NELLA COMUNITÀ DEGLI IMBROGLIONI

DETTA "COMUNITÀ SCIENTIFICA"

 

Gli accademici vagabondano dalla fusione all'astronomia (Fonte: Halton Arp, "Seeing Red. L'Universo non si espande).

 

«Anche nell'imbroglio della fusione ritroviamo il solito conflitto tra osservazioni e teoria, tra chi agisce e chi pensa. È sconcertante che una incredibile quantità di denaro sia stata investita nella ricerca sulla fusione calda senza alcun successo pratico. Per esempio, lo Stellarator di Princeton fu costruito secondo le equazioni matematiche dei plasmi ionizzati con l'idea di raggiungere temperature abbastanza elevate per ottenere la fusione confinando le particelle in campi magnetici a forma di anello. Ma quando l'esperimento fu avviato si svilupparono delle "instabilità" che mandarono in corto circuito il sistema, prima che potesse raggiungere la temperatura di fusione.


Non è passato molto tempo da quando il capo di questo progetto ha ricevuto una medaglia dal Presidente degli Stati Uniti per i suoi risultati scientifici. Non è passato molto tempo da quando egli si è fatto promotore con successo del progetto del telescopio spaziale. Non è passato molto tempo da quando Hubble è stato lanciato con uno specchio difettoso. Il fatto era che il telescopio spaziale era troppo grande e che i tempi non erano ancora maturi per questo progetto. Era invece necessario un telescopio spaziale a grande campo che lavorasse in ottico nel cielo buio al di sopra dell'atmosfera terrestre (il cosiddetto Space Schmidt). L'ampiezza di indagine di questo strumento avrebbe rivelato i legami fondamentali tra i diversi tipi di oggetti celesti. Non saremmo ora nella posizione di guardare oggetti straordinariamente deboli in piccolissime porzioni di cielo senza avere la più pallida idea di dove stiamo guardando.

 
Lo Space Schmidt sarebbe costato tra i 10 e i 20 milioni di dollari. Lo Space Telescope è costato tra i 3 e i 5 miliardi di dollari. Fui uno di quegli astronomi che spese un sacco di tempo volando a Washington per lavorare sugli obiettivi e la progettazione dello Space Schmidt. Esso non fu mai messo in orbita per due ragioni: la prima è che non costava abbastanza per interessare la NASA, la seconda è che colui che era il maggior sostenitore dell'Hubble si prese la briga di affossare il progetto dello Space Schmidt. Ricordo di un incontro, in cui lo invitammo per ascoltare le sue obiezioni. Stava scrivendo delle equazioni alla lavagna che dovevano dimostrare come lo Space Schmidt poteva funzionare egregiamente anche da terra. Lo interrompemmo per dire che le sue assunzioni relative alle condizioni a terra erano sbagliate. Si guardò attorno con fare offeso e ci disse: "Non lo sapevo"» (Halton Arp, "Seeing Red. L'universo non si espande", Ed. Jaka Book, Milano 2009, pp.330-331).