La fusione in Bronzo

 

I due metodi principali di fusione in bronzo , indiretto e diretto risalgono all' antichità. Già nel 2000 a.c. i Sumeri fondevano getti in bronzo servendosi della tecnica a cera persa, contemporaneamente nel nord dell' Europa i popoli Celti raffinavano la loro tecnica di lavorazione del metallo . L' evoluzione continuò nel Medio Oriente e in Cina dove la tecnica della fusione cominciò ad essere adottata intorno al 1500 a.c.
Il metodo diretto prevedeva la modellatura di un' opera in cera massiccia a cui veniva applicato poi del materiale refrattario (resistente alle alte temperature). Successivamente la cera veniva fusa e nel vuoto lasciato veniva colato il bronzo fuso. Allo stesso modo si poteva ricavare un' anima interna per alleggerire lo spessore finale della scultura. Usando questo metodo l' originale andava perduto.


modello in cera pronto per essere rivestito di materiale refrattario, con getti per la colata del metallo e canali di sfiato per l' aria e i gas

In Egitto verso la fine dell 3^ dinastia si diffuse la produzione di bronzi dalla fattura straordinaria e nella antica Grecia la tecnica si affinò ulteriormente arrivando nella statuaria a risultati tecnici e stilistici impareggiabili
Il secondo metodo detto: metodo indiretto venne introdotto sempre dai greci, consisteva nel predisporre una forma a tasselli dell' originale per fondere un getto in cera, la forma poteva essere utilizzata quindi per produrre più modelli in cera, se necessario, e realizzare quindi più copie dello stesso modello.

la colata del metallo nella buca dove si é interato il modello


Nel 700 infine si sviluppò un' altra tecnica di fusione: la formatura in terra. Questa tecnica consiste nel comprimere della sabbia fine (leggermente inumidita con acqua o un legante oleoso) contro una scultura in una serie di staffe in ferro o ghisa. Le staffe vengono poi separate e il modello originale staccato per lasciare un' impronta perfetta. I canali di getto del bronzo e gli sfiatatoi per fare uscire l' aria, vengono incisi nella sabbia, le scatole vengono poi ricomposte e il metallo fuso viene colato all' interno,
La scultura una volta fusa in bronzo nei metodi descritti, metodi che ancora oggi vengono largamente utilizzati, richiede ulteriori e accurati passaggi per ottenere il risultato finale desiderato. Iin questo caso sono il tempo , la pazienza e l' esperienza degli operatori a decretare l' armonia e la omogeneità delle superfici bronzee. Questi processi vengono detti di sbavatura, cesellatura, patinatura.
Si tratta in sostanza di eliminare le scorie e le bave che inevitabilmente si formano durante la fusione, ed eliminare i segni lasciati sulla superficie dai getti di fusione e dagli sfiatatoi. Questo é un lavoro molto duro, perché le varie parti che compongono l' oggetto finale devono essere molati, limati, saldati, cesellati a bulino, politi, lucidati e patinati , ma alla fine si é ripagati dal risultato finale che per forza di cose deve resistere al tempo
L' arte della scultura in fusione di in bronzo non ha certo bisogno di presentazioni, nel corso dei millenni le civiltà più straordinarie hanno incaricato i loro più stimati artisti, di tramandare ai posteri il loro contributo alla storia dell' umanità attraverso le loro opere immortali.
Basti pensare all' antica Grecia con i suoi 500 scultori che hanno prodotto innumerevoli capolavori la cui bellezza e qualità tecnica risultano ancora oggi difficilmente imitabili, all' antico Egitto, agli scultori di Roma, via via fino ai grandi maestri rinascimentali a Donatello e al Cellini o ai più recenti Rodin, Moor,Manzù, Marini

. Henry Moore "re e regina"

Giacomo Manzù "ritratto inge"


Speriamo solo che in futuro, la nostra società non lasci ai posteri solo tonnellate di rifiuti!