D'Annunzio è uno scrittore che si è cimentato in diversi generi: lirica, il romanzo, il teatro, le novelle, la prova di memoria e la prova politica. Il suo lavoro letterario è determinato sia dalle necessità economiche di una vita lussuosa, sia dalla capacità di cogliere le tendenze dominanti del gusto; infatti D'Annunzio conquista fin da sempre, il favore del publico. Un'altra capacità importante dell'autore è la prontezza nell'assimilare le novità culturali e letterali degli altri paesi (soprattutto la Francia) e trasportanti in Italia. Ad esempio: il passaggio dal naturalismo al simbolismo, il decadentismo nei vari aspetti.
Il laboratorio tecnico e linguistico dannunziano è molto ricco: lo stile è elevato e nobile, dominato da ritmo e musicalità; il lessico è aulico e arcaico. I suoi testi di riferimento sono molti: testi classici (greci-romani), contemporanei stranieri, testi di critica, articoli di giornale, vocabolari. La sua scrittura molte volte può sembrare eccessiva per il forte autocompiacimento e spesso tratta temi "fastidiosi" come il superuomo che riprende dal filosofo Nietzsche, ma molto spesso rappresenta l'apice musicale in "Alycone" e nelle prose del periodo "notturno".
La partecipazione alla guerra non crea delle rotture nella vita e nello stile del poeta, anzi l'adesione al nazionalismo e la campagna interventista rappresentano il naturale sbocco della sua vita e della sua attività. Anche durante la guerra mantiene il suo carattere: disponibile, generoso, ma anche esibizionista (pronto al suo "gesto eroico"). Anche in campo letterario non vi è una sostanziale differenza. Cambiano ovviamente gli appunti, i temi e maggiore è l'impronta del SUPERUOMO (influenzato da esperienze diverse) nei vari discorsi e messaggi che costituiscono gran parte del suo impegno civile e militare.