La
Scia è poco o malamente conosciuta nel novero delle Tradizioni
Spirituali Autentiche e anche all’interno della sua propria
“Casa Spirituale” molte incomprensioni ha dovuto sopportare e
molte persecuzioni.
E’
sintomatico, in questa situazione, il fatto che coloro i quali si
sentono indirizzati alla ricerca di una Via Spirituale e
“approdano” all’Islam si indirizzino quasi esclusivamente al
cosiddetto “sunnismo” affidando poi la propria “cura
spirituale” a tale o tal altro maestro delle varie confraternite
sufiche presenti all’interno dell’Islam. La Tradizione Sciita
e i suoi referenti dottrinali sono “preconcettualmente”
scartati o accuratamente evitati, in base anche ad una
superficiale e monca (perché poco o nulla “informata”) accusa
di “etorodossia”, quindi di “inautenticità metafisica”.
Niente di più errato e di più vano.
Chi
cerca il Vero non può affidarsi a valutazioni preconcette, né
tantomeno dare per scontata una Dottrina senza averne valutato
attentamente le Fonti previo “in-formazioni” corrette e
riflessioni conseguenti ed approfondite.
Noi
cerchiamo di ovviare a quella che riteniamo essere una “Lacuna
Metafisica” e una “disinformazione religiosa” gravide di
conseguenze per colui che desideri correttamente porsi di fronte
alla Dottrina Metafisica unanime e universale (altri anelli
tradizionali a tal proposito andrebbero rimessi a giorno), e alla
Ricerca Reale della Conoscenza di Sé “in questo Tempo”, nel
quale il Soffio Vivente dello Spirito è sconto agli occhi di chi
non cerca sinceramente il Fine Ultimo dell’Uomo.
Non
è per propagandare alcunché che presentiamo questa breve
introduzione alla Scia (1) ma per
dare una Testimonianza Spirituale d’una Via Tradizionale
autentica che è un Arca di Salvezza(2)
per coloro che vi salgono e che sono al presente immersi nei
marosi d’un mondo e d’una società che hanno perduto
qualsivoglia possibilità d’Orientamento effettivo verso il
Vero. E qualsiasi intelletto sufficientemente sano non può che
rendersene conto, “patire” tale situazione e cercare di
trarsene fuori finché è in tempo. A tale intelletto, a cui pesa
la mancanza di senso d’una esistenza senza Principio né Fine
Reale, è rivolto l’Appello d’un Orientamento integrale verso
l’unicità di Dio(3) (tawhid)
che non ha pari, verso ciò che hanno “riportato” i Profeti(4)
e che è stato “Sigillato” dal Profeta Muhammad(s), verso
l’Amore per la sua Famiglia Purissima(°A)(5),
verso la Giustizia di Dio(6) con la
quale ogni anima sarà pesata nel Giorno del Giudizio e verso la
realtà della Resurrezione(7).
Al Profeta Muhammad(s)
è stato rivelato il Libro(8), che è
l’autentico “Miracolo”(9) dell’Islam,
nel quale è espressa la Volontà di Dio nei confronti dell’Uomo
presente in ogni uomo, a compimento delle Rivelazioni precedenti (10),
a compimento della Torah, dei Salmi di Davide e del Vangelo(11), a
stabilimento dei Principi che devono guidare l’agire
dell’uomo(12), a Discriminazione tra il Vero ed il Falso(13)
e ad Ammonimento per coloro che errano lontani dalla Ricerca della
Visione del Volto di Dio(14), che tengono in
considerazione le ricchezze e gli agi di questo mondo e si volgono
sprezzanti(15) via dalla Parola Generosissima (al-Qora’an
al-Karim), che associano(16) (ovvero danno
potere) ad altri “dei” (idoli) invece o “a fianco” di Dio,
l’Unico, il Senza Pari, che non tengono conto dell’Oltre(17)
e non considerano il Giorno del Giudizio che è il Giorno della
Resa dei Conti(18), che pensano che non saranno
giudicati per ciò che hanno fatto e che non si ricordano del
Patto contratto nei lombi d’Adamo, il giorno dell’Alastu(19).
Ora, l’Inviato di
Dio è stato mandato come una Misericordia per i Mondi(20)
affinché agli uomini sia ricordata la Via Retta(21)
che conduce a Dio a cui noi tutti ritorneremo(22).
Testimone della
Missione dell’ultimo dei Profeti fu suo cugino nonché genero °Ali
ibn Talib(23), il primo degli Imam(24),
Intimo del Profeta, il più prossimo a Lui, al quale a Ghadir
al-Khumm(25) trasmise il “Mandato”,
l’Eredità di essere Guida (legatario) dei Credenti (Amir al
mu°minim), disatteso poi alla sua morte(26)
dalla maggioranza dei compagni che con una scelta puramente umana
demandarono la guida della comunità ad Abu Bakr(27)
e poi ad Omar; terzo fu Uthman e quarto °Ali che quindi per la
“maggioranza” è uno dei primi quattro califfi chiamati “i
ben guidati” e non come per i suoi “seguaci” – chiamati
perciò appunto “sciiti” – il primo degli Imam, dotato di °Ismat(28)
(infallibilità), scelto direttamente da Dio attraverso il Profeta
ad essere la Guida dei Credenti riguardo la Totalità (esteriore
ed interiore) dell’esistenza(29), quindi sia
nel Dominio interiore (batin, l’esoterico) di
Rischiaramento del Significato del Libro, sia in quello esteriore
(zahir) – che non può che derivare dal primo e non può
esserne scisso – di Guida della Comunità dei Credenti la cui
“elezione” non può essere determinata da una scelta meramente
umana, ma dal Volere stesso di Dio per bocca del Suo Inviato o per
bocca di un Imam che solo può stabilire chi è destinato a
succedergli nell’Imamato (così fu per tutti gli Imam della Scia
Duodecimana sino al Dodicesimo, l’ultimo tuttora Vivente Signore
di questo Tempo, Sahib-uz-Zaman).
Il Profeta, sua figlia
Fatima e i 12 Imam sono chiamati i 14 Purissimi (Ma’sum).
L’Imam °Ali s’era
unito in matrimonio all’amatissima Figlia del Profeta, Fatima
al-Zahra (la Regina delle Donne), e da tale unione erano nati i
due nipoti prediletti del Profeta, Hasan e Hoseyn, che sarebbero
divenuti il secondo ed il terzo Imam.
L’Imam °Ali, Fatima,
Hasan e Hoseyn furono gli “intimi” del Profeta, la sua propria
Famiglia (Ahl-ul-Bayt) alla quale Egli era legato da
un’unione sacramentale la cui verità (haqiqat) ci è
stata trasmessa dall’hadith al-Hisa(30).
Il Profeta quindi, sua
Figlia Fatima, l’Imam °Ali sposo di quest’ultima e i loro due
figli, nonché nipoti del Profeta, Hasan e Hoseyn sono
l’archetipo di ogni Famiglia spirituale autentica, sostanza di
Luce che si manifesta “a questo mondo” attraverso le loro vite,
il loro Insegnamento e la loro Testimonianza, Garanti del Vero in
questo mondo, “Tramiti” della Misericordia di Dio, Luci della
Sua Conoscenza Immacolata e Scintille del Suo Amore Purissimo. Le
loro Persone sono le “Garanzie” della Verità della Missione
Profetica(31) come tramandataci dal racconto
dell’Ordalia di Najran(32), i Testimoni
Viventi della Religione del Vero (Din-ul-Haqq). L’Amore
per Essi(33) è l’unico Ringraziamento
gradito al Profeta per la Verità che Egli ha testimoniato alle
genti e il secondo dei due “Tesori”(34) che
il Profeta ha lasciato in Eredità alla Comunità dei Credenti,
assieme al Libro di Dio: il Qur’an. Essi sono le Guide che
rischiarano i Significati del Libro(35) (tawil),
la cui Presenza in ogni tempo è necessaria(36)
per non cadere nell’Errore(37). Essi sono il
Corano Vivente(38) dalla cui Parola non si può
star “lontani”(39) se si vuol esser
“vicini” al Libro, all’Inviato di Dio e a tutti i Profeti
che lo hanno preceduto(40). Essi sono i Garanti
della Giustizia di Dio per la cui Testimonianza affrontarono la
prigionia e il martirio(41) da parte degli
Oppressori, detentori d’un potere ingiusto e contrario ai
Principi della Religione.
Ricordiamoci le Parole
dell’Imam Hoseyn prima della battaglia di Kerbala dove l’Imam
fu massacrato assieme ai suoi cari(42):
“IO VI CHIAMO AL
LIBRO DI DIO ED ALLA TRADIZIONE (SUNNA) DEL SUO PROFETA…POICHE’
ESSA E’ STATA ASSASSINATA E L’ERESIA RESUSCITATA…
IO NON MI SONO
SOLLEVATO A CUOR LEGGERO E PER UNA QUALUNQUE INSODDISFAZIONE
PERSONALE…IO MI SONO SOLLEVATO PER RIFORMARE LA COMUNITA’ DI
MIO NONNO, IL MESSAGGERO DI DIO, PER COMANDARE IL BENE ED
INTERDIRE IL MALE E PER SEGUIRE LE ORME DI MIO NONNO E DI MIO
PADRE”.
Dalla Tradizione tale
giorno è ricordato come giorno d’°Ashura(43),
che è Segno indelebile della coscienza sciita. Dissociazione
radicale da coloro che commettono ingiustizia e propagano la
corruzione sulla terra.
Kerbala fu una
battaglia segnata, un Sacrificio consapevole, in campo aperto,
contro coloro che avevano deviato dalla purezza originaria
dell’insegnamento profetico. Ma fu tutt’altro che un
Sacrificio vano perché inseminò la terra dell’Animo dei Veri
Credenti che hanno circondato gli Imam in ogni tempo: “infimi di
numero ma dal rango sublime”(44).
La popolazione di Kufa
aveva fatto intendere di sostenere l’Imam Hoseyn ma poi
l’aveva lasciato solo con poche decine di Fedeli, semi di Luce
di Colui che, assieme a suo fratello, l’Imam Hasan è conosciuto
come “Principe degli Adolescenti del Paradiso” e ha
l’appellativo di Seyyed ash-Shohada’ (Principe dei
Martiri).
A tale battaglia
sopravvisse quello che sarà l’Imam Zeynol-°Abidin, figlio
dell’Imam Hoseyn, il quarto Imam di cui si conservano le
invocazioni conosciute col nome di Zabur Ale Muhammad (Salterio
della Famiglia del Profeta)(45).
All’Imam Zeynol-°Abidin
la Misericordia di Dio fece seguire l’Imam Muhammad al-Baqir a
cui successe l’Imam Ja^far al-Sadiq a cui successe l’Imam Musa
al-Kazem a cui successe l’Imam °Ali Reza la cui tomba si trova
a Mashhad in Iran, paese nel quale nel XVI sec., sotto i Safavidi,
la Scia divenne Religione di Stato. All’Imam Reza successe
l’Imam Muhammad al-Taqi seguito dall’Imam °Ali Naqi seguito
dall’Imam Hasan °Askari (colui che è chiuso nella fortezza)
padre del Signore di questo tempo, “Sigillo degli Amici di Dio”(46),
colui del quale il fedele sciita attende la Parusia animato da
profonda devozione e della cui Attesa è permeato lo spirito dei
veri credenti. Attesa che non è estranea ai fatti accaduti
nell’ultimo lembo di storia d’Iran, storia d’uomini che sarà
il Tempo a “giudicare”, relativamente alle cose di questo
mondo, ma la cui spinta originaria è Patrimonio dello Spirito con
cui Dio ha voluto “baciare” una Tradizione Spirituale mal
conosciuta e poco compresa dalla moltitudine ma presente nel cuore
vivo di chi cerca la Vera Vita della quale Colui che è atteso, il
Resurretore (Qa’im al Qiyamat), conosciuto anche con
l’appellativo di “Sole d’Occidente”(47),
è il Segno Maggiore e il Compimento finale.
NOTE
1) L’uso
del termine Scia risale ad una tradizione (hadith) secondo
la quale il Profeta attribuiva ad un gruppo di credenti
particolarmente devoti ed osservanti lo Spirito e le Norme della
“Sunna” (cioè l’insieme degli aspetti che la Rivelazione
implica), il nome di “Scia di °Ali” (Sci°atu °Ali).
Gli Sciiti quindi non erano i seguaci di °Ali se non per il fatto
d’essere dediti anima e corpo, come lui, all’osservanza
integrale degli insegnamenti del Profeta.
La particolare
connotazione che il termine Scia ha assunto nel corso della storia
è dovuta alla contrapposizione dei termini “Sunniti” e
“Sciiti” coi quali venivano designati, ben dopo la morte del
Profeta, coloro che stavano sotto l’egida del potere costituito
e accettavano l’autorità religiosa di un califfo scelto con
“criteri umani” (sunniti), e coloro che da questo potere erano
esclusi (sciiti) poiché non erano disposti a riconoscere altra
autorità (né religiosa né politica) oltre a quella che era
stata indicata dal Profeta e successivamente dagli Imam della
“Famiglia” del Profeta.
2) La Via
stabilita nel Corano, Testimoniata dal Profeta e dalla sua
“famiglia” (Ahl-al-Bait) che lui stesso ha paragonato
all’Arca di Noè (hadith as-Safinah):
“LE GENTI DELLA MIA
CASA (GLI AHL-UL-BAYT) SONO PER VOI COME L’ARCA DI NOE’,
COLUI CHE VI SALE E’ SALVO, COLUI CHE LA MANCA ANNEGA”.
Degli Ahl-ul-Bait si
parla più ampiamente nelle note 28, 31 e 40.
3)
Credere
nell’Unicità di Dio (Tawhid, termine che viene tradotto anche
con Monoteismo) implica l’”adorare” Lui solo, e dunque la
dissociazione nei confronti di ogni forma d’idolatria. Tale
attestazione nell’Islam è espressa nella formula:
“TESTIMONIO CHE NON
V’E’ DIO ALL’INFUORI DI DIO, CHE EGLI E’ UNO E NON HA PARI”.
A tale Fondamento
della Fede hanno rimandato tutti i veri Profeti e tutte le
Rivelazioni autentiche. Cfr. Corano 21:25:
“E NON INVIAMMO
PRIMA DI TE NESSUN MESSAGGERO SENZA RIVELARGLI: “NON C’E’
ALTRO DIO CHE ME. ADORATEMI!”
4)
I Profeti (Nabi)
hanno avuto il compito di portare un Messaggio divino alfine di
purificare le genti dall’immoralità, dalle azioni peccaminose,
dalle abitudini malvagie, dai costumi corrotti e per insegnare
all’uomo la Saggezza e il Sapere alfine ch’egli possa
raggiungere un grado di perfezione degno della sua umanità nei
confronti di ambedue i mondi. Un ruolo particolare in questa
Missione (Nobowwat) spetta agli Inviati (Rasul), cioè coloro che
hanno il compito di portare una “Legge scritta”, l’Islam ne
conta principalmente cinque, l’ultimo dei quali, il profeta
Muhammad, è il “Sigillo” della Profezia (Cfr. Corano 33:40):
“MUHAMMAD NON E’
PADRE DI NESSUNO DEI DEVOTI UOMINI, EGLI E’ L’INVIATO DI DIO E
IL SIGILLO DEI PROFETI”
5) L'amoure
per la sua “Famiglia” (i suoi “Prossimi”) è l’unico
“compenso” che il Profeta ha chiesto per la sua “Missione”
(Corano 42:23, vedi alla nota 34). Si tratta in primo luogo
dell’amore per coloro che egli ha “raccolto” sotto il suo
Mantello (^Ali, Fatima, Hasan e Hoseyn, vedi alla nota 31), per la
loro “Discendenza” spirituale, gli Imam, e di rimando per gli
Awliya (coloro su cui vi è la dilezione di Dio).
L’amore per queste
“Persone”, il riconoscimento della loro Testimonianza e della
loro funzione (Walayat) nei confronti della Profezia (Nobowwat) è
il segno distintivo dei veri credenti, non amarle significa
deviare dalle “Indicazioni” dello stesso Profeta. Noi possiamo
ritrovare queste “Indicazioni” in molte tradizioni considerate
“valide” anche dai cosiddetti “sunniti” ma il loro senso
profondo trova la sua piena esplicazione nella “Sunna integrale”
conservata nella ristretta cerchia delle Genti della Casa del
Profeta. (Alcuni degli hadith che li riguardano sono citati
brevemente nelle note 31, 32, 34).
6) La Nobowwat
(il Messaggio profetico) e la Walayat (la funzione Iniziatica che
ri-conduce al senso vero della Rivelazione) accompagnano l’uomo
nel suo cammino verso il Riconoscimento della “Giustizia di Dio”
(°Adl al-Ilahi) e verso il “Giorno del Giudizio”. (Corano
16:111)
“…GIORNO IN CUI
OGNI ANIMA VERRA’ A DIFENDERE SE’ STESSA, IN CUI OGNI ANIMA
SARA’ COMPENSATA PER QUELLO CHE AVRA’ OPERATO E NESSUNO SUBIRA’
INGIUSTIZIA”.
7) La
“Resurrezione” (Qiyamat) è il compimento della “Giustizia
di Dio” (°Adl al-Ilahi). Cfr. Corano 6:73:
“…NEL GIORNO IN
CUI EGLI DICE “SII” L’ESSERE E’.
LA SUA PAROLA E’
VERITA’. IL GIORNO IN CUI SQUILLERA’ LA TROMBA A LUI
APPARTERRA’ IL REGNO…”.
8)
Cfr.
Corano 16:88:
“…A TE ABBIAMO
RIVELATO IL LIBRO COME DIMOSTRAZIONE CHIARA DI TUTTE LE COSE, E
GUIDA E MISERICORDIA, E BUONA NOVELLA PER I DATI A DIO”.
9)
Riguardo
al miracolo del Libro l’Imam °Ali disse (Sermone n°6):
“CERTAMENTE
L’ASPETTO ESTERIORE DEL CORANO E’ MERAVIGLIOSO E IL SUO
INTERIORE E’ PIENO DI SIGNIFICATO. ESSO E’ UN MIRACOLO CHE MAI
VERRA’ MENO, UNA MERAVIGLIA DESTINANTA A DURARE, UN INSIEME CHE
POTRA’ ESSERE SPIEGATO E CAPITO ATTRAVERSO SE’ STESSO”.
10) Cfr.
Corano 5:48:
“…E SU DI TE
ABBIAMO FATTO “SCENDERE” IL LIBRO (AL-QUR’AN) CON LA VERITA’,
A “CONFERMA” E “PROTEZIONE” DELLA SCRITTURA SCESA
PRECEDENTEMENTE…”.
11) Cfr.
Corano 4:163:
“IN VERITA’ NOI
T’ABBIAMO DATO LA RIVELAZIONE COME L’ABBIAM DATA A NOE’ E AI
PROFETI CHE LO SEGUIRONO, E L’ABBIAM DATA AD ABRAMO E A ISMAELE,
E A ISACCO E A GIACOBBE, E ALLE TRIBU’ E A GESU’ E A GIOBBE, E
A GIONA E AD ARONNE E A SALOMONE, E A DAVIDE DEMMO I SALMI. E COSI’
INVIAMMO DEI MESSAGGERI DEI QUALI GIA’ T’ABBIAMO NARRATO LA
STORIA E MESSAGGERI DEI QUALI NON T’ABBIAMO NULLA NARRATO…”.
12)
I Fondamenti della Religione (Usul ad-Din) inscritti nella
Rivelazione coranica sono:
I L’Unicità di Dio Tawhid
II La Giustizia di Dio
Al °Adl al-Ilahi
III La Profezia Nobowwat
IV Il “Lascito”
del Profeta, Imamat
V Il “Giudizio” e
la Realtà della Resurrezione Youm al-Qiyamat
13)
La
“Discriminazione” (Al-Furqan) è uno dei nomi del Corano poiché
esso realizza la distinzione fra il Vero e il Falso attraverso
normative, ingiunzioni, istruzioni e profondi significati.
Al-Furqan (termine che
viene tradotto da taluni con “salvazione”) è anche il nome
della XXV sura che inizia così:
“BENEDETTO COLUI CHE
HA FATTO DISCENDERE IL FURQAN (LA “DISCRIMINAZIONE”) SUL SUO
SERVO, AFFINCHE’ POTESSE ESSERE UN AMMONITORE PER I MONDI…”.
14) Corano
92:14,20:
“…”IO” V’HO
AVVERTITO DI UN FUOCO VAMPANTE DOVE NON BRUCERA’ CHE IL PIU’
TURPE, CHE SMENTI’ DIO E VOLSE LE SPALLE, E SARA’ EVITATO AL
PIU’ TIMORATO, CHE DIEDE I SUOI BENI PER PURIFICARSI E CHE NON
PER OTTENERE RICOMPENSA DA ALCUNO AVRA’ FATTO I SUOI FAVORI MA
PER PIA BRAMA DEL VOLTO DEL SIGNORE SUO ALTISSIMO..”
15) Cfr:
Corano 31:6,7:
“E FRA GLI UOMINI
V’E’ CHI IGNARO COMPRA DISCORSI FATUI E LEGGERI PER TRAVIAR LA
GENTE LUNGI DAL SENTIERO DI DIO E BURLARSI DI ESSO…QUANDO GLI SI
RECITANO I NOSTRI SEGNI VOLGE LE SPALLE SUPERBO COME SE NON LI
AVESSE SENTITI…”.
16) Per l’Isam
l’”associare” (sherk), cioè dare a Dio dei pari, è
il peggior peccato: quello al quale Dio non perdona. Cfr. Corano
4:116, 2:165:
“…DIO NON PERDONA
CHE GLI SI ASSOCI ALCUNCHE’. OLTRE A CIO’ EGLI PERDONA QUELLO
CHE VUOLE”.
“IN VERITA’…VI
SONO SEGNI PER LA GENTE DOTATA D’INTELLETTO. MA VI SON UOMINI
CHE DANNO A DIO DEGLI UGUALI E CHE ESSI AMANO COME DIO”.
17)
Cfr.
Discorso dell’Imam °Ali (Nahj-ul-Balagha, Serm. 201):
“LA VITA QUAGGIU’
E’ UNA DIMORA TRANSITORIA, L’ALDILA’ E’ LA DIMORA
PERMANENTE. PRENDETE DUNQUE DA QUESTA VITA CIO’ CHE VI SERVIRA’
PER L’ALTRA…TENETE I VOSTRI CUORI LONTANI DALLE COSE TERRENE,
PERCHE’ SIETE STATI POSTI IN QUESTO MONDO COME PROVA E SIETE
STATI CREATI PER L’ALTRO MONDO”.
18) Cfr.
Corano 2:122:
“E TEMETE IL GIORNO
IN CUI NESSUN’ANIMA POTRA’ ALCUNCHE’ PER UN’ALTRA, E NON
SARA’ ACCETTATA INTERCESSIONE DI NESSUNO, NE’ COMPENSAZIONE, E
I MALVAGI NON TROVERANNO AIUTO”.
19)
Il Ricordo del
Patto stabilito nella preesistenza fra l’Uomo e il suo Signore
è uno dei punti essenziali sul quale si regge la coscienza e il
“pensiero” islamico. Il versetto che ne parla è il seguente (Corano
7:172):
“E QUANDO IL SIGNORE
TRASSE DAI LOMBI D’ADAMO TUTTI I LORO DISCENDENTI E LI FECE
TESTIMONIARE CONTRO SE’ STESSI DISSE: “NON SONO DUNQUE IO IL
VOSTRO SIGNORE? (ALASTU BI-RABBIKUM?)” ED ESSI RISPOSERO
“SI’, L’ATTESTIAMO” (BALA)”.
20) Cfr.
Corano 21:107:
“NON TI MANDAMMO SE
NON COME MISERICORDIA PER IL CREATO”.
21) La
Via Retta (sirata al-mustaqim) ricordata nella sura che
apre il Corano (Suratu-l-hamd).
“…LA VIA DI COLORO
SUI QUALI (TU) HAI EFFUSO LA GRAZIA,
LA VIA DI COLORO COI
QUALI NON SEI ADIRATO,
LA VIA DI QUELLI CHE
NON VAGOLANO NELL’ERRORE”.
22) Cfr.
Corano 21:104:
“COSI’ COME NOI LO
CREAMMO, IL MONDO RITORNERA’ A NOI.
QUESTA E’ LA NOSTRA
PROMESSA, E LA MANTERREMO”.
23)
In un discorso,
°Ali, il genero del Profeta disse (Nahj al-Balagha, Serm.37):
“IO FECI SEMPRE IL
MIO DOVERE ANCHE QUANDO GLI ALTRI NON EBBERO IL CORAGGIO DI FARLO.
FUI SEMPRE PRESENTE QUANDO GLI ALTRI STAVANO NASCOSTI E PARLAI
QUANDO GLI ALTRI STAVANO MUTI. IO ACCESI LA LUCE DIVINA. IO FUI IL
PIU’ CALMO NELLA VOCE, MA IL PIU’ DECISO NELL’ESPRESSIONE.
IO PRESI LE REDINI DEL PROFETA ED ADEMPII ALLA PROMESSA FATTAGLI
COMPORTANDOMI COME LA MONTAGNA CHE NESSUN VENTO PUO’ SPOSTARE E
CHE NESSUN URAGANO PUO’ FARE CROLLARE.
…IO SARO’
SICURAMENTE IL PRIMO A RENDERGLI TESTIMONIANZA. LA MIA OBBEDIENZA
A LUI VIENE PRIMA DI OGNI COSA E LA PROMESSA FATTAGLI E’ UN PESO
SUL MIO COLLO”.
24)
Riguardo al primo Imam e alla sua discendenza il profeta disse:
“O ^ALI, I
BENGUIDATI, GLI IMAM, I TUOI DISCENDENTI PURISSIMI SARANNO UNDICI
DI NUMERO: TU SEI IL PRIMO. L’ULTIMO AVRA’ IL MIO STESSO NOME
(MHMD) E QUANDO APPARIRA’ RICOLMERA’ LA TERRA DI GIUSTIZIA E
DI ARMONIA COME ORA E’ COLMA DI INIQUITA’ E DI VIOLENZA”
25) Fu in
quell’occasione che il Profeta designò pubblicamente °Ali
quale suo “Erede” spirituale.
26)
Gli
eventi successivi alla Morte del Profeta non possono non
essere oggetto d’attenta indagine da parte di coloro che hanno a
cuore la verità. Di certo in quei frangenti la comunità dei
credenti fu posta di fronte ad una “verifica” e le varie
posizioni che emersero non possono essere date per scontate.
Spetta ad ogni credente chiarirle “verificando” qui ed ora la
sua propria posizione.
27) Riguardo
ai criteri con cui è stata fatta l’elezione del successore del
Profeta l’Imam °Ali disse (Nahj al-Balagha, Sermone 171):
“…SE SI FOSSE
DECISO CHE LA QUESTINE DELL’IMAMATO DOVEVA ESSERE RISOLTA CON LA
PRESENZA DI TUTTI, QUESTO PROBLEMA NON SAREBBE SORTO. MA COLORO
CHE PRESERO QUELLA DECISIONE LA IMPOSERO AGLI ASSENTI, SICCHE’
CHI ERA PRESENTE NON POTE’ DISSENTIRE E CHI ERA ASSENTE NON POTE’
FARE LA SUA SCELTA. SAPPIATE CHE IO COMBATTERO’ DUE PERSONE: CHI
RECLAMA QUANTO NON GLI APPARTIENE E CHI IGNORA CIO’ CHE E’
OBBLIGATO A COMPIERE”.
28)
Gli Imam (gli Ahl-al-Bait)
per gli shi’iti sono delle persone che, come il Profeta e sua
Figlia fatima, hanno una “Purezza immacolata”, °ismat.
Tale “Purezza”, oltre che ad essere “presentita” in ciò
che tali persone hanno fatto e detto, è confermata dalla
“scrittura” e dalla tradizione che riporta i particolari e le
circostanze inerennti i versetti che li riguardano. Uno di questi
è il versetto del Tat-hir (Corano 33:33):
“O MEMBRI DELLA
FAMIGLIA DEL PROFETA DIO VUOLE ALLONTANARE DA VOI OGNI IMPURITA’,
E PURIFICARVI TOTALMENTE”.
Altri sostegni
scritturali concernenti il “Rango” degli Imam sono stati
riportati nelle note seguenti: 2 (Hadith as-Safinah), 24,
31 (hadith al-Hisa), 33 (versetto della Mubahala).
Generalmente quando si
parla della ^ismat dell’Imam, si fa anche rilevare che la
sua “Investitura” (nass), essendo un dato
“pre-esistenziale” stabilito da Di, non può essere sancita
attraverso i comuni criteri mondani di “elezione”.
29)
Riportiamo
brevemente alcune nozioni attraverso le quali lo sciismo mette in
luce la complessa questione dell’Eredità Profetica.
La “funzione
iniziatica” walayat ha come dominio la conoscenza
dell’esoterico (batin), cioè il senso spirituale (il senso
“nascosto”, visibile all’Intelletto benguidato) delle
Rivelazioni.
L’”eredità
profetica temporale” warathat è la conoscenza
dell’essoterico (zahir), cioè del senso letterale delle
Rivelazioni.
L’”Imamato” Imamat
ha il suo dominio nella duplice conoscenza dell’esoterico e
dell’essoterico. L’assunzione del “Testamento profetico
spirituale” wasayat, implica invece il
conservare e preservare la “discendenza dell’esoterico” (silsilat
al-batin) mentre la successione temporale del Profeta khalifat
(il Califfato) conserva e preserva la “discendenza
dell’essoterico”.
L’”Eredità”
profetica racchiude questi aspetti nella loro integralità. Spetta
a Dio manifestarla sulla terra attraverso i suoi Vicari ma spetta
agli uomini riconoscere questi ultimi.
30)
Cioè
l’hadith del mantello. E’ riportato che queste cinque
persone si raccolsero più volte sotto il mantello del Profeta
(per tale ragione vennero soprannominate “le Cinque Persone del
Mantello” Ashab al-Kisa) e che in una di queste occasioni
pronunciò la seguente preghiera:
“MIO DIO, ECCO I
MEMBRI DELLA MIA CASA, MIO FRATELLO (^ALI), PRINCIPE DEGLI IMAM, I
SUOI FIGLI, CHE SONO I GERMOGLI DELLA MIA DISCENDENZA, E MIA
FIGLIA (FATIMA), LA SOVRANA DELLE DONNE. IL MAHDI PROCEDERA’ DA
NOI”.
E quando uno dei
Compagni (Jabir al-Ansari) chiese: “O Inviato di Dio, chi è il
Mahdi?” Egli rispose:
“VI SARANNO NOVE
IMAM NELLA DISCENDENZA DI HOSEYN. IL NONO SARA’ IL QA’IM (IL
RESURRETORE), EGLI COLMERA’ LA TERRA D’ARMONIA E GIUSTIZIA
COSIì COM’ESSA OGGI E’ COLMA DI TIRANNIA E VIOLENZA. EGLI
COMBATTERA’ PER RICONDURRE AL “SENSO SPIRITUALE” (TAWIL),
COM’IO HO COMBATTUTO PER LA RIVELAZIONE DEL “SENSO LETTERALE”
(TANZIL)”.
Per i teologi sciiti
non v’è alcun dubbio che ciò che è detto in questo come in
altri hadith e in alcuni versetti coranici, indica che queste
“Persone” sono dotate di una stessa e identica essenza
spirituale haqiqat (gr. Ousìa), e che quindi la
loro unione è “sacramentale” e non solo familiare.
31)
L’Imam
°Ali disse (Nahj al-Balagha, Sermone n°236 e n°2):
“ESSI SONO LA VITA
DELLA CONOSCENZA E LA MORTE DELL’IGNORANZA…ESSI NON VANNO
CONTRO LA GIUSTIZIA NE’ HANNO DIFFERENTI OPINIONI SU DI ESSA.
ESSI SONO I PILASTRI DELL’ISLAM ED IL “RIFUGIO” PER CHI
CERCA PROTEZIONE. ESSI ASSICURANO LA VERITA’ ED ALLONTANANO
L’ERRORE E LA LORO CONOSCENZA DELLA RELIGIONE NON E’ DERIVATA
DAGLI ERETICI O DAI DIVULGATORI”.
“ESSI SONO I
DEPOSITARI DEI SUOI SEGRETI…
NESSUNO NELLA COMUNITA’
ISLAMICA PUO’ ESSER MESSO ALLA PARI DEI MEMBRI DELLA “FAMIGLIA
DEL PROFETA”. ESSI HANNO LE QUALITA’ NECESSARIE PER ESSERE
“VICARI” (DI DIO SULLA TERRA). IN LORO FAVORE ESISTE LA
VOLONTA’ DEL PROFETA…”
32)
L’evento
si verificò nel penultimo anno della missione del Profeta
quand’egli, dopo aver inviato a Medina il vescovo di Nejran e i
sapienti cristiani, si trovò a parlare con loro riguardo alla
“Vera natura” del Cristo. Vista l’impossibilità di giungere
ad una definizione corretta della “Persona” di Gesù, il
Profeta supplicò Dio di venirgli incontro mediante un Segno. Dopo
diversi giorni “discese” un versetto che diceva (Corano,
3:59-61):
“E A QUELLI CHE
ARGOMENTANO CON TE SU GESU’, DOPO QUANTO TU HAI SAPUTO DI’:
VENITE, CHIAMIAMO I NOSTRI FIGLI E I VOSTRI FIGLI, LE NOSTRE DONNE
E LE VOSTRE DONNE, NOI STESSI E VOI STESSI, ED INVOCHIAMO INSIEME
LA MALEDIZIONE DI DIO SUI MENDACI!”.
Fu così che il 24
dell’ultimo mese del X anno dell’Egira (631) il Profeta si
presentò sul luogo convenuto per quella che fu chiamata
“l’ordalia” assieme ad °Ali, fatima, Hasan e Hoseyn,
portando quindi i suoi nipoti Hasan e Hoseyn in quanto “suoi
figli”, la sua beneamata figlia Fatima in quanto “sue
donne” e sé stesso ed ^Ali in quanto “noi stessi”.
Di fronte a tali Persone il vescovo cristiano preferì rinunciare
all’ordalia ed accettare le condizioni poste dal Profeta.
Da quel giorno i due
nipoti del Profeta vennero soprannominati “I Principi degli
adolescenti del Paradiso”.
33) Cfr.
Corano, versetto della Mawaddah 42:23:
“DI! IO NON VI
CHIEDO ALTRA MERCEDE SE NON L’AMORE PER I MIEI PROSSIMI…”
Nel suo tafsir Zamakhshari
raccontando i particolari della “discesa” di questo
versetto riporta una domanda che sarebbe stata fatta al Profeta:
“O Messaggero di Dio chi sono i “tuoi Prossimi” che noi
abbiamo l’obbligo d’amare?”. La sua risposta fu: “°Ali,
Fatima e i loro figli”.
Purtroppo nelle
versioni italiane del Corano il termine in questione è tradotto
nella sua forma letterale (senza l’annotazione di rimandi
tradizionali autorevoli) e non dà ragione del reale significato
del versetto in questione.
34) L’Imam e
il Libro sono una coppia indissolubile: ....essi non si
separeranno mai…” è detto nell’hadith al-Taqalayn.
35)
Spesso
nella Scia si incontra la seguente definizione:
“IL CORANO E’
L’IMAM SILENZIOSO, L’IMAM E’ IL CORANO PARLANTE”
E nel
Nahjul-ul-Balagha (Sermone 152) è detto:
“IL SENSO PROFONDO
DEL CORANO APPARTIENE AGLI IMAM I QUALI SONO I “TESORI” DI DIO.
QUANDO ESSI PARLANO LE LORO PAROLE SONO DI VERITA', MA QUANDO
TACCIONO, NESSUNO PUO’ PARLARE AL PARI DI LORO”.
36) Cfr.
hadith dell’Imam Muhammad al-Baqir:
“LA TERRA NON
POTREBBE SUSSISTERE SENZA UN IMAM QUALE “PROVA” PER LE SUE
CREATURE”.
37) In un noto
testo della Scia (Tafsir Mir’ at al-anwar) è riportato
un Hadith Qodsi (in cui Dio parla in prima persona) dove è detto:
“E’ PER VOI CHE IO
HO CREATO CIO’ CHE HO CREATO. VOI SIETE GLI ELETTI POSTI FRA ME
E LA MIA CREAZIONE. IO MI SONO VELATO “ATTRAVERSO” DI VOI ALLE
MIE CREATURE ALTRE DA VOI. IO VI HO FATTO TALI CHE E’
“ATTRAVERSO” DI VOI CHE CI SI TROVA DI FRONTE A ME, ED E’
“ATTRAVERSO” DI VOI CHE OGNI RICHIESTA MI E’ INDIRIZZATA.
POICHE’ OGNI COSA PERISCE TRANNE IL MIO VOLTO (CORANO 55:26-27)
E SIETE VOI, VOI STESSI, IL MIO VOLTO. VOI NON PERIRETE,E NON
PERIRA’ CHIUNQUE VI SCELGA COME AMICI”.
38)
Gli Ahl-al-Bait
vengono anche chiamati “Il Corano vivente”, poiché essi
“garantiscono” il senso Vero del “Libro”, della Religione
e della Vita attraverso le loro stesse “Persone”.
39) Ed ancora
(Nahj-ul-Balagha, Serm. 152):
“CHI SI OPPONE ALLA
“FAMIGLIA DEL PROFETA” VIVE IN UNA COSTANTE CONFUSIONE ED E’
LONTANO DALLA SUA “SUNNA”. NOI SIAMO I PIU’ VICINI, SIAMO I
COMPAGNI, SIAMO I CUSTODI DEL TESORO E LE PORTE DELLA SAPIENZA.
NELLE CASE SI ENTRA DALLA PORTA E CHI VI ENTRA DA UN’ALTRA
APERTURA E’ CONSIDERATO UN LADRO”.
40) I Profeti
sono ripetutamente ricordati nel Corano e spesso parificati: Cfr.
Corano 2:136:
“DITE!: CREDIAMO…IN
TUTTO QUELLO CHE E’ STATO DATO AI PROFETI DA PARTE DEL LORO
SIGNORE, NON FACCIAMO DIFFERENZA ALCUNA FRA DI LORO E A LUI SIAMO
SOTTOMESSI”.
41)
L’Inviato di Dio (S) disse:
“OGNI PERSONA CHE
ACCETTA DOCILMENTE L’OPPRESSIONE NON E’ DEI NOSTRI, “GENTE
DELLA CASA”.
42)
Perché
si rifiutò di prestare il patto di sottomissione al califfo
usurpatore, notoriamente irreligioso e senza scrupoli.
43) Il Giorno
di °Ashura ricorre il 10 di Muharram, il primo mese dell’anno
lunare.
44)
Non bisogna
dimenticare che la Scia è stata osteggiata fin dalla morte del
Profeta. Gli stessi Imam hanno avvertito i loro discepoli che la
loro causa era difficile e che per sostenerla erano necessari
“dei cuori provati alla fede”. A questo proposito un eminente
Shaykh disse:
“NON DIMENTICATE CHE
ATTORNO AI NOSTRI IMAM NON VI E’ STATO CHE UN PUGNO DI FEDELI E
CHE COSI’ SARA’ FINO ALLA FINE DI QUESTO TEMPO”.
45)
Ritornato
a Medina dopo varie vicissitudini passate in seguito alla morte di
suo padre, l’Imam °Ali Zayn–ul-°Abidin si ritirò
completamente dalla vita pubblica e si dedicò esclusivamente
all’orazione. Fra le opere che ci ha lasciato, quella citata è
una raccolta di 57 invocazioni comprendenti le più alte nozioni
metafisiche tenute in gran conto ancor oggi dai semplici devoti
come dagli eruditi.
46) Il
XII Imam, l’Imam nascosto “Signore di questo tempo” è
considerato il “Sigillo degli Awliya” (coloro su cui vi
è la dilezione di Dio). Egli chiuderà il “Ciclo della
Walayat” come il Profeta Muhammad (S) ha chiuso il “Ciclo
della Nobowwat”. Ricordiamo nuovamente ciò che di lui disse
lo stesso Profeta Muhammad (S):
“AVRA’ IL MIO
STESSO NOME E IL MIO STESSO SOPRANNOME….”
“…COMBATTERA’
PER ICONDURRE AL “SENSO SPIRITUALE” (TAWIL), COM’IO
HO COMBATTUTO PER LA RIVELAZIONE DEL “SENSO LETTERALE” (TANZIL)”.
47) Colui
che quando “riapparirà” non porterà una “Nuova Legge”
bensì svelerà la Realtà essenziale di tutte le Rivelazioni.
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