Pietrone, l'ironia e l'offesa

Tra la fine di agosto e i primi di settembre 2000 ho assistito, e preso parte, ad un'accesa discussione avvenuta sul gruppo Usenet it.hobby.viaggi.

Stupita da ciò che ho percepito come ingiustificato accanimento nei confronti di un paio di persone che sul gruppo pubblicizzavano il proprio sito, per altro pertinente all'oggetto del newsgroup, ho iniziato a porre domande e sollevare obiezioni.

Ben presto è risultata evidente, all'interno del gruppo, una piccola comunità denominata "Osteria del Porto", il cui principale animatore è tale "Pietrone".

Pietrone sicuramente non è una persona che passa inosservata. Sempre presente, inonda il gruppo di messaggi preceduti dall'etichetta [OT], cioè "off topics", fuori argomento. Tipo esuberante, non lesina battute pungenti e spesso offensive. Si presenta come esperto viaggiatore, ed è sempre pronto a spedire "relazioni di viaggio" (ma solo agli "amici") e a bacchettare chi non è in linea con il suo modo di intendere il turismo o la vita in generale.

Sembra afflitto da manie di persecuzione e non manca di interpretare ogni espressione di "lesa maestà" nei suoi confronti come "diffamazione", "calunnia" eccetera, mentre le offese, anche volgari, che riserva a chi gli è antipatico sono da interpretarsi come "ironia" e "metafora".

Ognuno naturalmente è libero di interpretare la realtà come più gli aggrada, e sarà il lettore a trarre le sue conclusioni e a fare le dovute distinzioni tra realtà soggettiva e oggettiva. Ciò che però lascia perplessi è come questa realtà venga fatta propria, in forma apparentemente acritica, da diversi "avventori" dell'Osteria. Sono stati diversi quelli che, forti della teoria che Pietrone era stato oggetto di una "campagna diffamatoria", mi hanno invitata a consultare deja.com per farmi un'idea di che cosa avesse dovuto sopportare il "povero" Pietrone. Da parte sua questi non si risparmia nel ribadire di essere stato pesantemente "diffamato" e "calunniato", e si spinge al punto di immaginare feroci complotti ai suoi danni orchestrati da questa o quella "banda" di "anonimi" che, in realtà, hanno il solo torto di dissentire dal suo verbo e di considerarlo discretamente visionario. Nella personale realtà di Pietrone tutti gli interventi che non contengono osanna nei suoi confronti sono per definizione offensivi, diffamanti e via di seguito, e tutti, immancabilmente, ascrivibili ad un unico mandante (o per meglio dire, unica al femminile) che non avrebbe altro scopo nella vita che cercare di screditarlo. Il perché non è dato saperlo.

In una delle sue più recenti allucinazioni il "povero" Pietrone è arrivato a sostenere che i "complottatori", questa onnipresente sorta di Spectre che tramerebbe costantemente alle sue spalle, non hanno il senso dell'ironia, addirittura non la capiscono, e questo sarebbe l'unico motivo per cui si "accaniscono" contro di lui. L'intervento di cui parlo è un tale capolavoro che merita di essere salvato, ed è consultabile per intero qui: [OT] Ecco perché Pereira...! [OT].

Ma vediamo quale sarebbe stata la "campagna diffamatoria" ai danni di Pietrone, lo stesso Pietrone che accusa il prossimo di non riuscire a capire l'ironia, e a che cosa corrisponde invece il concetto di "ironia" che lui propugna, in questo sostenuto dai suoi numerosi fans.

Ho reperito alcuni interventi dello scorso anno, sia scritti dai "diffamatori" più volte citati dagli avventori dell'Osteria e dal suo animatore, sia scritti da Pietrone.

Ringrazio sentitamente tutti quanti mi hanno fatto trascorrere nel più puro divertimento gli ultimi giorni di vacanza, dandomi contemporaneamente modo di riflettere su diverse cose. Non ultima la reinterpretazione della realtà a proprio beneficio e contro ogni dato oggetivo, e la creazione, nel mondo virtuale così come nel mondo reale, del cosiddetto branco. Il proprio gruppo va difeso ad ogni costo e contro ogni logica e le sue regole vanno imposte agli altri, pena l'ostracismo. Si può essere parte del gruppo, conformandosi totalmente alle sue regole, o si può ignorarlo, ma non si può contestarlo.

Alessia