Messaggio in bottiglia

ai genitori nel pianeta dei folli

I vostri figli, solo per il fatto che nacquero dopo di voi, sono già più saggi di voi. Ascoltateli con devozione e imparate con loro e in loro la giusta pedagogia per loro. Siate voi i creatori di scuole senza libri e nelle quali creare il libro sempre verde per una tradizione solare, sempre nuova e sempre rinnovantesi. Educateli senza addomesticarli. La pedagogia Waldorf aveva questo intento. Di essa sono rimaste le "vestigia" nelle conferenze di Rudolf Steiner. Leggetele e confrontatevi coi loro contenuti per insegnare imparando. Imparare insegnando e insegnare imparando è il segreto da svelare ai vostri figli per il senso di questa vita meravigliosa. Basta un po' di cotone per creare una barba finta e viaggiare nel tempo... di un'immaginativa morale migliore. Fate che il carnevale sia valore di messaggio... Portate nel campo pedagogico ciò che risponde ai tempi nuovi. Ciò non è mai stato fatto perché questo può attuarsi solo da una cultura libera da ministeri statali e capace del coraggio di regole di… luce. Oggi, terzo millennio, questo nuovo spirito vitale non vive ancora - purtroppo - nella sedicente scuola a pedagogia steineriana, burocraticamente "parificata" - per mero scopo di lucro - a quella dell'obbligo (obbligo… di Stato!!!). Di fatto, in Italia NON esistono vere scuole impostate secondo tale nuova pedagogia. Esistono scuole a "pedagogia steineriana parificata", e ciò significa PARIFICATA AL SUB-UMANESIMO IMPERANTE. Nella conoscenza delle esigenze speciali di ciascun periodo della vita umana sta la base di un giusto programma d'insegnamento. Ma sarebbe ancora meglio non fare alcun programma, soprattutto alcun programma legale. Siate voi il programma sempre nuovo. L'insegnamento oggettivo è giustificato solo entro certi limiti; ma se, mossi da concezione materialistica, lo si estende a tutto, si trascura il fatto che nei nascituri esistono anche forze che non possono essere sviluppate mediante la sola visione oggettiva. Se pretenderete che una scienza "rigorosamente oggettiva" faccia scaturire i suoi contenuti soltanto dall'osservazione, dovrete pure pretendere che tale scienza rinunci del tutto al pensare, dato che il pensare per sua natura va sempre al di là dell'osservato. Quindi non abbiate pretese da matti o assolutizzanti. Dalla conoscenza della natura delle diverse età dell'essere umano nascerà la conoscenza del rapporto tra il suo sviluppo e quello della civiltà esterna. Quest'ultima allora cambierà. Si evolverà oltre il "civis romanus"... Oltre la legalità, oltre Verre... fino alla legittimità... per pienamente partecipare alla vita in tutta la sua ampiezza

Nereo Villa, Castell'Arquato, 27 gennaio 2018

Dedicato ad Harvin Dozjek

 

IL MISTERO DEI BAMBINI DELLE STELLE

Fonte: Clara Romanò, Kairòs, bimestrale N° 35-36, settembre-dicembre, Roma 2002

 

«Fin dalla culla ci osservano con occhi intensi e concentrati: niente a che vedere con il consueto sguardo "acquoso" e sognante dei neonati. Il loro è uno sguardo acuto e consapevole, serio, a volte severo, da adulto. È lo sguardo di chi "sa". Più avanti, quando sono in grado di parlare, anticipano quel che stiamo per dire, ci leggono letteralmente nel pensiero. La nostra interiorità è, per loro, del tutto trasparente. A tre, quattro anni, ci regalano perle di saggezza, aprono per noi finestre su quel mondo spirituale che per loro è tanto reale quanto per noi il mondo fisico che ci circonda. A sette, otto anni ci danno lezioni di morale, rifuggono le bugie e le piccole ipocrisie di noi adulti, smascherano le non verità che a volte mettiamo avanti anche con buone intenzioni, smontano le nostre complesse dinamiche psicologiche con poche semplici parole che ci lasciano senza fiato. Sono pieni non solo di sapienza ma anche di compassione verso ogni creatura della Terra. Sono i Bambini delle Stelle, gli Star Children o Indigo Children (perché, a quanto, pare la loro aura è color indaco), sono quei bambini che a migliaia, si stanno incarnando [...] per portare soccorso a questo nostro pianeta agonizzante e che, non riconosciuti o accolti da genitori e insegnanti inadeguati a coglierne le straordinarie caratteristiche e gli speciali talenti, spesso finiscono ad ingrossare le statistiche dei bambini e degli adolescenti disadattati. I genitori e gli insegnanti ricorrono ai medici che diagnosticano una sindrome da iperattività o "Sindrome da deficit di attenzione" (ADS) e prescrivono psicofarmaci come il Ritalin per ridurne l'irrequitezza. Il fatto è che questi bambini speciali sono talmente dotati da annoiarsi nel sistema scolastico tradizionale.

 

Nel loro libro "The Indigo Children" (1999), Lee Carroll e Jan Tober descrivono il "bambino Indigo" come un essere dotato "di un patrimonio nuovo e fuori dal comune di caratteristiche che rivelano un modello di comportamento senza precedenti". Bambini che fanno la loro comparsa in qualsiasi paese del mondo e nelle culture più diverse [...]. Secondo Carroll e Tober, il fenomeno non ha ancora ricevuto attenzione mondiale per il semplice fatto che è troppo difficile da incanalare nei paradigmi psicologici tradizionali che considerano l'essere umano e l'umanità nel suo insieme come un modello statico e non in evoluzione. "In generale - scrivono - la nostra cultura tende a credere nell'evoluzione ma solo riferendola al passato. Il pensiero che potremmo assistere al lento arrivo sul pianeta - che si manifesta in questi bambini - di una nuova coscienza umana, va al di là delle possibilità di questo pensiero conservatore".

 

Nel suo recente libro "The World’s Star Children are under Attack" "I bambini delle stelle di tutto il mondo sono sotto attacco" (2002) Jarnes Donahue parla del fenomeno di "bambini con speciali doni psichici e una conoscenza spirituale subconscia che nascono da genitori "normali" e vengono istruiti da insegnanti del nostro tempo che non li comprendono". Sono considerati anormali perché rifiutano di accettare gli standard educativi tradizionali o anche di obbedire all'autorità dei genitori o del maestro in quanto possiedono una conoscenza e una saggezza antiche che vanno ben al di là dei limiti degli adulti con cui hanno a che fare.

 

In un saggio su quelli che chiama i "Crystalline Children", un altro autore americano, Keth Luke, osserva che "questi bambini sono altamente intuitivi. Vedono tutto e percepiscono tutto in un'unità. Non pensano in modo lineare ma per così dire olograficamente.

 

Secondo Georg Kühlewind, antroposofo di origine ungherese, tra i primi ad occuparsi del fenomeno [...], i "bambini delle stelle", che possiedono prima di tutto una stupefacente maturità, portano con sé un potente impulso spirituale e sono insoddisfatti del mondo degli adulti che trovano nascendo. Dispongono di un surplus di energia vitale e spirituale, doti che, invece di essere riconosciute, valorizzate e accompagnate da una pedagogia adeguata, vengono sbrigativamente interpretate come sintomi di disturbi più o meno gravi e "curate" con psicoterapie premature o, come dicevamo, con farmaci che tendono a "normalizzare" questi bambini. Non riconosciuti dunque dagli adulti, cui sono stati affidati e che non sanno come comportarsi con loro, i "bambini delle stelle" possono allora diventare davvero "bambini difficili" e crescendo, arrivare addirittura ad essere tossicomani o criminali [...].


[Ciò che in particolare distingue questi bambini dagli altri è] la presenza di un sé cosciente che si manifesta nel loro guardo o nella loro espressione. In genere i bambini hanno due tipi di sguardo: il primo è uno sguardo da bebè, uno sguardo che va verso l'esterno. Il secondo manifesta una coscienza ed è rivolto verso l’interiorità; indica che il bambino non è presente con piena attenzione a ciò che accade nel mondo esterno. Questo secondo sguardo è caratteristico degli "Star children" [...].


[Quest'atteggiamento cosciente si distingue da quello altrui secondo due differenze:] la prima [...] è che i "bambini delle stelle" sono coscienti fin da piccolissimi, prima ancora di pronunciare la parola "io". La seconda differenza è forse ancor più importante. Negli anni che precedono l'uso della parola "io", prima che ciò che chiamo il "sentimento dell'io" cominci a limitare la loro sensibilità originaria, tutti questi bambini percepiscono i pensieri e i sentimenti di chi li circonda. I "bambini dette stelle" sono diversi in quanto, anche dopo aver cominciato da tempo ad usare il pronome della prima persona, mantengono ciò che definisco la comunicazione diretta. Continuano cioè a percepire i pensieri e i sentimenti di chi li circonda. Sentono quello che pensi! È questo il più grande enigma dei "bambini delle stelle"».