Dalla lettera di San Nereo apostolo agli arquatesi

ovvero

CASO TANZI

E RIFERIMENTO AL CASO BANCHE SALVATE

 

 

 

La canzone “Seinsa cunisiòn” (http://youtu.be/6H0qul-o44c) fu creata nel 2004 per divulgare un’importante riflessione di Giacinto Auriti, qui esposta in dialetto arquatese (https://youtu.be/99eAHKhK4jQ), nella quale si comprende come l’aggiotaggio (operazione di chi, illegittimamente e a proprio vantaggio, fa segreti maneggi per produrre aumenti o abbassamenti nei valori pubblici, nel cambio o nel prezzo di merci o servizi) e il signoraggio (monetaggio iniquo, cioè creazione monopolizzata di soldi dal nulla) siano giuridicamente “imparentati”.

 

 

 

Infatti Calisto Tanzi non fece altro che copiare l’esempio dei banchieri, perché creò valori monetari con falsi in bilancio, usando come riserva l’illusione della stessa, proprio come fanno i banchieri delle banche centrali. In altre parole, il “gioiellino” di Tanzi funzionò fintanto che resse il cordone ombelicale che lo collegava alla banca centrale. Tagliato il cordone, la truffa fu scoperta.

 

Calisto Tanzi fu condannato ma i banchieri centrali, che continuano tale truffa, no. Come mai? Nessuno lo sa. Eppure tutti continuiamo a pagare tasse abnormi in quanto implementate dal debito pubblico, a sua volta causato dalla truffa dei banchieri centrali, legalizzata dallo Stato mediante la concessione ad essi del monopolio di emissione dei soldi.

 

Le cose stanno così: abbiamo da una parte il monopolista che stampa dal nulla soldi e li presta creando debiti inesigibili con gli interessi, secondo una prospettiva esponenziale di debito che lo Stato attua per sottomettere fiscalmente i sui sudditi, detti contribuenti; e dall’altra, abbiamo i contribuenti, detti schiavi: noi. In estrema sintesi: se nel mondo siamo solo tu consumista, ed io monopolista, ed io ti presto 100, non posso esigerne poi la restituzione di 110 (= 100 + 10% di interesse). Perché quei 10 in più non ci sono nel mondo, e per darmi quegli interessi tu dovrai certamente chiedermi altro prestito, che solo io posso darti, grazie al mio monopolio. Questo monopolio è mafioso in quanto è diritto di Stato che si sostituisce allo Stato di diritto.

 

In base ad un reale Stato di diritto, ognuno dovrebbe avere il diritto di emettere moneta, in base alla propria credibilità, non in base a carta o mera burocrazia (uno è trombettista se sa suonare la tromba, non in base a diploma o regole: Louis Armstrong non conosceva la musica, né regole di armonia).

 

Il conflitto di interessi che oggi (2015) si vorrebbe attribuire alla Boschi a causa di suo padre, implicato nella truffa delle banche salvate da Renzi, è in verità un errore di pensiero (o meglio è un sospetto o un’ipotesi astratta che potrebbe avere contenuto concreto solo dopo le indagini sulle eventuali accertate implicazioni del padre della Boschi nella truffa). Il vero conflitto di interessi concreto è invece ciò non si vuol vedere: il conflitto di interessi dello Stato, che attraverso il monopolio di emissione, si comporta da mandante mafioso, delegando le banche emittenti ad operare il killeraggio che, bloccando la possibilità di un mercato equo fra chi stampa moneta (banche centrali) e chi la compra (banche non centrali), genera per forza di cose moneta-debito, cioè debito pubblico, inesigibile in quanto truffaldino.

 

La “colpa” di Tanzi e la “colpa” delle banche non centrali o succursali, che si comportano come banche centrali, sono in realtà identiche, in quanto sono finanza creativa di chi crea prodotti monetari che non sono veri valori monetari, usando come riserva aurea, cioè come garanzia di quei valori, l’illusione della stessa, proprio come fanno i banchieri, dato che a partire dal 1971, TUTTI gli strumenti monetari, dal conio degli spiccioli metallici alle banconote, dal “pagherò” delle cambiali al “pagabile a vista al portatore”, dai BOT ai CCT, dai derivati ai futures, ecc., hanno subito una trasformazione essenziale: non sono più garantiti dalle riserve auree, dato che le riserve sono state abolite. Ciò avrebbe dovuto indurre alla riflessione sulla reale natura sociale della moneta, cioè di ogni strumento monetario avente la funzione di moneta. E la riflessione avrebbe dovuto suggerire un sistema monetario nuovo, basato su una nuova moneta, concepiti entrambi secondo natura.

 

Ecco perché Steiner affermava nelle sue conferenze sulla triarticolazione sociale l’inutilità e l’insensatezza di banche di Stato per l’evoluzione dell’organismo sociale dei nuovi tempi, cioè di oggi. Ed ecco perché queste cose riguardanti la truffa della creazione dei soldi dal nulla erano note già ai tempi di Goethe (cfr. il post “SULLA GRANDE TRUFFA DEL MONETAGGIO INIQUO DETTO SIGNORAGGIO, RILEVATA PERFINO DA GOETHE!!!”: https://plus.google.com/+NereoVilla/posts/QQ3tV4PVDqy) che aveva esposto poeticamente nei suoi “tre Re” la sua “triarticolazione”, cioè nella sua favola sul serpente verde, dedicata all’amico Schiller…

 

In quel tempo, si aspettava il terzo millennio come un tempo nuovo di equilibrio fra pensare sentire e volere… Invece ora che siamo nel terzo millennio siamo per lo più addormentati nell’oscurantismo…