SCIENZA E MAFIA

 

Per lo sviluppo della fisica

e della triarticolazione sociale

La scienza astratta è ESATTA ma SURREALE

La nuova scienza fisica è vecchia

e non può svilupparsi

 

 

 

Non sono un fisico e tanto meno un fisico teorico ed avendo sempre fatto a me stesso domande a cui i relativisti non hanno mai saputo rispondere, ho incominciato a studiare i vari motivi di questi silenzi, accorgendomi che la scienza odierna è una religione da credere e che quindi non ha niente di scientifico. Qui di seguito esporrò i vari motivi che mi hanno portato ad accorgermi di questa religione. Tengo a dire che la mafia e la lotta alla mafia non sono sconnesse da questa religione in quanto conoscono profondamente e sfruttano questa triarticolazione al contrario sia come scienza astratta del debito pubblico mai pagabile, sia come scienza astratta del diritto mai giustizia, e sia come scienza astratta della cultura che è sempre oscura in questo nuovo Medioevo dei somari.

Ora parlerò della relatività ma voglio chiarire che con questa parola intendo sempre anche relatività triarticolata al contrario, dunque sempre riferibile a questi tre aspetti dell'organismo sociale (cioè aspetto culturale, aspetto economico ed aspetto giuridico). La mafia parte da noi non da fuori di noi.

Ciò premesso, la mia inimicizia rispetto alla relatività di Einstein (Relatività Generale o RG e Relatività Speciale o RS) incomincia dai suoi punti più fragili, consistenti nelle sue esagerate pretese assolutistiche, cioè nelle sue affrettate pretese di essere la teoria già confermata da esperimenti. In realtà non si tratta di conferme ma di totale acriticità invalsa fra i fisici proni al lasciarsi sedurre dagli ingannevoli e paradossali esperimenti mentali, portati da Einstein - anzi, da Mileva Maric, dato che è notorio che di volta in volta fu sempre lei a trascriverli come principi o formule, leggi, ecc., in linguaggio "scientifichese", in quanto Einstein non ne sarebbe stato capace.

Incomincerò dal Principio di Relatività Generale (PRG).

 

Inconsistenze, lacune e contraddizioni gravi abitano nel PRG. Se ne può prendere atto attraverso il semplice senso comune dell'uomo della strada. A mio parere, una sana logica di realtà avrebbe dovuto infatti pretendere che la si smettesse di presentare ricerche complesse e delicate ancora "sub judice experientiae" (da verificare sperimentalmente) come risultati ormai assodati, quali fondamenti di un nuovo e rivoluzionario pensiero della fisica, pur consistendo in una fondamentalità indimostrata e questionabile, quale è esposta in tutta la storia della Relatività.

La RG infatti, come mostrerò, non è altro che una teoria matematica che pretende di condizionare ogni teoria fisica del passato e del futuro, dichiarando l'etere "un punto di vista superato", mentre non riesce a fornire risposte semplici e comprensibili da tutti su questioni fisiche altrettanto semplici e di dominio comune nella regolare esperienza del quotidiano. Le dichiarazioni di Einstein, pertanto, non stavano e non stanno in piedi.

La dichiarata, e perseguita con tenacia, EQUIVALENZA ASSOLUTA, per esempio, dei sistemi di riferimento in un moto arbitrariamente accelerato avrebbe dovuto essere in grado di spiegare le forze inerziali non nascenti da effetti di gravità, quali quelle che si manifestano chiaramente, per esempio, nella improvvisa frenata di un treno, provocando sconquasso nelle sue carrozze e/o nella locomotiva mentre, fuori dal treno, tutto a posto. Qui infatti esistono due forze, non una assolutamente equivalente all'altra (come vorrebbe la fisica di Einstein). Queste due forze sono: la forza di accelerazione gravitazionale terrestre e la forza di accelerazione gravitazionale che è diversa, in quanto è capace di mantenermi in equilibrio, per esempio, mentre pedalo su una bicicletta. Quindi queste due forze andrebbero ben distinte, dato che una è prodotta dalla natura e l'altra è prodotta dalla mia volontà. Invece, mescolandole insieme come in un calderone da fattucchiera, cioè EQUIPARANDOLE ASSOLUTAMENTE, resta inspiegato (del tutto inspiegato) perché quelle azioni inerziali esistono unilateralmente solo in un treno, per esempio, che abbia cambiato bruscamente la sua velocità, e non anche all'esterno, per esempio, sul campanile d'una chiesa (come risulta secondo tale EQUIVALENZA ASSOLUTA dei sistemi di riferimento).

Dunque, cosa mai sarebbero - e come avrebbero a che fare con la realtà del mondo fisico - quei fittizi campi gravitazionali, introdotti da Einstein nei sistemi accelerati? Se fossero reali non vi sarebbe alcuna differenza tra il dire che queste accelerazioni inerziali sono causate da variazioni di moti assoluti rispetto all'etere e dire che esse sono causate da lontane indeterminate masse dell'universo. L'EQUIVALENZA ASSOLUTA dei sistemi di riferimento comporta infatti, nel caso della rotazione terrestre entro un universo fisso o viceversa, velocità superluminali che contraddicono l'assoluta costanza della velocità della luce e la sua validità come costante universale di natura.

Il PRG fu invece accettato (ma sarebbe meglio dire creduto) nella sua forma "emendata" (emendata fra virgolette) attraverso il considerare sistemi di riferimento accelerati solo per azioni gravitazionali in cui spariscono le forze inerziali, così che le supposte prove a conferma furono - e sono rimaste - solo applicazioni del PRG, limitato a quei casi, per altro niente affatto generali, ed in genere minoritari, nella fisica terrestre. Quel "così mondato" PRG(principio di relatività generale) - che altro non è allora che il Principio di Gravitazione - può valere solo se si dimostra supportato dall'esperienza, così come dovrebbe avvenire per ogni altra possibile teoria o ipotesi.

Se poi si aggiunge la famosa storia della banalizzazione dell'Etere, ci si accorge che non si smise mai di promulgare decreti d'interdizione della sua esistenza ed utilità in fisica, per poi REINTRODURLO di nuovo CAMBIANDOGLI NOME, chiamandolo "spazio" caratterizzato da qualità "fisiche", tutte straordinarie e straordinariamente incomprensibili.

In verità Einstein aveva confuso il concetto di curvatura di superfici nello spazio con la sognante idea di curvatura di uno spazio concepito come vuoto, senza accorgersi che uno spazio vuoto - vuoto persino di Etere - non è altro che il nulla, e che perciò è impossibile da curvare e/o da pensare. Infatti come si può pensare che il nulla sia materialmente curvo? Come poteva essere plausibile la congettura einsteiniana di uno spazio vuoto curvo? È difficile curvare qualcosa che non c'è. In ogni caso, con l'appoggio di Eddington (Sir Arthur Stanley Eddington, 1882-1944) il "nulla" di Einstein divenne "qualcosa", che comunque Etere non era.

L'Etere è comunque essenziale non solo per la luce ma per la vita stessa dell'universo. La fisica dovrà riconsiderarlo, a meno che continui a rinunciare all'intuizione in base agli illegittimi ed antilogici dettami di Einstein, il quale era talmente tronfio da affermare che con l'avvento della sua relatività, ciò - e prendo le sue parole: «ciò che l'uomo considera intuitivo o non intuitivo è cambiato» ("Physikalische Zeitschrift", Vol. 21: "Allgemeine Diskussion ueber Relativitaetstheorie bei Versammlung deutscher Naturforscher und Aerzte", Bad Nauheim, September 1920). E aggiungeva: «Intendo dire che la Fisica è comprensibile e non intuitiva [...]» (ibid.).

 

La comprensione di qualcosa senza intuizione non è altro che una fede, e ciò non è per nulla scientifico.

 

Con la stessa spocchia, affermava poi che l'esperimento mentale (il cosiddetto Gedankenexperiment) è eseguibile per principio anche se non è eseguibile realmente. Queste le sue precise parole: «un "Gedankenexperiment" è un esperimento in punto di principio eseguibile anche se non realmente eseguibile» (ibid.).

Che i galoppini di Einstein abbiano fatto a meno dell'Etere nei loro lavori, non significa niente. Significa solo che quei lavori non sono scienza ma scienziaggine.

Io pertanto rifiuto le stregonerie matematiche della relatività e della scienza dei ragazzini o quantistica (faccio notare che la meccanica quantistica degli inizi fu scherzosamente soprannominata Knabenphysik, che significa, appunto "fisica da ragazzini", "fisica dei ragazzini").

Le chiamo stregonerie per un motivo molto semplice, consistente nell'introduzione nel finito dell'infinito. Ogni volta che pensiamo possiamo pensare dell'altro, proprio perché il pensare è infinito. Non così quel tavolo. Nessuno mi impedisce di pensarlo grande come un grattacielo o piccolo come una ciabatta o costituito da squame di pesce. Però queste pensate non c’entrano nulla con l'oggetto di percezione che mi si presenta ed al quale appioppo la parola "tavolo".

Ciò che sembra così difficile da capire ai galoppini della scienza astratta mascherata da esatta è che introducendo in una qualsiasi teoria il concetto di infinito, si possono ottenere solo "magie", simili ai giochetti della settimana enigmistica, vale a dire: tutto e il contrario di tutto.

Noi viviamo entro un corpo fisico che possiamo pesare ed entro un corpo eterico che non possiamo pesare in quanto costituito dall'antimateria delle nostre forme pensiero (il pensiero è antimateria), la stessa antimateria che prima che pensassimo costruì il nostro cervello materiale. Il primo è finito. Il secondo infinito. Viviamo dunque in un mondo materialmente finito e immaterialmente infinito. Il primo riguarda il naturale mondo fisico-minerale delle cose percepibili sensibilmente e calcolabili attraverso convenzionali unità di misura. Ma queste unità di misura provengono dal secondo, cioè provengono dal nostro pensare, dalle nostre forme-pensiero scaturenti dal mondo non fisico e non minerale di ciò che è percepibile solo sovrasensibilmente. Questa sfera del mondo delle idee e dei concetti è sovrasensibile e quindi immisurabile come è immisurabile la vita. Il ritmo della vita, il ritmo delle stagioni, la ciclicità di eventi, ecc., tutto questo è infinito e perciò sempre in grado di generare possibili convenzioni come le unità di misura, per esempio l'"anno", il "mese", il "giorno", ecc. Non viceversa però, dato che il finito regno del misurabile non può generare alcun ritmo cardiaco, alcuna stagione, e nemmeno la vita di un filo d'erba.

Quando infatti nel nostro mondo finito il nostro corpo fisico e4saurisce tutta l'energia vitale di cui dispone, il nostro corpo fisico sparisce. Ma questo scomparire non è lo scomparire della vita del cosmo, la quale non termina, essendo ritmicità infinita.

Insomma l'infinito non può essere applicato al finito, dato che sono due enti contrapposti. Sono due elementi contrari uno all'altro.

Così, quando si applica al finito (al mondo materialmente finito) l'infinito, si può stare certi dell'illusione, dato che ci si può sempre illudere di ricavare la misura esatta di qualcosa, però non è detto che questa misura sia reale. Oggi io posso chiedere al computer come sarà il mio cuore di domani se ho preventivamente introdotto nel calcolatore un programma previsionale e inserito i mutamenti cardiaci di ieri. Allo stesso modo potrei anche chiedere al computer come sarà il mio cuore fra 10, 20, 30 anni, ecc. Il calcolatore mi potrebbe immediatamente rispondere e in modo del tutto esatto. Potrei perfino fargli calcolare nei minimi dettagli come sarà il mio cuore fra secoli, millenni, e così via. La risposta sarebbe sempre esatta e immediata, ma non sarebbe reale, dato che il mio cuore reale sarebbe sotto terra da tempo dopo quei periodi temporali tendenti all'infinito. Calcolare il finito attraverso l'infinito è solo astrazione, è solo logica priva di connessione con la realtà, con vita reale.

Lo si può vedere anche con un semplice esempio - questo l'ho già detto tante volte - confrontando una sequenza di numeri dall'1 all'infinito con un'altra, costituita da soli numeri pari dal 2 all'infinito, per esempio. La prima sequenza e la seconda, giocando fisicamente il proprio ruolo all'infinito, non possono avere che il medesimo quantitativo di numeri perché l'infinito è sempre uguale a se stesso e quindi riguarda entrambe le liste. Eppure nella sequenza dei soli numeri pari, mancherebbero tutti i numeri dispari, quindi si potrebbe affermare paradossalmente che, pur avendo il medesimo QUANTUM di numeri della prima serie di numeri, la seconda ne ha la metà! Lo stesso procedimento è fattibile con infinite sequenze: 3, 6, 9, 12, ecc., 4, 8, 12, 16, ecc., 5, 10, 15, 20, ecc, e così via. In tal modo si può dire che le varie quantità (o QUANTA, plurale neutro di QUANTUM - e stiamo entrando nei "quanti"), le varie quantità di numeri delle rispettive sequenze sono tutte uguali ma tutte diverse.

Se pertanto si considera secondo logica di realtà l'energia come la spiegano i professori di meccanica quantistica, cioè come "quantità fisica", bisognerebbe anche chiedersi di che cosa sia fatta questa quantità. Mi spiego meglio: 3 mele sono una quantità di mele, così come 4 pere sono una quantità di pere. Ma di che cosa è quantità l'energia? Stando alla "teoria dei quanti", la risposta è che è una quantità di "quanti", cioè una quantità di quantità. Però se la prima di queste due quantità è quella che si può misurare, cosa posso dire della seconda? Cioè cosa posso dire di una quantità che non è misura, ma OGGETTO DI MISURA? Una sola cosa posso dire: di essermi incartato in un terreno melmoso, in cui non mi muovo più se non per fede in calcoli assurdi, cioè astratti, senza connessione con la realtà.

I relativisti odierni non danno retta a questa logica di realtà. Sentono, anzi, queste argomentazioni come relitti del passato, considerando ad altezze iperboree la loro comprensione della fisica teorica, e credendo se stessi massimamente intelligenti nonché consapevoli di essere a cavallo dell'onda della storia.

In verità sono a cavallo solo dell'onda della stoltezza e dell'ossequio alla stupidità dei loro superiori, supporters del grande genio della teoria delle teorie.

Eppure i ragazzini dei quanti riveriscono, sì, Einstein, ma non del tutto. Non credono a tutta la Relatività. Credono solo a quella Speciale (Relatività Speciale o RS), sulla quale credono esservi numerose verifiche sperimentali e tutte poco controverse. Ma perché? Perché le operazioni matematiche o computazionali delle macchine non possono essere sbagliate, anche se come ho mostrato prima con l'esempio della previsione sul cuore, sono tutte prive di connessioni con la realtà. Proprio questi ragazzini accolgono questo divertente e fantascientifico surrealismo, e questa situazione dura da più di un secolo.

Perciò la RG (Relatività Generale), soprattutto quella riguardo al Cosmo, diventò sempre meno interessante e dal 1920, le ricerche, di natura esclusivamente astronomica ed astrofisica si smorzarono. Solo negli anni '60 ripresero a fiorire col gruppo di Halton Arp, oggi completamente inascoltato dalla scienza di regime della cosiddetta comunità scientifica.

Ovviamente Einstein rifiutò poi la "Knabenphysik", cioè la Quantistica dei ragazzini, generata dal suo stesso psichismo unilaterale e dagli spettri da lui evocati con le sue (di Mileva) stregonerie matematiche. E allora cosa avvenne?

Avvenne che tutti questi spettri (spettrogrammi, grafici, spinori, spin, spettri di emissione, e così via) gli sfuggirono di mano, passando prepotentemente in altre mani, nella mani di ragazzini, appunto, ancora più superficiali, che sono oggi le generazioni dei professori universitari, che si susseguono nelle fila dei nuovi supporters di Stato, che lo Stato usa per lavare il cervello degli studenti al fine di giustificare gli ingenti finanziamenti europei, fra Ginevra e Gran Sasso. E di volta in volta saltano sempre fuori quelli che scoprono il superamento della velocità della luce e quelli che dicono: no, state tranquilli sognate sogni tranquilli perché la velocità della luce resta un limite insuperabile. Quindi questa cosa, luce superluminale e luce che non può essere superluminale, continua da decenni, continua ad andare avanti.

L'influenza scientifica di Einstein è oggi pressoché nulla in realtà, perché nessuno ha costruito qualcosa di utile in base alle sue formule. Se c'è qualcuno si faccia avanti ma non mi venga a dire che il GPS è una conferma di queste idiozie; ho già spiegato sufficientemente che non è così.

 

E oggi Einstein appare storicamente come un Giano bifronte ("Giano" era una divinità con due facce, che poi dà il nome a "Gennaio", che guardava sia nel passato che nel futuro): da un lato come padre della fisica teorica e come l'ultimo grande fisico dell'Ottocento, e dall'altro come il padre dei nuovi tempi della scienza. Oggi i giovani sono stati convinti dalle scuole di Stato che, che computer, smartphone, bomba atomica, energia atomica, e tutta la tecnologia sia merito di Einstein. La RG è infatti studiata quanto basta per identificare tutta la moderna tecnologia in un nome: Albert Einstein.

Così avviene un fatto molto equivoco: chi si permette di evidenziare le incongruenze o le contraddizioni di Einstein è subito considerato persona retrograda, anti-evolutiva, un uomo del dissenso o del rifiuto del nuovo. Ma il mondo nuovo della comunità scientifica odierna non è altro che lo stesso mondo dell'oscurantismo medioevale, solo che oggi l'oscurantismo è diventato scientifico (materia oscura, energia oscura, creazione dal nulla implicito nel Big Bang, bosoni, particelle di Dio, ecc.)

Per quello che ho detto e scritto nel web ho ricevuto più volte risposte del tipo "Ponendoti contro Einstein tu sputi nel piatto dove mangi in quanto se ora puoi dire la tua tramite internet questo lo devi solo ad Einstein!" - moltissime volte mi hanno detto questo - "Non puoi accusare la tecnologia e contemporaneamente servirtene!". Quindi Einstein è oggi identificato nella tecnologia.

In realtà non esiste nel web alcuna mia accusa alla tecnica o alla tecnologia. Anche perché vedere nella tecnocrazia un sistema contro l'uomo è banale come un qualsiasi slogan politico, o come il credere che il rimedio consista nel moralizzare la tecnico e la tecnologia. Considero, anzi, l’accusa alla tecnologia mera espressione dell'incapacità di vedere il gioco delle forze immateriali in atto nella tecnologia stessa o nella scienza della materia, le quali non chiedono di certo la redentrice sovrapposizione di una retorica etica o etico-religiosa, ma la conoscenza delle loro forze originarie, cioè della loro connessione originaria con l'io. L'accusare il "progresso" sarebbe dunque solo una scappatoia per evitare di vedere le cause interiori che rendono un mezzo in sé neutro come la tecnologia, strumento di degradazione piuttosto che di elevazione dell'uomo. È facile accusare un oggetto, o un metodo, o un sistema. Difficile, invece, perché radicalmente logico, è identificare l'IDEA dietro l'oggetto, o il metodo, o il sistema.

 

Quindi anche questi insulti che mi arrivano per dirmi che io sono retrogrado non hanno fondamento. Di fatto oggi, se tu vai dal medico, lui ti tratta come se tu fossi la specie umana, non per quello che tu sei, cioè un'individualità umana. E così se hai a che fare con un giudice, con un processo, con un'ingiustizia; e così se hai a che fare con le tasse, che aumentano sempre a causa del debito pubblico che non esiste.

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Bibliografia essenziale:
http://www.cartesio-episteme.net/ep8/aether-lenard.pdf
http://www.cartesio-episteme.net/ep8/lenard.pdf