SUGLI UOMINI-LOCUSTA
Vedi anche http://bastamonopolio.over-blog.com/2014/05/la-trasformazione-dell-io-nel-noi-e-un-crimine
Esistono uomini senza io o uomini-locusta, come li definisce Rudolf Steiner: “Nella nostra epoca s’incarna una quantità innumerevole di persone prive di io, che in realtà non sono esseri umani. Questa è una verità terribile. Le vediamo intorno a noi ma non sono incarnazioni di un io, sono inserite nell’ereditarietà fisica, ricevono un corpo eterico e un corpo astrale, sono in un certo senso interiormente equipaggiate di una coscienza arimanica. Se non le si osserva con attenzione, dall’esterno sembrano esseri umani, ma non sono esseri umani nel vero senso della parola. Questa è una verità terribile, ma è qualcosa che esiste, è una realtà” (R. Steiner, GA346, “Apokalypse und Priesterwirken”, pag.185, conf. del 17/09/1924).
Le cause di questa terribile verità proviene dal materialismo che ha provocato
la morte spirituale di circa un terzo dell’umanità, non più in grado di
sviluppare una piena vita del pensare (o antimateriale, o spirituale). A ciò si
riferisce la piaga delle cavallette dell’epoca della quinta tromba
dell’Apocalisse, che sarebbe già in atto oggi nella coscienza umana; osservando
la loro attività interiore, questi uomini senza io sembrano proprio delle
locuste umanoidi come sono descritte nel libro dell’Apocalisse. E “non si tratta
necessariamente sempre di anime malvagie, possono essere semplicemente anime che
pervengono sino al livello animico, ma a cui manca l’io” (“Apokalypse und
Priesterwirken”, op. cit., pag.186).
Questi esseri umani senza io sono sono sempre più frequenti soprattutto dagli
anni ’90 del secolo XIX. Questi uomini possiedono corpo fisico, vitalità ed
animosità, ma mancano di io. Onde, il ‘vuoto’ relativo all’assenza dell’io, può
essere ‘riempito’ - prosegue Steiner - da entità arimaniche, da anime ‘vaganti’
o anche da anime che sono rientrate sulla terra in ritardo, anime provenienti da
altri pianeti, da quelli nei quali a suo tempo tutta l’umanità ha vissuto prima
del periodo atlantideo (cfr. R. Steiner, “La Scienza Occulta”).
Steiner sottolinea poi il fatto che queste persone - proprio per l’assenza
dell’io - hanno una speciale necessità di amore e di considerazione, proprio
come dei bambini, in cui l’io non è ancora incarnato. Si tratta di persone che
hanno una grande predominanza dell’anima, del sentire e che provano sentimenti
molto pervasivi, profondi. “Chi affermasse che non dovremmo provare
partecipazione nei confronti di questi uomini privi di io, privi di personale
individualità, in quanto non avrebbero una successiva incarnazione, si
sbaglierebbe di grosso. Va compreso cosa vi sia propriamente in ciascuno di
questi esseri, caso per caso. [...] Dobbiamo pertanto educare questi esseri in
piena coscienza come degli esseri rimasti bambini” (“Apokalypse...”, op. cit.,
pag.187).
Un esempio tipico di scienziato rimasto bambino lo abbiamo perfino nell'etimologia del termine "knabenphysik", "fisica dei ragazzini", soprannome primigenio con cui si designava la cosiddetta fisica delle particelle.
Lo scienziato odierno del CERN (Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire) da questo punto di vista si comporta davvero come un bambino o un primitivo di fronte alle cose: per capire come sono fatte, le spacca sistematicamente. E così si bombardano gli atomi al fine di scovarne fanaticamente i pezzi, detti particelle o quanti, passione questa, simile a quella dell'andare per funghi. Di fatto la moderna fisica teorica si è trasformata nella sola capacità di saper fare uso di una sorta di prontuario per ingegneri o per tecnici praticoni dell'"underground bombardment by LHC": ha bisogno di mere regole distruttive che metodologicamente sostituiscono ad ogni intuire costruttivo. In tal modo procedono per la loro strada sostenendo, senza apparente imbarazzo, opinioni del tutto opposte: a favore delle loro speculazioni portano avanti esperimenti tanto insensati quanto costosi. Faccio notare che il macchinario "Large Hadron Collider" o LHC, "Grande Collisore di Adroni", cioè la macchina più grande del mondo, costò 6 miliardi di euro. L’Italia, contribuendo per il 12%, mise a disposizione 720 milioni di euro, "spalmati" in 10 anni, per un equivalente di circa 50 milioni di euro all’anno. Ma non è finita: il mantenimento di questo inutile macchinario "spaccagiocattoli", lungo ben 27 km, continua a costare più di un miliardo di euro l'anno. L'Italia, grazie alle tasse dei "contribuenti", ne paga il 10%: 100 milioni di euro ogni anno! Quasi tutti oggi ritengono che questo "andare per funghi" scientifici, tipo atomica et similia, sia cosa buona e giusta, proprio in termini einsteiniani, così che la secolare montatura mediatica di questo cumulo di scienziaggini è divenuta la colonna portante della... stupidità moderna, al punto che Einstein, predicatore del non-io, è divenuto paradossalmente il simbolo dell'intelligenza.
Cosa avviene poi a causa degli uomini senza io? Avviene che costoro incontrano
regolarmente altri uomini da imitare in quanto sarebbero per loro modelli aventi
pure responsabilità del loro bene. Bene, che quasi sempre è tradito, dato che è
proprio così che le classi dominanti di regola si comportano nei confronti della
massa di manovra che hanno a disposizione.
Questi corpi dotati di anima ma privi di io sarebbero perciò destinati a non
avere più destino o karma, cioè non si reincarnerebbero più, dato che senza l’io
non può esservi reincarnazione né risurrezione. Sarebbero pertanto esseri che
spariscono per sempre con la morte fisica.
Come pensano questi esseri? Steiner afferma che la loro attività interiore è in
certo modo automatica. Essendo a disposizione l’organismo umano nella sua
totalità, in determinate circostanze può anche emergere una pseudo-moralità,
suscitata dagli automatismi del cervello. Per il materialismo della chiesa
cattolica, ad esempio, noi siamo costituiti di corpo e anima, dunque non abbiamo
un io spirituale: nell’anno 869 d. C., la triade “corpo - anima - spirito” fu
soppressa dal concilio di Costantinopoli. Questa operazione ha in effetti radici
profonde che risalgono alla concezione faraonica dello schiavo. Da quel momento
in poi sparì letteralmente dalla “fede” l’uomo pneumatico, cioè l’uomo dell’io,
o dell’elemento sovrasensibile o spirituale o immateriale, che sarà poi, con
Marx, considerato “sovrastruttura della materia”. Anche se gli antichi
conoscevano l’uomo come un essere fatto di corpo, anima e spirito, il concilio
di Costantinopoli dichiarava eretica questa dottrina, stabilendo che la
costituzione umana era fatta solo di corpo e anima, tentando così di cancellare
dalla coscienza umana, la realtà dell’io. Con Marx e Freud, la realtà cominciò
ad essere creduta come costituita dal solo mondo fisico e corporeo, percepito
mediante i sensi. A questa visione malata, Jung aggiungeva la realtà dell’anima,
ma intrappolandola in un soggettivismo e in un relativismo vanificanti “ogni
speranza di dare risposta agli interrogativi ultimi” (Lucio Russo, Intelletto
d’amore, in “Massimo Scaligero. Il coraggio dell’impossibile”, Ed. Tilopa, Roma,
1982). Insomma, in un modo o nell’altro, il popolo bue dei papolatri non doveva
conoscere queste cose, vale a dire il Cristo come involucro dell’io, presente in
ogni uomo. Precorrendo i tempi, nell’869 d. C., a Costantinopoli la chiesa
cattolica si era comportata esattamente come fanno oggi i politici quando,
giocando con le parole, mettono a punto ciò che i contribuenti devono fare per
lo Stato, cioè pagare.
La cosa è accennata più volte da Steiner nelle sue conferenze:
“Negli ambienti in cui il cristianesimo era diventato
ufficiale alla maniera romana, si cercò sempre più di nascondere, di sopprimere
il concetto di spirito [...]. Questa tendenza conduce in ultimo al fatto che
nell’VIII concilio ecumenico di Costantinopoli, nell’anno 869, fu enunciata una
formula, un dogma, che nelle parole del testo forse non si esprime ancora
chiaramente. Il testo del relativo decreto conciliare - canone XI - non usa i
termini “anima” e “spirito”, ma si limita a condannare in modo equivoco coloro
che attribuirebbero all’uomo «due anime» ma che ha finito poi per dar luogo
all’interpretazione che non sia cristiano parlare di corpo, anima, e spirito:
che sia invece cristiano solo l’affermare che l’uomo consta di corpo ed anima.
Nell’ottavo concilio ecumenico, originariamente la cosa fu presentata con questa
formula: l’uomo ha un’anima pensante e un’anima spirituale. Per non PARLARE
dello spirito come di un’entità particolare [perché in tal caso
avrebbero dovuto parlare dell’io - ndr], fu coniata questa
formula: l’uomo ha un’anima pensante e un’anima spirituale. Ma tutto tendeva ad
escludere lo spirito dalla concezione del mondo” (R. Steiner,
Berlino, 27 marzo, 1917).
E ancora: “Dobbiamo ora pensare a quali interessi vi
siano nella storia spirituale moderna. Persino la triplice struttura
dell’organismo umano o dell’essere umano nella sua totalità, come ho spesso
accennato, è stata in certo senso eliminata per la civiltà occidentale,
dall’ottavo concilio ecumenico di Costantinopoli dell’anno 869: è stato elevato
a dogma che il cristiano non debba credere a un’entità umana ternaria, ma solo a
una binaria. Credere in corpo, anima e spirito è interdetto, e teologi e
filosofi del medioevo che sapevano ancora molto della verità ebbero una gran
pena a distanziarsi da essa, perché la cosiddetta tricotomia, l’articolazione
dell’uomo in corpo, anima e spirito era stata dichiarata eretica. Dovettero
insegnare la dualità: l’uomo consisteva di corpo e anima e non di corpo, anima e
spirito. Quello che certi uomini, certi esseri sanno bene è quale enorme
importanza abbia per la vita spirituale umana mettere la partizione binaria al
posto della ternaria. Si deve guardare in tali profondità se si vuol rettamente
comprendere perché nel numero di novembre del periodico “Stimmen der Zeit” (Voci
del tempo) il padre gesuita Zimmermann fa
presente che uno degli ultimi decreti del Santo Uffizio di Roma proibisce ai
cattolici, sotto pena di non ottenere l’assoluzione nella confessione, di
leggere scritti teosofici, di possederli o di prender parte a ogni attività
teosofica. Padre Zimmermann interpreta il decreto nelle “Stimmen der Zeit” [...]
nel senso che esso si applichi anzitutto alla mia antroposofia, che cioè si
debba curare che quei cattolici, che vogliono essere riconosciuti da Roma come
veri cattolici, non abbiano da occuparsi di letteratura antroposofica”
(R. Steiner, “La missione di Michele”, Milano, 1977).
Il gesuita Otto Zimmermann aveva polemizzato contro Steiner e contro
l’antroposofia su quel periodico cattolico di Friburgo, che fino al 1914 portava
il nome di “Stimmen aus Maria Laach”, e che nel numero di novembre del 1919,
nell’articolo intitolato “La condanna della Chiesa contro la teosofia”, il
gesuita aveva esteso quella condanna del “Sant’Uffizio di Roma” anche
all’antroposofia (cfr. ibid.).
Ancora due parole sul paleo mentecattocomunismo: in quel Concilio, organizzato
contro il patriarca Fozio, venne stabilito nei “Canones contra Photium”, al Can.
11, che l’uomo non ha due anime, bensi “unam animam rationabilem et
intellectualem” (cfr. Cornelio Fabro, “L’anima. Introduzione al problema
dell’uomo”, p. 127, Editrice del Verbo Incarnato, Roma 1955, p. 127).
Un filosofo cattolico Otto Willmann, stimato da Rudolf Steiner, aveva scritto
nella sua opera in tre volumi “Geschichte des Idealismus”, Braunschweig 1894, a
pag. 111 del II vol.: “L’abuso operato dagli gnostici della distinzione
paolina tra l’uomo pneumatico e quello psichico, dichiarando il primo
espressione della loro perfezione e il secondo rappresentante dei cristiani
soggetti alle leggi della Chiesa, decise la Chiesa stessa all’esplicito rigetto
della tricotomia” (“La missione di Michele”, op. cit.).
Insomma, stabilendo in tal modo che la costituzione umana fosse formata
soltanto dall’anima e dal corpo, la chiesa cattolica ha tentato di cancellare lo
spirito, cioè l’io, dalla coscienza umana. A proseguire su questa aberrante
strada dei padri conciliari, fu poi, grazie al materialismo e alle scienze,
inconsciamente asservite a ciò, Karl Marx, con un secondo tentativo del genere:
questa volta, però, dopo l’io, si tentò di cancellare l’anima. Da questo punto
di vista Marx si comportò esattamente come quei padri conciliari dell’869
d. C. Perciò ora abbiamo gli uomini-locusta, credenti
nelle istituzioni di questo Stato monopolista e plenipotenziario!