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Achille
Lauro SUPERSTAR
Una parte..... delle donne
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Le donne occupano una parte importante nella vita di Lauro, impenitente
Don Giovanni, dalla virilità straripante e dal fascino magnetico, ben
espresso da due occhi azzurri profondissimi, in felice sintonia cromatica
tra mare e cielo.
Egli, da buon meridionale, soleva dividerle in due classi ben distinte, da
un lato la madre, le sorelle, la moglie, le figlie e dall'altro tutte le
altre, verso le quali manifestava un rozzo, anche se spesso ben accetto,
gallismo.
Non dedicheremo attenzione particolare alle donne del secondo gruppo,
migliaia, ma considerate poco più che uno "sfizio" di pochi
minuti o di pochi giorni, se non con una sola eccezione, ricordando Maria,
di Vico Equense, fedele appagatrice d'irruenze virili fino all'ultimo,
ricompensate, più da un sorriso di ringraziamento, che dall'assegno che
Manfellotto le elargiva generosamente ogni volta per conto del capo
.La sua bellezza era leggendaria e di essa ci hanno dato in molti
testimonianza. Vive ancora nel paese natale e l'inesorabile trascorrere
degli anni non ha ancora scalfito la sua avvenenza,che trova la più
compiuta espressione in due occhi neri dal fascino devastante.
La nomea di satiro, che libava a Venere tre volte al giorno fino a età
tardissima, ha costituito il segno distintivo del maschilismo di Achille,
una leggenda, suffragata però (anche noi ne abbiamo raccolte numerose) da
tantissime testimonianze.
Tratteremo solo delle donne da lui ritenute importanti.
La madre, Laura Cafiero, la quale proteggeva i suoi figli quando erano
bambini dalla severità del marito ed al cui ricordo il figlio fu
religiosamente legato sino agli ultimi anni della sua vita. Il suo esempio
di donna tutta dedita solo e soltanto alla famiglia, ha costituito per il
nostro eroe un imprinting potentissimo che ha influenzato, come per tutti
i maschi meridionali, i futuri rapporti con le donne.
Le tre sorelle: Antonietta, morta quasi centenaria, Amelia e Laura, per le
quali Achille non aveva esitato a vendere due navi su tre della sua
flotta, pur di approntare la loro dote, condizione a quei tempi
indispensabile per sposarsi.
Le tre signore condividevano con il fratello , oltre ad una straordinaria
somiglianza nei tratti del volto,un carattere allegro ed una spiccata
bontà d'animo.
Antonietta, come ci conferma l'ingegnere Ercole, era la preferita dei
nipoti, ai quali dedicava molto del suo tempo libero, cucinando leccornie
e conducendoli frequentemente a cinema.
Laura era, come tutte le donne meridionali, gelosissima del marito, un
uomo di bell'aspetto, il quale,direttore di banca, non era affatto
insensibile alle belle signore.
Amelia possedeva un carattere fermo e grandi qualità decisionali.
Stabilì, per il futuro dei figli, che la sua famiglia dovesse trasferirsi
a Napoli ed andò ad abitare in via dei Mille, dove vi erano gli uffici
della flotta Lauro e dove risiedeva Achille con i suoi familiari.Dalla sua
tenacia nascerà una significativa realtà imprenditoriale: la flotta
Grimaldi.
La figlia Laura, "Checchella" per gli intimi, era la preferita
di papà rispetto ai due fratelli e spesso doveva intercedere per loro,
maltrattati ad ogni piccola mancanza dal padre-padrone.Sposata con Pippo
Dufour, genovese, nessun rapporto con la famosa fabbrica di caramelle,
Laura è religiosissima e, madre di tre figliole: Simonetta, Donatella ed
Emanuela, cercherà di trasmettere loro l'ansiosa ricerca del divino. A
queste splendide ragazze il nonno fu affezionatissimo più che agli altri
nipoti, tutti maschi.Oggi sono tutte affermate signore della buona
borghesia napoletana, come ad esempio Donatella Dufour Grimaldi, senza
dimenticare il nome Lauro, del quale la signora conserva impresse nel
carattere e nel volto le stimmate.
Tre cognomi di grande prestigio portati con classe e disinvoltura.Ama
essere ricordata come la nipote del Comandante e del famoso nonno si sente
orfana, allo stesso modo di come può percepire la sensazione la focosa
Alessandra Mussolini del mitico Benito.
Di nonno Achille la signora ricorda il sovraumano attaccamento al lavoro
ed il meraviglioso rapporto di simbiosi con la natura, che gli permetteva
di parlare con piante e fiori, con un candore ed un semplicità
prerogativa solo delle persone semplici ed oneste.
Dell'esempio inculcato dalla pia mamma di ricerca verso il mondo
spirituale, Donatella aveva mutuato un grande desiderio di libertà
spirituale, sfociata in un avvicinamento alle tecniche della meditazione
trascendentale, che, una volta apprese e praticate quotidianamente,
lasciavano la sua mente capace di spaziare libera per spazi infiniti.
Superficiali i rapporti con le due nuore:Isabella Marino, moglie dello
sfortunato Gioacchino ed Elena d'Aragona moglie(da trent'anni separata) di
Ercole, che gli hanno sempre portato un grande rispetto, senza però che
si creasse un particolare feeling.
Marina Fanfani, figlia di Amintore, il più puro cavallo di razza che
abbia mai cavalcato le immense praterie della Democrazia cristiana, è
forse l'unica donna che possa fare da cerniera tra il gruppo delle parenti
e la nutrita schiera di tutte le altre...preda della insaziabile fregola
del Comandante.
Lauro in compagnia di Marina Fanfani
Tra i due si instaurò una simpatia ed una fiducia a prima vista, a tal
punto che don Achille non esitò a nominarla responsabile di una delle
più importanti e prestigiose sedi estere della flotta: Londra. Il lavoro
nella City prevedeva delicati rapporti con l'ambiente internazionale dei
noli marittimi ed assicurativi; di conseguenza era previsto uno stipendio
cospicuo, in linea con le difficoltà e la grande responsabilità
dell'incarico.Gli invidiosi e le malelingue misero in giro, viceversa, la
voce che i faraonici compensi alla signora Marina nascondessero il
proposito di ingraziarsi il padre Amintore, una cui decisione in quei
giorni era vitale per i finanziamenti statali nell'acquisto delle due
super petroliere:"Coraggio" e "Volere".
Jolanda Ferrante è stata la sua amante per più di quindici anni e gli ha
dato un figlio: Achille, che Lauro non voleva riconoscere, ma che gli fu
imposto da un verdetto del tribunale. In seguito lo accettò nella sua
grande...famiglia e gli affidò gli uffici della flotta in sud America.
A lungo sono esistite due distinte famiglie per Lauro. Per soddisfarle
entrambe, alla fine della guerra, mentre era agli arresti domiciliari,
usciva di nascosto la sera. Scoperto fu trasferito in carcere prima ed al
campo di concentramento poi, dove, la domenica, quando si potevano
ricevere visite dai congiunti, si alternavano, una volta la moglie con i
figli e l'altra Jolanda con Achille junior.
Lauro, nei suoi frequenti viaggi di lavoro, si accompagnava quasi
costantemente a Jolanda, senza timore di comparire con lei in ricevimenti
o manifestazioni pubbliche.
Angelina soffrì molto per questa situazione, ed in un momento di
depressione tentò anche il suicidio, ricevendo dal marito, accorso al sua
capezzale, una sonora ramanzina, come se la colpevole fosse stata lei .
Angelina, nei primi anni di vita matrimoniale, era consultata dal marito
in ogni decisione importante legata all'azienda ed Achille teneva in gran
conto il suo parere, riconoscendo pubblicamente che metà della sua
fortuna dipendeva dai suggerimenti della moglie. Si scrivevano struggenti
lettere d'amore ed erano inseparabili.
Ella era e rimase una persona semplice, dai gusti sobri, sempre
disponibile, i cui interessi, oltre al culto della famiglia, erano le
iniziative benefiche, dalla Croce Rossa alle Vincenziane.
A parte la beneficenza istituzionale, amava percorrere i vicoli della
città antica, dove tutti la conoscevano.
La sua attenzione precipua era per i sofferenti, per i quali, due volte
l'anno, organizzava il treno per Lourdes. In più assisteva, lavava,
confortava i malati, sorretta da una fede non comune.
Nei gala e nelle canaste di beneficenza, organizzate nella sua villa,
amava indossare quegli orribili cappelli a falda larga, all'epoca tanto di
moda, e avrebbe desiderato avere il marito al suo fianco, ma Achille, dopo
aver salutato qualcuno, scappava via, perché non tollerava la vista di
tante anziane signore, né tanto meno perdere tempo con delle carte
diverse dalle banconote.
Sopportava pazientemente le scappatelle del marito, come una croce da
dover portare in cambio del privilegio di vivere al fianco di un uomo
dalla sprizzante vitalità, ma rimase sconcertata, quando Achille le
confessò candidamente di non desiderarla più sessualmente.
"Ti amo, ti voglio bene, non potrei vivere senza di te, sarai sempre
la padrona assoluta del mio cuore, ma non ti desidero più e non voglio
mortificarti con una bugia".
Angelina capì che non c'era nulla da replicare ed accettò anche le
camere separate, ma il suo cuore si spezzò sanguinante di una ferita che
non si rimarginò più.
Quando il suo Achille le confidò che aveva lasciato Jolanda, tirò un
sospiro di sollievo, ma non sapeva di essere caduta dalla padella nella
brace. Achille aveva lasciato la vecchia fiamma, unicamente, perché si
era innamorato di una donna di cinquant'anni più giovane di lui, con la
quale starà insieme fino alla morte: Eliana Merolla.
Nozze tra Achille Lauro ed Eliana Merolla in arte Kim
Capri
Cupido fu un concorso di bellezza, uno dei tanti che, negli anni
Cinquanta, programmavano a gara i due giornali napoletani.
Il "Roma" ne organizzava di megagalattici ed il
"Mattino", sulla sua scia, aveva promosso, con grande successo,
l'"Ondina sport sud", dedicata alle bellezze estive, quando il
bikini era da molti benpensanti considerato, più che osé, un oltraggio
al pudore.
Non erano queste le uniche attività che il "Mattino"
organizzava a ruota, carpendo l'idea dalla fertile mente del Comandante,
anzi l'esempio più paradigmatico era costituito dalla gigantesca
sottoscrizione "Bontà di Napoli".
Essa per mesi sollecitava le offerte dei lettori, solleticandone la
vanagloria di vedere il proprio nome pubblicato tra i benefattori.
L'iniziativa fu varata allo scopo di approntare, per le feste natalizie,
pacchi doni, in tutto simili a quelli elargiti da Lauro, da distribuire a
pioggia tra i bisognosi della città.
Sono gli anni in cui nasce a Napoli questo sfrenato attivismo benefico,
del quale si fanno paladini grassi signori della nobiltà (decaduta) e
della borghesia (nullafacente), in perfetta sintonia con signore d'annata,
legate il più delle volte unicamente all'aspetto mondano della dazione.
Gli effetti nefasti, in termini di persecuzione ai limiti della rottura,
si riverberano fino ai giorni nostri, caratterizzati da un quotidiano
pullulare di collette, gare di burraco, spettacoli teatrali con attori
dilettanti e sprovveduti, che si susseguono a ritmo vertiginoso, mentre i
benefattori (con soldi altrui) sono diventati legioni, animati da due soli
obiettivi: comparire come "buoni" in società e, ove mai
esistesse, assicurarsi una felice collocazione in Paradiso, ignorando
sfacciatamente il dettato evangelico, che ammonisce rigorosamente:
"Non sappia la mano sinistra ciò che fa la mano destra".
Il concorso "La stella di Napoli" aveva un premio speciale molto
appetibile: un provino cinematografico per diventare attrice protagonista
del primo film prodotto da Lauro, dal titolo: "La città del
sole".
Scopo della pellicola, per la quale si era raggiunto un accordo con
Eduardo De Filippo per affidargli la regia, era quello di mostrare la
Napoli nuova, sorta con la ricostruzione, con strade ampie e palazzi nuovi
e diffonderne l'immagine per l'Italia.
La folla di ragazze che si accalcava per partecipare alla gara era di
conseguenza più nutrita del solito e, tra questi teneri boccioli, vi era
Eliana, la più profumata,che si presentava, dopo un ennesimo bisticcio
col gelosissimo fidanzato, con la segreta speranza di poter sfuggire ad un
matrimonio, che si prevedeva asfissiante e ad un futuro che si
preannunciava monotono.
Lauro con la moglie Eliana e la piccola Tania
La prima selezione scelse, su oltre cento partecipanti, dieci ragazze, che
durante la festa di Piedigrotta sfilarono, indossando un succinto costume
da bagno, su di un carro speciale dedicato alle stelle di Napoli.
Eliana, con i suoi attributi fuori del comune, dagli occhi verde smeraldo
ai capelli biondo tiziano, per tacere del resto, attirò gli sguardi
vogliosi del pubblico e non si contarono i complimenti a gran voce di ogni
genere da parte dei più audaci.
Alla successiva finalissima le ragazze furono sottoposte al voto di una
giuria composta da personalità della politica, dello sport e del
giornalismo. Anche Lauro faceva parte dei votanti e si pronunciò con un
dieci e lode per Eliana, ma, distratto da altri impegni, si allontanò
senza attendere l'esito delle selezioni.
Sicuro della sua vittoria, il giorno dopo si rammaricò che la sua
prescelta fosse arrivata solo seconda, perciò decise di farle arrivare un
suo messaggio e d'invitarla per un incontro nel suo studio, nel quale si
sarebbe dichiarato disponibile a far sottoporre anche lei ad un provino
per il film da girare. Dall'incontro probabilmente immaginava che sarebbe
potuto scaturire anche dell'altro, ma la ragazza spense ogni suo bollore,
allorché si presentò piangendo. Raccontò la sua triste storia, dai
lutti familiari al fidanzato geloso e rompiscatole. Lauro commosso promise
di aiutarla.
Nei giorni successivi le sue telefonate s'intensificarono, insospettendo
il padre e la madre di Eliana, i quali decisero che avrebbero affrontato
Lauro, pregandolo di lasciar perdere la loro figlia.
I genitori lo convocarono a casa loro e, pur accogliendolo con tutti gli
onori come il re di Napoli, cercarono di convincerlo, ma lo scontro fu
impari. L'autorità del Comandante tolse loro le parole di bocca ed essi
capitolarono, senza condizioni, davanti all'offerta di un contratto di
attrice con un cachet superiore a quello percepito dalla stessa Sophia
Loren: 25 milioni, una cifra che nessuno avrebbe potuto rifiutare.
Il film,per la regia di Claudio Gora, nonostante la partecipazione di
attori famosi, da Paolo Stoppa ad Amedeo Nazzari, non ebbe particolare
successo. La Merolla, con lo pseudonimo di Kim Capri, ebbe però modo di
mostrare le sue ragguardevoli ed esplosive grazie, ma poi preferì entrare
nel ruolo più gratificante di amante di Lauro.
A dire la verità, almeno all'inizio, un'amante un po' sui generis;
infatti, come con Angelina aveva instaurato un rapporto di fratello e
sorella, così con Eliana ne aveva creato uno, ancora più ambiguo, di
padre e figlia.
Si vedevano soltanto la sera per la cena, nell'appartamento di via Crispi
vicino a villa Lauro. Si parlava del più e del meno e si accennava anche
alle "sedute", non proprio d'affari, che Lauro aveva avuto nel
pomeriggio.
Durante le vacanze i due colombi prediligevano le località della costa
azzurra, lambite con il "Karama", il superbo veliero, dotato di
un equipaggio di ben 11 marinai.
Achille copriva la sua amata di regali costosissimi, captando e
soddisfacendo al volo qualsiasi suo desiderio.
Ci furono, come in tutti gli amori, anche momenti difficili, quando
all'orizzonte comparvero uomini più giovani del Comandante, come un
inglese, affascinante e tenebroso, per il quale vi fu una sbandata. Egli
voleva sposare Eliana; lei però alla fine, dopo mille ripensamenti,
scelse di rimanere al fianco del suo Achille.
Questa decisione fece ricredere i figli di Lauro, i quali cominciarono ad
intuire che quella ragazza, così bella e così giovane, era sinceramente
affezionata, se non innamorata, al loro genitore.
Eliana pretese però di essere sposata (tutte le donne sono uguali).
Lauro era oramai da anni vedovo e lo stesso si ostinava ad abitare da solo
nella villa, recandosi in visita dalla sua compagna solo la sera, alla
fine di una giornata di lavoro spesso massacrante, per la cena e quattro
chiacchiere.
Più volte si erano preparate le carte per il matrimonio, ma esse erano
scadute, senza che nulla avvenisse.
Eliana, sentendosi presa in giro, minacciò allora di scappare via per
sempre ed Achille la riacciuffò soltanto sul filo di lana, mentre si
accingeva a raggiungere l'aeroporto.
Furono preparate di nuovo le pubblicazioni, ma i giorni passavano e la
fanciulla era oramai rassegnata.
Una sera, mentre cenavano tranquillamente, mancavano pochi minuti alle 22,
Achille all'improvviso disse: "Preparati voglio andare a teatro"
e poiché la compagna perdeva tempo a prepararsi, disse bruscamente:
"Non è necessario vestirsi eleganti".
Ma lei intuì che sarebbe successo qualcosa di strano, per cui non volle
rinunciare ad un completino in crepe di lana ed alla pelliccia con il
collo di zibellino e, perché no, anche ad un pizzo antico di Bruxelles,
uno splendido merletto che era appartenuto ad una sua ava.
Scesi in garage, dove era in attesa la Mercedes con l'autista, prendono
posto in una piccola utilitaria e raggiungono la stradina, ove è situata
la parrocchia di San Benedetto all'Arco Mirelli.
La porta della chiesa è socchiusa, ma all'interno vi è un tripudio di
rose pallide e di lillà bianchi. Sull'uscio viene offerto un minuscolo
bouquet di fiori alla frastornata Eliana, che trova il braccio del
fratello e raggiunge emozionantissima l'altare. Don Ciro, credendola
sprovvista, si offre di prestarle un velo dalla sagrestia, ma Eliana non
rinuncia al suo, con il quale si erano già sposate la mamma e la nonna.
Momenti di divertito imbarazzo, quando Lauro offre il suo dito al parroco,
che sorridendo invita gli sposi a scambiarsi gli anelli.
Sono le 23,30, pochi minuti e sarebbero scadute le pubblicazioni per
l'ennesima volta.
Pochissimi i parenti e gli amici presenti alla cerimonia, molti e sfarzosi
saranno i regali nei giorni successivi, testimoni due fedelissimi: Gaetano
Fiorentino ed Andrea Torino.
All'uscita si assembra una piccola folla di curiosi, medici ed infermieri
di turno nel vicino ospedale Loreto e qualche perditempo notturno, che a
Napoli non manca mai. Un applauso ed in coro un grido augurale: "Viva
gli sposi" e di rincalzo: "Vita lunga a don Achille".
Con questo matrimonio si mette la parola fine ai pettegolezzi ed alle voci
di nozze segrete celebrate all'estero.
La prima presentazione ufficiale della sposa al Meeting internazionale
degli armatori svoltosi a Sorrento, dove Eliana, nella sua sfolgorante
bellezza, oscura le compagne dei più potenti imprenditori del globo.
Dopo pochi giorno al Festival del cinema nuova splendida apparizione, al
fianco dei più prestigiosi nomi dello spettacolo.
Divenuta moglie, la famiglia di Lauro cominciò a frequentarla e,
conoscendola meglio, seppe apprezzare il suo attaccamento ad Achille, il
suo carattere semplice ed allegro e la sua riservatezza.
Ercole, che assieme alla sorella Laura si era opposto strenuamente al
matrimonio, paventandone le dannose conseguenze economiche sull'eredità,
fu felice di ricredersi, a tal punto da intrattenere ancora oggi cordiali
rapporti di amicizia con Eliana, da anni trasferitasi a Roma.
Appena celebrato il matrimonio, la novella sposa, assistita dal suo legale
di fiducia, l'avvocato Gallo, si recò dal notaio Monticelli e dichiarò
di voler separare i suoi beni da quelli del marito, uno degli armatori
più ricchi del mondo, tra i primi contribuenti in Italia, con un volume
di tasse superiore a quello versato ogni anno dall'avvocato Agnelli, il
padrone della Fiat.
Il motivo di questa scelta, a lungo rimasta segreta, era semplice per
quanto sconcertante: la signora era rimasta affascinata dal potere del suo
compagno e non dalla sua ricchezza.
Che questa ragazza volesse bene veramente ad Achille lo aveva intuito la
stessa Angelina, la quale, mentre odiò sempre Jolanda, ritenuta una
pericolosa rivale, per questa fanciulla che sacrificava la sua giovinezza
al fianco di un uomo tanto più anziano, ebbe addirittura parole di
ringraziamento: "Se rende felice il mio Achille, sono felice anche
io".
Una volta sposati, vi fu il naturale desiderio di un figlio. Lauro, vicino
ai 90 anni, non potendo provvedere personalmente e preoccupato di lasciar
sola la sua sposa, si attivò per adottare una bambina. La scelta cadde su
una piccola tailandese: Tania, dal visino paffuto e dagli occhi di una
bellezza devastante.
Questa bambina è stata l'ultimo, ma forse il più intenso, amore di
Lauro, quando negli ultimi anni egli, chiuso nei meandri dei suoi
pensieri, non voleva vedere più nessuno ed amava ritirarsi con la sua
piccina per giocare e per scambiarsi coccole.
La copriva di giocattoli, però pretendeva che a Natale lei, che poteva
avere tanto, li regalasse tutti ai ragazzi poveri. E Tania si rammarica
oggi di non aver nessuna traccia della sua infanzia, anche se rammenta con
struggente malinconia un meraviglioso trattore elettrico, che tanto le
piaceva.
Sono tanti i teneri ricordi: "Dalle caramelle alla frutta, di cui ero
ghiotta, che papà mi portava, svegliandomi ogni mattina, mentre a mamma
serviva a letto il caffè ( e non è vero, come è stato scritto, che le
accettavo per poi nasconderle sotto il cuscino) fino alle giravolte in
cielo che mio padre, nonostante l'età, mi faceva fare la domenica."
Tania è oggi una splendida ragazza di 27 anni, ammirata e corteggiata dai
coetanei. Divide con la madre un appartamento a Roma e vive del suo onesto
lavoro: gestisce in franchising con grande entusiasmo un negozio "Calzedonia",
che le fornisce molte gratificazioni.
Tania Merolla
Ha ricordi lucidissimi dei pochi anni vissuti con il padre, al quale è
stata sempre legatissima.
"Era bello abitare nella villa di Massa Lubrense, dove sono vissuta
fino all'età della scuola, quando mi sono dovuta trasferire a Napoli, per
frequentare il Santa Dorotea".
Ancora oggi Tania ha un sogno ricorrente che ha voluto confidarci:
"Papà era solito addormentarsi il pomeriggio sulla poltrona, con gli
occhi socchiusi verso l'alto e pareva che volesse saltare in cielo. Ed un
brutto giorno, che non lo vidi più, mi dissero che proprio lì si era
recato.
Ancora oggi nelle notti stellate spingo lo sguardo alla sua ricerca e
tanto lo cerco, fino a quando non lo trovo in qualche angolo del cielo,
mentre mi guarda benevolo e mi sorride, lui che era tanto buono.
Solo allora sono felice e mi balena alla mente un verso studiato a scuola,
che mi ha sempre emozionata: L'amor che move il sole e l'altre
stelle."
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