Razionalità di Popper

 ovvero del "n-EURO-ne" incerto

 

Popper e popperiani ritengono atteggiamento RAZIONALE la decisione di accettare solo ciò che è fondato sul dibattito. D'altra parte costoro, se posti di fronte al principio di non contraddizione senza di cui crollerebbe la base stessa della razionalità nonché tutto l'edificio scientifico costruito su tale base, dichiarano che ciò che fa scegliere l'adozione di quell'atteggiamento è comunque una FEDE IRRAZIONALE (il principio di non contraddizione basa infatti su di sé e non sul dibattito).

 

Se pertanto il principio di non contraddizione è per costoro dominato e guidato da una volontà di fede senza verità, ne segue che la loro pretesa di fondare l'atteggiamento razionale sulla base di una procedura razionale (poggiante in sé e non sul dibattito) è INCOERENTE.


Ma non è finita: stando a Popper ed ai popperiani, perfino il rilevamento di questa INCOERENZA e tutto il loro ragionamento che li porta ad affermare che l'atteggiamento razionale è fondato su FEDE IRRAZIONALE, è a sua volta fondato su FEDE IRRAZIONALE, cioè: non è una verità incontrovertibile. Parte da qui, ovviamente per costoro, l'assoluta validità scientifica della teoria della relatività.

 

Questa teoria afferma per esempio che ogni ambito del mondo (cioè che il "cronotopo quadridimensionale") è, sì, eterno, ma non lo afferma perché ogni cosa non può essere altra da sé: lo afferma invece sulla base della logica scientifica, che è ipotetica, e quindi controvertibile, falsificabile.

 

In altre parole: se ho due mele e ne mangio una, resto con una mela non perché 2 - 1 fa 1, bensì perché secondo la logica scientifica posso solo supporre per ipotesi falsificabile e controvertibile di essere restato con una mela, dato che se avessi la certezza di quanto affermo non ragionerei in modo scientifico.

 

Queste cose sono studiate nelle università dai nostri economisti, e soprattutto da coloro che ci fecero comprendere scientificamente il vecchio slogan che diceva "L'euro non ti cambia la vita".

 

Esempio pratico di "logica" di Popper è la celebre sua tesi del "Platone totalitario": «Per sua stessa ammissione, Popper la elaborò senza avere a disposizione i testi di Platone, sulla sola scorta delle sue reminiscenze universitarie [...]. Al buon conoscitore di Platone questa tesi appare, giustamente, una stronzata» (Liberthalia).