Nereo Villa risponde
al "giallatano" Pietro Archiati
È notorio che lo spiritualismo assoluto di Johann Gottlieb Fichte è caratterizzato non solo dalla pedanteria generata dalla convinzione che lo Stato sia etico, ma anche dalla pedanteria generata dalla convinzione che lo stesso concetto astratto di convinzione sia infallibile in quanto pensiero assolutamente giusto.
La tesi dell'infallibilità della coscienza morale e delle convinzioni che ne conseguono fu da lui esposta nel 1789: "la coscienza non erra mai e non può mai errare". Nella misura in cui è "essa stessa giudice di ogni convinzione, essa non conosce alcun giudice sopra di sé", quindi, in quanto inappellabile, è sempre assolutamente essa in ultima istanza a deliberare (J. G. Fichte, "Sistema della dottrina morale": "System der Sittenlehre" 1789, III, §15; Werke, vol. 4, Berlin, 1971, p.174).
Fichte sostenne l'infallibilità della convinzione [Überzeugung] in modo così assoluto che al filosofo austriaco K. L. Reinhold (1757-1823) che gli aveva manifestato i suoi dubbi su tale infallibilità rispose: "Sa Lei, quale stato di spirito ci sta descrivendo? Quello di un uomo, che mai in vita sua è stato convinto di qualcosa!".
In altre parole, per Fichte chi non è convinto è un ciarlatano.
Secondo questo modo di pensare, chi oggi scrivesse quanto segue sarebbe un ciarlatano:
"Non si tratta di dare una risposta teoretica da studiare a memoria e portare come convinzione [Überzeugung]. Per la qualità di rappresentazioni che è a base di questo libro, una risposta del genere sarebbe solo apparente" (R. Steiner, FdL, Prefazione alla riedizione del 1918)!
Forse è per questo motivo che Pietro Archiati vorrebbe riformare la FdL di Steiner che reputa opera di un baro (http://youtu.be/B_qHyEped68) o l'antroposofia di Scaligero (http://youtu.be/_lCwOOtZWrA) che reputa uomo ignorante nel pensiero puro?