Giuseppe, il senso dell’udito e i Pesci

(dalla Playlist delle dodici parti di cielo)

 

 

 

 

Anticamente il governo dei Pesci e della corrispettiva dodicesima parte del cielo era assegnato a Giuseppe, anche se Giuseppe non rappresentava nessuna tribù delle dodici connesse alla reggenza celeste. L’influsso astrologico di Giuseppe riguardava una veggenza atavica circa due suoi figli adottivi, che Giacobbe (i.e.: Israele, cfr. Genesi 32,24-32), nonno di Giuseppe, aveva allevati come suoi, assegnando loro una grande porzione dei territori conquistati. Questi due figli adottivi erano Efraim e Manasse, ma Giacobbe, quando li benedisse scambiò per errore i loro nomi (Genesi 48,5-20): da qui l’ulteriore confusione della loro natura e di conseguenza della natura stessa dei Pesci. Ancora oggi infatti i nati nel segno dei Pesci sono in genere descritti come persone mediocri e confuse. Ma caratterizzare così le persone dei Pesci è un errore e questo mette in secondo piano il loro sentire, cioè la loro grande capacità di ascolto in riferimento al vero e proprio SENSO DELL’UDITO, esteso in tutta la sua gamma. Questo senso in verità non è mai stato approfondito scientificamente neanche dalla fisiologia. E ancora oggi la scienza non fa chiarezza, e questa confusione può anch’essa essere fatta risalire al vecchio Giacobbe, che oramai cieco, aveva impartito al maggiore dei DUE la benedizione destinata al più giovane, e viceversa. Perciò col segno dei Pesci si parlava di confusione o di scarsa lucidità, o di disordine mentale, detti occultazione o OCCULTISMO DEL DUE. In questo occultismo del DUE si nasconde quindi anche un aspetto della fisiologia dell’udire umano, connesso alle DUE orecchie, e al concetto di OBBEDIENZA, termine che comporta anch’esso l’udire, dal latino OB AUDIENZA.

 

La non comprensione di questo confuso occultismo ha portato dunque la tradizione astrologica occidentale a considerare il segno dei Pesci come una specie di deposito-rifiuti dello Zodiaco. Sembra quasi che lo studioso della logica degli astri si sia stancato di cercare qualità per le persone dei Pesci, così che, arrivando a questo ultimo segno dello Zodiaco abbia caratterizzato alla rinfusa tutto ciò che si poteva ancora dire di riferibile ai due piedi dell’uomo, essendo questo ultimo tratto del corpo umano connesso con questo ultimo segno astrologico (dopo il segno dei Pesci, ritorna infatti l’Ariete, col quale si può ricominciare a parlare della testa, poi del collo e della laringe col Toro, delle spalle col Gemelli, e così via). In realtà però testa e piedi sono uniti nel grembo materno, là dove il feto è disposto in modo circolare, così che i piedi toccano il capo come avviene nel circolo zodiacale. Per cui col segno dei Pesci occorre parlare sia dei piedi umani, e dunque dell’AUTO-MOVIMENTO, sia del SENSO DELL’UDITO, il cui apparato si estende dalle orecchie fino all’interno del cranio. Se ricordate, il SENSO DELL’AUTO-MOVIMENTO l’ho spiegato l’anno scorso nel video sulla Vergine. Il SENSO DELL’UDITO vi si ricongiunge e questo perché Vergine e Pesci appartengono al medesimo asse cosmico.

 

Incominciamo dunque a fare chiarezza affinché la confusione nebbiosa attribuita ai Pesci possa diradarsi almeno un po’. I piedi sono organi di servizio del muoversi umano e le orecchie dell’accogliere l’equilibrio e la direzione, così che l’Uomo dei Pesci non è solo un sensitivo o un caritatevole, in cui - come dice la tradizione astrologica - lo spazio dei sentimenti tende a sconfinare nel sogno o nella totale trascendenza dal reale, magari in preda a toni umorali. E neanche è soltanto un galoppino di un partito o un sognatore sottomesso allo statu quo, perché il suo sentire e la sua capacità di ubbidire dipendono dalla sua concezione del mondo.

 

Ora, la concezione del mondo dell’Uomo dei Pesci è lo PSICHISMO (idealismo = ARIETE, razionalismo = TORO, matematismo = GEMELLI, materialismo = CANCRO, sensismo = LEONE, fenomenismo = VERGINE, realismo = BILANCIA, dinamismo = SCORPIONE, monadismo = SAGITTARIO, spiritualismo = CAPRICORNO, pneumatismo = ACQUARIO, psichismo = PESCI). 

 

Così lo PSICHISMO? Non è altro che un idealismo intensificato. L’Uomo dei Pesci cerca di intensificare l’idealismo come segue: trovando qua e là delle idee altrui, dice a se stesso: si trovano idee nel mondo proprio perché nel mondo esiste una specie di esseri, in cui quelle idee possano esserci, dato che non è possibile che le idee possano vivere in cose esteriori qualunque, o restare campate in aria (la credenza del 19° secolo che le idee dominino la storia fu solo un caso di mancanza di chiarezza, dato che le idee di per sé non hanno la forza di agire: un’idea da sola non può agire; è quindi sbagliato parlare di idee nella storia). E l’Uomo dei Pesci dunque, che si accorge che le idee - sempreché esistano - sono sempre legate a qualcuno, cioè a un ESSERE, che può per l’appunto averle, non è più un mero idealista; ma va oltre, fino ad ammettere che le idee sono legate a degli esseri. In tal modo diventa PSICHISTA, e la sua concezione del mondo è, appunto, lo PSICHISMO.

 

Lo psichista, che a sua volta impiega un acume straordinario per sostenere questa concezione, arriva a quest’ultima soltanto per virtù di una UNILATERALITÀ, di cui eventualmente può accorgersi (Rudolf Steiner, “Il pensiero cosmico. Astrologia antroposofica”, Ed. Basaia, Roma, 1985).

 

Se non se ne accorge cade nello psichismo dialettico, analizzato da Scaligero come “meccanismo dell’alterazione”. Praticamente impazzisce.

 

Ne leggo qualche pensiero (di questa analisi fatta da Scaligero), dato che lo psichismo dialettico ha invaso oggi le scienze, la politica e l’economia: «Seguendo il percorso dell’attuale formalismo logico-dialettico - scrive Scaligero - un processo neuro-psichico si può manifestare come organica architettura di concetti, senza reale contenuto organico. Questa architettura infatti è di parole: la relazione vera tra le parole è psichica, ma formalmente è logica e dialettica. La minima attività di pensiero è afferrata dall’automatismo cerebrale. È la ragione per cui l’attuale logica offre un facile modo al dialettico di questo tempo di far valere la propria assenza di pensiero […]. L’equivoco del marxismo come delle filiazioni post-marxiste e socialistiche di qualsiasi gamma, nessuna esclusa, è appunto il proporsi temi di suprema importanza umana, per la conoscenza dei quali comincia col sopprimere l’organo di conoscenza: quasi che la sua occulta missione fosse impedire che tali temi siano veramente penetrati dall’uomo di questo tempo. Non si può non essere mossi da un determinato psichismo, quando si è teoretici e simultaneamente si nega il canone metafisico del pensiero. Rimane perciò come segno del decadere della filosofia non tanto il fatto che sia potuto sorgere un “materialismo dialettico” - che è dire un idealismo della materia - quanto il fatto che la filosofia non lo abbia identificato per quel che era e non lo abbia perciò espulso come un DISCORSIVISMO [l’evidenziazione mediante caratteri maiuscoli è mia - ndr] estraneo al proprio mondo. Il dialettismo ha sempre all'interno di sé non pensiero ma psichismo, capace di assumere la forma di pensiero necessaria a sollecitare NON l’altrui pensiero, ma l’altrui psichismo e ad alimentarlo. La forma del pensiero viene asservita a un contenuto che nella sua mediazione le è irrelativo, in quanto contraddice il pensiero quale attività autonoma. È il segno dell’alterazione mentale» (Massimo Scaligero, “Automatismo formale e paranoia” in “La logica contro luomo. Il mito della scienza e la via del pensiero”, Ed. Tilopa, Roma, 1967).

 

Dunque se l’Uomo dei Pesci non si accorge della propria unilateralità, per esempio teorizzando che l’intuizione umana non serve o che la scienza va compresa e non intuita, o che non esiste l’Etere (l’Etere della vita) o il cielo stellato, o i colori, o gli odori, o le note musicali, ecc., come fa la Scienza di oggi, diventa un alterato mentale.

 

Purtroppo l’alterazione mentale opera oggi dappertutto, dato che la Scienza stessa, attraverso dilettantesche indagini catafratte di matematica precisione e di raffinatezza di mezzi tecnici, tende ad affermare tali UNILATERALITÀ, eludendo un rendiconto logico sugli argomenti, in base ai quali avrebbe comunque il dovere di presentare tali asserzioni come ipotesi, di cui non ha mai avuto possibilità di verifica.

 

Questa è dunque la situazione odierna del dialettismo materialista, che eliminando in partenza la possibilità di questa verifica, accoglie appunto quelle idee UNILATERALMENTE senza mai verificarle. Per esempio oggi, in base ad idee monetaristiche mai verificate, abbiamo un debito pubblico che continua esponenzialmente a ingigantirsi, e nessuno provvede a correggere quell’errore (cioè quelle idee) molto evidente.

 

Ma ritorniamo all’ubbidienza proveniente da OB AUDIENZA. Col SENSO DELL’UDITO si penetra nella realtà delle cose nella misura in cui risuonano, così che si può percepire sonoramente la loro “mobilità interiore”: basta colpire qualcosa, e subito questa cosa rivela il suo interno attraverso il suo suono; lasciando agire su di noi quel suono, percepiamo come questa cosa può vibrare interiormente, e possiamo così distinguere le cose anche secondo la loro natura interiore. L’“anima” delle cose - si potrebbe dire - percepibile nei loro rispettivi suoni, parla allora alla nostra interiorità. Tutto questo è il “SENSO DELL’UDITO”. Ma nei Pesci, cioè nell’Uomo dei Pesci, vi è ancora molto di più.

 

Infatti la bibbia dice di Giuseppe - che non era uomo da poco - e le benedizioni che egli ebbe dal padre Giacobbe (Genesi 49, 22-26) e da Mosè (Deuteronomio 33,13-17) sono le più lunghe, per l’abbondanza di doni di cui egli fu colmato, fu in grado di superare tutti i problemi causati dalla combinazione delle sue qualità occulte e della sua eccessiva loquela, ed era diventato secondo per importanza solo al Faraone. E raggiunse questa posizione grazie alle sue doti nascoste e grazie al fatto che aveva imparato ad essere umile. E l’umiltà è un’altra facoltà della persona dei Pesci.

 

Anticamente il nato nel segno dei Pesci era infatti ritenuto capace di stabilità emotiva, mentre oggi questa caratteristica è scomparsa dai testi di astrologia, così che la maggior parte delle interpretazioni risulta fuorviata. Inoltre, le capacità occulte riconosciute ai nati in Pesci erano allora rispettate, erano tenute in gran conto ed erano  ricercate, mentre nell’Era dei Pesci, cioè nell’era che precede la nostra, queste stesse capacità erano denigrate, erano ridicolizzate, e costrette a restare nascoste.

 

Tuttavia, oggi, che siamo nell’Era dell’Acquario, la cui frase chiave è “IO SO”, i talenti degli appartenenti al segno dei Pesci nelle questioni occulte e parapsicologiche, tenderanno a venire sempre più allo scoperto, sollecitate e richieste, quindi conosciute, SAPUTE, appunto.

 

Credo che la fisiologia del futuro dovrà necessariamente fare i conti col concetto di DOGMA, cioè col rapporto occulto che esiste fra organi del corpo umano. Questi organi sono il piede, l’orecchio e il feto. Piedi, orecchi, feto, e il concetto di dogma, interessano a vari livelli la Scienza quantica degli astri, dato che l’etimologia stessa della parola “dogma” proviene proprio da DAGHÌM, che nella lingua biblica è il plurale di DAG (דג), che significa PESCE. La somma di questa parola, formata dalle lettere DALET (ד) e GHIMEL (ג) è 7. DALET, vale 4 (il suo valore numerico è 4), mentre il valore numerico di GHIMEL, ג, è 3. Quindi 4 + 3 = 7. Sette come i 7 giorni della settimana, come i 7 pianeti principali, le 7 note della nostra scala eptatonica, ecc. Queste cose però non dovrebbero essere vissute come dogmi, così come non dovrebbero considerarsi dogmi i 7 nani.

 

Coi dogmi si rischia infatti di guizzare via, come pesci, dalla ragione, accontentandoci di credere, senza ragionare sui contenuti di una fede. La parola “daghìm” e la parola “dogma” hanno la stessa radice semplicemente perché i nostri piedi sono il vero fondamento del nostro UBBIDIRE. Ecco perché si diceva un tempo “Chi ha orecchi per intendere intenda”: perché OBBEDIENZA proviene, ripeto, da ciò che sentiamo OB AUDIENZA.  

 

Comprendere la scienza del futuro comporterà infatti il PASSAGGIO dalla tradizione lunare, eterodiretta, alla TRADIZIONE SOLARE, autodiretta. Si tratta di un PASSAGGIO importante innanzitutto per il risanamento dell’originario rapporto tra parola e pensiero, e di conseguenza fra effetto e causa, oggi completamento invertito dal DISCORSIVISTA nell’alterazione mentale precedentemente spiegata da Scaligero.

 

A questo proposito, propongo un’osservazione, sulla quale rifletto da circa mezzo secolo e che mi sembra importante per quel PASSAGGIO. Si tratta del rapporto fra due personaggi del vangelo, e quindi interessanti in qualche modo il dogma o la fede, da vedere in analogia con un altro rapporto del percepire fisiologico, che non richiederebbe alcuna fede né alcun dogma da credere, e cioè fra onda sonora e suo significato. I due personaggi sono Giovanni detto il Battista e Gesù detto il Cristo.

 

Per questa osservazione occorre comporre l’equazione in cui “Giovanni sta all’onda sonora o alla voce sonora come il Cristo sta al suo significato” (significato di quell’onda). Giovanni infatti dice di sé: “Io sono la voce”. Quando gli domandano: “Chi sei? Che dici di te stesso?”, Giovanni Battista risponde: “Io sono la voce di uno che grida nel deserto” (Gv. 1,22-23). Gesù invece, quando gli domandano: “Sei forse più di Abramo? Chi pretendi di essere?”, risponde: “PRIMA che Abramo fosse, io sono” (Gv 8,53-58). Ecco perché il Battista testimoniava che chi veniva DOPO di lui era PRIMA di lui” (Gv. 1,14-30).

 

Per molti anni ho pensato a questi avverbi temporali e al loro senso. E mi sembra che il Cristo, in quanto io superiore dell’essere umano, e figlio stesso dell’uomo, che come figlio viene necessariamente dopo, sia il SIGNIFICATO stesso della voce, cioè dell’onda sonora, significato che non può che precederla.

 

Chi dunque oggi ascolta la parola di qualcuno, se davvero ha orecchi per intendere come dovrebbe intendere l’Uomo dei Pesci, vale a dire come dovrebbe intuire, sa che il senso di quanto ascolta è, rispetto all’onda sonora emessa, antecedente a tale emissione di voce: è PRIMA. E ciò non avviene più secondo la parola chiave dell’Era dei Pesci, che era IO CREDO, ma attraverso la parola chiave IO SO di oggi, tipica dell’Era dell’Acquario, secondo, appunto la precessione solare del punto di primavera nell’Acquario. Dunque si entra qui realmente in una nuova TRADIZIONE che è SOLARE e non più lunare, il tradimento della quale (tradizione e tradimento possono essere anche sinonimi) avverrebbe solo mediante dogma di fede nella… Scienza, che sarebbe appunto la sua contraddizione astronomica.   

 

Dunque nell’uomo, la distinzione di ciò che si occultò nei veterotestamentari Efraim e Manasse, e nei neotestamentari “orecchi per intendere”, dovrebbe portare, anche attraverso questa mia analogia alla vera comprensione fisiologica del SENSO DELL’UDITO, poggiante sull’osservazione dell’autodefinizione di Giovanni Battista come VOCE (Giovanni 1,23) e del passaggio dai Pesci all’Ariete (AGNELLO COSMICO), come senso che precede la VOCE (Giovanni 1, 29-30).

 

Alla luce di queste considerazioni (secondo le chiavi fisiologiche di lettura qui proposte) potrebbe aprirsi dunque, anzi riaprirsi, il varco per la comprensione dei veri talenti degli appartenenti al segno dei Pesci, talenti che dovranno sempre più venire allo scoperto, così come dovranno venire allo scoperto le oscurità riguardanti la truffa del gioco del calcio, legato ai piedi ed al segno dei Pesci, e quella dell’emissione monetaria tramite riserve auree fasulle, dato che l’asse cosmico Pesci-Vergine è legato fisiologicamente all’intestino, organo della Vergine, e vero e proprio luogo di riserva energetica, generata dallo scambio biochimico della fermentazione dei cibi introdotti attraverso gli alimenti.