Irrealtà del riscaldamento globale
causato dall'uomo
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Presentazione
Quanto segue è la trascrizione dei contenuti
testuali in lingua italiana del film documentario del 2007: "La grande truffa
del riscaldamento globale" di Martin Durkin. Ho sentito il bisogno di
pubblicarli non solo perché li ho reputati interessanti
ma soprattutto perché
eticamente illeciti, cioè immorali. Da quei contenuti emerge infatti un'unica
terribile risposta alla domanda circa il perché l'apparato scientifico sia
ancora oggi diviso sul problema del riscaldamento globale causato dall'uomo.
Come mai su questo problema la scienza ambientalista (come del resto tutta la
scienza) è spaccata in due opinioni, quella che reputa reale il problema e
quella che invece lo reputa fasullo? La risposta è l'intromissione dell'economia
di Stato e del diritto di Stato nella scienza, la quale pertanto risulta spuria,
cioè ideologica e mafiosa: il movimento ambientalista che predica "il
riscaldamento globale causato dall'uomo" lo fa per un solo motivo:
impedire lo sviluppo dei Paesi poveri. E questo è davvero criminale.
Fortunatamente il progresso tecnologico è talmente
avanzato e alla portata di tutti che talvolta perfino la mafia scientifica è
costretta a smentire se stessa. Per esempio, il 30 luglio 2018 vi fu la smentita
della congettura sul "riscaldamento globale causato dall'uomo" (cfr.
Your News Wire del 30/07/2018).
Ciononostante queste cose vengono poi dimenticate e, come nel caso dell'einsteinismo,
tutto ritorna "normale" nel predominio della solita fede anche se la scienza non
dovrebbe essere scambiata per fede religiosa o… politica. La scienza dovrebbe
poggiare solo su universalità del pensare secondo logica di realtà (cfr. il
video "Sul
concetto di universalità") e perciò non
dovrebbero esistere scienziati che sputano veleno sul pensare di altri
scienziati, come purtroppo invece accade in ambito scientifico da quasi un
secolo.
La mia ricerca (antroposofica e mai schierata) sul
riscaldamento globale incominciò negli anni '80, ma fu una ricerca
prevalentemente storico-filosofica. Una quarantina di anni dopo, nel 2014,
rinominando un mio vecchio video intitolato "Sulla legge della conservazione
della forza o energia" per renderlo più breve (aveva una durata di circa un'ora,
mentre oggi dura una decina di minuti), lo ripubblicai con un nuovo titolo: "Le
cause della bufala del riscaldamento globale".
Il video parla di pregiudizi e superstizioni che da secoli imperano
dogmaticamente in ogni sfera scientifica e di quei problemi irrisolti a causa di
quella grave "malattia" dell'umanità intera che ha invaso la maggior parte delle
persone di tutto il pianeta: la rimozione del giudizio critico. A causa di
questa rimozione i problemi restano per secoli irrisolti nelle nostre coscienze,
non tanto perché difficili da risolvere ma soprattutto perché preferiamo - forse
a causa di una sorta di alienante pigrizia che induce più a credere che a
osservare - farli risolvere da altri, dallo Stato, o dalla Scienza, o dalla
Chiesa, e così via.
Anche se quanto segue potrebbe essere considerato
il CVD ("Come Volevasi Dimostrare") dei contenuti di quel video del 2014,
eretico e un po' sarcastico nei confronti della cosiddetta scienza, sottolineo
che sarò sempre disposto a mutare la mia visione della cosa qualora qualcuno me
ne mostrasse osservazioni errate. Buona lettura.
Nereo Villa, Castell'Arquato, 25 dicembre 2018
LA GRANDE TRUFFA DEL RISCALDAMENTO GLOBALE
[Fonte: "THE GREAT GLOBAL WARMING SWINDLE" by Martin Durkin]
– a cura di Nereo Villa –
I ghiacci si sciolgono, il mare si innalza, gli uragani soffiano, ed è tutta colpa tua. Paura? Non devi. Non è vero.
Prof. Paul Reiter, IPCC & Pasteur Institute, Paris [l'IPCC è il "Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite", detto più comunemente "Comitato Internazionale sul Cambiamento Climatico" - ndc]: «Immaginiamo di vivere nell'era della ragione. L'allarme sul riscaldamento globale è mascherato da scienza; ma NON è scienza, è propaganda».
Prof. Nir Shaviv, Institute of Physics University of Jerusalem: «Non c'è alcuna prova diretta che colleghi il riscaldamento globale del 20° secolo ai gas serra antropogenici».
Nigel Calder, Former Editor, New Scientist: «Ci hanno raccontato solo bugie, questo è quanto risulta».
Prof. Ian Clark, Dept of Earth Sciences Ubiversity of Ottawa: «Non si può più dire che l'anidride carbonica (CO²) guidi il cambiamento climatico. Sicuramente non è mai successo in passato».
Prof. Tim Ball, Dept of Climatology University of Winnipeg: «Se il CO² aumenta nell'atmosfera, poiché è un gas serra, allora la temperatura sale, ma i campioni di ghiaccio dicono esattamente l'inverso, quindi lo stesso assunto fondamentale dell'intera teoria del cambiamento climatico dovuto all'uomo si dimostra erroneo».
Nigel Carder: «Tutto questo business puzza».
Il riscaldamento globale causato dall'uomo non è più solo una teoria sul clima, è una delle questioni morali e politiche che più caratterizzano la nostra epoca.
Gli attivisti dicono che il tempo per il dibattito è finito. Ogni critica, non importa quanto scientificamente rigorosa, è illegittima, se non addirittura "pericolosa".
Ma in questo film sarà mostrato che il clima della Terra cambia continuamente, che non c'è niente di insolito circa l'attuale temperatura e che le prove scientifiche semplicemente non giustificano la nozione secondo cui il clima è guidato dall'anidride carbonica (CO²) di origine umana o no.
Ci viene detto di continuo che il "cambiamento climatico provocato dall'uomo" è provato "al di là di ogni dubbio". Ma ci vengono raccontate bugie.
Prof. Tim Ball: «Quando la gente dice "Tu non credi al riscaldamento globale", io dico: "No, io credo nel riscaldamento globale. Non credo che il CO² prodotto dall'uomo provochi quel riscaldamento"».
Prof. Nir Shaviv: «Se me lo aveste chiesto qualche anno fa, avrei risposto: "È il CO²". Perché? Perché come chiunque altro ascoltavo quello che dicevano i Media».
[A proposito della trasmissione televisiva "Climate Change: Britain Under Threat", BBCI – ndc]: Le notizie ogni giorno diventano più fantasticamente apocalittiche. I politici non osano più esprimere alcun dubbio sul riscaldamento globale.
Lord Lawson of Blaby [ministro dell'economia inglese negli anni '80 ndc]: «C'è una tale intolleranza per qualsiasi voce dissenziente. Questa è la più grande scorrettezza politicamente possibile da parte dell'ortodossia del riscaldamento globale».
Il riscaldamento globale è andato al di là della politica; è un nuovo tipo di moralità.
BBC2: «Il primo ministro è tornato dalle vacanze non pentito, né imbarazzato per l'ennesimo lungo volo».
Sì. Man mano che la frenesia sul riscaldamento globale causato dall'uomo diventa sempre più "urlata", molti importanti climatologi dicono che le stesse basi scientifiche della teoria stanno crollando.
Prof. Nir Shaviv: «Nella Storia ci sono stati periodi con una concentrazione di CO² tre volte superiore a quella di oggi o periodi di concentrazione 10 volte superiori e se il CO² avesse un grande effetto sul clima, ciò lo si sarebbe potuto registrare in base alle ricostituzioni delle temperature».
Prof. Ian Clark: «Se osservassimo il clima da un punto di vista geologico-temporale non sospetteremmo mai che il CO² sia un fattore che condiziona il clima».
Dr. Piers Corbyn, Climate Forecaster, Weather Action: «Nessuno dei grandi cambiamenti climatici del passato può essere spiegato col CO²».
Prof. Ian Clark:
«Non possiamo dire che il CO² condiziona il
clima. Sicuramente non è mai avvenuto in passato».
Prof. John Christy, Lead Author, IPCC:
«Ho
sentito spesso che c'è un consenso da parte di migliaia di scienziati sul fatto
che l'uomo stia causando disastrosi cambiamenti nel sistema climatico. Ma io
sono uno scienziato, e ce ne sono molti altri, che credono che semplicemente non
è vero».
Quella sul riscaldamento globale causato dall'uomo non è una teoria scientifica normale. I Media la presentano come sostenuta dall'autorità di un'enorme organizzazione internazionale.
Prof. Philip Stott, Dept of Biogeography University of London: «L'IPCC, come tutti gli enti dell'ONU è politico, quindi le conclusioni finali sono politicamente condizionate».
Prof. Paul Reiter: «L'affermazione che l'IPCC sia
composto dai 1500-2500 scienziati migliori, se si guarda alle biografie dei
componenti, è semplicemente non vera. C'è un numero piuttosto grande di
non-scienziati».
Prof. Richard Linzen, IPCC & M.I.T.: «Per
arrivare al numero di 2500 persone hanno messo dentro giornalisti e membri di
governo, e così via, chiunque fosse a loro vicino. E a nessuno di loro è stato
chiesto di essere d'accordo con le conclusioni; molti di questi non concordano».
Prof. Paul Reiter: «Quegli specialisti che non sono d'accordo con la polemica si sono dimessi e ne conosco diversi; sono stati semplicemente messi nella lista degli autori e "fanno parte" di questi 2500 "scienziati migliori del mondo"».
Prof Richard Lindzen: «Gente che aveva deciso di convincere altra gente che siccome nessuno scienziato è in disaccordo allora neanche tu devi esserlo. È qualcosa che non si è mai sentito nella scienza. È pura propaganda».
Questa è la storia di come una teoria sul clima è diventata un'ideologia politica.
Patrik Moore, Co-fondeur, Greenpeace: «Il "movimento" non si può più chiamare "ambientalista" perché è un vero e proprio movimento politico, e sono diventati altamente influenti a livello globale».
Questa è la storia della distorsione di un'intera area della scienza.
Dr. Roy Spencer, Weather Satellite Team Leader NASA: «Gli scienziati del clima hanno bisogno che ci sia un problema, allo scopo di ottenere fondi».
Prof. John Christy: «C'è un interesse nel creare il panico perché così il denaro arriva agli scienziati del clima».
Prof. Richard Linzen: «C'è una cosa che non si dovrebbe dire: e cioè che questo non potrebbe essere un problema».
Questa è la storia di come una compagnia politica è diventata un carrozzone burocratico.
Prof. Patrick Michaels, Dept of Environmental Sciences University of Virginia: «Un dato di fatto è che ad oggi decine di migliaia di posti di lavoro dipendono dal riscaldamento globale».
È un grande business!
Prof. Philip Stott: «È diventata una grande industria in se stessa e se tutto il castello di carte del riscaldamento globale crollasse ci sarebbe un sacco di gente a spasso e in cerca di lavoro».
Questa è una storia di censura e
di intimidazione.
Nigel Calder: «Li ho visti e sentiti sputare
veleno contro chiunque non fosse d'accordo con loro e questo non è metodo
scientifico».
Questa è la storia di come gli Occidentali, paventando la minaccia di un disastro climatico, vogliono impedire lo sviluppo industriale dei Paesi poveri.
James Shikwati, Economist & Author: «Una cosa che emerge chiaramente da tutto il dibattito sull'ambiente è che c'è qualcuno che vuole uccidere il sogno africano, e il sogno africano è lo sviluppo».
Patrick Moore: «Il movimento ambientalista si è trasformato nella forza più potente per impedire lo sviluppo dei Paesi poveri».
La storia del riscaldamento globale è un racconto che ammonisce su come una paura mediatica è diventata l'idea che definisce una generazione.
Nigel Calder: «L'intero business del riscaldamento globale è diventato come una religione e quelli che non sono d'accordo sono chiamati "eretici". Io sono un eretico. Gli autori di questo documentario sono tutti eretici».
Nel 2005 la Camera dei Lord istituì una commissione d'inchiesta per esaminare le prove scientifiche del riscaldamento globale provocato dall'uomo. Un membro importante di quella commissione fu Lord Lawson of Blaby, il quale, come ministro dell'economia negli anni '80 fu il primo politico a stanziare fondi per la ricerca sul riscaldamento globale.
Lord Lawson of Blaby: «Abbiamo fatto un'inchiesta molto approfondita; abbiamo assunto prove da molti esperti in quest'ambito e abbiamo prodotto un rapporto. Quello che mi ha stupito è stato scoprire quanto debole e incerta fosse la scienza su questo e infatti ci sono sempre più persone scrupolose, alcune spaventate ad uscire fuori, ma che in privato (alcuni anche in pubblico) dicono: "Aspetta un momento, questa roba non sta in piedi».
Ci viene detto che il clima della Terra sta cambiando. Ma il clima della Terra cambia sempre! Nella lunga storia della Terra ci sono stati innumerevoli periodi in cui è stato molto più caldo o molto più freddo di oggi. Periodi in cui la maggior parte del mondo era coperto da foreste tropicali o da enormi distese di ghiaccio. Il clima è continuamente cambiato senza "aiuto" da parte di noi umani. Possiamo far risalire l'attuale tendenza al riscaldamento a circa 200 anni fa alla fine di un periodo molto freddo nella storia della Terra, conosciuto dai climatologi come "La Piccola Era Glaciale".
Prof. Philip Stott: «Nel XIV secolo l'Europa sprofonda nella "Piccola Era Glaciale". Abbiamo prova di questo in vecchie illustrazioni, stampe e dipinti del vecchio Tamigi che, nei più duri e rigidi inverni della Piccola Era Glaciale, ghiacciava. E c'era gente che sul Tamigi pattinava o addirittura vendeva cose. Sul ghiaccio. Se guardiamo ancora più indietro nel tempo precedente alla Piccola Era Glaciale, troviamo una mite epoca d'oro in cui le temperature erano più alte di oggi. È importante che la gente sappia che il clima permise uno stile di vita nettamente diverso nel Medioevo. Ci viene detto che il riscaldamento globale avrebbe conseguenze apocalittiche. Ma ovunque viene descritto questo periodo caldo e questo viene associato a ricchezza. In Europa questo fu la grande era dei costruttori di cattedrali. Un'epoca in cui, secondo Chaucer, i vigneti fiorivano persino nel nord dell'Inghilterra. In tutta la città di Londra ci sono ricordi delle vigne che vi crescevano nel Periodo Caldo Medioevale.
Quindi questo fu un tempo meravigliosamente ricco e questa chiesetta, in un certo senso, lo simboleggia, poiché fu un tempo di grande ricchezza».
Andando ancora indietro nel
tempo, prima del Periodo Caldo Medioevale, troviamo ancora periodi caldi tra cui
un tempo molto lungo durante l'Età del Bronzo, noto ai geologi come il "Massimo
Olocenico" in cui le temperature sono state molto più alte di oggi per più di
3000 anni.
Prof. Ian Clark:
«Se andiamo indietro di 8000
anni, nell'Olocene, vi era molto più caldo di oggi e gli orsi polari sono
ovviamente sopravvissuti a quel periodo, sono molto adattabili, e questo periodo
caldo del passato non fu un problema per loro».
Le variazioni del clima nel passato sono chiaramente naturali. Quindi perché pensiamo che oggi sia diverso? Nell'attuale allarme sul riscaldamento globale, l'accusato è la società industriale. Grazie all'industria moderna, beni una volta goduti solo dai ricchi, sono oggi disponibili per tutti. Le nuove tecnologie hanno reso la vita più semplice e più ricca. I trasporti e le telecomunicazioni moderne hanno reso il mondo meno straniero e lontano. Il progresso industriale ha cambiato la nostra vita. Ma ha anche cambiato il clima? Secondo la teoria del riscaldamento globale dovuto all'uomo, la crescita industriale dovrebbe far salire la temperatura. Ma è davvero così?
Prof. Patrick Michaels: «Chiunque vada in giro dicendo che il CO² è responsabile per la maggior parte del riscaldamento del XX secolo non ha guardato i numeri basilari».
La produzione industriale all'inizio del XX secolo era ancora allo stato infantile, limitata a pochi paesi e minacciata dalla guerra e dalla depressione economica. Dopo la seconda guerra mondiale, le cose cambiarono; beni di consumo come frigoriferi, lavatrici, TV ed auto cominciarono ad essere prodotti in massa per un mercato internazionale. Gli storici chiamarono questa esplosione globale di attività industriale "Il boom economico post-bellico". Ma come si rapporta la storia economica con l'andamento delle temperature? Dalla metà del XIX° secolo la temperatura della Terra è salita di solo mezzo grado ma questo riscaldamento è cominciato molto prima che auto e aerei fossero inventati. Di più: la maggior parte di questo riscaldamento è avvenuta prima del 1940 in un periodo in cui la produzione industriale era relativamente insignificante. Dopo la seconda guerra mondiale, durante il boom economico, le temperature teoricamente avrebbero dovuto esplodere. Ma non è successo. Sono diminuite. E non per 1 o 2 anni. Per 40 anni! E paradossalmente fu all'inizio della recessione mondiale, negli anni '70, che la caduta si fermò.
Prof. Syun-lchi Akasofu, Director, International Arctic Research Centre: «Il CO² comincia ad aumentare drasticamente intorno al 1940 ma le temperature in effetti cominciarono a diminuire all'incirca dal 1940 al 1975, quindi vediamo la relazione opposta: CO² aumenta rapidamente, ma la temperatura diminuisce. Quindi non possiamo dire che il CO² e la temperatura vanno insieme».
Prof. Tim Ball: «Le temperature sono salite significativamente fino al 1940 quando la produzione umana di CO² era relativamente bassa e poi, negli anni post-bellici, quando l'industria e l'economia mondiale cominciarono ad andare e la produzione di CO² si impennò, la temperatura globale decresceva. In altre parole: i fatti non rispettano la teoria».
Nigel Calder: «Al tempo in cui, dopo la seconda guerra mondiale, l'industria esplodeva, l'anidride carbonica aumentava, ma la Terra si raffreddava, dando il via a paure su un'imminente era glaciale! Ciò non avrebbe avuto alcun senso e non ne avrebbe ancora oggi».
Per quale motivo supponiamo che l'anidride carbonica sia responsabile dei cambiamenti climatici? Il CO² costituisce solo una parte minimale dell'atmosfera terrestre. Infatti misuriamo i cambiamenti nei livelli di CO² nell'atmosfera terrestre in decine di parti per milione.
Prof. Tim Ball: «Se si prende il CO² come percentuale di tutti i gas nell'atmosfera (l'ossigeno, l'azoto, l'argo, ecc.), questa è 0.05-0.04%, una porzione incredibilmente piccola, e naturalmente si deve prendere la parte che si suppone aggiunta dall'uomo, che è il centro di tutta la nostra preoccupazione, qualcosa di ancora più piccolo».
Il CO² è un gas serra. I gas serra formano solo una piccola parte dell'atmosfera. Per di più il CO² è un gas serra relativamente minore.
Prof. Tim Ball: «L'atmosfera è composta da una moltitudine di gas. Una piccola percentuale dei quali è chiamata "gas serra". Il 95% dei gas serra è vapore acqueo, il gas serra più importante».
Prof. John Christy: «Il vapore acqueo è di gran lunga il principale gas serra».
Ma c'è un modo per sapere se l'aumento del riscaldamento globale dipende dai gas serra? C'è un solo modo per dirlo ed è guardando il cielo. O meglio, ad una parte del cielo che gli scienziati chiamano "Troposfera".
Prof. Richard Lindzen: «Se è riscaldamento da effetto serra, si ha più riscaldamento nel mezzo della Troposfera, i primi 10-12 km di atmosfera piuttosto che sulla superficie, e ci sono ottime ragioni teoretiche per questo fatto, ed hanno a che fare col funzionamento dell'effetto serra».
L'effetto serra funziona così: il Sole manda il suo calore verso la Terra. Se non fosse per i gas serra questa radiazione solare rimbalzerebbe verso lo spazio, lasciando il pianeta freddo e inabitabile. I gas serra intrappolano il calore sfuggente nella Troposfera terrestre pochi km al di sopra della superficie. Ed è qui che, secondo i modelli climatici, il tasso di riscaldamento dovrebbe essere più alto se causato da gas serra (quando è causato da gas serra).
Prof. Frederick Singer, Former Director, US National Weather Service: «Tutti i modelli calcolano che il riscaldamento dovrebbe essere più veloce man mano che si sale nell'atmosfera. E infatti il massimo di riscaldamento sull'equatore dovrebbe avere luogo ad un'altitudine di circa 10 km».
Lo scienziato maggiormente responsabile delle misurazioni della temperatura nell'atmosfera terrestre è il prof. John Christie. Nel 1991 la NASA gli ha conferito la "Medaglia per Risultati Scientifici Eccezionali" e nel 1996 ha ricevuto il premio speciale dalla Società Meteorologica Americana "per aver migliorato fondamentalmente le nostre capacità di monitorare il clima". È stato anche uno degli autori principali dell'IPCC.
Ci sono due modi per misurare la temperatura dell'atmosfera terrestre, satelliti o palloni sonda.
Prof. John Christy: «Quello che abbiamo scoperto di importante è che una grossa parte del pianeta, il centro dell'atmosfera, non si sta riscaldando come vediamo sulla superficie, ed è un vero grattacapo per tutti noi in quanto la teoria è piuttosto rigida su questo: se la superficie si scalda, l'atmosfera deve riscaldarsi rapidamente invece il riscaldamento di quella parte dell'atmosfera non è affatto netto e questo davvero contrasta con la teoria ed i modelli climatici odierni».
Prof. Patrick Michaels: «Uno dei problemi che affliggono i modelli informatici è che questi dicono che man mano che si sale nell'atmosfera (eccetto che ai Poli) il tasso di riscaldamento aumenta. Ed è piuttosto chiaro invece, dai dati satellitari e dai palloni sonda, che quell'effetto non si vede. Al contrario si vede invece che le temperature sulla superficie aumentano di più di quelle in alto. E fa una bella differenza…».
Prof. Richard Lindzen: «Quei dati suggeriscono il fatto che quanto vediamo è un riscaldamento probabilmente NON dovuto ai gas serra».
Prof. Frederick Singer: «Ci sono osservazioni che non mostrano un aumento con l'altitudine, anzi la maggior parte delle osservazioni mostra un leggero calo del tasso di riscaldamento con l'altitudine. Quindi si può dire che l'ipotesi del riscaldamento globale causato dall'uomo è smentita dalle prove».
Pertanto il riscaldamento avviene sulla Terra nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. La maggior parte del riscaldamento è comparsa nella prima parte del XX° secolo e per lo più sulla superficie terrestre. L'esatto opposto di ciò che dovrebbe accadere secondo la teoria del riscaldamento globale causato dall'uomo.
L'emozionante film dell'ex vice-Presidente Al Gore "Una scomoda verità" (film documentario "An Inconvenient Truth", Dreamworks Director: Davis Guggenheim, Writer: Al Gore: «Salve mi chiamo Al Gore e una volta ero il prossimo Presidente degli Stati Uniti…») è considerato da molti come la definitiva presentazione popolare della teoria del riscaldamento globale causato dall'uomo. Il suo ragionamento si basa su un'unica prova importante presa dai campioni di ghiaccio che gli scienziati scavano in profondità per indagare la storia del clima terrestre indietro di centinaia di migliaia di anni. La prima indagine sui campioni di ghiaccio ha avuto luogo a Vostock, in Antartide. Quello che trovarono – come Al Gore correttamente sottolinea – era la chiara correlazione tra anidride carbonica (CO²) e temperatura: "… e guardiamo com'è stata la temperatura sulla Terra. Una cosa che salta subito all'occhio… Un tizio una volta disse: «Hanno mai combaciato»… è la cosa più ridicola che abbia mai sentito. La correlazione è in effetti molto complicata ma c'è una relazione molto più forte di altre, cioè che quando c'è più CO² la temperatura diventa più calda…".
Al Gore dice che la relazione tra temperatura e CO² è "complicata" ma non dice quali siano queste "complicazioni". In effetti c'è qualcosa di molto importante nei dati dei campioni di ghiaccio che egli ha mancato di dire. Il Prof. Ian Clark è uno dei più importanti paleo-climatologi artici, coloro che studiano la storia delle temperature fino a decine di milioni di anni fa.
Prof. Ian Clark: «Per indagare la storia del clima noi cerchiamo il materiale geologico che registra il clima. Quello che si fa coi campioni di ghiaccio ad esempio è ricostruire la temperatura con degli isotopi e poi si libera l'atmosfera imprigionata nel ghiaccio e se ne misura il contenuto di CO²».
Il prof. Clark ed altri hanno in effetti scoperto – come dice Al Gore – un collegamento tra temperatura e CO². Ma quello che Al Gore non dice è che quel collegamento è nella direzione "sbagliata".
Prof. Ian Clark (indicando un monitor): «Qui vediamo le registrazioni dai campioni di ghiaccio di Vostock e in rosso vediamo la temperatura salire da tempi remoti fino a tempi recenti. Ma la cosa interessante è che quando usciamo da una glaciazione, vediamo la temperatura salire e poi vediamo il CO² salire: il CO² va dietro alla temperatura e ha un ritardo di 800 anni».
Ad oggi ci sono numerose indagini su campioni di ghiaccio e ognuna di esse mostra la stessa cosa: la temperatura sale e scende e, dopo centinaia di anni, l'anidride carbonica la segue.
Prof. Frederick Singer: «È ovvio che il CO² non sia la causa di quel riscaldamento. In realtà possiamo dire che il riscaldamento produce l'aumento di anidride carbonica (il CO²)».
Prof. Ian Clark: «È chiaro che il CO² non causa i cambiamenti di temperatura. È un prodotto della temperatura, segue i cambiamenti di temperatura».
Prof. Tim Ball: «I campioni di ghiaccio vanno al cuore stesso del problema. La gente dice: "se l'anidride carbonica sale, essendo un gas serra, allora la temperatura va su". Ma i dati dei campioni di ghiaccio mostrano esattamente l'inverso. Quindi le fondamenta stesse della teoria del cambiamento climatico causato dall'uomo si dimostrano errate».
Ma come è possibile che alte temperature portino ad alti livelli di CO² nell'atmosfera? Per comprenderlo dobbiamo prima affermare un fatto ovvio: l'anidride carbonica è un gas naturale prodotto da tutti gli esseri viventi.
Nigel Calder: «La cosa che mi infastidisce di più è sentire la gente che parla dell'anidride carbonica come di un inquinante. Voi siete fatti di anidride carbonica, io sono fatto di anidride carbonica. La crescita degli esseri viventi è anidride carbonica».
In più: gli esseri umani non sono la principale fonte di anidride carbonica.
Prof. John Christy: «Gli esseri umani producono una piccola frazione della percentuale ad una cifra di tutto il CO² immesso nell'atmosfera».
I vulcani producono più CO² di tutte le fabbriche, auto, aerei e di tutte le altre fonti umane di CO² messe insieme. Sempre maggiore è la quantità emessa da tutti gli animali e batteri che producono circa 150 miliardi di tonnellate di CO² ogni anno mentre l'uomo ne emette solo 6,5 miliardi di tonnellate. Una fonte ancora più grande di CO² è data dai vegetali morenti. Le foglie morte ad esempio. Ma di gran lunga la più grande fonte di CO² sono gli oceani.
Carl Wunsch è professore di oceanografia all'MIT di Boston ed ha insegnato oceanografia ad Harvard e Londra, e professore di matematica e di fisica all'università di Cambridge. È autore di 4 importanti libri di testo di oceanografia.
Prof. Carl Wunsch, Dept of Oceanography, Massachussets Institute of Tecnology: «L'oceano è la più grande riserva in cui l'anidride carbonica va quando esce dall'atmosfera e da cui è riemessa nell'atmosfera. Se la superficie dell'oceano si scalda, tende ad emettere anidride carbonica. Similmente se si raffredda la superficie dell'oceano, questo assorbe più anidride carbonica».
Quindi: più gli oceani si scaldano, più questi producono anidride carbonica mentre, più freddi sono, più ne immagazzinano. Ma c'è uno sbalzo di centinaia di anni tra il cambio di temperatura e l'emissione o l'assorbimento di anidride carbonica. Il motivo è che gli oceani sono molto grandi e profondi e impiegano letteralmente centinaia di anni per scaldarsi o raffreddarsi. Questo sbalzo temporale significa che gli oceani hanno ciò che gli scienziati chiamano una "memoria" dei cambiamenti di temperatura.
Prof. Carl Wunsch: «L'oceano ha una memoria
di eventi passati che arrivano fino a 10.000 anni fa. Così, ad esempio, quando
qualcuno dice: "Vedo dei cambiamenti nell'Atlantico del Nord", questo vuol dire
che il sistema climatico sta cambiando? Significa solo che qualcosa è
avvenuto in una remota parte dell'oceano decine o centinaia di anni fa, i cui
effetti cominciano a mostrarsi nell'Atlantico del Nord».
L'attuale riscaldamento è iniziato molto prima che la gente avesse le auto o la
luce elettrica. Negli ultimi 150 anni la temperatura è aumentata di solo mezzo
grado. Ma la maggior parte di questo aumento è avvenuto prima del 1940. Da
allora la temperatura è scesa per 40 anni e risalita per 30. Non c'è
assolutamente alcuna prova nella storia climatica della Terra che l'anidride
carbonica abbia mai determinato le temperature globali. Ma se il CO² non guida
il clima terrestre, cosa lo guida? La credenza comune che l'anidride carbonica
guidi il cambiamento climatico contrasta con una montagna di dati scientifici
disponibili, rilevati dai palloni sonda e dai satelliti, dai campioni di
ghiaccio e dalla storia delle temperature. Ma se il CO² non guida il clima
terrestre, cosa lo guida?
Prof. Philip Stott: «Non è bizzarro pensare che siamo noi umani, guidando macchine, accendendo luci, ad essere coloro che controllano il clima? Ma basta guardare in cielo, a quella cosa grossa: il Sole! Persino gli attuali 6,5 miliardi di umani sono un'inezia al suo confronto!».
Alla fine degli anno 80, il fisico solare Piers Corbyn decise di provare un modo radicalmente nuovo di prevedere il tempo. Nonostante le grandi risorse a disposizione dei servizi meteorologici ufficiali, la nuova tecnica di Corbyn produsse risultati nettamente migliori. Egli fu salutato dalla stampa come il "super uomo delle previsioni". Il segreto del suo successo? Il Sole.
Dr. Piers Corbyn: «L'origine delle previsioni a lungo termine fu nello studio delle macchie solari. Ci rendemmo conto che era molto interessante usare il Sole per prevedere il tempo».
Le macchie solari, sappiamo oggi, sono intensi campi magnetici che compaiono in tempi di maggiore attività solare. Ma per molte centinaia di anni, molto prima di capirle, gli astronomi in giro per il mondo contavano le macchie solari nella convinzione che più macchie annunciassero un clima più caldo. Nel 1983 l'astronomo inglese Edward Maunder osservò che durante la "piccola era glaciale" non c'erano quasi per niente macchie visibili sul Sole, un periodo di bassa attività solare chiamato poi "il minimo di Maunder". Ma quanto sono affidabili le macchie solari come indicatori meteorologici?
Dr. Piers Corbyn: «Decisi di provare a
scommettere contro le previsioni dell'ufficio meteorologico. E vincemmo soldi
mese dopo mese puntando contro quello che diceva l'ufficio meteorologico, cioè
ci sarebbe stato un inverno eccezionalmente freddo. Noi dicevamo che sarebbe
stato normale. E in particolare dicevano che sarebbe stato freddo dopo Natale e
in febbraio. Noi avevamo ragione, loro torto».
Nel 1991 importanti scienziati dell'Istituto Meteorologico Danese decisero di
compilare una storia delle macchie solari del XX° secolo e paragonarla alla
storia delle temperature. Quello che scoprirono fu una correlazione
straordinariamente stretta tra quello che faceva il Sole e i cambiamenti di
temperatura della Terra. L'attività solare, scoprirono, era salita nettamente
fino al 1940, era diminuita per una quarantina d'anni, fino all'inizio degli
anno 70, ed è aumentata ancora successivamente.
Prof. Eigil Friis-Christensen, Director, Danish National Space Centre: «Quando abbiamo visto questa correlazione tra temperatura e attività solare o cicli delle macchie solari alcuni dissero: "Ok, può essere una coincidenza". Come potevamo provare che non si trattava di una coincidenza? La cosa ovvia era confrontare diverse serie temporali. Così siamo andati indietro nel tempo».
Il prof. Christensen e i suoi colleghi esaminarono 400 anni di dati astronomici per paragonare l'attività delle macchie solari con le variazioni di temperatura. Ancora una volta scoprirono una stretta relazione tra attività solare e variazioni di temperatura terrestre. Era il Sole e non l'anidride carbonica, o qualsiasi altra cosa, a determinare i cambiamenti climatici. In un certo senso ciò non sorprende. È ovvio che il Sole influisce su di noi direttamente inviandoci il calore, ma il Sole influisce anche indirettamente attraverso le nuvole. Le nuvole hanno un potente effetto raffreddante. Ma come si formano? All'inizio del XX° secolo gli scienziati scoprirono che la Terra è costantemente bombardata da particelle subatomiche (1). Queste particelle, alle quali diedero il nome di raggi cosmici, proverrebbero - così si crede - dall'esplosione di supernovae, dunque in un luogo molto lontano dal sistema solare, e incontrando il vapore acqueo che sale dai mari, formerebbero goccioline d'acqua e quindi le nuvole (2). Ma quando il Sole è più attivo e il vento solare è più forte, arrivano meno particelle e quindi si formano meno nuvole (3). Quanto questo effetto (4) sia potente è divenuto chiaro recentemente quando un astrofisico, il prof. Nir Shaviv, decise di confrontare i propri dati sui raggi cosmici con i dati storici sulla temperatura creati da un geologo, il prof. Ian Weitzer, che risalivano a 6 milioni di anni fa. Quello che scoprirono era che quando i raggi cosmici aumentavano, la temperatura scendeva, e che quando i raggi cosmici diminuivano, la temperatura saliva. Le nuvole e il clima terrestre erano legate molto strettamente.
Prof. Nir Shaviv: «Abbiamo confrontato i grafici sovrapponendoli ed è stato fantastico. Il prof. Ian Weitzer disse: "Qui abbiamo dei dati davvero esplosivi!"».
Prof. Ian Clark: «Non avevo mai visto dei dati così diversi corrispondere in modo così bello a vedersi e corrispondevano per un lungo periodo di tempo».
Il clima era controllato dalle nuvole, le nuvole erano controllate dai raggi cosmici, e i raggi cosmici erano controllati dal Sole. Tutto riportava al Sole!
Nigel Calder: «Se aveste occhi a raggi X, quello che appare come un'amichevole palla gialla, apparirebbe come un tigre furiosa! Il Sole è un'incredibile bestia feroce (5) ed emette grandi esplosioni e sbuffi fi gas, ed il vento solare che soffia sempre verso la Terra. In un certo senso noi siamo immersi nell'atmosfera del Sole. L'intensità del suo campo magnetico è più che raddoppiata nel corso del XX° secolo».
Nel 2005 gli scienziati dell'università di Harvard pubblicarono il seguente grafico sul giornale ufficiale della Società Geofisica Americana: la linea blu rappresenta i cambiamenti di temperatura nell'Artico negli ultimi cento anni. E questo è l'aumento dell'anidride carbonica nello stesso periodo. Le due linee sono chiaramente non connesse tra loro.
Ma guardate di nuovo i dati storici sulla temperatura e questa linea rossa che rappresenta le variazioni dell'attività solare nell'ultimo secolo registrate indipendentemente da scienziati della NASA e dall'Amministrazione Oceanica ed Atmosferica Americana.
Nigel Calder: «L'attività solare negli ultimi cento anni o centinaia di anni è correlata molto strettamente, su una base decennale, con le temperature artiche e del ghiaccio marino».
Per gli astrofisici di Harvard e molti altri scienziati la conclusione è inevitabile:
Dr. Piers Corbyn: «Il Sole guida il cambiamento climatico. L'anidride carbonica è irrilevante».
Ma se è così, perché siamo bombardati ogni giorno da notizie sul "riscaldamento globale causato dall'uomo"? Perché tanta gente nei media e altrove lo considera un fatto irrefutabile? Per capire il potere della teoria del riscaldamento dobbiamo raccontare la storia di come è nata.
MACCHINA DEL TEMPO (meteorologico) (Documentario della BBC): «I satelliti meteorologici ritraggono un pianeta che piange i suoi racconti perduti…». Previsioni minacciose sui cambiamenti climatici sono una cosa nuova. Nel 1974 la BBC avvertiva di prossimi disastri; una cosa che suona stranamente familiare… «Le notizie sono sempre più piene di disastri climatici. Gli Stati Uniti centrali soffrono la più grande siccità dagli anni '30 e gli uragani infuriano…».
Ma cosa si supponeva fosse la causa di questi disastri? L'uomo dietro questo documento era il giornalista Nigel Calder.
Nigel Calder: «In "La Macchina del Tempo" riportavamo l'opinione che andava per la maggiore allora, cioè quella del "raffreddamento globale" e la minaccia di una nuova era glaciale…».
Dopo 40 anni di temperature calanti, gli esperti avvisavano che un mondo più freddo avrebbe avuto avrebbe avuto conseguenze catastrofiche: «… l'attuale minaccia di un grande freddo…», «… una nuova era glaciale si impadronirà delle nostre terre e distruggerà le nostre città più settentrionali?…».
Ma in mezzo alle previsioni catastrofiche c'era una voce di speranza. Lo scienziato svedese Bert Bolin provò a suggerire che l'anidride carbonica prodotta dall'uomo potesse aiutare a riscaldare il mondo. Solo che non ne era sicuro… «… c'è ancora molto petrolio ed enormi quantità di carbone che bruciamo in quantità sempre maggiori… se continuiamo a fare così, nel giro di 50 anni la Terra sarà più calda di un paio di gradi. Ma non è sicuro…».
Nigel Calder: «Noi siamo stati anche i primi a portare Bert Bolin in TV a parlare del "pericolo" dell'anidride carbonica. E ricordo di essere stato aspramente criticato da grandi esperti per aver "assecondato le sue fantasie"».
Al culmine della paura per il raffreddamento negli anno '70, le eccentriche teorie di Bert Bolin sul riscaldamento globale causato dall'uomo sembravano assurde. Due fatti intervennero a cambiare le cose. Primo: le temperature cominciarono a salire. Secondo: i minatori entrarono in sciopero… Per Margareth Thatcher l'energia era un problema politico. All'inizio degli anni '70 la crisi petrolifera aveva gettato il mondo in una recessione e i minatori avevano fatto crollare il governo conservatore di Ted Heath. La signora Thatcher era determinata a far sì che ciò non le sarebbe accaduto. E disse cosa fare per liberarsene.
Margareth Thatcher: «Quello che abbiamo visto in questo Paese è l'emergere di una minoranza rivoluzionaria organizzata, pronta a sfruttare questioni industriali ma il cui vero scopo è quello di abbattere l'ordine legale e il governo parlamentare democraticamente eletto».
Nigel Calder: «La politicizzazione della questione iniziò con Margareth Thatcher».
Lord Lawson of Blaby: «Lei era molto
preoccupata, lo era sempre stata, fin da quando io ero Ministro per l'energia,
di promuovere l'energia nucleare, molto prima che si ponesse la questione del
riscaldamento globale, dato che si preoccupava della sicurezza energetica e non
si fidava del Medio Oriente e dei sindacati dei minatori. Quindi lei non si
fidava del petrolio né del carbone, quindi sentiva davvero che avremmo dovuto
portare avanti l'energia nucleare. E quando uscì fuori il tema del riscaldamento
globale disse:"Bene, ecco un altro
argomento per cui dovremmo investire sul nucleare"
(dato che non ha emissioni di anidride carbonica").
Questo è quello che diceva e che è stato distorto da allora».
Nigel Calder: «E quindi lei andò alla Royal
Society e disse agli scienziati: "Noi vi diamo i soldi, voi dovete dimostrare
questa roba". E le cose andarono in quella direzione».
Prof. Philip Stott: «Inevitabilmente, nel
momento in cui i politici mettono il proprio peso dietro qualcosa e vi legano il
proprio nome, cominciano ad arrivare i soldi. Così vanno le cose. E pertanto
ricerca, sviluppo, istituzioni, cominciarono a spuntare fuori che dovevano
studiare il clima, ma con particolare enfasi sul rapporto tra anidride carbonica
e temperatura».
Su richiesta della signora Thatcher l'ufficio meteorologico inglese mise su
un'unità che studiava il clima per modelli che fornì le basi per un nuovo
comitato internazionale: l'IPCC.
Nigel Calder: «Questi uscirono con un primo
grande rapporto che prevedeva disastri climatici a seguito del riscaldamento
globale. Ricordo che andai alla conferenza stampa e fui colpito da due cose.
Primo: la semplicità ed eloquenza del messaggio. Secondo: il totale disprezzo di
tutta la scienza climatica fino ad allora, incluso, tra l'altro, il ruolo del
Sole, che era stato oggetto di un grande incontro alla Royal Society appena
pochi mesi prima».
Ma l'enfasi sull'anidride carbonica prodotta dall'uomo come possibile problema
ambientale non piaceva solo alla signora Thatcher.
Nigel Calder: «Era qualcosa di certamente
molto favorevole all'idea ambientalista, quella che io chiamo l'ambientalismo
medievalista, quello che si rifà a come le cose erano nel Medioevo senza auto o
macchine. Quindi se ne innamorarono, perché per loro l'anidride carbonica era il
simbolo dell'industrializzazione».
Prof. Frederick Singer: «L'anidride carbonica è
chiaramente un gas industriale. È legato alla crescita economica, ai trasporti,
le auto, praticamente a ciò che chiamiamo civilizzazione. E ci sono forze nel
movimento ambientalista che sono semplicemente contro la crescita economica.
Pensano sia una cosa cattiva».
Prof. Philip Stott: «Può essere usata per
legittimare tutta una serie di miti che già esistevano: anti-automobile,
anti-crescita, anti-sviluppo e, soprattutto "il grande Satana": gli Stati uniti».
Patrick Moore è considerato uno dei più importanti ambientalisti della sua generazione. È tra i fondatori di Greenpeace.
Patrick Moore: «Lo spostamento verso il clima come tema centrale avvenne per due motivi molto diversi: il primo motivo fu perché verso la metà degli anni '80 la maggior parte delle persone era ormai d'accordo con tutte le cose ragionevoli che noi del movimento ambientalista dicevamo loro di fare. Ora, quando la maggioranza della gente è d'accordo con te, è piuttosto difficile continuare ad essere provocatori. Perciò l'unico modo per rimanere anti-establishment era quello di adottare posizioni sempre più estreme. Quando lasciai Greenpeace fu nel mezzo della campagna mondiale per l'abbandono dei composti di cloro. Dissi più o meno: "Ragazzi, il cloro è un elemento della tavola periodica, non sono sicuro che sia di nostra competenza bandire un intero elemento!". L'altra ragione per cui emerse l'estremismo ambientalista fu perché crollò il comunismo, venne giù il muro, e moltissimi pacifisti e attivisti politici si spostarono nel movimento ambientalista portando il neo-marxismo con loro. E impararono ad usare il linguaggio "verde" in modo molto intelligente per portare avanti la loro agenda che, in effetti, aveva più a che fare con l'anti-capitalismo e con l'anti-globalizzazione, piuttosto che con l'ecologia o la scienza».
Lord Lawson of Blaby: «La sinistra fu un po' disorientata dal palese fallimento del socialismo e ancor più del comunismo reale ma rimase anti-capitalista come lo era prima e dovette cercare nuove guide».
Nigel Calder: «Fu una stupefacente alleanza
tra Margareth Thatcher, a destra, e gli ambientalisti anti-capitalisti a
sinistra. Ciò generò questa sorta di spinta dietro un'idea folle».
All'inizio degli anni '90 il "riscaldamento globale causato dall'uomo" non era
più un'eccentrica teoria sul clima. Era una campagna politica a tutto spiano che
attraeva l'attenzione dei media e, di conseguenza, i fondi pubblici.
Prof. Richard Lindzen: «Prima di Bush padre, credo che il livello di finanziamento per le scienze legate al clima fosse intorno ai 170 milioni di dollari all'anno, che è una cosa ragionevole data la dimensione del campo. Ora [2007 - ndc] è balzato a 2 miliardi di dollari all'anno! Più di dieci volte tanto! E ciò ha cambiato molto le cose: un sacco di posti di lavoro, tanta nuova gente coinvolta che altrimenti non sarebbe stata interessata… E così è arrivata tutta una forza lavoro il cui unico interesse nel campo climatico era il riscaldamento globale».
Nigel Calder: «Se io volessi fare ricerca su, che so? lo scoiattolo del Sussex, quello che farei (ed è così dal 1900) è scrivere la mia domanda di fondi dicendo: "Voglio indagare i comportamenti non sociali degli scoiattoli, con particolare riferimento agli effetti del riscaldamento globale". E così prenderei i soldi; se dimenticassi di citare il riscaldamento globale, non prenderei i soldi».
Prof. Frederick Singer: «Non ho alcun dubbio che la montagna di soldi messi in questa particolare area scientifica piuttosto piccola abbia distorto tutti gli altri sforzi scientifici».
Prof. Richard Linzen: «Noi tutti (scienziati) siamo in competizione per i fondi e se il tuo campo di indagine è oggetto di preoccupazione devi fare molto meno fatica per spiegare perché il tuo campo debba essere finanziato».
Dagli anni '90, decine di miliardi di dollari di soldi pubblici in USA, Inghilterra e altrove, sono stati dirottati verso la ricerca sul riscaldamento globale. Una grande fetta di quei fondi è andata per la realizzazione di modelli al computer per prevedere come sarà il clima nel futuro. Ma quanto sono precisi quei modelli? Il dott. Roy Spencer è stato uno dei maggiori scienziati per lo studio del clima presso il centro spaziale Marshall della NASA. Ed è stato premiato con medaglie per eccezionali risultati scientifici sia dalla NASA che dalla Società Meteorologica Americana.
Dr. Roy Spencer: «I modelli climatici sono buoni nella misura in cui lo sono le ipotesi in essi inserite, e ce ne sono a centinaia. Basta un'ipotesi sbagliata per far sì che la previsione sia tutta sballata».
Le previsioni sul clima non sono nuove, ma in passato gli scienziati erano più umili circa le loro capacità di prevedere il tempo. Da "The Weayher Machine", BBC: "Ogni tentativo di prevedere i cambiamenti del clima incontrano lo scetticismo di coloro che prevedono il tempo con i modelli per computer". "Nel prendere decisioni che influiscono sulla vita della gente, fare una cattiva previsione su come sarà il clima può essere molto peggio che non fare alcuna previsione. Temo che la conoscenza di come funzioni la complessa macchina meteorologica non sia ancora sufficiente per fare un'affermazione affidabile sul futuro".
Tutti i modelli presumono che il CO² prodotto dall'uomo sia la principale causa del cambiamento climatico piuttosto che il Sole o le nuvole.
Prof. Tim Ball: «Io uso questa analogia: la
mia auto non funziona bene e io ignoro il motore (il Sole), ignoro la
trasmissione (di vapore acqueo) ma guardo un segno sulla ruota posteriore destra
(il CO² ). La scienza fa proprio così».
Prof. Ian Clark: «Se devi comprendere il sistema
del clima, devi conoscere tutte le componenti: i raggi cosmici, quelli solari,
il CO² , il vapore acqueo, le nuvole… e metterli tutti insieme. Se non fai così
il tuo modello non vale niente».
Le previsioni del clima variano moltissimo. Queste variazioni dipendono da
piccole variazioni nelle ipotesi su cui i modelli si basano.
Prof. Carl Wunsch: «I modelli sono molto complicati, e così, spesso si "correggono" in modo tale che producano qualcosa di molto "eccitante"».
Prof. Ian Clark: «Io lavoro con i modelli
matematici e con essi, modificando i parametri, puoi ottenere di tutto: si può
ottenere più caldo o più freddo, cambiando le cose».
Dal momento che tutti i modelli presumono che la CO² prodotta dall'uomo causa
riscaldamento, un ovvio modo per produrre una previsione più impressionante è di
aumentare la quantità di CO² immessa nell'atmosfera dall'uomo.
Prof. Patrick Michaels: «Noi inseriamo un aumento dell'anidride carbonica dell'1% all'anno mentre è stato dell' 0,49% all'anno negli ultimi 10, 0,42% nei 10 anni precedenti e 0,43% per i 10 anni ancora prima. Quindi nei modelli matematici è inserito più del doppio di radiazioni ad effetto serra e ciò è risaputo! Non dovrebbe stupire che essi prevedano un riscaldamento maggiore di quello che avviene».
I modelli matematici predicono quale potrà essere la temperatura tra 50 o 100 anni. Una delle loro caratteristiche peculiari è quella che previsioni a lungo termine siano smentite molto dopo che la gente le ha dimenticate. Il risultato è il pericolo, secondo il prof. Carl Wunsh, che coloro che creano i modelli siano meno preoccupati di fornire previsioni accurate, piuttosto che previsioni "interessanti".
Prof. Carl Wunsh: «Persino nella comunità scientifica questo è un problema. Se faccio un modello matematico complicato e vi congetturo qualcosa come lo sciogliere del ghiaccio nell'oceano e non succede nulla, probabilmente questo non sarà stampato. Ma se uso lo stesso modello e lo "aggiusto" in modo che avvenga qualcosa di spettacolare in merito alla circolazione oceanica come il trasporto del calore che si arresta, questo sarà pubblicato e la gente dirà che è emozionante, e sarà poi ripreso dai media… quindi c'è una distorsione molto forte nei media e nella comunità scientifica stessa verso risultati che possano essere "drammatizzati": "La Terra sta ghiacciando!" è molto più interessante di storie del tipo: "Beh, sai, le cose fluttuano un po'… la temperatura può variare anche del 20% e poi riaggiustarsi". Quale storia scegliereste? Ecco si tratta di questo…».
Per un occhio non esperto i modelli informatici sembrano impressionanti e danno un'apparenza scientifica rigorosa a speculazioni selvagge sul clima futuro. I modelli informatici sono inoltre una fonte inesauribile di storie spettacolari per i media…
Nigel Calder: «Quello che mi stupisce di più,
essendo giornalista da una vita, è come in questo campo sembra siano stati
abbandonati i principi basilari del giornalismo».
Infatti la teoria del riscaldamento globale causato dall'uomo ha generato una
nuova branca del giornalismo.
Nigel Calder: «C'è un'intera nuova generazione di reporters: i "giornalisti ambientali". Se sei un giornalista ambientale e se la storia del riscaldamento globale finisce nella spazzatura, lo stesso accade al tuo lavoro. È davvero così grossolano. E il modo di fare giornalismo deve essere sempre più isterico, perché fortunatamente esistono ancora editori coscienziosi che diranno: "Ma questo lo dicevate già cinque anni fa!" "Ah ma ora è molto, molto peggio: i mari si innalzeranno di tre metri martedì prossimo…" e roba così. Devono strillare sempre di più, sempre di più, sempre di più, sempre di più».
Non è inusuale nei media dare la colpa di ogni tempesta al riscaldamento globale. Ma c'è una qualche base scientifica a ciò?
Prof. Richard Linzen: «Questa è pura propaganda. Ogni libro di testo di meteorologia dice che la principale causa dei disturbi atmosferici è la differenza di temperatura tra i Tropici e i Poli. E ci viene detto che in un mondo più caldo questa differenza diminuirebbe… e quindi che dovremmo avere meno tempeste, meno variabilità. Ma questo non è considerato catastrofico e allora… si dice il contrario!».
I notiziari spesso suggeriscono che anche un lieve aumento delle temperature globali potrebbe portare al catastrofico scioglimento delle calotte polari di ghiaccio. Ma cosa ci dice la storia del clima della terra?
Prof. John Christy: «Abbiamo prove storiche sulla temperatura in Groenlandia che vanno indietro di millenni: la Groenlandia è stata molto più calda; solo mille anni fa la Groenlandia era molto più calda di oggi e non c'è stato nessun drammatico evento di scioglimento».
Prof. Philip Stott: «Persino se parliamo di qualcosa come il permafrost: una grande parte del permafrost, lo strato di ghiaccio marino che si trova, ad esempio, sotto foreste russe, 7-8000 anni fa si sciolse, molto più di quando abbiamo le prove di ciò che succeda oggi. In altre parole, questa è un'evidenza storica, eppure il mondo non fu sommerso».
Il prof. Syun-Ichi Akasofu è il capo dello IARC, Centro Internazionale di Ricerca Artico, in Alaska. Lo IARC è il più importante istituto di ricerca sull'artico al mondo. Il prof. Akasofu insiste che storicamente le calotte polari di ghiaccio si espandono e contraggono continuamente e naturalmente.
Prof. Syun-Ichi Akasofu: «Ci sono prove storiche di enormi pezzi di ghiaccio staccatisi dal continente artico di tanto in tanto. Questo è sempre successo. Ma oggi abbiamo i satelliti e li vediamo, per questo fanno notizia. L'animazione [nel video: "Questa animazione…" – ndc] della "New At Ten" (BBCI), basata sui dati di satelliti meteorologici della NASA, mostra il naturale enorme espandersi e contrarsi del ghiaccio marino polare nel corso degli anni '90. In TV si vedono sempre programmi sul riscaldamento globale che mostrano grossi pezzi di ghiaccio che si staccano dal bordo dei ghiacciai, ma la gente dimentica che il ghiaccio si muove continuamente… ».
I notiziari spesso mostrano immagini di ghiaccio che si stacca dal bordo dell'Artico. Quello che non dicono è che questo è un processo del tutto normale nell'Artico, come le foglie che cadono dagli alberi in un giorno d'autunno inglese.
Prof. Syun-Ichi Akasofu: «Mi chiedono: "Lei lo ha visto il ghiaccio che si stacca dal bordo dei ghiacciai?" – "Sì, è la primavera che comincia e succede ogni anno… Vengono da noi e ci dicono: "Vogliamo vedere le catastrofi dell'effetto serra". E io: "Non ce ne sono"».
Programmi televisivi allarmistici ("Climate Change: Britain Under Threat, BBCI) paventano enormi cavalloni che allagano l'Inghilterra. Ma cosa determina il cambiamento di livello del mare? E quanto velocemente?
Prof. Philip Stott: «Il livello del mare
cambia in tutto il mondo in generale ed è governato fondamentalmente da due
fattori. 1°), quello che chiamiamo "fattore locale": il rapporto tra il mare e
la Terra, che spesso vede la Terra innalzarsi o scendere e che non ha niente a
che fare col mare. Ma se parliamo di quelle che chiamiamo 2°) "modificazioni
eustatiche" del livello del mare, modificazioni del livello del mare a livello
globale, queste sono dovute all'espansione termica degli oceani: niente a che
fare con lo scioglimento dei ghiacci. E questi sono processi enormemente lenti e
lunghi».
Prof. Carl Wunsch: «La gente dice:
"Oh, io vedo
l'oceano che ha fatto questo lo scorso anno e questo vuol
dire che qualcosa è cambiato nell'atmosfera l'anno scorso" ma questo non è
necessariamente vero, anzi è estremamente improbabile perché possono occorrere
da centinaia a migliaia di anni perché l'oceano profondo possa rispondere ai
cambiamenti delle forze che avvengono sulla superficie».
Spesso si dice che anche un piccolo innalzamento delle temperature condurrebbe al diffondersi al nord di malattie tropicali come la malaria. Ma è vero? Il prof. Paul Reiter dell'Istituto Pasteur di Parigi è uno dei massimi esperti di malaria e di altre malattie portate dagli insetti. È membro del comitato di esperti consulenti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, fu presidente del Comitato Americano di Entomologia Medica della Società Americana di Medicina Tropicale, e uno dei principali autori della sezione medica della "Dichiarazione USA sulle conseguenze potenziali della variabilità del clima". Come il prof. Reiter sostiene, le zanzare prosperano in climi molto freddi.
Prof. Paul Reiter: «Le zanzare non sono tipicamente tropicali; la maggior parte della gente sa che nelle zone temperate ci sono zanzare. In realtà le zanzare sono molto abbondanti anche nell'Artico. La più devastante epidemia di malaria fu in Unione Sovietica negli anni '20 con qualcosa come 30 milioni di casi all'anno e 600.000 morti. Fu una tremenda catastrofe che arrivò fino al Circolo Artico: ad Archangelsk ci furono 30.000 casi e 10.000 morti. Quindi non è una malattia tropicale. Eppure questa gente della "confraternita" del riscaldamento globale si inventa l'idea che la malattia si muoverebbe verso nord».
La colpa delle storie di paura sul clima non può essere data solo al giornalismo approssimativo o distorto. Secondo il prof. Reiter gli allarmi isterici sono stati incoraggiati dai rapporti dell'ONU (IPCC). Sulla diffusione della malaria l'IPCC dice: "le specie di zanzare che trasmettono la malaria non sopravvivono dove le temperature in inverno per lo più scendono sotto i 16°, 18° C". Secondo il prof. Reiter, ciò è chiaramente non vero.
Prof. Paul Reiter: «Rimasi totalmente esterrefatto leggendo il secondo e il terzo rapporto perché erano pieni di disinformazione, senza quasi il minimo accenno alla letteratura scientifica, la vera letteratura scientifica di esperti in quei settori».
In una lettera al Wall Street Jurnal, il prof. Frederick Seitz, ex presidente
dell'Accademia Nazionale Americana delle Scienze, rivelò che i funzionari
dell'IPCC avevano censurato i commenti di alcuni scienziati.
Egli scrisse: Questo rapporto non è la versione
approvata dagli scienziati che vi hanno contribuito". Almeno 15
importanti sezioni del capitolo scientifico erano state cancellate, incluse
dichiarazioni come: "Nessuno degli studi citati
ha mostrato prove chiare che possano far attribuire i cambiamenti climatici
osservati all'aumento di gas serra",
"Nessuno studio ad oggi ha attribuito con fermezza tutto o parte del cambiamento
climatico osservato finora a cause dovute all'uomo". Il prof. Seitz
concludeva: "Non ho mai visto una più
inquietante corruzione del processo di peer-review
(6)
degli eventi che hanno portato a questo rapporto
dell'IPCC".
Nella sua risposta l'IPCC negò che ci fossero queste cancellature ma disse che
"non c'era stata alcuna disonestà, né corruzione del processo di peer-review
e nessuna distorsione" e che "le incertezze sulle cause del riscaldamento
globale erano state soppresse", "erano stati fatti cambiamenti", aggiungeva
"in risposta a commenti da governi, singoli scienziati e ONG".
Prof. Paul Reiter: «Quando mi sono dimesso dall'IPCC pensavo che fosse finita così. Ma quando vidi la bozza finale, il mio nome c'era ancora. Quindi chiesi che ne fosse rimosso. Beh, mi dissero che io avevo contribuito, e che quindi sarebbe rimasto. Allora dissi: "No, io non ho contribuito perché non avete ascoltato nulla di quanto ho detto". Quindi ci fu una sorta di battaglia. Alla fine minacciai azioni legali, ed allora rimossero il mio nome. Ma penso che succeda spesso. Coloro che, da specialisti, ma in disaccordo con le tesi, si dimisero, e ce ne sono stati diversi e li conosco, furono semplicemente inseriti nella lista degli autori e divennero parte di questi 2500 migliori scienziati del mondo».
La ricerca sul riscaldamento globale causato dall'uomo è una delle aree scientifiche più finanziate. Il governo degli Stati Uniti, da solo, spende più di 4 miliardi di dollari all'anno (7). Secondo il climatologo della NASA Roy Spencer, gli scienziati che parlano contro il riscaldamento globale causato dall'uomo hanno molto da perdere.
Dr. Roy Spencer: «È in genere difficile ottenere fondi per una propria proposta di ricerca a causa della posizione che abbiamo assunto pubblicamente e ci sono pochissimi di noi disposti a prendere una posizione pubblica».
È pregiudizio comune che gli scienziati in disaccordo con la teoria del riscaldamento globale causato dall'uomo siano pagati dalle industrie private per diffondere bugie.
Prof. Philip Stott: «Me lo dicono continuamente: Tu devi essere a libro paga delle multinazionali! Purtroppo, e lo potete chiedere a qualunque scienziato, le multinazionali non sganciano un centesimo».
Prof. Tim Ball: «Io sono stato accusato di
essere pagato dalle aziende petrolifere ma io non ho mai ricevuto un soldo dalle
compagnie petrolifere. Io scherzo sempre dicendo che se mi pagassero, almeno
potrei permettermi i loro prodotti…».
Nigel Calder:
«Ogni volta che qualcuno mi dice
che sono pagato dalle aziende petrolifere rispondo: "Il mio direttore di banca
lo desidererebbe tanto"».
Risulta che non c'è quasi nessun investimento privato nella climatologia, ma nonostante ciò, essere coinvolto in un qualche progetto di ricerca che comprenda anche un investimento dall'industria per quanto piccolo, può provocare la perdita di reputazione di uno scienziato.
Prof. Patrick Michaels: «Tecnologia moderna
che va a gas serra…!?!».
Patrick Michaels è professore di scienze ambientali all'Università della
Virginia. È stato presidente del Comitato di Climatologia Planetaria presso
l'Associazione Meteorologica Americana, presidente dell'Associazione dei
Climatologi Statali, Autore di tre libri di meteorologia, nonché autore e
revisore per l'IPCC. Ma quando gli capitò di partecipare ad una ricerca
parzialmente finanziata dall'industria del carbone si trovò tra coloro sotto
attacco da parte degli attivisti del riscaldamento globale. "Le multinazionali che hanno sede in Gran Bretagna sono tra
i peggiori criminali climatici del pianeta. La Shell ha sede nel Regno Unito.
Noi abbiamo il diritto e il dovere di portarle di fronte al pubblico, farle
sciogliere e di mandare i loro manager ad un corso di riabilitazione…". Ma il dibattito razionale non è l'unica vittima dell'allarme sul
riscaldamento globale. Dal momento che la politica internazionale fa fortemente
leva sulle emissioni di anidride carbonica, i paesi in via di sviluppo sono
sottoposti ad una forte pressione affinché NON si sviluppino… "… Bisogna spegnere tutto. Tutto quello che non si usa, di cui non si ha
bisogno… fare la differenza è più facile di quanto pensiate…".
Delegati da tutto il mondo volarono a Nairobi per una conferenza
sponsorizzata dall'ONU per parlare di riscaldamento globale. Funzionari
pubblici, professionisti, attivisti di ONG, manager del settore delle risorse
fossili, e giornalisti ambientali ed altri, dovevano discutere ogni aspetto del
"cambiamento globale causato dall'uomo": da come promuovere il fotovoltaico in
Africa fino alla relazione tra riscaldamento globale e… sessismo. La conferenza
durò 10 giorni! Il numero dei delegati superò i 6000!
Prof. John Christy: «I miliardi di dollari investiti nella scienza del clima, comportano che ci sarà una pletora di gente che dipende da quei soldi e queste persone vogliono che il tutto vada avanti. Succede in tutte le burocrazie».
Nigel Calder: «Dove vivo io, c'è un funzionario pubblico comunale che si occupa di riscaldamento globale! C'è un sacco di gente là fuori reclutata in un modo o nell'altro per far parte di questo carrozzone».
Lord Lawson of Blaby: «Ognuno con un minimo di cervello direbbe: "Aspetta un attimo, valutiamo le cose attentamente e razionalmente, ma verrebbe ostracizzato».
Scienziati abituati alla relativa civiltà ed oscurità della vita accademica si trovano improvvisamente attaccati pubblicamente se osano sfidare la teoria del riscaldamento globale causato dall'uomo, diffamati da gruppi di attivisti e persino nelle proprie università.
Prof. Tim Ball: «C'è una vecchia canzone inglese che dice: "Se stai in piedi nel tiro al bersaglio, ti tireranno addosso". Quindi capisco che possa succedere, ma diventa piuttosto difficile, perverso e molto personale. Ho ricevuto minacce di morte e cose del genere, quindi sicuramente non lo faccio per la mia salute…».
Patrick Moore: «Di questi tempi se uno è scettico sul riscaldamento globale, improvvisamente è come se fosse un negazionista dell'olocausto. Il movimento ambientalista è davvero un movimento politico ed è diventato fortemente influente ad un livello globale. Ed ogni politico ne è oggi consapevole: che tu sia di sinistra, di centro o di destra, devi rendere omaggio all'"ambiente"».
[Nel 2007 la campagna sul riscaldamento globale conseguì una grande vittoria: il governo degli Stati Uniti, che era stato un bastione di resistenza, cedette. George Bush ne era un alleato. I governi occidentali ora come allora bramano accordi internazionali per restringere la produzione industriale nei paesi avanzati e in quelli in via di sviluppo. Ma a quale costo? Paul Driessen fu un ex attivista ambientalista].
Paul Driessen: «La mia grande preoccupazione
è che la politica che si presume debba prevenire il riscaldamento globale sta
avendo un effetto disastroso sulle popolazioni più povere del mondo».
Gli attivisti del riscaldamento globale dicono: "Non fa male stare dalla
parte giusta. Anche se la teoria sul riscaldamento globale causato dall'uomo
fosse errata dobbiamo imporre misure draconiane per ridurre le emissioni di
anidride carbonica in via precauzionale…". Loro chiamano questo: "il
principio precauzionale"…
Paul Driessen: «Il principio precauzionale è
una bestia molto interessante. È usato fondamentalmente per promuovere una
particolare agenda o ideologia. È usato sempre in una sola direzione. Parla dei
rischi nell'usare una particolare tecnologia, i carburanti fossili, ad esempio
ma mai dei rischi derivanti dal non usarla. Non parla mai dei benefici
dell'avere una certa tecnologia».
Ann Muvagela
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sta per cuocere un pasto per i suoi figli. Lei è una dei 2
miliardi di persone (1/3 della popolazione mondiale) che non ha accesso
all'elettricità. Al suo posto deve bruciare in casa legna o animali essiccati.
Il fumo che produce in casa è una delle più mortali fonti di inquinamento al mondo.
Secondo l'OMS, 4 milioni di bambini sotto i 5 anni di età muoiono ogni anno per
malattie respiratorie causate dal fumo domestico. E milioni di donne muoiono
precocemente per cancro ed altre malattie polmonari per lo stesso motivo.
James Shikwati: «Se chiedete ad una persona di campagna cosa sia per lui lo sviluppo, vi risponderà che sviluppo per lui significa arrivare ad avere l'energia elettrica. Non avere elettricità crea una lunga catena di problemi, perché la prima cosa che manca è la luce, quindi devi andare a dormire presto, perché non c'è luce, non c'è ragione di stare svegli, non si può nemmeno parlare al buio…».
Niente raffreddamento o confezionamento moderno significa che il cibo non può essere conservato. Il fuoco in casa fa troppo fumo e consuma troppa legna per essere usato per il riscaldamento. Non c'è acqua potabile… Noi occidentali non riusciamo ad immaginare nemmeno lontanamente quanto sia dura la vita senza elettricità. L'aspettativa di vita per chi vive in queste condizioni è terribilmente breve. La loro esistenza è povera da ogni punto di vista. A pochi chilometri di distanza, l'ONU sta tenendo la sua conferenza sul riscaldamento globale nei suoi eleganti palazzi. Le bancarelle vendono souvenir dell'attuale vita tribale mentre i delegati discutono di come promuovere quelle che loro definiscono "forme di generazione elettrica sostenibili". L'Africa ha il carbone, il petrolio ma i gruppi ambientalisti fanno campagna contro queste fonti di energia a buon mercato. Al contrario, dicono, l'Africa e gli altri Paesi in via di sviluppo, dovrebbero usare il fotovoltaico e l'eolico… Appena fuori Nairobi troviamo il primo impianto fotovoltaico. Un funzionario della sanità del Kenia ci ha portato in una clinica che serve diversi villaggi. Le uniche attrezzature elettriche sono la luce e un frigorifero in cui sono conservati vaccini, medicine e campioni di sangue. L'elettricità è fornita da due pannelli solari.
– "Cosa potete fare bene con questo sistema?".
– "L'illuminazione?".
– "Solo l'illuminazione. Cosa succede quando accendete le luci e il
frigorifero?".
– "Suona un allarme".
– "Suona un allarme?".
– "E… possiamo vedere?".
L'impianto fotovoltaico avverte il dottor Samu Muwage di usare o la luce, o il frigorifero ma non contemporaneamente. Se lo fa, la corrente salta. Il vento e il fotovoltaico sono notoriamente inaffidabili come fonti di energia elettrica e sono almeno tre volte più costose delle fonti tradizionali.
James Shikwati: «La domanda è: quanta gente
in Europa, negli USA è pronta ad usare quel tipo di energia e quanto costa? Se è
costosa per gli Europei o per gli Americani, vogliamo darla agli Africani
poveri? Non ha senso! I paesi ricchi possono permettersi di sperimentare nuove
forme di energia ma per quanto ci riguarda, noi
[africani - ndc]
siamo allo stadio di sopravvivenza».
Per l'ex-ambientalista Paul Driessen, l'idea che i più poveri del mondo debbano
essere costretti ad usare le fonti energetiche più costose e inefficienti è
l'aspetto più ripugnante della campagna sul riscaldamento globale.
Paul Driessen: «Lasciatemi mettere perfettamente in chiaro una cosa. Se noi diciamo al Terzo Mondo che può usare solo l'eolico ed il fotovoltaico quello che in realtà stiamo dicendo loro è: "Voi non potete avere l'elettricità».
James Shikwati: «La sfida che abbiamo quando
incontriamo gli ambientalisti occidentali, che dicono che noi possiamo usare
solo l'eolico ed il fotovoltaico è: come possiamo industrializzarci? Perché io
non vedo come un impianto fotovoltaico possa alimentare un'industria siderurgica
o alimentare una rete ferroviaria… Potrà forse far andare una piccola radio a
transistor».
Patrick Moore: «Penso che uno degli aspetti più
perniciosi del movimento ambientalista sia questa romanticizzazione della vita
contadina, e l'idea che le società industriali siano i distruttori del mondo».
James Shikwati:
«Una cosa chiara che emerge da
tutto il dibattito sull'ambiente è che c'è qualcuno desideroso di uccidere il
sogno africano, e il sogno africano è lo sviluppo».
Patrick Moore: «Il movimento ambientalista si è evoluto nella forza più potente che esiste per impedire lo sviluppo dei Paesi poveri».
James Shikwati: «Ci è stato detto: "Non toccate le vostre risorse, non toccate il vostro petrolio, non toccate il vostro carbone". È un suicidio».
Patrik Moore: «Credo sia legittimo definirlo
anti-umano. Ok, non bisogna pensare che l'uomo sia meglio delle balene o dei
gufi, quello che volete; ma certamente non è una buona idea pensare che
l'umanità sia feccia, che sia ok che centinaia di migliaia di persone diventino
cieche o muoiano. Davvero non posso accettarlo».
La teoria sul riscaldamento globale causato dall'uomo è ad oggi così fermamente
radicata, e le voci contrarie così efficacemente silenziate… che sembra
invincibile. Essa non è messa in difficoltà dalle prove contrarie, per quanto
forti. L'allarme per il riscaldamento globale è
ad oggi al di là della ragione.
Prof. Frederick Singer: «Ci sono ancora persone che pensano che sia vicina la fine del mondo. E proprio quando i più importanti scienziati inglesi dicono alla gente che alla fine del secolo l'unico posto abitabile sulla Terra sarà il Polo Nord e che l'umanità potrà sopravvivere solo se coppie da riproduzione si trasferiranno al Polo… È una cosa ridicola! O meglio, sarebbe ridicola se non fosse così triste».
NOTE
(1) Devo sottolineare, come nota antagonista (comunque non inficiante minimamente i contenuti essenziali dei fatti finora accennati, relativi a "La grande truffa del riscaldamento globale"), che la distinzione della fisica classica dalla fisica moderna comporta che il valore scientifico della scoperta delle particelle non è conforme ai criteri della fisica classica, in quanto lo studio delle particelle è fino a prova contraria privo di dati empirici. Perciò gli scienziati della fisica delle particelle (o della fisica teorica) scherzosamente detta agli inizi "Knabenphisik" (fisica dei ragazzini) risulta antroposoficamente solipsistica: in seguito a taluni fenomeni del mondo corporeo il fisico di oggi si vede costretto ad abbandonare la credenza della continuità degli oggetti nello spazio, per ricondurre i medesimi a sistemi di particelle minime (molecole, atomi) le cui grandezze, in relazione alle loro distanze, sono incommensurabilmente piccole. Se ne conclude che ogni reciproca azione dei corpi avvenga attraverso lo spazio vuoto, e che sia dunque una vera "actio in distans". Questa fisica si crede per esempio autorizzata a supporre che l'azione dei corpi sul nostro senso del tatto e del calore non avvenga per un contatto immediato, dato che deve sempre esserci una certa distanza, per quanto piccola, tra la pelle toccata dal corpo e il corpo stesso. Ne risulterebbe che ciò che noi sentiamo, per esempio, come ruvidità o calore dei corpi, sia solo una reazione degli organi estremi dei nostri nervi del tatto e del calore, contro le forze molecolari dei corpi, agenti attraverso lo spazio vuoto. A queste considerazioni del fisico moderno si aggiungono come completamento quelle dello psico-fisico, che trovano la loro espressione nella dottrina delle energie specifiche dei sensi: esercitando un'azione sul nervo ottico si ha sempre una percezione luminosa - così crede lo scienziato delle particelle - tanto se l'eccitazione del nervo è prodotta da ciò che chiamiamo luce, quanto se l'eccitazione è prodotta da una pressione meccanica o da una corrente elettrica. Da questa congettura si dedusse che nel mondo esterno esista una sola specie di processi, cioè solo il movimento, e che la molteplicità del mondo da noi percepito sia essenzialmente una reazione dei nostri sensi a quei processi. Secondo questa veduta noi non percepiremmo il mondo esterno come tale, ma soltanto sensazioni soggettive che il mondo esterno susciterebbe in noi (ndc).
(2) Perciò non credo si tratti di "bombardamenti" o di "esplosioni di supernovae", bensì dell'attività stessa del corpo eterico dell'universo, cioè della sua forza vitale, in quanto l'universo stesso è un grande organismo vivente – anticamente detto Antropocosmo – che non ha bisogno di essere bombardato per essere vivo ma solo di etere o energia viva, vitalità. Questo è comunque un mio parere antroposofico, dato che non mi sembrano essenziali le congetture della Knabenphisik per spiegare la percezione della formazione delle nuvole dal vapore marino (ndc).
(3) Questa mi sembra, appunto, una banalità; sarebbe un po' come dire che l'acqua è umida in quanto formata da gocce bagnate (ndc).
(4) (…) del Sole, non delle particelle meramente congetturate, e quindi non causanti alcun effetto (ndc).
(5) Non posso condividere questa similitudine di Calder, in quanto non credo possa essere feroce la stella che permette la vitalità degli esseri sul nostro pianeta (ndc).
(6) Revisione paritetica (?) sic! (ndc).
(7) Questo dato risale al 2007 (!), anno in cui uscì questo film documentario (ndc).
(8) Donna africana, personaggio del video (ndc).