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Achille Lauro SUPERSTAR

 

Prefazione e Intervista impossibile

 

PREFAZIONE

 Perché un libro su Achille Lauro? Perché non esiste personaggio, oggi -a vent'anni dalla sua morte- più attuale del Comandante, vero precursore di Berlusconi ed in parte, senza colpa, anche del ruspante Bossi.
Un grande imprenditore che scende nell'agone politico, creando un suo partito personale di stampo populista, ad immagine e somiglianza del fondatore, presidente di una squadra di calcio con assi comprati a fior di milioni, proprietario di una testata giornalistica prestigiosa e creatore della prima emittente televisiva privata italiana.
Se sostituiamo al Partito monarchico Forza Italia, al Napoli il Milan, al "Roma" e a "Canale 21" le reti Mediaset, abbiamo fotocopiato il ritratto del Cavaliere.
Pur con le dovute differenze geo-antropologiche, da un lato una capacità greco-partenopea di cogliere gli umori della gente, dall'altra il settentrionale americanizzato che non si muove se non dopo quotidiani sondaggi d'opinione, due gemelli, due cloni della stessa schiatta, due politici di prim'ordine in grado di trasformare il populismo in virtù, non solo peronismo e demagogia, ma volontà di dare voce alla sacrosanta richiesta della gente, che vuole instaurare un più contiguo rapporto con il potere, senza i lacci dei partiti.
Entrambi, prima d'impegnarsi direttamente vivono all'ombra della politica: Lauro nei meandri dei palazzi del potere fascista e delle corporazioni, sotto l'ombra benevola di Ciano; Berlusconi nelle dorate stanze del socialismo craxiano.
Oggi Lauro è sconosciuto ai giovani che al massimo ne hanno sentito parlare come del sindaco di "Mani sulla città", della stagione del sacco edilizio e della cementificazione selvaggia.
Si discuterà anche di questi aspetti, con il conforto di nuovi ed inediti dati, ma come si può tardare ancora a "sdoganare", se non altro a livello mediatico, un personaggio definito oggi, anche da autorevoli studiosi fino a ieri silenziosi: "Un uomo di grande capacità, un politico dal forte carisma e dalla straordinaria forza decisionale".
Due soltanto sono i libri che raccontano la storia di Lauro, da tempo esauriti e praticamente introvabili, ma nel frattempo nuovi elementi conoscitivi impongono una impostazione diversa della vicenda, politica ed imprenditoriale, almeno per gli anni più recenti.
Gli episodi legati al crack della flotta, con i conseguenti processi da poco conclusisi, hanno fornito nuova e attualissima materia, anche per la caratura dei personaggi coinvolti, tutti di primo piano (armatori, imprenditori, politici, faccendieri) che possono oggi agire liberamente, come se niente fosse successo, grazie al complice silenzio dei mass-media, che hanno calato un velo pietoso di silenzio sugli avvenimenti. Questi tristi figuri e le loro losche gesta vengono per la prima volta trattati puntigliosamente, con tanto di nome e cognome, in un capitolo di questo libro.
Per il periodo del sacco edilizio abbiamo inoltre cercato di avviare una rivisitazione storica più precisa, sulla base di nuovi dati documentari, proponendo di ribaltare il periodo "nero", dagli anni del laurismo agli oltre trenta mesi della "reggenza" del commissario prefettizio Correra, il quale, braccio esecutivo del governo centrale democristiano, fu il vero demiurgo della devastazione edilizia abbattutasi sulla città.
Le fonti, oltre alla consultazione dei non molti libri (una ventina) sull'argomento, sono state i giornali e le riviste dell'epoca, che hanno richiesto un estenuante e certosino lavoro in emeroteca. Inoltre, si è attinto alle testimonianze dirette di coloro che vissero a fianco del Comandante quel lungo periodo della nostra storia (familiari, politici, giornalisti, ma anche gente comune).
Ciò ha consentito di raccogliere molte notizie interessanti e tanti nuovi aneddoti, una vera e propria miniera per un personaggio così colorito e vivace, un "unicum" nel panorama della politica e dell'armatoria italiana.
Non vi è stata l'intenzione di pubblicare un libro da destra, ma credo di aver realizzato una ricerca onesta su un personaggio, che non può essere dimenticato e deve anzi essere riproposto in una nuova luce all'attenzione delle nuove generazioni, non solo napoletane.
Qualcuno noterà un taglio forse troppo giornalistico del testo, dovuto anche alla circostanza che alcuni capitoli sono nati come articoli per quotidiani e mensili.
C'è forse nelle pagine del libro un troppo insistito richiamo alla "esuberanza fisica " del nostro don Achille, alla quale è dedicato un apposito capitolo, ma per un personaggio del quale si racconta, ed abbiamo avuto più di una conferma, che prossimo agli ottanta anni libasse ancora a Venere tre volte al giorno, forse è stato anche poco.
Le storie, è un mio parere, per essere lette con passione devono essere condite con tre "S": Sangue, Sesso, Soldi.
Del sangue, verso il quale nutro peraltro un' invincibile idiosincrasia, forse per la mia passata professione di medico, ho fatto volentieri a meno; ma dagli altri due ingredienti, così ben omogenei alla vicenda descritta, ho attinto generosamente a piene mani.

Napoli  7 febbraio 2003

  Achille della Ragione                     


    Achille della Ragione

 

Achille Lauro    


Intervista impossibile al Comandante

Don Achille, il suo desiderio si è avverato, contravvenendo al nostro crudele destino di mortali, Lei è riuscito a non morire, ad addormentarsi placidamente ed in sonno a raggiungere il cielo e divenire una stella, un astro da cui guardare benevolo la Sua città per l'eternità. Un sogno che era condiviso anche da tanti napoletani che l'amavano e che imploravano ad ogni occasione: "Voi non dovete morire mai!".

Come spiega che i napoletani sembra si siano dimenticati di Lei, non una piazza, non una strada, neanche uno straccio di vicoletto Le è stato dedicato; come se Lei non fosse mai esistito e non avesse fatto niente per la Sua città?
La colpa non è dei napoletani, bensì di chi oggi li governa e non solo al Comune, ma nelle redazioni dei giornali e delle televisioni ed in tutti i centri di potere in cui si sono accampati.

Oggi comanda Berlusconi, lo ritiene un Suo erede o quanto meno uno dei Suoi tanti figli naturali?
Berlusconi non ha fatto che copiarmi: televisioni, giornali, una squadra di calcio e tanta, tanta pubblicità. A momenti credo addirittura che l'allievo abbia superato il maestro.

Ai Suoi tempi si considerava un emulo di Peron?
Non so nemmeno chi sia questo Peron!

E cosa pensa di Bossi?
Non posso risponderle, sulla stella dove abito sono vietate le cattive parole, senza le quali è impossibile descrivere il personaggio.

Il Napoli rischia di retrocedere in serie C, segue ancora le vicende della Sua squadra?
Non me ne parli, è una spina nel cuore. L'incapacità dei dirigenti, la strafottenza dei giocatori, dei veri brocchi, e la difficile situazione economica generale, hanno creato una miscela esplosiva, che può scoppiare da un momento all'altro. E' un vero e proprio tradimento verso i tifosi, che sono così numerosi e rappresentano la parte più verace e pulita della città.

Ed il "Roma"che con Lei era uno dei giornali più autorevoli e letti non solo a Napoli; ha visto che fine ha fatto?
Parte della colpa è anche mia, che alla fine mollai un po' il giornale, purtroppo i tradimenti e le delusioni erano stati tanti, chiunque si sarebbe scoraggiato.

Qual' è stato il segreto del Suo successo come imprenditore? 
Molto semplice: dedicare alla propria attività le migliori energie e tutto l'entusiasmo, lavorare sodo dal mattino alla sera e rendere partecipi i propri dipendenti degli utili dell'azienda. Solo così il lavoratore s'impegna con dedizione.

E il successo come politico?
Ancora più semplice: credere fermamente in un'idea e lavorare con onestà per il benessere della nostra amata Napoli.

L'hanno accusata del "sacco della città". Si considera colpevole?
Non sono del tutto innocente, perché mi sono circondato di costruttori senza scrupoli, ma la vera speculazione è avvenuta durante i lunghi periodi di reggenza da parte dei commissari prefettizi, che il governo centrale c'inviava continuamente per punire la città che votava Lauro.
Aspetto ancora che qualche scrittore o giornalista, onesto e di buona volontà, voglia indagare su questo periodo storico e raccogliere le sue conclusioni in un libro, che dovrebbe essere letto da tutti i napoletani i quali non mi conoscono o hanno un'idea sbagliata su di me.

E se questo libro fosse stato già scritto e stesse per uscire?
Farei di tutto per propagandarlo. Sarei disposto addirittura a scendere da quassù per accompagnare l'autore al Maurizio Costanzo show, pur di garantirgli il successo.

Ha seguito la gestione del fallimento della Sua flotta?
Uno scandalo che grida vendetta, oramai solo davanti a Dio, perché purtroppo davanti alla giustizia degli uomini è finita a tarallucci e vino.

Cosa farebbe per Napoli?
Vorrei avere una bacchetta magica, per convincere tutti i politici, anche quelli delle opposizioni, a non pensare più alle beghe di partito, ma a dedicarsi anima e corpo alla loro martoriata città.

L'avvenire di Napoli si gioca sul turismo, sul terziario, sull'artigianato.
Spero che ai napoletani venga la voglia di lavorare sul serio e finisca la corsa al posto sicuro, che oggi non esiste più.

Un ultimo pensiero, un messaggio da affidarmi?
Un auspicio: spero con tutto il cuore che Napoli possa ritornare al suo ruolo di antica capitale, ma le confesso che una cosa mi manca veramente molto, ora che sono privo di un corpo: sono le donne, che ho tanto amato per tutta la vita. Un pensiero ad Angelina, un abbraccio a Tania ed un bacio appassionato alla mia Eliana.

Achille della Ragione                

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