La Fauna

31-01-08

Home
La Flora
La Fauna
Il Bosco

 

 

 

LA FAUNA

 

3CAP0BJDTCAICC19VCA0L2HKECA0U6O12CAI27T6ICANKDT35CA0VHF4CCAMW3ZOFCA90W96XCADPW6KMCAV4WV92CAVMS940CAD420OGCA5GN017CA1P4AJ7CAT9YNPICANORLLJCAS833QGCABYOYM8.jpgconiglio.jpg

Il Coniglio selvatico

Il coniglio selvatico presenta una lunghezza variabile dai 34 ai 47 centimetri, dei quali la coda prende dai 4 ai 7 centimetri. La testa è ben distinta dal corpo, grande ed arrotondata; con orecchie relativamente corte e di colore uniforme; occhi grandi e rotondi. Gli arti anteriori sono più brevi di quelli posteriori; la coda è quasi completamente bianca. La colorazione del corpo è prevalentemente bruno chiaro, rossastro e grigio frammisto a peli neri. Sono frequenti le anomalie di colore, con presenza di forme melaniche (mai osservate a Vivara). La sua massa varia da 1 a 2 chilogrammi. Di carattere timido e socievole, vive in colonie all`interno di un sistema di tane e gallerie sotterranee. La famiglia è composta da un numero variabile (da 2 a 8) di adulti dei due sessi che sono organizzati con una struttura gerarchica con regole ben precise. Ogni membro del gruppo ha una sua posizione sociale all`interno della famiglia. Più alto è il rango e più sono facilitate le sue attività (priorità nell`accesso al cibo, ai rifugi, alle femmine, ecc.). Il senso più sviluppato è quello dell'olfatto e gli odori sono uno dei principali mezzi di comunicazione. Urine e feci vengono infatti utilizzate, assieme alle ghiandole anali, per marcare i territori. In generale ogni individuo si allontana solo di poche centinaia di metri dalla sua tana. La sua presenza in inverno si può rilevare dalla "scorticatura" delle cortecce, di cui si nutre in mancanza di sostanze vegetali come gemme, germogli, piante erbacee, radici, cortecce, frutta, bacche, semi, foglie.

Frequenta zone erbose naturali o coltivate di pianura e di collina, fino ai 500 metri sul livello del mare, raramente fino a 800-1.000 m s.l.m.. Per la necessità di scavare rifugi sotterranei ha preferenze per i terreni asciutti e ben drenati, sabbiosi e moderatamente argillosi, ricchi di bassi cespugli, macchia, gariga o rocce che possono offrire un riparo.

volpe.jpgMCAOXP5KSCA0LHK93CADJBVTHCAW43LNCCAZJ4BXNCAYTTGPCCA20WBIICA72YBQVCAXR0L0YCA4UP26GCAFZOJUECAUZHT1SCA7I9XW2CAPF48J0CABP89CNCANIUHERCAJ38Y4SCAGT1W79CAWWGNZ8.jpg

La Volpe

La volpe molto consistente e sempre in crescita la presenza di questo animale nella nostra valle Brembana. Ha abitudini evalentemente notturne, ma è attiva anche di giorno. Normalmente ha un andatura al trotto; galoppa, salta, nuota e striscia sul terreno. Vive generalmente solitaria. La Volpe si rifugia in una tana che essa scava sotto terra, oppure adotta quella di altri mammiferi ed in particolare quella del tasso. La volpe se irritata brontola e ringhia. La volpe è l'unico carnivoro di una certa dimensione, un tempo popolato anche da lupi ed orsi. Soltanto l'aquila può attaccare prede di dimensioni simili a quelle della volpe (e, a volte, la volpe stessa); certamente, però, i grandi erbivori sono fuori dalla loro portata. Per la sua grande capacità di adattamento la volpe è avvistabile ovunque nel Parco: specialmente nelle ore notturne è relativamente facile vederla attraversare le strade o aggirarsi nei dintorni dei centri abitati alla ricerca di rifiuti o, meglio, di qualche pollaio incustodito. Vive normalmente nel bosco, in tane ben nascoste, ma d'estate può spingersi anche a quote piuttosto elevate. Verso maggio dà alla luce fino ad 8 piccoli. Essendo uno dei principali vettori della rabbia, il numero di volpi ha dovuto essere drasticamente ridotto alcuni anni or sono, in occasione di un'epidemia di quella malattia.

 

istrice1.jpg 

 

 

 

 

 


 

riccio1.jpgistrice.jpg

L’Istrice

L'istrice crestata appartiene alla famiglia degli Istricidi, è un roditore di mole cospicua (il più grosso in Europa) caratterizzato dall'avere il corpo e la coda ricoperti da aculei rigidi, erettili e di lunghezza variabile nonché da robuste setole flessibili. Quest'ultime sono particolarmente lunghe sul capo e sulle spalle tanto da formare delle vere e proprie creste (da qui il nome specifico); inoltre portano all'estremità della coda un ciuffo di brevi aculei, attaccati alla pelle a mezzo di uno stelo sottile. Per natura tranquillo, quando si sente minacciato drizza la criniera e gli aculei del dorso, facendo vibrare il sonaglio caudale: in questa fase, a volte, alcuni aculei si possono staccare, alimentando la credenza popolare che gli istrici sparino gli aculei contro il nemico. Se questo ancora non si spaventa, l'istrice volge le terga e rincula verso di lui procurandogli serie ferite, dovute alla pericolosa capacità penetrativa dei suoi aculei, che possono raggiungere anche i dieci centimetri di profondità. L'istrice è diffuso nell'Africa settentrionale e anche nell'Italia centrale e meridionale, dove venne probabilmente introdotta in epoca romana. In particolar modo lo troviamo nella Maremma toscana, nell'Agro romano, in Campania, nelle Puglie, in Calabria e in Sicilia.

riccio.jpg

I ricci

I ricci sono animali che vivono prevalentemente nei boschi. Gli esemplari in natura possono pesare dagli 800 g fino ai 1200 g, mentre in cattività possono arrivare ai 2500 g, il che non è però un sintomo di buona salute. Tutto il riccio, tranne il muso e le zampe, è ricoperto da aculei lunghi 20 mm. In tutto gli aculei sono oltre 5000, sono cavi, dotati di un muscolo erettore innervato che ne permette il movimento, e ricoprono tutto il corpo tranne la pancia e il muso, che sono invece dotati di una pelliccia. Gli aculei, oltre ad avere funzione di difesa contro i predatori, permettono di attutire l'urto in caso di caduta, ed hanno un colore a bande alternate dal marrone o nero al beige. Possono udire frequenza da 250 a 60.000 Hz, quindi ben dentro gli ultrasuoni, cosa che li aiuta nella caccia agli insetti, ma il principale organo sensoriale è il naso. Questo dispone di un'area di proiezione all'interno del cervello molto sviluppata, ed è nel contempo l'organo più delicato dell'animale. Normalmente il riccio riesce a superare indenne la minaccia dei cani e dei gatti, ma le volpi sfruttano proprio questo punto di vulnerabilità (il naso) per aggredire l'animale. Oltre ad un olfatto molto sviluppato i ricci hanno anche il tatto molto sensibile; meno importante per loro è la vista, comunque vedono fino a 30 m di giorno e fino a 12 m di notte. Sono specie protetta, a differenza del suo simile, il riccio africano, più piccolo e più chiaro, ma anche di vita più breve. Il riccio ha una dentatura da onnivoro, composta da 36 denti, e quelli da latte vengono persi dopo 8 settimane di vita. Nell'Europa dell'est vive una specie molto simile, l'Erinaceus romanicus, contraddistinto dal petto bianco e da una mandibola differente.

 

topo quercino1.jpgtopo quercino.jpg

Il Topo Quercino

Il Topo quercino pur appartenendo alla stessa famiglia del Ghiro evidenzia abitudini ed una biologia differente. E' certamente uno dei micromammiferi più facili da identificare in virtù della mascherina nera attorno all'occhio che insieme alle orecchie sporgenti gli conferiscono un aspetto simpatico. E' dotato, come gli altri Gliridi, di eccellenti capacità arboricole; la sua leggerezza gli consente di muoversi con agilità anche tra i rami più esili, quasi sempre, tenendosi con la sua lunga coda "prensile". Inoltre, è capace, specie se si sente minacciato, di lanciarsi nel vuoto, compiendo salti prodigiosi e distendendo le zampe anteriori in avanti alla ricerca di un appiglio con atteggiamenti che lo associano allo scoiattolo volante. Il suo nome non tragga in inganno, l' areale distributivo è ampio, in virtù di una plasticità adattativa che lo induce a colonizzare diverse realtà vegetative: facile, pertanto, rinvenirlo nei boschi di faggio, nei frutteti e nei giardini in collina e sino ai 2000 metri, ai margini delle nevi perenni. Il Topo quercino è abbastanza comune, ma difficilmente visibile perché la sua attività si accentua al crepuscolo e di notte. La vita per questo specie è intrisa d'insidie: al chiarore della luna, mentre si alimenta di bacche, noci, invertebrati e uova di passeriformi può cadere inesorabilmente tra gli artigli o le fauci di un suo implacabile nemico. Oltre ai rapaci notturni che riescono a catturarlo con frequenza, il quercino soffre la presenza dei mustelidi, temibilissimi predatori capaci di sfidarlo con successo sul suo terreno: la velocità di movimento. Il Topo quercino è solitamente vivace e vocifero ed emette una vasta gamma di suoni, squittii e non raramente… russa! Di giorno ama crogiolarsi in un nido sferoidale costituito da piume, vegetali e pelo anche se lo si può rinvenire facilmente anche in tronchi ed in vecchi muri a secco. Per il periodo letargico invernale, il quercino è più prudente e lo si può rinvenire in fienili, stalle o n tane sotterranee, pertanto non è da escludere che durante opere di riordino, durante la brutta stagione, sia facilitato un incontro ravvicinato con qualche individuo in dormienza.

gheppio1.jpggheppio.jpg

 

 

 

 

 

Il Gheppio

Il gheppio è il falco più diffuso in Europa, Asia e vaste regioni africane. Ha colore bruno-rossiccio, macchie scure sul dorso, capo e coda grigio scuro. La coda termina in una fascia bianca, le sue parti inferiori si presentano di colore bianco sporco, le zampe gialle. Predilige gli spazi aperti con vegetazione bassa ove cacciare e luoghi sicuri ed elevati dove posarsi. Si nutre di piccoli roditori, insetti vari, lucertole, piccoli serpenti ed uccelli, quali storni, passeri ed allodole. E' facile avvistarlo posato sui fili metallici al ciglio delle strade o durante una battuta di caccia. Osservando la coda si determina il sesso: nei maschi è grigia con una bandana nera all'estremità nelle femmine invece è di un colore bruno-rossastro più uniforme e striata di nero. Durante la riproduzione è il maschio a provvedere il procacciamento del cibo, mentre la compagna si prende cura di uova e piccoli. La preda viene lanciata vicono al nido e raccolta al volo dal partner. Il gheppio nidifica in vecchi nidi di corvi o gazze, su edifici o falesie. Depone in maggio 4-6 uova che si schiudono dopo circa un mese. Si nutre di piccoli mammiferi, ma anche di lucertole ed insetti.

barbag.jpgbarbaggianni1.jpgbarbaggianni.jpg

Il barbagianni

È un gufo della famiglia dei Titonidi. Sono pallidi, dalle ali lunghe, dalle gambe lunghe, 33-39 cm in lunghezza con un'apertura alare di 80-95 cm. Hanno un volo oscillante quando si avvicinano ai pascoli o a simili terreni di caccia. Ci sono alcune sottospecie che si distinguono nei colori delle loro parti sotto al corpo. Per esempio, il Tyto alba alba del'Europa occidentale è praticamente totalmente bianco sotto, mentre il Tyto alba guttata dell'Europa centrale è arancione. Tutte le razze hanno parti superiori grigie e ocra. Sono uccelli tipici di zone d'aperta campagna come fattorie e cacciano prevalentemente ai margini dei boschi. Sono prevalentemente sedentari e notturni o crepuscolari. Se ne trovano in tutto il mondo e su tutti i continenti tranne che in Antartide. A volte vengono chiamati anche gufi dalla faccia da scimmia per il loro aspetto.

 si nutrono di arvicole, rane e insetti ma sono uccelli economicamente utili poiché predano anche animali dannosi come i ratti, i sorci, le talpe. A parte la persecuzione umana hanno pochi predatori, anche se barbagianni di grandi dimensioni come il barbagianni eurasiatico e il barbagianni dal grosso corno uccidono le specie più piccole quando si presenta l'opportunità. I contadini spesso incoraggiano abitazioni per barbagianni per il controllo dei roditori fornendo luoghi per la nidificazione quali una scatola lignea per il nido o un tamburo grande montato lateralmente rispetto ad un fienile. Un barbagianni adulto mangia approssimativamente 3 topi al giorno. Una coppia che alleva dai 3 ai 5 piccoli consumerà molti più roditori.

civetta1.jpgcivetta.jpg180px-Athene_noctua.jpg

La civetta

La civetta non supera i 22 cm di lunghezza ed ha un'apertura alare di circa 58 cm. E' dotata di una testa appiattita e di dischi facciali abbastanza evidenti con fondo di colore biancastro. Gli occhi sono gialli, il piumaggio è superiormente di colore bruno, barrato e macchiato di bianco, inferiormente di colore bianco a strie brune. La femmina è leggermente più grande del maschio

Le ali brevi di cui è dotata le permettono di volare rapidamente ma solo in linea retta. Quando si posa si ranicchia ma si drizza subito se disturbata. 

E' un uccello allegro e spigliato anche di giorno, non teme l'uomo e non dorme mai così profondamente da lasciarsi sorprendere, il minimo rumore la sveglia, e vede benissimo anche di giorno. Nemici delle civette sono gli astori e gli sparvieri, che se riescono a catturarne una la strangolano. Diverso è il discorso per la donnola che ne divora le uova.

E' diffusa in tutta l'Europa centrale e meridionale, l'Asia centrale e nell'Africa settentrionale e orientale. Molto abbondante nelle tre penisole meridionali europee (Iberica, Italiana, Greca).

In Italia è stazionaria ovunque e si calcolano oltre 10.000 coppie nidificanti.

allocco.jpgalloco1.jpg

L'allocco

L'allocco è il più comune e ampiamente diffuso degli Strigidi europei; in Italia si trova ovunque, tranne che in Sardegna. Lungo 38 cm., ha testa grande e rotonda con grandi occhi neri, che lo distinguono dalla maggior parte degli altri Strigidi; dischi facciali bruno grigi; parti superiori e petto variabili dal marrone al grigiastro, striati verticalmente e con lievi onde orizzontali; parti inferiori fulve striate di scuro. Si distingue dal barbagianni per le dimensioni maggiori e il colore complessivamente molto più scuro. Vive in zone boschive miste di conifere e caducifoglie.

COLOMBACCIO.jpgCOLOMB.jpgIl Colombaccio

Il Colombaccio ha dimensioni medie, forme pesanti e massicce, becco appuntito ricurvo all'apice, tarsi brevi, ali e coda piuttosto lunghe. II piumaggio in entrambi i sessi è di colore grigio-bluastro con parti inferiori sfumate di rosso-vinato, collo ornato da piume a riflessi verdi e purpurei, ampia banda bianca attraverso l'ala, macchia bianca ai lati del collo molto evidente, becco rosato alla base e giallognolo all'apice e zampe rosa. In volo, visto da sotto, si riconosce dagli altri Columbidi per le maggiori dimensioni, la coda e il collo più allungati, le ali scure, le macchie bianche ai lati del collo; visto da sopra, è ben evidente anche la larga banda bianca attraverso le ali. Lunghezza cm 40-45, peso gr. 360-580.

merlo.jpgtaccola.jpgtaccola1.jpg

La Taccola

La taccola è una delle specie più piccole (34-39 cm in lunghezza) del genere corvus. La maggior parte del piumaggio è nero o grigiastro tranne che nelle guance, nella nuca e nel collo, che sono grigi chiaro o grigi argento. L’iride è bianca grigiastra o bianca argentea, l’unico membro del genere al di fuori della regione dell’Australasia ad avere questa caratteristica. L’uccello è socievole, si sposta in coppia (maschio e femmina) o in gruppi più consistenti, anche se le coppie di uccelli stanno insieme all’interno degli stormi.

 Un’area molto grande che si estemde dall’Africa nordoccidentale attraverso praticamente tutta l’Europa, l’Iran, l’India del Nord-Ovest e la Siberia. Abita le steppa, i boschi, le terre coltive, i pascoli, gli scogli sulle coste e i paesi e le città. Un'altra specie strettamente legata alla taccola è il corvus dauricus: le due specie provengono dallo stesso sottordine, Coloeus.

 Il nutrimento viene preso prevalentemente dal terreno ma ne trova un po’ anche negli alberi, Mangia insetti e altri invertebrati, semi di alghe e di frumento, resti di cibo umano nelle città, pesci alla deriva sulle spiagge e ruba cibo dalle tavole molto più in fretta di altri uccelli del genere dei corvi. Di solito nidifica in colonie all’interno di cavità arboree o rupestri, in edifici diruti o a volte persino in dense conifere. Le uova, di solito 4 o 5, vengono tenute in incubazione per 17 o 18 giorni e i piccoli diventano atti al volo dopo 30-35 giorni.

 

 

 

merlo1.jpg

  

 

Il merlo

Il merlo, lungo circa 25 cm, è noto per il piumaggio di un bel nero lucente e uniforme e per il becco ed il cerchio peri-oftalmico giallo arancio vivo e le zampe brune. Il piumaggio è morbido e folto.  La femmina ha le parti superiori color bruno scuro uniforme, le parti inferiori bruno-fulve con striature scure più o meno distinte, gola più pallida, biancastra; becco bruno con poco giallo, raramente giallo come il maschio. I giovani sono più chiari e più fulvi della femmina, con striature delle parti inferiori più evidenti. Il maschio giovane ha il becco nerastro e il mantello più marrone con le zampe bruno-scure. I maschi anziani sono grigiastri, con il becco giallo.

Non sono rari gli esemplari a colorazione anomala: rossiccia, a macchie bianche e nere o cinerina. Rari sono gli albini in cui il becco, l'iride e le zampe di un delicato color rosa completano degnamente il niveo manto.  Frequenti invece gli albini parziali che si distinguono dal Merlo dal collare per l'assenza della macchia grigia sulle ali, oltre che per la voce.

Esiste una seconda specie chiamata Merlo torquato o dal collare che differisce dal Merlo comune per la taglia maggiore (è lungo circa 27 cm) e per una fascia bianca sul petto, ampia nel maschio, ridotta nella femmina.

upupa.gifupupa2.jpg

L’Upupa

L'upupa è un uccello caratterizzato dal piumaggio piuttosto vistoso, con colori vivaci osservabili soprattutto durante il volo. Imparentata  con il martin pescatore, il suo colore dominante è il rosso mattone con le ali e l'estremmità del ciuffo del capo a strisce bianche e nere (ben visibili anche in volo). Possiede un lungo becco sottile e ricurvo in basso e arti poco sviluppati e trascorre la maggior parte del tempo a terra alla ricerca di insetti e delle loro larve, mentre di notte trova riparo tra il fitto fogliame degli alberi.  Nidifica nell'Europa centromeridionale e nell'Asia occidentale e va a svernare nelle savane e nelle foreste costiere a mangrovie dell'Africa tropicale e dell'India. Le upupe si nutrono di una grande varietà di insetti e assai caratteristica è la tecnica con cui preparano e ingeriscono il cibo. Infatti questi uccelli possiedono una lingua troppo corta per poter ingurgitare direttamente il cibo. Allora gettano in aria l'insetto e lo ingoiano a becco spalancato; prima però lo liberano della testa, delle ali e delle zampe sbattendolo ripetutamente a terra.

 

cuculo.jpgcuculo1.jpgcucolo3.jpg

Il Cuculo

Il cuculo è un uccello migratore, sverna nell'Africa tropicale e meridionale, ed è diffuso in tutta Europa, in Asia e quasi in tutta l'Africa. In Italia è estivo, nidificante e di passo.

Ha una lunghezza di 33 cm. Con una coda lunga e le ali piuttosto appuntite ed affilate, ha il capo e petto grigi, le sue parti inferiori sono bianche con barre; in volo, qualche volta viene confuso con lo Sparviero. La femmina talvolta è rosso-bruna con barre su tutto il corpo.

Questo uccello abita le foreste miste luminose dove abbonda il sottobosco. Ha un volo diritto con rapide battute; prima di posarsi, su alberi e rocce, plana.

Si alimenta di numerose specie di insetti, molti bruchi pelosi scartati da altri uccelli (processionarie), nonché ragni, molluschi, vermi e qualche vegetale.

I cuculi sono ben noti per la loro strana abitudine di essere dei parassiti dei nidi altrui. Infatti la femmina colloca da maggio a luglio un uovo per volta, a giorni alterni, poiché ciascun individuo è parassita di una sola specie, nei nidi di altre specie di uccelli (circa cinquanta), soprattutto di capinere, forapaglie, ballerine ed averle; le uova deposte assomigliano spesso per dimensioni e colore alle uova dei genitori adottivi. Il cuculo depone complessivamente 15-20 uova (di colore variabile dal bluastro al verdastro, con maculazioni varie) che si schiudono dopo 12 giorni e mezzo, i giovani cuculi nascono perciò contemporaneamente o addirittura prima dei compagni di nido.  Con un impulso istintivo i nuovi nati spingono fuori dal nido le uova o la prole dei genitori adottivi, sbarazzandosi in tal modo dei concorrenti e rimanendo unici padroni del nido.

 

 

allodola1.jpgallodola.jpg 

 

 

 

 

 

 

 L’Allodola

L'AIlodola ha dimensioni piccole. becco breve e robusto, ali lunghe e appuntite, coda lunga e leggermente forcuta, ciuffo di penne sul!a nuca a forma di cresta. In entrambi i sessi il piumaggio è  di colore  grigio- brunastro fittamente striato di nero nelle parti superiori,fulvo biancastro nelle parti inferiori con larghe strie sul petto; le timoniere esterne sono bianche, il petto è bruno e le zampe sono bruno scure. In volo, vista da sotto, sono evidenti larghe strie scure sull'alto petto e la coda bordata di bianco. Lunghezza cm.  17-19, peso gr 33-48. Conduce vita gregaria in piccoli branchi, fuorché durante la stagione riproduttiva. Possiede un volo forte e leggermente ondulato, con battiti d'ala alternati a chiusure d'ala; ama portarsi in volo a qualche centinaio di metri di altezza cantando in modo armonioso e ritornare verso terra ad ali chiuse, riaprendole solo a poca distanza dal suolo. Terragnola, cammina e saltella agilmente tenendo il corpo in posizione orizzontale; si posa su piante, muriccioli, fili da dove fa udire il suo canto modulate e dolce specie durante il periodo riproduttivo.

quaglia1.jpgquaglia.jpg

La Quaglia

La quaglia è un Galliforme dalle dimensioni molto ridotte, appena 18 cm ed un’apertura alare di 32-35 cm. Il piumaggio è grigio-bruno con striature nere, bianche e gialle o marroncine sui fianchi; il capo è striato. La  differenza tra maschio e femmina non è evidente, ad eccezione di un collarino e di una macchia nera sul petto del maschio, inoltre il petto del maschio presenta le piume tendenti al rosso mattone.  La quaglia ama pascolare a terra tra la vegetazione alla ricerca di insetti. Se qualcosa l’allarma preferisce fuggire con una rapida corsa, anziché prendere il volo.

Nonostante non abbia un eccezionale modo di volare, questo piccolo Galliforme può librarsi in aria per lunghi percorsi così da raggiungere le aree di riproduzione, poste a nord dell’areale di distribuzione. I maschi nel ritorno primaverile anticipano le femmine e difendono in modo agguerrito il loro territorio ed emettono dei particolari richiami (richiamo trisillabico “tuì tuitui”) per attirare l’attenzione delle femmine in arrivo. Se queste sono numerose regna la poligamia (quindi ogni maschio si accoppia con molte femmine); contrariamente, se scarseggiano, ogni maschio è monogamo (si accoppia con una sola partner). Sono deposte dalle 7 alle 12 uova, ed esclusivamente la femmina si occupa della cova e della crescita dei quagliotti. Le uova schiudono dopo una ventina di giorni e i piccoli crescono talmente velocemente da poter seguire gli adulti nell’annuale migrazione ad appena 5-6 settimane di età.

tortora1.jpgtortora.jpg

La Tortora

La Tortora ha dimensioni medio-piccole, forme slanciate, becco relativamente breve con la base ricoperta di pelle (cera), tarsi corti, coda lunga e arrotondata. In entrambi i sessi il piumaggio e di colore bruno grigiastro con petto rosso venato. copritrici alari fulve macchiate di nero. lati del collo barrati di bianco e nero. Coda nera bordata in maniera evidente di bianco, becco nerastro, tarsi e piedi rosa carico. In volo, vista da '.olio, si distingue per il sottocoda bianco e la coda nera con bordatura bianca; caratteristico e il volo a rapidi battiti un'ala con interruzioni e inclinazione del corpo alternata a destra e a sinistra. Può essere confusa con la Tortora orientale.

Lunghezza cm 26-30. peso gr. 110-160.

 

 

Home | La Flora | La Fauna | Il Bosco

Ultimo aggiornamento: 31-01-08