscivamo ad arrivare così in alto (il ritornello di "Nascerò con te" era il massimo della nostra stonatura), rientrò a casa mia madre di corsa dicendo, quasi divertita: "Forse... è meglio che abbassiate un pò perchè vi sentivo fin da Castelletto !!!".

 

Nell'agosto 1973 ottenemmo dal "nostro" Sindaco Duilio Mazzucco, che ci aveva sempre appoggiato nelle nostre iniziative di "svegliare" il paese, di poter organizzare dopo anni la "Festa del paese". La cosa poi non ebbe seguito per problemi "burocratici".  
Tra i "cimeli del "Covo" è sopravvissuta ancora quella lettera di richiesta. A noi si sarebbe dovuto aggiugere alla fisarmonica anche Francesco (già incontrato, munito di "caplinna russa" negli anni '60).
 

L’estate 1973 fu anche quella degli Exodus. Gian Piero, Enrico, Ermanno ed io, con alle tastiere Luigino da Terranova, ci unimmo al coro di Don Antonio di Ozzano, composto in gran parte da amici ed amiche che già frequentavano il nostro “Covo” (Franco, Walter, Ezio, Paola, “Carlina”, Teresa e Tiziana).

  
 

Ozzano Monf. 5 agosto 1973 - La prima "messa beat" degli Exodus


Dopo l’esordio nella chiesa parrocchiale di Ozzano (un matrimonio del 5 agosto 1973, del quale conservo le registrazioni originali), portammo con successo la nostra
“messa beat” in vari paesi del casalese (Ozzano alto, Ozzano-Lavello Cereseto, Terranova…) fino a Vercelli. 
Il nostro più grande desiderio era, però, quello di esibirci, almeno una volta, anche nella nostra Treville; la cosa purtroppo era troppo innovativa (… vedi anche più sopra) per il nostro amato parroco. 
Per questo, Piera, la mia futura suocera (...erano ancora tempi non sospetti su questo fronte), caricò mia madre Eugenia, me e la figlia Laura sulla sua 500 e ci portò in Curia a Casale, per vedere se il Vescovo riuscisse a “metterci una buona parola”.
Ci dissero che era molto difficile, perché la decisione spettava al Parroco, ma di proseguire su questa strada, perché spesso arrivavano in Curia lettere di complimenti per questo tipo di iniziative “giovani”. Senza sapere chi fossimo, ce ne mostrarono una e... parlava proprio di noi!!!!.
Durante l’inverno successivo gli Exodus si ampliarono con l’innesto di altri strumentisti locali (per noi “foresti” era difficile continuare l’attività durante il periodo scolastico) e di coriste del paese di GP (Terranova).  

Mauro "Mursun" in "Signora Mia", con Alfredo e Laura

Gian Piero ricorda un paio di episodi divertenti accaduti nell’estate 1974.  
"Mentre stavano rientrando a casa da Treville, cantando a squarciagola le canzoni della messa, con i finestrini della sua 124 abbassati, furono fermati dai Carabinieri di Casale Monferrato. Visto che non erano ubriachi, i militi si misero a ridere e li lasciarono andare". 

Il secondo episodio..... lo lascio raccontare a lui:  
"
E bravo… e Robella d'Asti, dove la mettiamo? Era il paese natale di Don Antonio, la Messa cantata a cui lui più teneva. Un panorama incantevole sulla cima di uno dei più alti colli monferrini. Eravamo disposti, con gli strumenti, sul lato destro della Chiesa. Dietro noi, un piccolo altare dentro il quale era conservato un macabro teschio. Alla Comunione, e scusa se mi sfugge il brano, ad un certo punto ci accorgemmo che il basso continuava a suonare con noi ma Giulio (che aveva sostituito Enrico) era sparito.  Luigino, che si trovava nella miglior posizione per sbirciare, buttò l'occhio alla sacrestia vicina, dove il cavo dello strumento si inoltrava con fare sospetto. E fu allora che vide il buon Giulio dissetarsi direttamente dal rubinetto e, nel contempo, continuare a suonare come nulla fosse."

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