Gabriele D'Annunzio nasce a Pescara nel 1863 da una famiglia agiata e borghese che lo ricoprì di attenzioni per la sua precocità intelletuale. Tra il 1874 e il 1881 compie studi liceali a Firenze e pubblica la prima raccolta poetica "Primo Vere". Dal 1881 si trasferisce a Roma e si iscrive alla facoltà di lettere, ma non si laureò mai. Nel 1883 sposa la principessa Maria Hardouin di Gallese, da cui avrà tre figli. La sua esperienza da cronista del giornale "La Tribuna", tra il 1884 e il 1888, gli servirà da esercito stilistico che svilupperà nel primo e fornutato romanzo "IL PIACERE"(1889). Dal 1887 consolida molti rapporti intellettuali con filosofi e letterati. Tra il 1891 e il 1892 vive a Napoli, scopre Nietzsche e Wagner e il letterato Hèrelle gli commissiona la traduzione in francese del romanzo "L'innocente" che lo rende famoso in tutta europa. Ha altre storie amorose e altri due figli. Nel 1897 è eletto deputato per l'estrema destra, ma nel marzo del 1900, passa a sinistra. Dal 1898 al 1910 vive nel lusso in Toscana. Le sue opere di maggiore rilievo risalgono proprio a questo periodo (il romanzo "il fuoco") e (il ciclo di poesie "Le Laudi"). Nel 1912 è in Francia, prima a Parigi dove frequenta numerosi circoli letterari, poi nelle Lande. Nel 1914 torna a Parigi dove si lascia coinvolgere dal clima bellico e dagli entusiasmi francesi. Nel settembre dello stesso anno ottiene dal Comando francese il permesso per visitare i campi di battaglia, ai quali egli si presenta con taccuino in mano per prendere informazioni. Non soddisfatto di questo ruolo, cioè di dare notizie, al "Corriere della Sera", inizia a difendere con impegno la causa dell'intervento dell'Italia a fianco della Francia. Questa sua posizione gli diede dei privilegi, in quanto gli furono concessi dei finanziamenti dalla Francia, per appogiare l'Italia (ma non si sa se è vero).Questo evento generò molte polemiche.L'occasione offertagli dal governo italiano, per passare all'"azione" e tornare in Italia da trionfatore, fu quella del 5 Maggio 1915 a Quarto per inaugurare il monumento ai Mille. Il 3 Maggio parte da Parigi e torna in Italia accolto trionfalmente dagli italiani. Qui pronuncia l'"Orazione per la Sagra dei Mille" e da qui inizia la sua campagna oratoria, da Genova a Roma, ovvero una serie di discorsi a favore dell'entrata in guerra. Quando l'Italia entra in guerra, egli anche se 50enne, si arruola. Si reca a Venezia come tenente di cavalleria e viene assegneto al quartier generale del Duca D'Aosta capo della terza armata. Ma ben presto, insodisfatto del suo impegno, chiede di essere impegnato come SOLDATO, in quanto teme che lo stiano usando solo per propaganda (fama del nome e del prestigio).
Partecipa a molteplici azioni di guerra anche se nel 1916 durante un atteraggio di fortuna, d'Annunzio batte la tempia destra contro la mitragliatrice di prua e perde la vista dell'occhio destro per circa tre mesi, è obbligato a rimanere a letto immobile al buio, per salvare l'altro occhio. In questi mesi il poeta, compone il Notturno <>. L'opera, che sarà pubblicata solo nel 1921, dopo aver subito una vasta rielaborazione, si pone al centro della nuova stagione creativa dannunziana. Il poeta porta all'estremo limite la totale mancanza delle strutture narrative ed espressive: le sensazioni che scaturiscono nella sua mente con rapporti logici che non sono però quelli delle associazioni, esse impongono l'uso di una tecnica espressiva particolare "La Prosa è fatta di frasi brevi e asciutte, perlopiù nominali(sogg. verbo complemento)"
Si impegna poi in molte azioni di guerra rischiose: l'incursione aerea su Pola nell'ottobre del 1917, quella marina nella Baia di Buccari nel febbraio 1918, il volo su Vienna nell'agosto 1918.
Ma soprattutto è clamorosa l'azione promossa subito dopo la fine della guerra, per la riconquista di Fiume e della Dalmazia, assegnate dai trattati di pace alla Iugoslavia: D'annunzio occupa nel 1919 Fiume, alla testa di un gruppo di Arditi, e tiene la reggenza della città sino al Natale 1920, quando il governo italiano interviene per la smobilitazione. Lascia Fiume nel 1921 e si sposta in una villa di Gardone Riviera. Qui resta sino alla morte, nominato nel 1924 dal re, su proposta di Mussolini, principe di Montenevoso.Il D'annunzio di Fiume aveva certo sperato di poter giocare un ruolo attivo nella politica italiana seguente; ma l'avvento al potere del fascismo e di Mussolini non consentì la presenza di comprimari pericolosi. Relegato nello splendito isolamento di Gardone che lo rendeva politicamente innocuo, D'Annunzio vive gli ultimi anni, finchè non verrà stroncato da un'emorragia cerebrale, il 1° marzo 1938.