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LA FAUNA
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Il Coniglio selvatico
Il coniglio selvatico presenta
una lunghezza variabile dai 34 ai 47 centimetri, dei quali la
coda prende dai 4 ai 7 centimetri. La testa è ben distinta dal
corpo, grande ed arrotondata; con orecchie relativamente corte e
di colore uniforme; occhi grandi e rotondi. Gli arti anteriori
sono più brevi di quelli posteriori; la coda è quasi
completamente bianca. La colorazione del corpo è prevalentemente
bruno chiaro, rossastro e grigio frammisto a peli neri. Sono
frequenti le anomalie di colore, con presenza di forme melaniche
(mai osservate a Vivara). La sua massa varia da 1 a 2
chilogrammi. Di carattere timido e socievole, vive in colonie
all`interno di un sistema di tane e gallerie sotterranee. La
famiglia è composta da un numero variabile (da 2 a 8) di adulti
dei due sessi che sono organizzati con una struttura gerarchica
con regole ben precise. Ogni membro del gruppo ha una sua
posizione sociale all`interno della famiglia. Più alto è il
rango e più sono facilitate le sue attività (priorità
nell`accesso al cibo, ai rifugi, alle femmine, ecc.). Il senso
più sviluppato è quello dell'olfatto e gli odori sono uno dei
principali mezzi di comunicazione. Urine e feci vengono infatti
utilizzate, assieme alle ghiandole anali, per marcare i
territori. In generale ogni individuo si allontana solo di poche
centinaia di metri dalla sua tana. La sua presenza in inverno si
può rilevare dalla "scorticatura" delle cortecce, di cui si
nutre in mancanza di sostanze vegetali come gemme, germogli,
piante erbacee, radici, cortecce, frutta, bacche, semi, foglie.
Frequenta zone erbose naturali
o coltivate di pianura e di collina, fino ai 500 metri sul
livello del mare, raramente fino a 800-1.000 m s.l.m.. Per la
necessità di scavare rifugi sotterranei ha preferenze per i
terreni asciutti e ben drenati, sabbiosi e moderatamente
argillosi, ricchi di bassi cespugli, macchia, gariga o rocce che
possono offrire un riparo. |
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La Volpe
La volpe molto consistente e
sempre in crescita la presenza di questo animale nella nostra
valle Brembana. Ha abitudini evalentemente notturne, ma è attiva
anche di giorno. Normalmente ha un andatura al trotto; galoppa,
salta, nuota e striscia sul terreno. Vive generalmente
solitaria. La Volpe si rifugia in una tana che essa scava sotto
terra, oppure adotta quella di altri mammiferi ed in particolare
quella del tasso. La volpe se irritata brontola e ringhia. La
volpe è l'unico carnivoro di una certa dimensione, un tempo
popolato anche da lupi ed orsi. Soltanto l'aquila può attaccare
prede di dimensioni simili a quelle della volpe (e, a volte, la
volpe stessa); certamente, però, i grandi erbivori sono fuori
dalla loro portata. Per la sua grande capacità di adattamento la
volpe è avvistabile ovunque nel Parco: specialmente nelle ore
notturne è relativamente facile vederla attraversare le strade o
aggirarsi nei dintorni dei centri abitati alla ricerca di
rifiuti o, meglio, di qualche pollaio incustodito. Vive
normalmente nel bosco, in tane ben nascoste, ma d'estate può
spingersi anche a quote piuttosto elevate. Verso maggio dà alla
luce fino ad 8 piccoli. Essendo uno dei principali vettori della
rabbia, il numero di volpi ha dovuto essere drasticamente
ridotto alcuni anni or sono, in occasione di un'epidemia di
quella malattia. |
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L’Istrice
L'istrice crestata appartiene
alla famiglia degli Istricidi, è un roditore di mole cospicua
(il più grosso in Europa) caratterizzato dall'avere il corpo e
la coda ricoperti da aculei rigidi, erettili e di lunghezza
variabile nonché da robuste setole flessibili. Quest'ultime sono
particolarmente lunghe sul capo e sulle spalle tanto da formare
delle vere e proprie creste (da qui il nome specifico); inoltre
portano all'estremità della coda un ciuffo di brevi aculei,
attaccati alla pelle a mezzo di uno stelo sottile. Per natura
tranquillo, quando si sente minacciato drizza la criniera e gli
aculei del dorso, facendo vibrare il sonaglio caudale: in questa
fase, a volte, alcuni aculei si possono staccare, alimentando la
credenza popolare che gli istrici sparino gli aculei contro il
nemico. Se questo ancora non si spaventa, l'istrice volge le
terga e rincula verso di lui procurandogli serie ferite, dovute
alla pericolosa capacità penetrativa dei suoi aculei, che
possono raggiungere anche i dieci centimetri di profondità.
L'istrice è diffuso nell'Africa settentrionale e anche
nell'Italia centrale e meridionale, dove venne probabilmente
introdotta in epoca romana. In particolar modo lo troviamo nella
Maremma toscana, nell'Agro romano, in Campania, nelle Puglie, in
Calabria e in Sicilia. |
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I ricci
I ricci sono animali che vivono
prevalentemente nei boschi. Gli esemplari in natura possono
pesare dagli 800 g fino ai 1200 g, mentre in cattività possono
arrivare ai 2500 g, il che non è però un sintomo di buona
salute. Tutto il riccio, tranne il muso e le zampe, è ricoperto
da aculei lunghi 20 mm. In tutto gli aculei sono oltre 5000,
sono cavi, dotati di un muscolo erettore innervato che ne
permette il movimento, e ricoprono tutto il corpo tranne la
pancia e il muso, che sono invece dotati di una pelliccia. Gli
aculei, oltre ad avere funzione di difesa contro i predatori,
permettono di attutire l'urto in caso di caduta, ed hanno un
colore a bande alternate dal marrone o nero al beige. Possono
udire frequenza da 250 a 60.000 Hz, quindi ben dentro gli
ultrasuoni, cosa che li aiuta nella caccia agli insetti, ma il
principale organo sensoriale è il naso. Questo dispone di
un'area di proiezione all'interno del cervello molto sviluppata,
ed è nel contempo l'organo più delicato dell'animale.
Normalmente il riccio riesce a superare indenne la minaccia dei
cani e dei gatti, ma le volpi sfruttano proprio questo punto di
vulnerabilità (il naso) per aggredire l'animale. Oltre ad un
olfatto molto sviluppato i ricci hanno anche il tatto molto
sensibile; meno importante per loro è la vista, comunque vedono
fino a 30 m di giorno e fino a 12 m di notte. Sono specie
protetta, a differenza del suo simile, il riccio africano, più
piccolo e più chiaro, ma anche di vita più breve. Il riccio ha
una dentatura da onnivoro, composta da 36 denti, e quelli da
latte vengono persi dopo 8 settimane di vita. Nell'Europa
dell'est vive una specie molto simile, l'Erinaceus romanicus,
contraddistinto dal petto bianco e da una mandibola differente.
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Il Topo Quercino
Il Topo quercino pur appartenendo alla
stessa famiglia del Ghiro evidenzia abitudini ed una biologia
differente. E' certamente uno dei micromammiferi più facili da
identificare in virtù della mascherina nera attorno all'occhio
che insieme alle orecchie sporgenti gli conferiscono un aspetto
simpatico. E' dotato, come gli altri Gliridi, di eccellenti
capacità arboricole; la sua leggerezza gli consente di muoversi
con agilità anche tra i rami più esili, quasi sempre, tenendosi
con la sua lunga coda "prensile". Inoltre, è capace, specie se
si sente minacciato, di lanciarsi nel vuoto, compiendo salti
prodigiosi e distendendo le zampe anteriori in avanti alla
ricerca di un appiglio con atteggiamenti che lo associano allo
scoiattolo volante. Il suo nome non tragga in inganno, l' areale
distributivo è ampio, in virtù di una plasticità adattativa che
lo induce a colonizzare diverse realtà vegetative: facile,
pertanto, rinvenirlo nei boschi di faggio, nei frutteti e nei
giardini in collina e sino ai 2000 metri, ai margini delle nevi
perenni. Il Topo quercino è abbastanza comune, ma difficilmente
visibile perché la sua attività si accentua al crepuscolo e di
notte. La vita per questo specie è intrisa d'insidie: al
chiarore della luna, mentre si alimenta di bacche, noci,
invertebrati e uova di passeriformi può cadere inesorabilmente
tra gli artigli o le fauci di un suo implacabile nemico. Oltre
ai rapaci notturni che riescono a catturarlo con frequenza, il
quercino soffre la presenza dei mustelidi, temibilissimi
predatori capaci di sfidarlo con successo sul suo terreno: la
velocità di movimento. Il Topo quercino è solitamente vivace e
vocifero ed emette una vasta gamma di suoni, squittii e non
raramente… russa! Di giorno ama crogiolarsi in un nido
sferoidale costituito da piume, vegetali e pelo anche se lo si
può rinvenire facilmente anche in tronchi ed in vecchi muri a
secco. Per il periodo letargico invernale, il quercino è più
prudente e lo si può rinvenire in fienili, stalle o n tane
sotterranee, pertanto non è da escludere che durante opere di
riordino, durante la brutta stagione, sia facilitato un incontro
ravvicinato con qualche individuo in dormienza. |
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Il Gheppio
Il gheppio è il falco più
diffuso in Europa, Asia e vaste regioni africane. Ha colore
bruno-rossiccio, macchie scure sul dorso, capo e coda grigio
scuro. La coda termina in una fascia bianca, le sue parti
inferiori si presentano di colore bianco sporco, le zampe
gialle. Predilige gli spazi aperti con vegetazione bassa ove
cacciare e luoghi sicuri ed elevati dove posarsi. Si nutre di
piccoli roditori, insetti vari, lucertole, piccoli serpenti ed
uccelli, quali storni, passeri ed allodole. E' facile avvistarlo
posato sui fili metallici al ciglio delle strade o durante una
battuta di caccia. Osservando la coda si determina il sesso: nei
maschi è grigia con una bandana nera all'estremità nelle femmine
invece è di un colore bruno-rossastro più uniforme e striata di
nero. Durante la riproduzione è il maschio a provvedere il
procacciamento del cibo, mentre la compagna si prende cura di
uova e piccoli. La preda viene lanciata vicono al nido e
raccolta al volo dal partner. Il gheppio nidifica in vecchi nidi
di corvi o gazze, su edifici o falesie. Depone in maggio 4-6
uova che si schiudono dopo circa un mese. Si nutre di piccoli
mammiferi, ma anche di lucertole ed insetti. |
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Il barbagianni
È un gufo della famiglia dei
Titonidi. Sono pallidi, dalle ali lunghe, dalle gambe lunghe,
33-39 cm in lunghezza con un'apertura alare di 80-95 cm. Hanno
un volo oscillante quando si avvicinano ai pascoli o a simili
terreni di caccia. Ci sono alcune sottospecie che si distinguono
nei colori delle loro parti sotto al corpo. Per esempio, il Tyto
alba alba del'Europa occidentale è praticamente totalmente
bianco sotto, mentre il Tyto alba guttata dell'Europa centrale è
arancione. Tutte le razze hanno parti superiori grigie e ocra.
Sono uccelli tipici di zone d'aperta campagna come fattorie e
cacciano prevalentemente ai margini dei boschi. Sono
prevalentemente sedentari e notturni o crepuscolari. Se ne
trovano in tutto il mondo e su tutti i continenti tranne che in
Antartide. A volte vengono chiamati anche gufi dalla faccia da
scimmia per il loro aspetto.
si nutrono di arvicole, rane e
insetti ma sono uccelli economicamente utili poiché predano
anche animali dannosi come i ratti, i sorci, le talpe. A parte
la persecuzione umana hanno pochi predatori, anche se
barbagianni di grandi dimensioni come il barbagianni eurasiatico
e il barbagianni dal grosso corno uccidono le specie più piccole
quando si presenta l'opportunità. I contadini spesso
incoraggiano abitazioni per barbagianni per il controllo dei
roditori fornendo luoghi per la nidificazione quali una scatola
lignea per il nido o un tamburo grande montato lateralmente
rispetto ad un fienile. Un barbagianni adulto mangia
approssimativamente 3 topi al giorno. Una coppia che alleva dai
3 ai 5 piccoli consumerà molti più roditori. |
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La civetta
La civetta non supera i 22 cm
di lunghezza ed ha un'apertura alare di circa 58 cm. E' dotata
di una testa appiattita e di dischi facciali abbastanza evidenti
con fondo di colore biancastro. Gli occhi sono gialli, il
piumaggio è superiormente di colore bruno, barrato e macchiato
di bianco, inferiormente di colore bianco a strie brune. La
femmina è leggermente più grande del maschio
Le ali brevi di cui è dotata le
permettono di volare rapidamente ma solo in linea retta. Quando
si posa si ranicchia ma si drizza subito se disturbata.
E' un uccello allegro e
spigliato anche di giorno, non teme l'uomo e non dorme mai così
profondamente da lasciarsi sorprendere, il minimo rumore la
sveglia, e vede benissimo anche di giorno. Nemici delle civette
sono gli astori e gli sparvieri, che se riescono a catturarne
una la strangolano. Diverso è il discorso per la donnola che ne
divora le uova.
E' diffusa in tutta l'Europa
centrale e meridionale, l'Asia centrale e nell'Africa
settentrionale e orientale. Molto abbondante nelle tre penisole
meridionali europee (Iberica, Italiana, Greca).
In Italia è stazionaria ovunque
e si calcolano oltre 10.000 coppie nidificanti. |
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L'allocco
L'allocco è il più comune e
ampiamente diffuso degli Strigidi europei; in Italia si trova
ovunque, tranne che in Sardegna. Lungo 38 cm., ha testa grande e
rotonda con grandi occhi neri, che lo distinguono dalla maggior
parte degli altri Strigidi; dischi facciali bruno grigi; parti
superiori e petto variabili dal marrone al grigiastro, striati
verticalmente e con lievi onde orizzontali; parti inferiori
fulve striate di scuro. Si distingue dal barbagianni per le
dimensioni maggiori e il colore complessivamente molto più
scuro. Vive in zone boschive miste di conifere e caducifoglie.
Il
Colombaccio
Il Colombaccio ha dimensioni
medie, forme pesanti e massicce, becco appuntito ricurvo
all'apice, tarsi brevi, ali e coda piuttosto lunghe. II
piumaggio in entrambi i sessi è di colore grigio-bluastro con
parti inferiori sfumate di rosso-vinato, collo ornato da piume a
riflessi verdi e purpurei, ampia banda bianca attraverso l'ala,
macchia bianca ai lati del collo molto evidente, becco rosato
alla base e giallognolo all'apice e zampe rosa. In volo, visto
da sotto, si riconosce dagli altri Columbidi per le maggiori
dimensioni, la coda e il collo più allungati, le ali scure, le
macchie bianche ai lati del collo; visto da sopra, è ben
evidente anche la larga banda bianca attraverso le ali.
Lunghezza cm 40-45, peso gr. 360-580. |
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La Taccola
La taccola è una delle specie
più piccole (34-39 cm in lunghezza) del genere corvus. La
maggior parte del piumaggio è nero o grigiastro tranne che nelle
guance, nella nuca e nel collo, che sono grigi chiaro o grigi
argento. L’iride è bianca grigiastra o bianca argentea, l’unico
membro del genere al di fuori della regione dell’Australasia ad
avere questa caratteristica. L’uccello è socievole, si sposta in
coppia (maschio e femmina) o in gruppi più consistenti, anche se
le coppie di uccelli stanno insieme all’interno degli stormi.
Un’area molto grande che si
estemde dall’Africa nordoccidentale attraverso praticamente
tutta l’Europa, l’Iran, l’India del Nord-Ovest e la Siberia.
Abita le steppa, i boschi, le terre coltive, i pascoli, gli
scogli sulle coste e i paesi e le città. Un'altra specie
strettamente legata alla taccola è il corvus dauricus: le due
specie provengono dallo stesso sottordine, Coloeus.
Il nutrimento viene preso
prevalentemente dal terreno ma ne trova un po’ anche negli
alberi, Mangia insetti e altri invertebrati, semi di alghe e di
frumento, resti di cibo umano nelle città, pesci alla deriva
sulle spiagge e ruba cibo dalle tavole molto più in fretta di
altri uccelli del genere dei corvi. Di solito nidifica in
colonie all’interno di cavità arboree o rupestri, in edifici
diruti o a volte persino in dense conifere. Le uova, di solito 4
o 5, vengono tenute in incubazione per 17 o 18 giorni e i
piccoli diventano atti al volo dopo 30-35 giorni. |
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Il merlo
Il merlo, lungo circa 25 cm, è
noto per il piumaggio di un bel nero lucente e uniforme e per il
becco ed il cerchio peri-oftalmico giallo arancio vivo e le
zampe brune. Il piumaggio è morbido e folto. La femmina ha le
parti superiori color bruno scuro uniforme, le parti inferiori
bruno-fulve con striature scure più o meno distinte, gola più
pallida, biancastra; becco bruno con poco giallo, raramente
giallo come il maschio. I giovani sono più chiari e più fulvi
della femmina, con striature delle parti inferiori più evidenti.
Il maschio giovane ha il becco nerastro e il mantello più
marrone con le zampe bruno-scure. I maschi anziani sono
grigiastri, con il becco giallo.
Non sono rari gli esemplari a
colorazione anomala: rossiccia, a macchie bianche e nere o
cinerina. Rari sono gli albini in cui il becco, l'iride e le
zampe di un delicato color rosa completano degnamente il niveo
manto. Frequenti invece gli albini parziali che si distinguono
dal Merlo dal collare per l'assenza della macchia grigia sulle
ali, oltre che per la voce.
Esiste una seconda specie
chiamata Merlo torquato o dal collare che differisce dal Merlo
comune per la taglia maggiore (è lungo circa 27 cm) e per una
fascia bianca sul petto, ampia nel maschio, ridotta nella
femmina. |
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L’Upupa
L'upupa è un
uccello caratterizzato dal piumaggio piuttosto vistoso, con
colori vivaci osservabili soprattutto durante il volo.
Imparentata con il martin pescatore, il suo colore dominante è
il rosso mattone con le ali e l'estremmità del ciuffo del capo a
strisce bianche e nere (ben visibili anche in volo). Possiede un
lungo becco sottile e ricurvo in basso e arti poco sviluppati e
trascorre la maggior parte del tempo a terra alla ricerca di
insetti e delle loro larve, mentre di notte trova riparo tra il
fitto fogliame degli alberi. Nidifica nell'Europa
centromeridionale e nell'Asia occidentale e va a svernare nelle
savane e nelle foreste costiere a mangrovie dell'Africa
tropicale e dell'India. Le upupe si nutrono di una grande
varietà di insetti e assai caratteristica è la tecnica con cui
preparano e ingeriscono il cibo. Infatti questi uccelli
possiedono una lingua troppo corta per poter ingurgitare
direttamente il cibo. Allora gettano in aria l'insetto e lo
ingoiano a becco spalancato; prima però lo liberano della testa,
delle ali e delle zampe sbattendolo ripetutamente a terra.
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Il Cuculo
Il cuculo è
un uccello migratore, sverna nell'Africa tropicale e
meridionale, ed è diffuso in tutta Europa, in Asia e quasi in
tutta l'Africa. In Italia è estivo, nidificante e di passo.
Ha una
lunghezza di 33 cm. Con una coda lunga e le ali piuttosto
appuntite ed affilate, ha il capo e petto grigi, le sue parti
inferiori sono bianche con barre; in volo, qualche volta viene
confuso con lo Sparviero. La femmina talvolta è rosso-bruna con
barre su tutto il corpo.
Questo
uccello abita le foreste miste luminose dove abbonda il
sottobosco. Ha un volo diritto con rapide battute; prima di
posarsi, su alberi e rocce, plana.
Si alimenta
di numerose specie di insetti, molti bruchi pelosi scartati da
altri uccelli (processionarie), nonché ragni, molluschi, vermi e
qualche vegetale.
I cuculi sono
ben noti per la loro strana abitudine di essere dei parassiti
dei nidi altrui. Infatti la femmina colloca da maggio a luglio
un uovo per volta, a giorni alterni, poiché ciascun individuo è
parassita di una sola specie, nei nidi di altre specie di
uccelli (circa cinquanta), soprattutto di capinere, forapaglie,
ballerine ed averle; le uova deposte assomigliano spesso per
dimensioni e colore alle uova dei genitori adottivi. Il cuculo
depone complessivamente 15-20 uova (di colore variabile dal
bluastro al verdastro, con maculazioni varie) che si schiudono
dopo 12 giorni e mezzo, i giovani cuculi nascono perciò
contemporaneamente o addirittura prima dei compagni di nido.
Con un impulso istintivo i nuovi nati spingono fuori dal nido le
uova o la prole dei genitori adottivi, sbarazzandosi in tal modo
dei concorrenti e rimanendo unici padroni del nido.
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L’Allodola
L'AIlodola ha
dimensioni piccole. becco breve e robusto, ali lunghe e
appuntite, coda lunga e leggermente forcuta, ciuffo di penne
sul!a nuca a forma di cresta. In entrambi i sessi il piumaggio
è di colore grigio- brunastro fittamente striato di nero nelle
parti superiori,fulvo biancastro nelle parti inferiori con
larghe strie sul petto; le timoniere esterne sono bianche, il
petto è bruno e le zampe sono bruno scure. In volo, vista da
sotto, sono evidenti larghe strie scure sull'alto petto e la
coda bordata di bianco. Lunghezza cm. 17-19, peso gr 33-48.
Conduce vita gregaria in piccoli branchi, fuorché durante la
stagione riproduttiva. Possiede un volo forte e leggermente
ondulato, con battiti d'ala alternati a chiusure d'ala; ama
portarsi in volo a qualche centinaio di metri di altezza
cantando in modo armonioso e ritornare verso terra ad ali
chiuse, riaprendole solo a poca distanza dal suolo. Terragnola,
cammina e saltella agilmente tenendo il corpo in posizione
orizzontale; si posa su piante, muriccioli, fili da dove fa
udire il suo canto modulate e dolce specie durante il periodo
riproduttivo. |
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La Quaglia
La quaglia è
un Galliforme dalle dimensioni molto ridotte, appena 18 cm ed
un’apertura alare di 32-35 cm. Il piumaggio è grigio-bruno con
striature nere, bianche e gialle o marroncine sui fianchi; il
capo è striato. La differenza tra maschio e femmina non è
evidente, ad eccezione di un collarino e di una macchia nera sul
petto del maschio, inoltre il petto del maschio presenta le
piume tendenti al rosso mattone. La quaglia ama pascolare a
terra tra la vegetazione alla ricerca di insetti. Se qualcosa
l’allarma preferisce fuggire con una rapida corsa, anziché
prendere il volo.
Nonostante
non abbia un eccezionale modo di volare, questo piccolo
Galliforme può librarsi in aria per lunghi percorsi così da
raggiungere le aree di riproduzione, poste a nord dell’areale di
distribuzione. I maschi nel ritorno primaverile anticipano le
femmine e difendono in modo agguerrito il loro territorio ed
emettono dei particolari richiami (richiamo trisillabico “tuì
tuitui”) per attirare l’attenzione delle femmine in arrivo. Se
queste sono numerose regna la poligamia (quindi ogni maschio si
accoppia con molte femmine); contrariamente, se scarseggiano,
ogni maschio è monogamo (si accoppia con una sola partner). Sono
deposte dalle 7 alle 12 uova, ed esclusivamente la femmina si
occupa della cova e della crescita dei quagliotti. Le uova
schiudono dopo una ventina di giorni e i piccoli crescono
talmente velocemente da poter seguire gli adulti nell’annuale
migrazione ad appena 5-6 settimane di età. |
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La Tortora
La Tortora ha
dimensioni medio-piccole, forme slanciate, becco relativamente
breve con la base ricoperta di pelle (cera), tarsi corti, coda
lunga e arrotondata. In entrambi i sessi il piumaggio e di
colore bruno grigiastro con petto rosso venato. copritrici alari
fulve macchiate di nero. lati del collo barrati di bianco e
nero. Coda nera bordata in maniera evidente di bianco, becco
nerastro, tarsi e piedi rosa carico. In volo, vista da '.olio,
si distingue per il sottocoda bianco e la coda nera con
bordatura bianca; caratteristico e il volo a rapidi battiti
un'ala con interruzioni e inclinazione del corpo alternata a
destra e a sinistra. Può essere confusa con la Tortora
orientale.
Lunghezza cm
26-30. peso gr. 110-160.
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