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31-01-08

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L’ACANTO

Pianta erbacea di notevoli dimensioni che produce fusti fioriferi al centro di una grossa rosetta di foglie che sono glabre, grandi e profondamente divise, con lamina verde brillante a contorno ovato, lunghe fino a 60 cm e lungamente picciolate. I fiori, lunghi fino a 30 cm, sono raccolti in una lunga spiga cilindrica e sono di colore bianco- rosa. Il calice è diviso completamente in due labbra spatolate col labbro superiore più grande a cappuccio. La corolla è costituita da un solo labbro visibile trilobato, bianco roseo. Gli stami sono 4. Al fianco dei fiori ci sono grandi brattee lunghe sino a 4 cm, ovali con denti spinosi ai margini e all’apice. Il frutto è una capsula bivalve ad apertura esplosiva, con due grossi semi per valva, bruno-nerastri che vengono proiettati a distanza

L’ASFODELO

Il fogliame dell'asfodelo si presenta sotto forma di una rosetta di grosse foglie radicali, strette e lineari, con l'estremità appuntita.

Dal centro della rosetta emerge uno stelo nudo che porta una spiga di fiori più o meno ramificata secondo le specie. La spiga è generalmente alta un metro o più.

I fiori iniziano a sbocciare dal basso. Hanno sei tepali (cioè non esiste distinzione visibile tra petali e sepali, che hanno la stessa forma e lo stesso colore). Nella maggior parte delle specie, i tepali sono bianchi con una striscia scura al centro.

 

IL CICLAMINO NAPOLETANO

Pianta erbacea perenne, con un tubero rotondo e schiacciato ai poli,(alto1-2 cm ed il diametro di 3-5cm) con le radici che si sviluppano solo nella metà superiore; il colore è bruno rossastro e la polpa bianca.
Foglie con picciolo roseo di 4-5 cm e lamina ovale-poligonale, apice acuto e margine grossolanamente dentato; la base presenta un’incisione profonda, la pagina superiore è marezzata di bianco e l’inferiore di solito rossastra. Le foglie compaiono dopo la fioritura.
Fiore unico, di solito inodore, con peduncolo di 6-12 cm., roseo e pubescente. Il calice presenta 5 denti ed è nascosto dai lobi riflessi della corolla, i quali presentano, alla base, ciascuno due orecchiette. La corolla è formata da un tubo roseo di 5 mm e 5 lacinie ( 9 x 18mm) di color rosa- pallido chiazzate alla base di porpora. Gli stami sono 5, corollini., antere gialle, stilo appena sporgente. Ovario supero
Frutto: capsula globosa contenente numerosi semi rotondi. Come in tutti i ciclamini, il peduncolo si attorciglia in una stretta spirale con al centro il frutto stesso,in modo che i semi rimangano vicino al terreno.

IL CORBEZZOLO

Si presenta come arbusto molto ramificato, con rami giovani rossastri. Può raggiungere i 7-8 m di altezza.

Ha foglie ovali lanceolate, di 2-4cm per 10-12 cm, addensate all'apice dei rami, con picciolo corto e lamina coriacea, superiormente verde-scuro e lucida, inferiormente più chiara, a margine dentellato.

I fiori sono riuniti in grappoli penduli, con corolla bianco-giallastra o rosea, urceolata e con 5 piccoli denti ripiegati verso l'esterno di 5-8 per 6-10 cm.

Il frutto è una bacca sferica di circa 2 cm, carnosa e rossa a maturità, ricoperta di tubercoli abbastanza rigidi spessi qualche millimetro; contiene un alcaloide che può causare gravi inconvenienti in persone particolarmente sensibili a esso. Il nome latino consiglia un uso moderato del consumo (uno edo = ne mangio uno solo).

 

L’EUFORBIA

Euphorbia dendroides in aprile

L’Euphorbia arborea è una pianta molto diffusa nella Liguria costiera. Qui è stata fotografata a Punta Manara. Si presenta come un arbusto arrotondato o un alberello. Ha forma piuttosto aperta.

I rami partono fin dalla base del tronco e sono di colore grigio chiaro. Le foglie lanceolate, tenere e di color verde chiaro sono presenti solo sulle estremità dei rami.

La pianta secerne un lattice urticante. E’ di origine tropicale, ma si è ben adattata al clima mite della Liguria costiera.

Una caratteristica tipicamente tropicale della pianta è l’estivazione: perde infatti le foglie all’inizio dell’estate per limitare la traspirazione e affrontare così meglio la siccità.

Al termine della stagione calda la pianta rimette le foglie, e durante l’inverno si presenta quindi particolarmente verdeggiante.

 

 

LA FERULA

Nonostante sia una pianta comunissima, l'amante della natura gode della sua improvvisa ed estesa fioritura primaverile che inonda il paesaggio del giallo brillante dei suoi fiori. Le foglie molli, pluripennate, hanno un caratteristico aroma pungente somigliante un po' al sedano; le inferiori lunghe fino a 60 cm, hanno un contorno a forma di ventaglio, le superiori sono più piccole e avvolte da una guaina navicolare. L'infiorescenza è molto ramificata con ombrelle terminali fertili e brevemente peduncolate, quelle laterali sterili e lungamente peduncolate. Vive nelle stazioni aride e sassose della macchia degradata e nelle garighe, frequentemente insieme agli Asfodeli, dove si diffonde sia grazie  ai frequenti incendi sia perchè non viene brucata dal bestiame. La Ferula è infatti velenosa: gli animali che se ne cibano contraggono la "ferulosi" e  muoiono in pochissimo tempo.

LA GINESTRA

Arbusto fiorifero a foglie caduche. Raggiunge i 2-3 metri di altezza ed ha portamento eretto, tondeggiante, con chioma molto ramificata; i fusti sono sottili, legnosi, molto flessibili, di colore verde scuro o marrone; le foglie sono piccole, lanceolate o lineari, di colore verde scuro, molto distanziate le une dalle altre, cadono all'inizio della fioritura. Produce numerosissimi fiori di colore giallo oro, delicatamente profumati, sui fusti spogli; ai fiori fanno seguito i frutti: lunghi baccelli pubescenti, che contengono 10-15 semi appiattiti

IL GINESTRINO

Il Ginestrino appartiene alla famiglia delle Fabaceae.
E' una pianta erbacea vivace con radice legnosa e numerosi fusti non troppo ramificati. Questi sono disposti a raggiera e sono lunghi fino a 40-50 cm.
Le foglie sono glabre e con pochi peli, hanno cinque foglioline, ognuna delle quali provvista di un piccolo picciolo. La forma può essere ovale o lanceolata.
I fiori hanno il calice tubulare; la corolla è di colore giallo vivo ed è formata da cinque petali, due inferiori che formano una sorta di carena, due laterali e uno superiore, chiamato vessillo.

LENTISCO

Arbusto o piccolo albero sempreverde originario dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Ha portamento eretto, molto ramificato, e può raggiungere 4-5 m di altezza e 2-3 m di larghezza; la chioma è tondeggiante, e in genere presenta un fusto molto corto, anche se talvolta si può sviluppare ad alberello. La corteccia è rossastra; le foglie sono composte, costituite da 10-12 foglioline ovali, di colore verde scuro brillante, cuoiose, lucide; all’inizio della primavera all’ascella fogliare sbocciano piccoli fiorellini riuniti in racemi, di colore verdastro i fiori femminili, più scuri e tendenti al rosso i fiori maschili; in estate i fiori lasciano il posto ai piccoli frutti, delle bacche tondeggianti di colore rosso, che divengono nere a maturazione, in inverno. Le foglie e i rami sono intensamente profumati, la resina contenuta nella corteccia veniva utilizzata per produrre un mastice gommoso fin dall’antichità, chiamato ni greco mastiche, da cui deriva appunto la parola italiana mastice; ancora oggi la pianta viene utilizzata in erboristeria e nell'industria dei profumi.

 

 

LA PALMA NANA

La palma nana o palma di San Pietro (Chamaerops humilis) è uno dei più antichi esemplari della flora mediterranea. Di ridotte dimensioni, la sua altezza varia da poche decine di centimetri a 3 metri. Se coltivata in luoghi riparati può raggiungere anche i 10 metri di altezza.
In agosto produce dei datteri di colore giallo rossastro.

Anticamente dalle foglie si ricavavano stuoie, cestini ed il crine vegetale.

 

LA PEONIA

A questa pianta, molto diffusa in Europa anche allo stato selvatico, vennero attribuite fin dall'antichità mille virtù; oltre ad essere utilizzata come antidolorifico, si diceva che un rametto legato al collo dei pazzi li potesse curare dalla pazzia. Plinio il vecchio ce ne parla come della pianta del dio Peone, medico degli dei a cui dovrebbe il nome. Gli antichi miti greci narrano di come il dio Peone venne tramutato in fiore, una Peonia appunto, dopo aver liberato Latona dai dolori del parto. Per le popolazioni asiatiche, in Cina e in Giappone, la Peonia (in questo caso si tratta delle peonie cinesi, molto più grandi e doppie di quelle europee) era il fiore degli imperatori, i soli che potevano coltivarlo e coglierlo. Nel linguaggio dei fiori ha preso il significato di vergogna e timidezza, da donare all'amata ritrosa.

IL PUNGITOPO

Diffuso in tutta Italia, è un cespuglio molto ramificato con fusti finemente solcati, può formare il sottobosco di foreste mediterranee.

Ha delle strutture, che pur simili a foglie, sono fusti appiattiti (cladodi) che hanno sviluppato funzioni simili a quelli delle foglie, essendo anch'essi fotosintetici. I fiori maschili e femminili si trovano su rami diversi portati al centro dei cladodi. Il frutto è una bacca globosa, rosso brillante, contenente uno o due semi. I giovani germogli possono essere mangiati, avendo sapore simile a quello dell'asparago.

Il nome "pungitopo", deriva dall'usanza contadina di proteggere dai topi  con mazzetti di questa pianta,  i salumi e i formaggi messi a stagionare.

IL RANUNCOLO

noto col nome volgare di Favagello, erba fava o erba da emorroidi, tipico delle zone fresche e umide dei prati ai margini dei boschi, o delle rive dei ruscelli, con fioritura da gennaio a maggio, ha radici tozze, carnose simili a tuberi, il fusto è esile e decorre per un buon tratto aderente al terreno, ergendosi solo con la parte terminale, alto da pochi centimetri fino a 30 cm, portante un solo fiore, le foglie lungamente picciolate, cuoriformi e di dimensioni ridotte, hanno il margine ondulato, sono carnose, lisce e lucide, quelle basali di dimensioni maggiori, e portanti all'ascella dei corpuscoli globosi denominati bulbilli, il fiore ha una corolla dialipetala, con 8-12 petali oblungo-lanceolati di colore giallo-dorato brillante, alla base di ogni petalo si trova una squama nettarifera di colore giallo-dorato, per attirare gli insetti pronubi, i sepali sono foglioline verdi a forma di linguetta acuminata in numero di 3-5, gli stami numerosissimi sono disposti a corona intorno gineceo apocarpico, costituito da più ovari, il frutto ispido e di colore verdognolo contiene numerosi acheni

SALSAPARIGLIA

È una pianta arbustiva con portamento lianoso, rampicante, dal fusto flessibile e delicato, ma cosparso di spine acutissime.

Le foglie, a forma di cuore, hanno i margini dentati e spinosi, e spinosa è anche la pagina inferiore.
I fiori, molto profumati, sono piccoli, giallicci o verdastri, poco vistosi e raccolti in piccole ombrelle; fioriscono, nelle regioni a clima mediterraneo, da agosto ad ottobre.
I frutti sono bacche rosse, riunite in grappoli, che giungono a maturazione in autunno. Contengono semi minuscoli e rotondi. Insipide e poco appetibili per l'uomo, costituiscono una fonte di nutrimento per numerose specie di uccelli.

 

IL TARASSACO

II tarassaco è il notissimo fiore giallo dei prati, i cui frutti formano il soffione con cui si divertono i bambini. I frutti sono dotati di una corona di peli (pappo), inserita su un lungo peduncolo, che poi diffonde i frutti con il vento come un paracadute. Come droga si impiega la radice contusa insieme con la pianta, Radix Taraxaci cum Herba. La radice è una tipica radice a fittone, che penetra profondamente nel terreno. Ogni giardiniere che tenti di estirparla deve ricorrere alla vanga o meglio ancora a un estirpatore di radici, altrimenti la parte inferiore della radice del tarassaco rimane nel terreno e riemette un nuovo germoglio.

 

LA VALERIANA

Pianta erbacea e perenne, con breve rizoma stolonifero, fusto eretto e solcato in superficie da scanalature, radici fibrose emananti uno sgradevole e penetrante odore; in condizioni ottimali può raggiungere altezze superiori al metro.
Le foglie sono opposte e prive di stipole, con picciolo presente solo nelle inferiori (le superiori sono sessili); tutte si presentano composte e imparipennate, costituite da 10-20 foglioline a lamina intera o dentata e di un bel colore verde intenso.

 

IL ROVO

E' una pianta alta da 20 centimetri a due metri. Ha rami pungenti, ora postrati e ora eretti. Ha foglie stipolate a 3/5/7 foglioline, dentate, picciolate, biancastre sulla pagina inferiore, solitamente glabre in quella superiore. I fiori (magio-giugno) sono biancastri o rosati, costituiti da cinque petali e da molti stami. La sua infruttescenza (sorosio) e' nota con il nome di "mora". E' pianta diffusa in tutta Italia, cresce nel sottobosco, lungo le siepi, nei luoghi incolti, fino ai 2300 metri di altitudine. Del rovo si utilizzano anzitutto il frutto, che si consuma fresco o che si usa per preparare marmellate, bevande rinfrescanti, gelati o per decorare torte. Si utilizzano in farmacopea (tutte le preparazioni devono essere filtrate) anche le foglie raccolte prima della fioritura e i fiori, essicati all'ombra. Il decotto delle foglie di rovo e' un efficace astringente: si puo' usare come lozione per il viso o per gargarismi contro le affezzioni della bocca. La medicina popolare utilizza l'infuso di rovo per la cura del diabete: si lasciano 20 grammi di foglie essicate in un litro di acqua bollente per 15 minuti. Si filtra e si bevono due tazze al giorno dell'infuso, lontano dai pasti. Un the molto aromatico si ottiene da un infuso, lontano dai pasti. Un the molto aromatico si ottiene da un infuso di foglie di rovo mescolate con foglie di lampone.

 

IL PRUGNOLO

È alto fino a 4 metri.
I fiori sono bianchi, con frutti tondi di colore blu; le foglie sono obovate, alterne e seghettate.
La fioritura avviene in genere tra marzo e aprile, mentre la maturazione dei frutti tra settembre e ottobre.

 

LA SONTOREGGIA

La santoreggia è una pianta originaria dell'area del Mediterraneo, anche detta erba acciuga.
Esistono due varietà di santoreggia, l'estiva e l'invernale, le foglie di quest'ultima sono più aromatiche.
Le sostanze contenute nella santoreggia sono simili a quelli contenuti nel timo, e anche le proprietà officinali sono comparabili.
Fin dall'entichità la santoreggia è stata considerata un potente stimolante delle funzioni sessuali.
In gastronomia, è utilizzata per aromatizzare legumi, amari e liquori in genere, formaggi e ripieni.

 

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IL TIMO

pianta perenne appartenente alla famiglia delle Labiate, il genere Thymus fu fondato da Linneo usando un antico vocabolo greco che secondo alcuni indica profumo-profumare e secondo altri coraggio. Secondo alcuni studiosi comprende ottanta specie, secondo altri centoventi, ma alcune correnti di pensiero parlano di quattrocento.  Le varietà più usate sono il Thymo serpyllum e il vulgaris, che sono tanto spontanee quanto coltivate in giardini come tutte le altre specie. Tutte provengono dall'area mediterranea, estesa fino alle Canarie, esiste una specie propria dell'Abissinia. La pianta è comune dei climi caldi-temperati, ma resiste anche a quote alte, come il serpillo del Monte Rosa. È tale la richiesta di timo, che Germania e Ungheria hanno avviato coltivazioni su larga scala. Piccolo arbusto cespuglioso, non supera i 30 cm, si sviluppa su un robusto apparato radicale. Il fusto è legnoso, tortuoso e abbondantemente ramificato. Nella parte inferiore è rivestito di corteccia color cenere, mentre i rami sono  ricoperti da peli e si presentano biancastri. Ha foglie piccole color grigio-verde di varie forme, a secondo della specie; i fiori, piccoli e tubolari,  di color bianco-rosa, sono riuniti in glumeroli formanti le infiorescenze, compaiono dall'inizio della primavera a metà dell'estate. Il frutto è composto da quattro acheni marroni inseriti nel fondo del calice del fiore. Si riproduce per semina all'inizio dell'estate, per divisione dei cespi a primavera e per talea da metà primavera a inizio estate

LA MENTA

La menta, secondo la specie, è un'erba alta da qualche cm a poco più di un metro, con steli eretti e radici rizomatose che si espandono notevolmente nel suolo.

Le foglie sono opposte e semplici e nella maggior parte delle specie sono lanceolate e ricoperte di una leggera peluria di colore verde brillante.

I fiori sono raccolti in spighe terminali, coniche, che fioriscono a partire dal basso verso l'alto. I singoli fiori, simpetali e irregolari, sono piccoli, di colore bianco, rosa o viola; la corolla, parzialmente fusa in un tubo, si apre in due labbra, la superiore con un solo lobo, l'inferiore con 3 lobi disuguali. La fioritura avviene in piena estate e prosegue fino all'autunno.

Il frutto è una capsula che contiene da 1 a 4 semi.

 

L’ORIGANO

L'origano è una delle erbe aromatiche più utilizzate nella cucina mediterranea in virtù del suo intenso e stimolante profumo. Si usa in innumerevoli preparazioni su carni e su pesce, nelle insalate e nella pizza. Le cucine siciliana, napoletana e abruzzese ne fanno grande uso.

L'origano non è importante solo per il suo utilizzo in cucina ma anche per le sue numerose proprietà terapeutiche. I suoi principi attivi sono principalmente i fenoli Timolo e Carvacloro oltre a grassi, proteine, sali minerali, vitamine e carboidrati.

Le sue proprietà terapeutiche sono: antalgico, antisettico, analgesico, antispasmodico, espettorante, stomachico e tonico. Il suo olio essenziale è molto utilizzato nell'aromaterapia.

L'Origano è anche un buon repellente per le formiche: basta cospargerlo nei luoghi frequentati e ricordarsi di sostituirlo spesso e questi fastidiosi insetti si terranno lontani.

Nel linguaggio dei fiori l'Origano da sempre è stata considerata una pianta che dà sollievo, conforto e salute

 

L’ASSENZIO

Habitat: fra i ruderi, lungo i sentieri fino a 2000 metri.

Parti usate:  le foglie e le sommità fiorali

Raccolta: i fiori prima della sfioritura, metre le foglie tutto il periodo vegetativo.

Conservazione: far essiccare all'ombra le foglie, mentre i fiori si fanno essiccare al sole. Conservare i sacchetti di plastica

Proprietà: antisettiche, aromatiche, aperitive, emmenagoghe, febbrifughe, stimolanti, toniche, vermifughe.

Uso: interno. infusi decotti, tintura, scriroppo.

Note: molto utilizzato per la creazione di grappe e vini.

LA RUTA

È una pianta erbacea perenne dall’aspetto di piccolo cespuglio. Alta fino a 80 cm, presenta la parte inferiore del fusto lignificata e foglie decorative bi o tri-fogliate di colore verde-grigio. La fioritura si verifica tra giugno ed agosto come una piccola ombrella formata da più elementi di colore giallo-verdastro. L’odore, assolutamente caratteristico che la pianta emana la fanno distinguere facilmente dall’assenzio, con cui viene occasionalmente confusa. I frutti sono delle capsule tetra o penta-lobate contenenti semi brunastri, grossolanamente verrucosi. Le foglie della ruta sono usate, in piccola quantità, come aromatizzante nei liquori a preparazione industriale o domestica. La pianta è considerata tossica per il suo contenuto in furocumarine e rutarine e per gli alcaloidi chinolonici presenti nell’olio essenziale che da essa si estrae.
È sconsigliabile toccare la pianta a mani nude per la possibilità di riportarne arrossamento, gonfiore e vesciche. L’ingestione provoca invece irritazione grave delle mucose dell’apparato digerente, talvolta associati a danni anche irreversibili dei reni e del fegato.

 

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Ultimo aggiornamento: 31-01-08