Sulla vergogna cosmica del redshift

Il cosmo si vergogna di noi che fingiamo di non capire

 

La visione ironica di come stanno le cose sorge in me non appena mi accorgo di osservarle non solo coi miei occhi ma anche con occhi di altri, semiaperti o quasi del tutto chiusi, cioè confrontandole con altrui visioni o rappresentazioni, o interpretazioni... o pregiudizi. Così, nello scontro tra i miei pregiudizi e quelli altrui sorge spesso l'ironia, che se non si manifesta subito nel quotidiano affiora poi come contenuto di sogni notturni. E avviene che al risveglio mattutino il contenuto di quei sogni prenda l'aspetto di una idea pulsante come un battito cardiaco ispirante giustizia. La vergogna cosmica è appunto una di queste idee-nemesi, una specie di vendetta degli dei, propedeutica alla rivoluzione delle cose. In altre parole niente è come appare a un solo punto di vista. Dunque bisognerebbe collocarsi in più punti di vista per cogliere il vero. Se invece ci si ferma al detto "niente è come appare" e perciò si termina la ricerca, ci si comporta come la scienza odierna. E questo sub-umanesimo diventa ridicolo... almeno ai miei occhi. 

 

Sul vivente organismo in continua evoluzione, detto Terra, vivono miliardi di persone. Allo stesso modo miliardi di batteri e di virus abitano il corpo umano. Probabilmente i batteri, nonostante la loro straordinaria forma di vita, avrebbero difficoltà ad afferrare i propositi degli uomini, entro cui vivono. Analogamente gli uomini sembrano avere grandi difficoltà a riconoscere l'intelligenza in organismi molto più grandi di loro. Per esempio nel mondo scientifico inglese le scoperte di James Lovelock sui costituenti l'atmosfera e sugli strumenti che sviluppò per misurarli non ebbero successo, nonostante abbiano consentito la crescita e lo sviluppo del movimento ecologico, così che infine abbandonò la sua cattedra per trasferirsi in un paese dove i suoi figli avrebbero potuto crescere "vedendo la Via Lattea". Raccontando questi avvenimenti circa la scienza inglese affermò: "Renditi conto che quelli non sono scienziati..." (Halton Arp, "Seeing red", Jaka Book, Milano 2009, pp. 335).

Questa è - di fatto - la situazione odierna della scienza, la quale non prende neanche in considerazione l'ipotesi di un cosmo concepito come organismo vivente in continua evoluzione.

L'ipotesi è invece pertinente ai risultati di osservazione astronomica riportati in "Seeing Red" (op. cit.) in cui per la prima volta sono fornite PROVE EMPIRICHE EVIDENTI dell'evoluzione di diverse forme organizzate di oggetti extragalattici, nonché della nascita e della crescita in essi di oggetti più giovani, ed ancora più significative «sono le prime prove di come la materia cosmica si materializzi da uno stato "diffuso"» (ibid.).

La scienza ha in abominio tutto ciò per una ragione molto semplice: se, grazie ad Halton Arp ed a coloro che si occupano di quei risultati di osservazione, è costretta ad ammettere l'esistenza di molti redshift esprimenti NON lo spazio ma il tempo, detti "redshift anomali" (1), tutto l'"impianto" crolla, e si scopre che lo "spaziotempo" è una buffonata, una cosmica buffonata.

Dunque la scienza si comporta oggi come un cane che si morde la coda, cioè corre dietro a se stessa per negare, infine, realtà a se stessa. In base ad alcuni importanti concetti già dedotti per via logica in tempi remoti, l'immagine che ne trae Arp è invece quella dell'Uroboros, l'antico simbolo dell'universo a forma di serpente che si mangia la coda. Personalmente preferisco usare l'immagine del cane, perché l'Uroboros mi sembra più dignitoso. Io immagino, anzi, l'attuale atteggiamento scientifico come un redshift della vergogna cosmica, dato che oggi è la scienza a predicare il creazionismo, quando una delle sue crociate fu sempre CONTRO il creazionismo sostenuto da molte religioni. La scienza era infatti quell'apparato di pensiero che periodicamente insorgeva, come un bisogno missionario di salvare l'opinione pubblica dalle sciocchezze, secondo cui gli uomini furono creati non più di ottomila anni fa... Oggi l'attivismo sedicente scientifico cerca di diffondere le prove di un'evoluzione durata milioni di anni alla luce dei documenti fossili e della teoria di Darwin, nascondendo però le prove scientifiche dell'evoluzione contro la superstizione primitiva del creazionismo! Dovrebbe quindi arrossire dalla vergogna. E di fatto oggi si può dire che è il cosmo stesso a vergognarsi per il fatto di essere abitato da scienziati così cani da mordersi la coda! Oggi la loro scienza è infatti la forma più sfacciata possibile di creazionismo.

Il web è ricolmo di questi cani mangiatori di code! Basterebbe osservare solo i video in cui rivendicano che non solo gli umani ma l'intero universo sia stato creato istantaneamente dal nulla. «A parte i tempi scala, questo principio è spinto oltre ogni limite nel caso del Big Bang. Ma i creazionisti non sono sono dei sempliciotti: ho letto infatti in una rivista scientifica che gli scienziati non dovrebbero cercare di discutere con loro perché sono bravi nel confondere il pubblico!» (ibid. pp. 336-337).

Così dunque stanno le cose. Ma c'è di più. Lo scienziato che davanti al cielo stellato dica: "Vedete, quelle stelle secondo la relatività non esistono" non solo è paragonabile a un credente nella statua di gesso della Madonna piangente, ma è molto più scemo. Non avendo potuto eliminare il pensare né con droghe né con altri espedienti è costretto a fare lo scemo finché non riconoscerà la realtà delle dinamiche del pensare, del sentire e del volere, in rapporto all'io, che oggi la sedicente scienza crede sovrastruttura priva di realtà. Si provi per esempio a rispondere al seguente quesito ancora molto in ombra: come mai quando mi vergogno arrossisco, mentre quando mi spavento impallidisco? Qual è il senso fisiologico del colore rosso nel fenomeno della vergogna? Chi prova a cercare (anche nel web) una risposta si accorge che ben pochi riescono a convincerlo scientificamente. Ovviamente, la risposta di chi dicesse che scientificamente i colori non esistono, non avrebbe alcun valore, essendo questa una reale scemenza, simile a quella di chi guardando dal suo punto di vista la luna dicesse che la luna è una circonferenza piatta, o ha forma di falce, e non anche una sfera celeste. Ecco perché lo "scemo" era l'antica parola con cui si indicava la parte non visibile della luna.

Oggi la scienza non disconosce solo il redshift di Halton Arp, ma anche molti altri risultati di osservazioni scientifiche. Ne cito alcuni riguardanti la fisiologia: Manteuffel-Szoege L., Gonta J., "Réflexions sur la nature des fonctions mécaniques du coeur", Minerva Cardioangiologica Europea, VI, 261-267, 1958; Manteuffel-Szoege L., Turski C., Grundman J., "Remarks on Energy Sources of Blood Circulation", Bull. Société Inter. Chirur., XIX, 371-374, 1960; Manteuffel-Szoege L., "Energy Sources of Blood Circulation and the Mechanical Action of Heart", Thorax, XV, 47, 1960; Manteuffel-Szoege L., "New Observations concerning the Haemodynamics of Deep Hypothermia", Journ. Cardiovas. Surg., III, 316, 1962; Manteuffel-Szoege L., "Haemodynamic Disturbances in Normo - and Hypothermia with Excluded Heart and during Acute Heart Muscle Failure", Journ. Cardiovas. Surg., IV, 551, 1963; Manteuffel-Szoege L., "On Stopping and Restarting of Circulation in Deep Hypothermia", Journ. Cardiovas. Surg., V, 76,1964; Manteuffel-Szoege L., Michalowski J., Grundman J., Pacocha W., "On the Possibilities of Blood Circulation Continuing after Stopping the Heart", Journ. Cardiovas. Surg., VII, 201,1966.

Nei risultati di osservazione citati è mostrato che in sostanza i sentimenti di paura e di vergogna sono la prova che è il sangue a far battere il cuore, e non il cuore a pompare sangue: se io mi spavento divento pallido perché il sangue dalla periferia va a proteggermi nel mio centro di equilibrio. Perciò divento pallido. Se invece mi vergogno, dal centro di me stesso vorrei fuggire via, oltre me stesso, fuori, nel cosmo. Qui il sangue è testimone della mia volontà centrifuga e mi fa arrossire.

Ecco anche il motivo per cui dico che la vergogna del redshift riguarda non solo il macrocosmo ma anche il nostro piccolo cosmo umano, dato che non sappiamo nemmeno spiegare il perché si diventa rossi dalla vergogna!

La scienza odierna è incapace di spiegare il rossore della vergogna e il pallore dello spavento, proprio perché esclude da sé l'io umano ritenendolo qualcosa di non reale solo perché non riesce a percepirlo coi sensi ordinari.

Eppure quando in auto, di fronte a un pericolo, devo frenare bruscamente, avverto la paura nella zona toracica a partire dal basso ventre fino al cuore, e questo avviene perché il sangue si comporta come il veicolo del mio io, che subconsciamente vuole difendere il mio principale organo del ritmo vitale: il cuore. Quando mi vergogno (ovviamente se ho ancora un'eco di pudore in me) vorrei invece scomparire in quell’attimo dal mondo, perciò il mio sangue diventa centrifugo ed affiora al viso come rossore.

La scienza si morde la coda anche qui: non può confermare la realtà del sangue veicolo dell’io proprio perché nega l'io come ente reale.

Si mode la coda perché dimentica di evolversi. Oppure vorrebbe evolversi ma non può farlo. Quindi finge di sapere tutto. Per esempio, crede ai "nervi motori" pur non riuscendo a dimostrarne la realtà. Di fatto NON esistono "nervi motori". I cosiddetti nervi "motori" servono NON alla trasmissione, ma solo alla percezione dell'atto volitivo. Sono nervi sensori come tutti gli altri. Se la mia mano dà un pugno sul tavolo, il responsabile sono io non un mio nervo o il mio cervello. Se il mio dito preme il grilletto sono io a sparare non una mia sinapsi.

Le funzioni nervose, le funzioni respiratorie-circolatorie, e le funzioni metaboliche, per quanto strettamente articolate, sono INDIPENDENTI.

Solo nella misura in cui si comprenderà la realtà di questi tre sistemi autonomi dell'organismo umano, ci si avvicinerà alla veggenza della luce del cosmo, articolata all'oggetto che essa illumina ed alla propria fonte macro e microcosmica. Solo comprendendo in tal modo l'uomo sarà possibile il "sabato per l'uomo".

Allora potrà davvero attuarsi una società organica PER l’uomo... a "misura" d'uomo... senza vergogna!

 

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(1) Anomali, ovviamente, rispetto alla cosmologia del big bang imposta dall'establishment scientifico, secondo cui lo spostamento verso il rosso sarebbe dovuto alla distanza, dunque allo spazio, anzi all'inesistente spaziotempo. Nella logica di realtà però lo spazio è spazio, e il tempo è tempo... Occorre ristabilire i concetti... occorre dire pane al pane e vino al vino, se non ci si vuole perdere sempre più nel sub-umano (o nelle sub-particelle) e sempre più ferocemente.