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La Flora
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L’ACANTO
Pianta erbacea di notevoli dimensioni che produce fusti
fioriferi al centro di una grossa rosetta di foglie che sono
glabre, grandi e profondamente divise, con lamina verde
brillante a contorno ovato, lunghe fino a 60 cm e lungamente
picciolate. I fiori, lunghi fino a 30 cm, sono raccolti in una
lunga
spiga cilindrica e sono di colore bianco- rosa. Il
calice è diviso completamente in due labbra spatolate col labbro
superiore più grande a cappuccio. La
corolla è costituita da un solo labbro visibile trilobato, bianco
roseo. Gli
stami sono 4. Al fianco dei fiori ci sono grandi
brattee lunghe sino a 4 cm, ovali con denti spinosi ai margini e
all’apice. Il
frutto è una
capsula bivalve ad apertura esplosiva, con due grossi
semi per valva, bruno-nerastri che vengono proiettati a distanza |
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L’ASFODELO
Il
fogliame
dell'asfodelo si presenta sotto forma di una rosetta di grosse
foglie radicali, strette e lineari, con l'estremità appuntita.
Dal centro della
rosetta emerge uno stelo nudo che porta una spiga di
fiori
più o meno ramificata secondo le specie. La spiga è generalmente
alta un metro o più.
I fiori iniziano a
sbocciare dal basso. Hanno sei tepali (cioè non esiste
distinzione visibile tra petali e sepali, che hanno la stessa
forma e lo stesso colore). Nella maggior parte delle specie, i
tepali sono bianchi con una striscia scura al centro.
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IL CICLAMINO NAPOLETANO
Pianta erbacea
perenne, con un tubero rotondo e schiacciato ai poli,(alto1-2 cm
ed il diametro di 3-5cm) con le radici che si sviluppano solo
nella metà superiore; il colore è bruno rossastro e la polpa
bianca.
Foglie con picciolo roseo di 4-5 cm e lamina
ovale-poligonale, apice acuto e margine grossolanamente dentato;
la base presenta un’incisione profonda, la pagina superiore è
marezzata di bianco e l’inferiore di solito rossastra. Le foglie
compaiono dopo la fioritura.
Fiore unico, di solito inodore, con peduncolo di 6-12
cm., roseo e pubescente. Il calice presenta 5 denti ed è
nascosto dai lobi riflessi della corolla, i quali presentano,
alla base, ciascuno due orecchiette. La corolla è formata da un
tubo roseo di 5 mm e 5 lacinie ( 9 x 18mm) di color rosa-
pallido chiazzate alla base di porpora. Gli stami sono 5,
corollini., antere gialle, stilo appena sporgente. Ovario supero
Frutto: capsula globosa contenente numerosi semi rotondi.
Come in tutti i ciclamini, il peduncolo si attorciglia in una
stretta spirale con al centro il frutto stesso,in modo che i
semi rimangano vicino al terreno. |
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IL CORBEZZOLO
Si presenta come
arbusto
molto ramificato, con rami giovani rossastri. Può raggiungere i
7-8 m di altezza.
Ha
foglie
ovali lanceolate, di 2-4cm per 10-12 cm, addensate all'apice dei
rami, con
picciolo
corto e lamina coriacea, superiormente verde-scuro e lucida,
inferiormente più chiara, a margine dentellato.
I
fiori
sono riuniti in grappoli penduli, con corolla bianco-giallastra
o rosea, urceolata e con 5 piccoli denti ripiegati verso
l'esterno di 5-8 per 6-10 cm.
Il
frutto
è una bacca sferica di circa 2 cm, carnosa e rossa a maturità,
ricoperta di tubercoli abbastanza rigidi spessi qualche
millimetro; contiene un
alcaloide
che può causare gravi inconvenienti in persone particolarmente
sensibili a esso. Il nome latino consiglia un uso moderato del
consumo (uno edo = ne mangio uno solo).
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L’EUFORBIA
Euphorbia
dendroides in aprile
L’Euphorbia
arborea è una pianta molto diffusa nella Liguria costiera. Qui è
stata fotografata a Punta Manara. Si presenta come un arbusto
arrotondato o un alberello. Ha forma piuttosto aperta.
I rami
partono fin dalla base del tronco e sono di colore grigio
chiaro. Le foglie lanceolate, tenere e di color verde chiaro
sono presenti solo sulle estremità dei rami.
La pianta
secerne un lattice urticante. E’ di origine tropicale, ma si è
ben adattata al clima mite della Liguria costiera.
Una
caratteristica tipicamente tropicale della pianta è
l’estivazione: perde infatti le foglie all’inizio dell’estate
per limitare la traspirazione e affrontare così meglio la
siccità.
Al termine
della stagione calda la pianta rimette le foglie, e durante
l’inverno si presenta quindi particolarmente verdeggiante.
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LA FERULA
Nonostante sia una pianta comunissima, l'amante della natura
gode della sua improvvisa ed estesa fioritura primaverile che
inonda il paesaggio del giallo brillante dei suoi fiori. Le
foglie molli, pluripennate, hanno un caratteristico aroma
pungente somigliante un po' al sedano; le inferiori lunghe fino
a 60 cm, hanno un contorno a forma di ventaglio, le superiori
sono più piccole e avvolte da una guaina navicolare.
L'infiorescenza è molto ramificata con ombrelle terminali
fertili e brevemente peduncolate, quelle laterali sterili e
lungamente peduncolate. Vive nelle stazioni aride e sassose
della macchia degradata e nelle garighe, frequentemente insieme
agli Asfodeli, dove si diffonde sia grazie ai frequenti incendi
sia perchè non viene brucata dal bestiame. La Ferula è infatti
velenosa: gli animali che se ne cibano contraggono la "ferulosi"
e muoiono in pochissimo tempo. |
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LA GINESTRA
Arbusto fiorifero a foglie caduche. Raggiunge i 2-3 metri di
altezza ed ha portamento eretto, tondeggiante, con chioma molto
ramificata; i fusti sono sottili, legnosi, molto flessibili, di
colore verde scuro o marrone; le foglie sono piccole,
lanceolate o lineari, di colore verde scuro, molto distanziate le une
dalle altre, cadono all'inizio della fioritura. Produce
numerosissimi fiori di colore giallo oro, delicatamente
profumati, sui fusti spogli; ai fiori fanno seguito i frutti:
lunghi baccelli pubescenti, che contengono 10-15
semi appiattiti |
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IL GINESTRINO
Il
Ginestrino appartiene alla famiglia delle Fabaceae.
E' una pianta erbacea vivace con radice legnosa e numerosi fusti
non troppo ramificati. Questi sono disposti a raggiera e sono
lunghi fino a 40-50 cm.
Le foglie sono glabre e con pochi peli, hanno cinque foglioline,
ognuna delle quali provvista di un piccolo picciolo. La forma
può essere ovale o lanceolata.
I fiori hanno il calice tubulare; la corolla è di colore giallo
vivo ed è formata da cinque petali, due inferiori che formano
una sorta di carena, due laterali e uno superiore, chiamato
vessillo. |
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LENTISCO
Arbusto o piccolo albero sempreverde originario dei paesi che si
affacciano sul Mediterraneo. Ha portamento eretto, molto
ramificato, e può raggiungere 4-5 m di altezza e 2-3 m di
larghezza; la chioma è tondeggiante, e in genere presenta un
fusto molto corto, anche se talvolta si può sviluppare ad
alberello. La corteccia è rossastra; le foglie sono composte,
costituite da 10-12 foglioline ovali, di colore verde scuro
brillante, cuoiose, lucide; all’inizio della primavera
all’ascella fogliare sbocciano piccoli fiorellini riuniti in
racemi, di colore verdastro i fiori femminili, più scuri e
tendenti al rosso i fiori maschili; in estate i fiori lasciano
il posto ai piccoli frutti, delle bacche tondeggianti di colore
rosso, che divengono nere a maturazione, in inverno. Le foglie e
i rami sono intensamente profumati, la resina contenuta nella
corteccia veniva utilizzata per produrre un mastice gommoso fin
dall’antichità, chiamato ni greco mastiche, da cui deriva
appunto la parola italiana mastice; ancora oggi la pianta viene
utilizzata in erboristeria e nell'industria dei profumi.
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LA PALMA NANA
La palma nana o palma di San Pietro (Chamaerops humilis) è uno
dei più antichi esemplari della flora mediterranea. Di ridotte
dimensioni, la sua altezza varia da poche decine di centimetri a
3 metri. Se coltivata in luoghi riparati può raggiungere anche i
10 metri di altezza.
In agosto produce dei datteri di colore giallo rossastro.
Anticamente dalle foglie si ricavavano stuoie, cestini ed il
crine vegetale.
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LA PEONIA
A questa pianta,
molto diffusa in Europa anche allo stato selvatico, vennero
attribuite fin dall'antichità mille virtù; oltre ad essere
utilizzata come antidolorifico, si diceva che un rametto legato
al collo dei pazzi li potesse curare dalla pazzia. Plinio il
vecchio ce ne parla come della pianta del dio Peone, medico
degli dei a cui dovrebbe il nome. Gli antichi miti greci narrano
di come il dio Peone venne tramutato in fiore, una Peonia
appunto, dopo aver liberato Latona dai dolori del parto. Per le
popolazioni asiatiche, in Cina e in Giappone, la Peonia
(in questo caso si tratta delle peonie cinesi, molto più grandi
e doppie di quelle europee) era il fiore degli imperatori, i
soli che potevano coltivarlo e coglierlo. Nel linguaggio dei
fiori ha preso il significato di
vergogna e
timidezza, da donare all'amata ritrosa. |
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IL PUNGITOPO
Diffuso in tutta
Italia, è un cespuglio molto ramificato con fusti finemente
solcati, può formare il sottobosco di foreste mediterranee.
Ha delle strutture, che pur simili a foglie, sono fusti
appiattiti (cladodi) che hanno sviluppato funzioni simili
a quelli delle foglie, essendo anch'essi fotosintetici. I fiori
maschili e femminili si trovano su rami diversi portati al
centro dei cladodi. Il frutto è una bacca globosa, rosso
brillante, contenente uno o due semi. I giovani germogli possono
essere mangiati, avendo sapore simile a quello dell'asparago.
Il nome "pungitopo", deriva dall'usanza contadina di proteggere
dai topi con mazzetti di questa pianta, i salumi e i formaggi
messi a stagionare. |
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IL RANUNCOLO
noto
col nome volgare di Favagello, erba fava o erba
da emorroidi, tipico delle zone fresche e umide dei prati ai
margini dei boschi, o delle rive dei ruscelli, con fioritura da
gennaio a maggio, ha radici tozze, carnose simili a tuberi, il
fusto è esile e decorre per un buon tratto aderente al terreno,
ergendosi solo con la parte terminale, alto da pochi centimetri
fino a 30 cm, portante un solo fiore, le foglie lungamente
picciolate, cuoriformi e di dimensioni ridotte, hanno il margine
ondulato, sono carnose, lisce e lucide, quelle basali di
dimensioni maggiori, e portanti all'ascella dei corpuscoli
globosi denominati bulbilli, il fiore ha una corolla
dialipetala, con 8-12 petali oblungo-lanceolati di colore
giallo-dorato brillante, alla base di ogni petalo si trova una
squama nettarifera di colore giallo-dorato, per attirare gli
insetti pronubi, i sepali sono foglioline verdi a forma di
linguetta acuminata in numero di 3-5, gli stami numerosissimi
sono disposti a corona intorno gineceo apocarpico, costituito da
più ovari, il frutto ispido e di colore verdognolo contiene
numerosi acheni |
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SALSAPARIGLIA
È una pianta
arbustiva con portamento lianoso, rampicante, dal
fusto
flessibile e delicato, ma cosparso di
spine
acutissime.
Le
foglie,
a forma di cuore, hanno i margini dentati e spinosi, e spinosa è
anche la pagina inferiore.
I
fiori, molto
profumati, sono piccoli, giallicci o verdastri, poco vistosi e
raccolti in piccole
ombrelle;
fioriscono, nelle regioni a clima mediterraneo, da agosto ad
ottobre.
I
frutti
sono
bacche
rosse, riunite in grappoli, che giungono a maturazione in
autunno. Contengono
semi
minuscoli e rotondi. Insipide e poco appetibili per l'uomo,
costituiscono una fonte di nutrimento per numerose specie di
uccelli.
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IL TARASSACO
II tarassaco è il notissimo fiore giallo dei prati, i cui frutti
formano il soffione con cui si divertono i bambini. I frutti
sono dotati di una corona di peli (pappo), inserita su un lungo
peduncolo, che poi diffonde i frutti con il vento come un
paracadute. Come droga si impiega la radice contusa insieme con
la pianta, Radix Taraxaci cum Herba. La radice è una tipica
radice a fittone, che penetra profondamente nel terreno. Ogni
giardiniere che tenti di estirparla deve ricorrere alla vanga o
meglio ancora a un estirpatore di radici, altrimenti la parte
inferiore della radice del tarassaco rimane nel terreno e
riemette un nuovo germoglio.
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LA VALERIANA
Pianta erbacea e
perenne, con breve
rizoma
stolonifero,
fusto eretto
e solcato in superficie da scanalature,
radici
fibrose emananti uno sgradevole e penetrante odore; in
condizioni ottimali può raggiungere altezze superiori al metro.
Le
foglie
sono opposte e prive di
stipole,
con
picciolo
presente solo nelle inferiori (le superiori sono sessili); tutte
si presentano composte e imparipennate, costituite da 10-20
foglioline a lamina intera o dentata e di un bel colore
verde intenso.
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IL ROVO
E' una pianta alta da 20 centimetri a due metri. Ha rami
pungenti, ora postrati e ora eretti. Ha foglie stipolate a 3/5/7
foglioline, dentate, picciolate, biancastre sulla pagina
inferiore, solitamente glabre in quella superiore. I fiori
(magio-giugno) sono biancastri o rosati, costituiti da cinque
petali e da molti stami. La sua infruttescenza (sorosio) e' nota
con il nome di "mora". E' pianta diffusa in tutta Italia, cresce
nel sottobosco, lungo le siepi, nei luoghi incolti, fino ai 2300
metri di altitudine. Del rovo si utilizzano anzitutto il frutto,
che si consuma fresco o che si usa per preparare marmellate,
bevande rinfrescanti, gelati o per decorare torte. Si utilizzano
in farmacopea (tutte le preparazioni devono essere filtrate)
anche le foglie raccolte prima della fioritura e i fiori,
essicati all'ombra. Il decotto delle foglie di rovo e' un
efficace astringente: si puo' usare come lozione per il viso o
per gargarismi contro le affezzioni della bocca. La medicina
popolare utilizza l'infuso di rovo per la cura del diabete: si
lasciano 20 grammi di foglie essicate in un litro di acqua
bollente per 15 minuti. Si filtra e si bevono due tazze al
giorno dell'infuso, lontano dai pasti. Un the molto aromatico si
ottiene da un infuso, lontano dai pasti. Un the molto aromatico
si ottiene da un infuso di foglie di rovo mescolate con foglie
di lampone.
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IL PRUGNOLO
È alto fino a 4
metri.
I fiori sono bianchi, con frutti tondi di colore blu; le foglie
sono obovate, alterne e seghettate.
La fioritura avviene in genere tra marzo e aprile, mentre la
maturazione dei frutti tra settembre e ottobre.
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LA SONTOREGGIA
La santoreggia è una pianta originaria dell'area del
Mediterraneo, anche detta erba acciuga.
Esistono due varietà di santoreggia, l'estiva e l'invernale, le
foglie di quest'ultima sono più aromatiche.
Le sostanze contenute nella santoreggia sono simili a quelli
contenuti nel timo, e anche le proprietà officinali sono
comparabili.
Fin dall'entichità la santoreggia è stata considerata un potente
stimolante delle funzioni sessuali.
In gastronomia, è utilizzata per aromatizzare legumi, amari e
liquori in genere, formaggi e ripieni.
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IL TIMO
pianta perenne appartenente alla famiglia delle Labiate, il
genere Thymus fu fondato da Linneo usando un antico vocabolo
greco che secondo alcuni indica profumo-profumare e secondo
altri coraggio. Secondo alcuni studiosi comprende ottanta
specie, secondo altri centoventi, ma alcune correnti di pensiero
parlano di quattrocento. Le varietà più usate sono il Thymo
serpyllum e il vulgaris, che sono tanto spontanee quanto
coltivate in giardini come tutte le altre specie. Tutte
provengono dall'area mediterranea, estesa fino alle Canarie,
esiste una specie propria dell'Abissinia. La pianta è comune dei
climi caldi-temperati, ma resiste anche a quote alte, come il
serpillo del Monte Rosa. È tale la richiesta di timo, che
Germania e Ungheria hanno avviato coltivazioni su larga scala.
Piccolo arbusto cespuglioso, non supera i 30 cm, si sviluppa su
un robusto apparato radicale. Il fusto è legnoso, tortuoso e
abbondantemente ramificato. Nella parte inferiore è rivestito di
corteccia color cenere, mentre i rami sono ricoperti da peli e
si presentano biancastri. Ha foglie piccole color grigio-verde
di varie forme, a secondo della specie; i fiori, piccoli e
tubolari, di color bianco-rosa, sono riuniti in glumeroli
formanti le infiorescenze, compaiono dall'inizio della primavera
a metà dell'estate. Il frutto è composto da quattro acheni
marroni inseriti nel fondo del calice del fiore. Si riproduce
per semina all'inizio dell'estate, per divisione dei cespi a
primavera e per talea da metà primavera a inizio estate |
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LA MENTA
La menta, secondo la specie, è un'erba alta da qualche cm a poco
più di un metro, con steli eretti e radici
rizomatose
che si espandono notevolmente nel suolo.
Le
foglie
sono opposte e semplici e nella maggior parte delle specie sono
lanceolate e ricoperte di una leggera peluria di colore verde
brillante.
I
fiori
sono raccolti in spighe terminali, coniche, che fioriscono a
partire dal basso verso l'alto. I singoli fiori, simpetali e
irregolari, sono piccoli, di colore bianco, rosa o viola; la
corolla,
parzialmente fusa in un tubo, si apre in due labbra, la
superiore con un solo lobo, l'inferiore con 3 lobi disuguali. La
fioritura avviene in piena estate e prosegue fino all'autunno.
Il
frutto
è una
capsula
che contiene da 1 a 4
semi.
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L’ORIGANO
L'origano è una
delle erbe aromatiche più utilizzate nella
cucina mediterranea
in virtù del suo intenso e stimolante profumo. Si usa in
innumerevoli preparazioni su carni e su pesce, nelle insalate e
nella pizza. Le cucine
siciliana,
napoletana
e
abruzzese
ne fanno grande uso.
L'origano non è
importante solo per il suo utilizzo in cucina ma anche per le
sue numerose proprietà terapeutiche. I suoi principi attivi sono
principalmente i fenoli Timolo e Carvacloro oltre a grassi,
proteine, sali minerali, vitamine e carboidrati.
Le sue proprietà
terapeutiche sono: antalgico, antisettico, analgesico,
antispasmodico, espettorante, stomachico e tonico. Il suo olio
essenziale è molto utilizzato nell'aromaterapia.
L'Origano è anche
un buon repellente per le formiche: basta cospargerlo nei luoghi
frequentati e ricordarsi di sostituirlo spesso e questi
fastidiosi insetti si terranno lontani.
Nel linguaggio dei
fiori l'Origano da sempre è stata considerata una pianta che dà
sollievo, conforto e salute
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L’ASSENZIO
Habitat:
fra i ruderi, lungo i sentieri fino a 2000 metri.
Parti usate:
le foglie e le sommità fiorali
Raccolta:
i fiori prima della sfioritura, metre le foglie tutto il periodo
vegetativo.
Conservazione:
far essiccare all'ombra le foglie, mentre i fiori si fanno
essiccare al sole. Conservare i sacchetti di plastica
Proprietà:
antisettiche, aromatiche, aperitive, emmenagoghe, febbrifughe,
stimolanti, toniche, vermifughe.
Uso:
interno. infusi decotti, tintura, scriroppo.
Note:
molto utilizzato per la creazione di grappe e vini. |
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LA RUTA
È una pianta erbacea perenne
dall’aspetto di piccolo cespuglio. Alta fino a 80 cm, presenta
la parte inferiore del fusto lignificata e foglie decorative bi
o tri-fogliate di colore verde-grigio. La fioritura si verifica
tra giugno ed agosto come una piccola ombrella formata da più
elementi di colore giallo-verdastro. L’odore, assolutamente
caratteristico che la pianta emana la fanno distinguere
facilmente dall’assenzio, con cui viene occasionalmente confusa.
I frutti sono delle capsule tetra o penta-lobate contenenti semi
brunastri, grossolanamente verrucosi. Le foglie della ruta sono
usate, in piccola quantità, come aromatizzante nei liquori a
preparazione industriale o domestica. La pianta è considerata
tossica per il suo contenuto in furocumarine e rutarine e per
gli alcaloidi chinolonici presenti nell’olio essenziale che da
essa si estrae.
È sconsigliabile toccare la pianta a mani nude per la
possibilità di riportarne arrossamento, gonfiore e vesciche.
L’ingestione provoca invece irritazione grave delle mucose
dell’apparato digerente, talvolta associati a danni anche
irreversibili dei reni e del fegato. |
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